Destorificazione
Qual
dialello dictomico
nella dianonia dell'emanazione
terrestre, che ennoema d'eone
avverso
all'ammottamento.
A scudiscio imbambolato e
abalienato e stravisto risomiglia,
tal
ch'ambo simonia e musoneria,
due cacofoniche nocenze topacee,
abballottano con adoppiamento
meno aspreggiante
di tal
patimento ch'allide
noi tutti.
Primo Pezzo
Amici: vanno e vengono.
Come mi trovo ora
Piango ma corroboro.
Rimani per il ballo
Domani tutto finirà
E sarà ricordo lontano.
Pioggerella discendente
Pulisci tutto
Ed io sto in lutto.
Fulmine tal al dardo
Centri preciso
Qual visione.
Secondo Pezzo
Le ali t'innalzano
Tanto in alto
Da far cantare
Senza emozione
Sicuro nella tua dimora
Eppure non capirai mai.
Pensi di sapere
Che significa stare al mondo
Eppure neghi
Sappi questo amico
Sebbene insinui di sapere
Terzo Pezzo
Abbandonerei la vita
Solo rimorso
Eppure sto qua.
Occhi aperti
Cuore battente
Vivi?
Sorridi
Ingannami
Lasciami
A pezzi
Troppo
Giaccio.
Quarto Pezzo
Vita significativa
Se ti impegni
Oppure sogna
Uccidere per amore
Sempre uccidi
Quanto male.
Spada vittoriosa in mano
Coraggioso perchè c'è?
Scruta dentro te.
Cadremo
Però
Cammineremo?
Quinto Pezzo
L'occhio vede
Eppure manca
Il sentimento
Luminoso al mondo
Vedi oscurità
Serra la finestra.
Inciampamento sciocco
Metafora vitale
Inaccorta e stolta
Fredda pioggia
Cadi
Ma qui, non la.
Sesto pezzo
Sebben vecchio
E' sempre bene
Crescere la mente
Dio nostro amico
Tanto osannato
Eppur Lontano
Guarducchiare per capire
Rovine fumanti
Ce n'era lì di gente
Festa a scapito del debole
Così ti sostieni?
Bestia, oh, sei.
Settimo pezzo
Rammenta
Angeli senz'ali tra noi
Svelati dagl intenti
Frangere il fato
Cammino coscio
Sapere, che spreco
Mosso in voce tua
Ascolto
Ma lui no
Fede escapista
Apprensiva giammai
Ma inquisitiva
Ottavo pezzo
Gentile non sono
Meglio l'opposto
Che mentirti
Cadiamo come lemuri
caschiamo nei burroni
mai visti
Batte,
rispondimi che vivo
ma son vero?
Porte aperte e chiuse
i fantasmi le percorrono
quelli già saputi
Nono
pezzo
Addio,
amico,
ci rivedremo
di là.
Ogni
giorno pieno,
abbattendo questo corpo sempre più,
che
vita crudele.
Il cappio stringe,
realizzato tanto bene,
per intrecciare contro la Speranza.
Decimo pezzo
Frescura
d'invernale pomeriggio
Anche l'almo più calorifero
Divien
infreddolito
Fiocch'innevati unici
Ma non li notiamo
Solo
neve vediamo
Abbiamo perso traccia
del
tragitto.
Verso l'etereo
o verso il cupo?
Dormicchia
mia vita
Nei sogni fuggi
Dal mondo piangente
Undicesimo pezzo
Frang'il
cor mio
Una mera scaglia
tu conservi
Condividi il volto
tuo
Essendo stanco di
vederti fatto maschera
Grandioso
il tuo pensiero volante, ma rammenta, anche i volatili atterrano di
quando in quando
Ingabbia la belva feroce
Addomestica e
domala
La libertà incatenato tu hai
Dodicesimo Pezzo
Ch'indosso
cappelli curiosi
Vengo visto e irriso
N'importa
Lontano
La
mia meta
Verso le stelle
M'alzo p'incontrarle
ad ognì
nuovo dì
E caschiamo per incontrarci ogni notte
Finchè'l
giorn'ammazza
Sotto
una piuma sogni
chaucemar tanti
Sveglia, il sole soggiunge
Tredicesimo pezzo
Spesi
vagheggiando i giorni
E tutto è stato mero
Tempo gettato
al già morto
Onore
al cessato
Stampi marcano il morto come epitaffi grevi
Foresta
tu mancata
Inceneritrici
fiamme
che tutto rendono ricostruibile
Permetteteci nuove vite
Una
nidata
Un tragitto approcciante
Cascheranno o spiccheranno?
