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Autore: jas_    16/06/2012    110 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Annuii all’ennesima raccomandazione di mia mamma mettendo la valigia sull’auto di Liam.
«Stai tranquilla che sopravvivrò» dissi poi.
«E se hai bisogno non esitare..» continuò mia madre.
«A chiamarti, ho capito mamma. Me la saprò cavare non preoccuparti» la interruppi, aprendo le braccia per salutarla.
Prima che potessi rendermene conto si avventò su di me facendomi quasi perdere l’equilibrio e mi strinse a sé.
«Mi mancherai» sussurrò, lasciandosi scappare un singhiozzo.
«Sto partendo per Parigi, non per la guerra. E tornerò tra un mese, te la caverai.»
Obbligai mia madre a staccarsi da me, per quanto mi sarebbe mancata mi sembrava ne stesse facendo una tragedia inutile, mi sforzai di sorridere prima di rivolgermi a Patrick che era rimasto in silenzio fino ad allora.
«Tienila d’occhio, mi raccomando» lo avvertii, prima di dirigermi verso la macchina su cui Liam, Elena e Zayn mi aspettavano.
Per quanto avessi insistito a farmi accompagnare in aeroporto da mia madre Liam era stato più convincente e alla fine l’aveva avuta vinta.
Gli sorrisi attraverso lo specchietto e vidi la sua mano stringersi a quella di Elena, seduta accanto a lui.
Erano davvero una bella coppia, e soprattutto non avevano perso tempo nel dichiararsi l’uno con l’altro, non come Zayn e la sottoscritta. Sembravano appartenersi da sempre quei due, erano simili per certi versi ma si compensavano a vicenda per altri, erano semplicemente perfetti insieme.
Mi voltai verso casa mia, salutando Patrick e mia madre che mi guardavano dal marciapiede andarmene, continuai a sventolare la mano fuori dal finestrino fino a quando non fummo abbastanza lontani da non riconoscere le due figure in piedi sul ciglio della strada.
Mi appoggiai finalmente allo schienale chiudendo gli occhi, mia madre sarebbe stata sempre lì ad aspettarmi, e nonostante le sarei mancata sarebbe stata comunque occupata a cercare una nuova casa e a organizzare il matrimonio dei suoi sogni.
«Come ti senti?» mi domandò Zayn, sfiorando la mia mano.
Mi voltai leggermente verso di lui sforzandomi di sorridergli, non avevo fatto altro che contare i giorni che mi separavano da quel viaggio per tutto l’anno allora perché ora che il momento era davvero arrivato non mi sentivo felice?
«Non come pensavo» ammisi sincera.
Zayn annuì, «è normale» intervenne Elena, abbassando il volume della radio, «sei agitata non sapendo a cosa stai andando incontro ma soprattutto non vuoi lasciare la tua famiglia, i tuoi amici, Zayn soprattutto.. Ma stai tranquilla che andrà tutto per il meglio» cercò di rassicurarmi, anche se con scarsi successi.
«Siamo arrivati!» esclamò entusiasta Liam, ad un certo punto, cercando di rallegrare l’atmosfera da funerale che si era creata all’interno dell’auto.
Mi trascinai a malavoglia fuori dalla macchina e mi misi lo zaino sulle spalle, lasciando a Zayn la valigia che si era offerto gentilmente di portare fino al treno che avrei dovuto prendere.
Il silenzio che si era venuto a creare era alquanto imbarazzante e pesante, pieno di parole non dette che ero certa sarebbero uscite dalla mia bocca da un momento all’altro come un fiume in piena.
Mi fermai di scatto nel bel mezzo della stazione, facendo imprecare alcune persone che andavano di fretta e che dovettero superarmi.
«Non voglio andare» piagnucolai mettendo il broncio esattamente come i bambini che il primo giorno d’asilo non vogliono lasciare la mamma.
Elena non esitò nemmeno un istante prima di abbracciarmi e stringermi tra le sue braccia con fare materno, accarezzandomi lentamente i capelli.
«Stai tranquilla, come hai detto tu non stai andando in guerra ma a Parigi. Pensa allo shopping sfrenato che farai, ai croissant che potrai mangiare, al Louvre, alla Tour Eiffel, e all’atmosfera romantica e quasi teatrale oserei dire che c’è in quella città. Ti abituerai talmente tanto a quel posto che quando dovrai tornare qua ripeterai la stessa scena dall’altra parte della Manica!» cercò di scherzare. Tirai su col naso asciugandomi malamente le guance umide col dorso della mano e cercando di autoconvincermi della verità delle parole di Elena nonostante gli scarsi successi.
«Dai stai tranquilla», Liam mi appoggiò una mano sulla spalla cercando di consolarmi.
Mi voltai verso di lui lasciandomi accogliere da uno dei suoi famosi abbracci calorosi e che infondevano immediatamente sicurezza. Respirai profondamente con la voce tremante, «mi mancherai» gli dissi poi, stringendo tra le mie mani la sua maglietta, «e comportati bene con Elena che non siamo poi così lontani, potrei farti visita soltanto per darti una lezione» cercai di sdrammatizzare.
Liam annuì lasciandosi scappare un sorriso, «agli ordini capitano» scherzò poi, staccandosi da me e andando vicino a Elena.
«Vi lasciamo un attimo da soli» disse lei, facendo un cenno con la testa in direzione di Zayn, rimasto in silenzio fino a quel momento.
«Mi mancherete» sussurrai, salutandoli con la mano e guardandoli allontanarsi prima di voltarmi verso Zayn.
Avevo cercato di rimandare quel momento il più possibile e invece eccomi lì, a doverlo salutare. Puntai i miei occhi nei suoi, trovandoli belli come sempre, se non di più. Sentii immediatamente le farfalle svolazzarmi nello stomaco, erano ormai tre mesi che ci conoscevamo eppure ogni volta che lo guardavo, lo sfioravo, lo baciavo, era come la prima volta.
