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Autore: Tenar80    16/06/2012    1 recensioni
Nell’Arcipelago i giorni hanno tutti più o meno la stessa lunghezza e non siamo soliti misurare il tempo in anni, ma nel corso della mia vita le balene erano già tornate quindici volte a innalzare i loro canti d’amore davanti all’Isola Lunga, quando arrivarono gli Uomini Luminosi.
La storia di Ehlohe è la primissima che pubblico qui. Racconta di persone e mondi che si incontrano e che si infrangono e incantesimi intessuti col sangue.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo giurato che non avrei mai più ucciso, eppure per poco non ho tradito il mio giuramento, uccidendo me stesso.
 Quand’ero giovane e ignorante delle cose del mondo, mi hanno detto che quelli dell’Arcipelago non erano che animali in forma umana: hanno la pelle del colore del manto dei cervi, o dei buoi, e girano nudi o quasi, mangiano il pesce crudo e non sanno lavorare il metallo.
 Li ho uccisi con la tristezza di chi non ama far del male alle bestie.
 Quando mi hanno dato come ricompensa una schiava, ho pensato solo che puzzava. L’ho fatta lavare dal mio servo, ma odorava ancora e non sopportavo di averla intorno, mi ripugnava l’idea di toccarla.
 Il piccolo gabbiano, che mi ha salvato.
 So che è un mago che sta leggendo queste pagine, ci vuole un poco di sangue per farle apparire. Una goccia per trovare, come diceva lo stregone saggio del villaggio di Ehlohe. E so che manderanno un mago ad indagare sulla sparizione di un mago, dato che siamo pochi e preziosi.
 Forse un giovane a cui hanno detto che la gente delle isole non è che una mandria di animali, da sterminare e schiavizzare, secondo i desideri del nostro re.

 Ehlohe è stata rapida a riconoscere il veleno e a somministrare l’antidoto. Con la vigliaccheria che mi è propria, non volevo soffrire a lungo e non avevo lesinato con le dosi.
 Quando ho riaperto gli occhi ci ho messo un poco a capire dove fossi e chi era lei. Ancora di più ci ho messo a ricordare che sono un uomo libero.
 Ho aiutato ad uccidere e a fare schiavi. 
 Ma io sono libero, a vincolarmi c’è solo un giuramento. Ubbidire al re per il bene della Nazione. Lo sterminio non credo faccia bene a nessuna nazione.
 Sono giovane, sono ricco e sono un mago del sangue, ho nelle mie vene tutto quello che serve al mio lavoro.
 La gente dell’Arcipelago dice di chi persegue i propri sogni oltre ogni logica che “segue i gabbiani”. Ebbene, io ho il mio gabbiano da seguire.
 Mentre leggete, sono già per nave, vi sono rare imbarcazioni che giungevano all’Arcipelago già assai prima che il re decidesse di conquistarlo. So quanto ci mette a mobilitarsi una spedizione militare. Saremo già lì, quando arriveranno.
 Da quello che dice Ehlohe, vi sono stregoni capaci di usare la magia del sangue, nell’arcipelago, con più saggezza che conoscenza. Non sarà difficile spiegare loro come calcolare il coefficiente di moltiplicazione e come contrastare un incantesimo.
 Saremo già lì.
 Quanto a te che stai leggendo, è venuto il tempo di decidere se aiutare a plasmare il mondo secondo i desideri del re, o se non desideri invece imparare a seguire i gabbiani per costruire un mondo che sia degno di essere sognato.
Se fossi una vera scrittrice fantasy, forse avrei iniziato a raccontare la storia da qui, ma finisco sempre per essere affascinata dai silenzi che precedono l’azione, piuttosto che dallo scoppiare degli incantesimi.
Grazie a tutti quelli che hanno voluto leggere. Chi volesse recensire è, ovviamente, il benvenuto.

   
 
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