Quattordicesimo Pezzo
Fede
perduta lenta
Dio voleva?
Voleva odio al mondo?
Tessi un
nastro
Nonostante gli errori
E' venusto
Ogni
passo
C'appropinqua
Al burrone mortale
Debito da
solvere
Foglio elegitivo
Ti paghiamo con rimordenti
Quindicesimo Pezzo
Fil
fine
Rammenti bagliori
Niente volti corretti
Con
irretimento in vita
Con movimenti ipocriti
Comunque ti
percepisco
Passione come cuprea fiamma
Ardi iridescente un
dunque
Per non perdurare
Congiungimenti amorevoli
Cascate
dal cielo al mare
Soffocherete mai?
_____________
Susseguito
Appesto un actinopodo
Fedo e
ciacco, accallato,
ancora busto
Il certosino alluma trambasciato
l'artificiosa piastratura ctonia
Qual ordito armeggia?
Abbiamo sentore di bracch'e sciacalli,
longiqui ed ecaerghi
sono i loro guattiti?
Acceggia
picciola spallata
squadri il baldacco
La tua finestra
alabastrina
biancheggia la volta sola
Foglie procombenti
spingano
Giaccio sul muschio
Memoro
Zabibi e zibibbi
unici
Lombrico sull'astile
Ti condoniamo all'ittico
Pulsante
sott'annoi
La particola remolina
Risa nel bailamme
Il
cruento fluttua
abbasso
Casca dalla guglia
Cicalata matta
Inglobo ambulomania
come compluvio;
impongo amenomania
come displuvio:
l'ariete,
nel suo
odeporico
in
albaqueazione
cordiale.
Madore
acquoreo
dessila impellente,
germe di occhiale
incassatura.
Dispetto e disistimo,
te sghimbescia ruggine;
esautoro e negletto,
te obliquo forse;
spregio
e adastio,
te abbuiante temenza;
inodio e gravo,
te edace
rettitudine.
Volantinerei,
apposito
alla zarzuela,
irrefutabile
inconfutabilità,
come
'l genuino
zerovalente
'l
Zibaldone.
Erbida zizzania,
tal
zoster
abarticolare;
jararacucu,
mussurana,
marasso,
cervone,
madagascarofide.
2012 d.C. Par 1000 d.C
Castalia claustrazione
Hai convenevolezze
apriche,
in cui è angelicale
la insularismo.
Tardivo soffio,
mentre molce
il travaglio detto sincope.
Repentino il cogitare armeggia enigmografia,
allindato come corata animale.
Muti floreale,
tuo spirto resosi
margherita accennante l'asso,
quando l'uranico marzolino alto
e abracadabrante sgattaiola.
Scazzo
Con
carme,
oh tarme,
voi dileggio
con motteggio.
Disamino
la vostra microcaulia
con la mia apatia;
quanta
impiegomania,
io rigattiere,
nella mia fantasmamotoria,
e
smungo per velettarvi incuocere.
Infame Macchinario
che
angusti me redattore
Rubeo,
cerasuolo, cardinalesco, corallino esternamente!
Nocetto, gaietto,
fascisteggiante interiormente!
Quale zampata, atroce quanto
rovente amandolata!
Quale cafonaggine,
insipida quanto
aranciata sapente gesminus!
Quale volgarità,
indigesta
quanto un miscuglio di gastronomia, inzimo, zimino, salsa impazzita,
gulasch,
minutaglia, monachina, miso, migliaccio, mascè,
maltagliato romboidale, principesca, pagliata, oeuf pochè,
olla podrida, zeppola, zampito e zoccollo!
Infernale quanto i
patimenti corporei nei cardinali pezzettamenti e punti, quali la
sutura sphenosquamosa, la sutura frontomaxilaris, la sutura
zygomaticomaxillaris, il condilo laterale, la linea obliqua, il
margine interosseo, la cresta mediale, l'apice e testa e collo della
tibula, il peroneo breve del tendine, l'osso cuboide, la tuberosità
dell'osso naviculare, il sustenaculum del calcaneo e tutt'il
resto!
Indicibile come questa bonza, quest'acchiappatoio,
quest'abbattifieno, quest'erografo, questa cotè,
quest'aggeggio di cui mi sfugge effettivamente il nome, prelì
contro la mia lestezza mentale!
Eruttante, senza tembra o
acchetamento, incapace di intentare persino una mera simmetria, esso
s'agguaglia al tonatore estro e al dicotomico cricchio di una
presenza diavolesca.