Aprii la bocca per parlare, dire qualunque cosa per porre fine a quel silenzio carico di tensione che mi stava mangiando viva ma non uscì nulla. Zayn  percepì il mio disagio perché si avvicinò a me e mi prese per mano, accompagnandomi al binario su cui c’era il treno che avrei preso e che mi avrebbe allontanata da lui.
«Zayn non ce la faccio» sbottai, quando ci fermammo davanti alla carrozza su cui sarei dovuta salire.
«Amanda» pronunciò lui serio, «ne abbiamo già parlato milioni di volte.»
Sussultai quasi spaventata dal suo tono, non lo avevo mai visto così serio e le sue parole, pronunciate come se non volessero essere contraddette, erano estremamente dure.
«Io non vado da nessuna parte» il suo tono si addolcì, «ogni qualvolta tornerai mi troverai qui, a questo stupido binario ad attendere che tu arriva, o in aeroporto, o in qualunque altro posto tu mi dirai di arrivare. Tra un mese ci rivedremo per il matrimonio di tua madre, e in qualunque caso c’è uno stupido pezzo d’acqua che ci separa, posso essere da te in meno di tre ore. E poi esiste internet, quando non potremo incontrarci ci sentiremo così, lo sapevamo prima di metterci insieme che te ne saresti dovuta andare eppure questo problema non ci ha ostacolati, anzi, ha fatto si che il nostro rapporto si rafforzasse. Quindi, se voglio lasciarti? Certo che no, ci siamo appena conosciuti e non ho intenzione di andare da nessuna parte che non sia dove sei tu.»
Trattenni il fiato per alcuni secondi mentre il cuore martellava forte nel petto. La vista cominciò ad appannarsi ed emisi un verso strano, simile ad un grugnito, per impedire al mio corpo di essere scosso dai singhiozzi e alle mie lacrime di scendere come una cascata sulle mie guance. Zayn mi strinse immediatamente tra le sue braccia cullandomi dolcemente e dandomi dolci baci sulla testa.
«Stai tranquilla» mi sussurrò.
«Non so se sto piangendo perché sto partendo o per quello che mi hai detto» ammisi, sentii il corpo di Zayn muoversi, probabilmente stava ridacchiando, e anch’io mi lasciai andare ad un sospiro leggermente rilassato.
Lui mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo, asciugò le mie lacrime con i pollici e mi mostrò uno dei suoi migliori sorrisi che non potei fare a meno di ricambiare, «ti amo» mi disse poi, prima di posare le sue labbra sulle mie.
Lasciai che mi stringesse a lui, e che quel bacio mischiato al salato delle mie lacrime mi mozzasse il respiro, tanto era l’amore che provavo per lui. Sentii la sua lingua cercare la mia, e feci tesoro di quella sensazione della mia mente, come del suo tocco soffice e caldo, del suo profumo inebriante e della sua barba appena accennata che mi pizzicava sempre le guance e il collo; così che qualvolta avessi sentito la sua mancanza avrei pensato a lui in maniera così viva da avere la sensazione di averlo accanto a me.
La voce registrata che annunciava la partenza del mio treno ci costrinse a staccarci, Zayn mi porse la mia valigia sforzandosi di sembrare tranquillo nonostante notai la sua mascella serrata, segno del fatto che in realtà non lo era.
Lo baciai un’ultima volta, più frettolosamente prima di guardarlo un’ultima volta negli occhi, imprimendomi nella mente ogni minuscola e quasi invisibile sfumatura più scura che avevano le sue iridi per poi salire sul treno. Presi un respiro profondo cercando di tranquillizzarmi mentre aprivo la porta del vagone e mi guardavo intorno alla ricerca del mio posto. Misi a posto la valigia e mi affacciai immediatamente al finestrino, notando con piacere che Zayn era ancora lì dove lo avevo lasciato, che spostava lo sguardo da una parte all’altra alla disperata ricerca della sottoscritta.
Sventolai la mano cercando di attirare la sua attenzione, che arrivò quasi subito.
«Chiamami quando arrivi» mi avvertì, alzando leggermente la voce mentre si avvicinava a me. «Voglio sapere tutto su com’è il posto, il cibo, i tuoi compagni di stanza così quando arrivo a trovarti so che cosa portarti» scherzò.
«Lo farò» lo rassicurai, proprio quando il treno cominciò a mettersi in moto.
Il passo di Zayn cominciò a farsi più veloce, fino a quando non cominciò letteralmente a correre.
«E non dimenticare che ti amo!» gridò.
«Nemmeno tu!» risposi, «cioè, che ti amo. Non dimenticare che anch’io ti amo!»
L’ultima cosa che vidi fu Zayn che scosse la testa divertito e la sua mano che sventolò per alcuni secondi in aria, salutandomi, fino a quando non abbassò anche quella, sconsolato, probabilmente perché ero troppo lontana per essere vista.
Chiusi con veemenza il finestrino andandomi a sedere al mio posto sbuffando fortemente.
«Chi è, il tuo ragazzo?» mi chiese un’anziana signora, smettendo di prestare attenzione al libro che stava leggendo.
Annuii incerta, «sì» borbottai. Non volevo essere maleducata ma quello non era esattamente il momento migliore per fare conversazione, pensai.
«Beh, qualunque problema dobbiate affrontare, stai certa che lui ti ama davvero e questa cosa non è da dare per scontata.»
Per quanto potessi essere furiosa, scorbutica e triste in quel momento non potei fare a meno di sorridere a quella donna dall’animo così gentile che, con poche parole, era riuscita a tirarmi su il morale.
Non indagai su quale strano potere possedesse per accorgersi immediatamente di cose così personali, l’unico pensiero che mi attraversava la mente in quel momento era che se una sconosciuta era stata in grado di percepire l’amore che c’era tra me e Zayn probabilmente saremmo stati forti abbastanza per superare anche quell’ostacolo.

