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Autore: Octavia88    04/01/2007    2 recensioni
<< Passava le giornate così, visto che la sua salute cagionevole non gli permetteva di poter uscire spesso, così la osservava sempre, come se, guardandola tanto a lungo, potesse capire perfino quello che lei stesse per pensare >>
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La guardava uscire di casa ogni giorno dall'alto della sua finestra. Sempre alla stessa ora, sempre di corsa la osservava ritornare il pomeriggio. La vedeva uscire ogni domenica. Sapeva tutti i suoi orari a memoria.
Hiroshi osservava a lungo tutto quello che lei faceva nella sua camera, poichè poteva vedere molto chiaramente i suoi movimenti attraverso le grandi vetrate della casa. Quando aveva veramente poca voglia di studiare, alzava lo sguardo dai libri e osservava l'edificio che si affacciava alla sua finestra. Passava le giornate così, visto che la sua salute cagionevole non gli permetteva di poter uscire spesso, così la osservava sempre, come se, guardandola tanto a lungo, potesse capire perfino quello che lei stesse per pensare. Una cosa gli sembrava certa: di sicuro non avrebbe mai immaginato che un ragazzo la guardasse muoversi, alzarsi, andare a letto, correre per andare a scuola o tornare sfinita casa. Eppure sapeva di potersi concentrare ed entrare nella sua testa per sentire esattamente quello che sentiva lei. Era l'unica cosa che aveva attorno che gli sembrasse davvero viva; con lei soltanto poteva andare in città, nei centri commerciali oppure nel parco per una passeggiata, solo con lei riusciva a viaggiare e ad arrivare dove forse ella stessa non era mai giunta. Tuttavia, Hiroshi sentiva un grave peso sul cuore, E questo peso si chiamava egoismo, invidia, gelosia. La 'sua' Mariko non era sua, lui non era con lei-non lo era mai stato-, infine non sarebbe mai stato come lei.
E, nonostante si sforzasse di ignorare questa pesante verità, era cosciente del fatto che le sue illusioni erano fragili come il cristallo e deboli come un castello di carte. Ma Hiroshi non pensava a lungo, preferiva piuttosto affacciarsi e guardare, anche se Mariko non c'era...a volte aspettava, aspettava per ore...oppure guardava le fotografia che aveva di lei.
Le poche volte che usciva, Hiroshi andava dove sapeva Mariko sarebbe stata, senza tuttavia saperlo realmente. Eppure ecco che Mariko era lì, proprio dove l'aveva immaginata...così la seguiva...e lei, ignara di tutto, continuava a camminare, andava in città con le amiche oppure nel parco, o a casa. Un giorno, quando Mariko era più allegra del solito, Hiroshi decise di uscire e di seguirla a distanza, ben consapevole di dove la ragazza si stesse dirigendo. E quello fu un grosso errore, perchè Mariko aveva un appuntamento con un ragazzo.
Si sentì lo stomaco sottosopra, il sangue gli si era gelato nelle vene. Hiroshi aveva il terrore negli occhi. Non poteva essere vero. Decise che era giunto il momento di agire direttamente. Altrimenti non si sarebbe mai perdonato di essersi lasciato sfuggire Mariko, anche se avrebbe preferito continuare ad osservarla come ogni giorno; sapeva che sarebbe stato impossibile guardare i suoi occhi pieni d'amore per un altro. Allora Hiroshi si mosse come spinto dal vento, prese una mano di Mariko mentre con gli occhi neri e profondi le rubava l'anima, dicendo: "Mariko, devo parlarti". Lei, affascinata dal pallore di Hiroshi e non poco stupita, si lasciò portare qualche metro più lontano dall'altro ragazzo, poi disse:
"Io non mi chiamo Mariko..."
  
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