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Autore: Aggrodolce    18/06/2012    2 recensioni
Vetri e cocci infranti sul pavimento, un liquido giallognolo ad impregnarlo ed un ragazzino che non doveva avere più di otto anni a pochi centimetri dai cocci appuntiti, attaccato al muro, le manine a sfiorare le maioliche sporche e scivolose che lo componevano. In casa Nicalls il capofamiglia, Sebastian Jacob, stava ancora una volta dando di matto, probabilmente perché avente la mente annebbiata dal troppo alcool ingerito durante la serata passata al bar a pochi isolati da casa. E a doverne subirne le ire era purtroppo il piccolo Murdoc Nicalls, non potendo fare nient’altro perché impossibilitato.
[HannibalxMurdoc]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Murdoc Niccals
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: 
Wow, una fanfiction su un gruppo musicale! Va bene che mi ha completamente conquistata ma diamine. 
In ogni caso questa fanfiction tratta di Murdoc e di suo fratello maggiore Hannibal (non è un crack pairing, andiamo. ) Ho messo rating giallo per correttezza, perché non è tutto rose e fiori, ma correggetemi pure se ho sbagliato! 
Ad ogni modo godetevela... Io ci ho provato! 

Dedicata con tutto il cuore alla mia ragazza ♥ Ti amo! 




- Mio figlio sarebbe riuscito a scolarsi quella bottiglia di birra in meno di cinque minuti! Che cosa c’è, ho un figlio checca? E’ questo che sei, dannato bastardello? Una sporca e lurida checca? Solo le checche sono talmente deboli da non riuscire a scolarsi una bottiglia di birra! Allora rispondimi, è questo che sei? Mh? -
Vetri e cocci infranti sul pavimento, un liquido giallognolo ad impregnarlo ed un ragazzino che non doveva avere più di otto anni a pochi centimetri dai cocci appuntiti, attaccato al muro, le manine a sfiorare le maioliche sporche e scivolose che lo componevano. In casa Nicalls il capofamiglia, Sebastian Jacob, stava ancora una volta dando di matto, probabilmente perché avente la mente annebbiata dal troppo alcool ingerito durante la serata passata al bar a pochi isolati da casa. E a doverne subirne le ire era purtroppo il piccolo Murdoc Nicalls, non potendo fare nient’altro perché impossibilitato; il padre era alto circa tre volte lui, e nonostante le apparenze era particolarmente dotato in forza fisica. Forse lo spalare tutto il giorno per portare i soldi a casa, visto il lavoro che faceva, gli aveva donato tanta forza nelle braccia.
Il piccolo Nicalls aveva lo sguardo basso. Per quanto fosse abituato alle sfuriate del padre, quelle parole gli facevano comunque male.
- Non sono una checca, vecchio demente… -
Ma ciò non significava che in qualche modo non si sapesse difendere.
Purtroppo per lui però forse avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio, perché neanche ebbe il tempo di scansarsi che un violentissimo pugno lo colpì in pieno viso, facendogli sputare un dente, che rotolò sul pavimento.
- Fila in camera tua, rifiuto! Non voglio vederti fino a domani! -
Annunciò il padre, autore del pugno, voltandosi e trascinandosi quasi verso il tavolo, biascicando imprecazioni e bestemmie varie e non appena raggiunto il mobile iniziando subito a scolarsi la bottiglia di birra compagna di quella che Murdoc non era riuscito a finire, ora infranta sul pavimento sporco della cucina.
Il bambino uscì dalla stanza in perfetto silenzio, e una volta salite le scale che conducevano al piano superiore, raggiunse la propria camera in silenzio, e si arrampicò sul proprio letto, pulendosi con la manica del maglioncino rosso che indossava il sangue che gli stava colando da un labbro.
Pochi minuti più tardi la porta della stanza si aprì nuovamente ed un ragazzo sui sedici anni, vestito come un punk alternativo, capelli perennemente in disordine, jeans strappati, anfibi, giacca di pelle e maglia dei Black Sabbath, si guardò intorno, per poi posare lo sguardo sul bimbo seduto sul proprio letto.
Era Hannibal Nicalls, il fratello maggiore di Murdoc.
- Ehy Muds, che ti è successo? Giornata nera? -
Il piccolo non rispose inizialmente, imbronciato e rannicchiato sul vecchio letto cigolante. Disse qualcosa solo quando fu sicuro che il ragazzo più grande gli si fosse sufficientemente avvicinato.
- Papà mi ha fatto saltare un dente. -
Il ragazzo si scurì subito in volto, fissando il ragazzino.
- Ti ha fatto male? -
Chiese, atono. Sembrava aver cambiato completamente atteggiamento.
- Secondo te un pugno sui denti non fa male? Scemo. -
Anche il bambino sembrava tenere lo stesso comportamento. 
- Hai pianto? -
- No. -
- Neanche un lamento? -
- Non do soddisfazioni a quel vecchio bastardo. -
Quelle parole gli erano bastate. Qualche secondo di pausa, e di silenzio, poi il più grande sorrise e porse un braccio al ragazzino.
- Avanti, vieni qui! -
Murdoc non se lo fece ripetere due volte e gattonò fino al ragazzo, appoggiandosi poi al suo petto, ma non troppo.
- Sono fiero di te! Questo è il mio fratellino! Dì un po’, il dente lo hai conservato? -
Il bimbo si frugò in tasca e ne tirò fuori il dentino, mostrandolo nel pugno.
- E’ anche bello grosso… -
Disse, guardandolo e stringendolo piano nella manina semiaperta, come se avesse tenuto tra le mani un tesoro prezioso.
Il più grande sorrise di nuovo.
- Con questo ti sei guadagnato almeno cinque sterline! E’ un bel gruzzoletto! Lo sai, che quando si perde un dente arriva la fatina dei denti e… -
- Preferisco la storia del topolino! -
Lo interruppe. Era un maschietto. Le fatine non facevano proprio per lui. E come aveva giustamente detto poco prima al padre, non era una checca.
- E va bene, il topolino dei denti! Un topolino avaro e tirchio al quale pesa il culo ogni volta dover sganciare la grana per i dentini persi! -
Rise il più grande, scompigliando poi i capelli al bimbo.
Questi socchiuse un occhio, ma lo lasciò fare, felice di quei piccoli gesti d’affetto. In fondo, Hannibal era suo fratello.
- Ehy, Hannibal… Dici che una volta riesco a beccarlo e scucirgli più soldi? -
Chiese poi il bimbo, fissando il Fratellino con la nuca leggermente alzata, per riuscire a guardarlo per bene e capire la risposta.
- Eh, non lo so! - Gli disse il più grande. - Devi essere veloce e furbo, ma riflettendoci so che il mio fratellino ce la può fare! -
Sorrise, poi gli scompigliò ancora i capelli ed infine lo fece stendere, rimboccandogli le coperte.
- Coraggio, adesso vai a dormire! Chissà che non hai fortuna e non riesci a beccarlo proprio stanotte! -
Murdoc sorrise e successivamente chiuse gli occhi, addormentandosi poco dopo con il dentino ancora stretto nel pugno. Poteva avere la peggiore famiglia del mondo, ma con Hannibal al suo fianco, sentiva di non dovere temere nulla. 
  
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