 

***

 

Non ci credo che siamo già arrivati alla fine çwç
Ricordo come fosse ieri (?) quando ho iniziato questa storia e avevo in mente di farla durare al massimo 10 capitoli, invece siamo arrivati a quota 24!
Ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno recensito la storia (non ho mai ricevuto così tante recensioni in vita mia, vi giuro), chi l’ha messa tra le preferite (anche qui, mai avuto una storia tra i preferiti di così tante persone), e anche chi l’ha messa tra le ricordate e le seguite (raggiunti i record pure qua HAHAH)
Spero di non avervi deluse con questo ultimo capitolo, l’ho scritto tipo il giorno dopo che ho pubblicato quello scorso ma non volevo postare perché è sempre triste concludere una fan fiction :(
Ho cercato di far finire la storia il meglio possibile, senza dover scrivere anche su quando Amanda sarebbe tornata da Parigi perché, detto sinceramente, NON NE POSSO PIU’! AHAHAHA
Adesso che la scuola è finita non ce la faccio a stare al computer più di cinque minuti al giorno per vedere le notifiche di Facebook e le menzioni su Twitter, e continuare a scrivere sarebbe stata una tortura D:
Forse scriverò un Missing Moment su Liam ed Elena, giusto perché raccontando la storia in prima persona non ho potuto dire più di tanto su di loro se non qualcosa indirettamente.
Sono felice che il personaggio di Amanda vi sia piaciuto, soprattutto per il suo essere “diversa”.
Vorrei dire che mi assomiglia ma purtroppo non sono in grado di parlare di me stessa (non tanto fisicamente quanto per il carattere) poi io sono una capra in matematica, le uniche cose su cui potremmo essere simili sono dei semplici “facts” che ho inserito nella storia e non avendo idee ho usato le mie cose vere (?).
Tipo la sua data di nascita, il fatto che guarda sempre Jersey Shore dopo scuola (cosa che faccio io HAHAHA), i carabinieri che hanno fermato lei e Zayn sulla moto e.. Per ora non mi viene in mente nient’altro però mi ricordo che c’erano altre robe HAHAHA
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno fatto i complimenti, sia qua che su Twitter, ma anche chi mi ha dato delle dritte su certe cose che sbagliavo. Ho apprezzato anche quelle :)
Mi dispiace per le persone che hanno trovato la storia troppo lunga e pure noiosa ma.. cosa posso dire? Non ci posso far niente ormai D:
Credo di avere finito, sicuramente poi mi ricorderò di avere dimenticato di dire qualcosa ma fa niente HAHAHA
Ah ecco, vi ricordo per l’ennesima volta la fan fiction che sto scrivendo sui Simple Plan (cliccate sul banner sotto), e poi se volete essere avvertite (o qua o su Twitter, per me è uguale) quando posterò qualcos’altro sui One Direction basta che me lo fate sapere!
Grazie mille di nuovo, siete stupende, sul serio.                 
Jas.

















   
 
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