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Autore: Cloe87    18/06/2012    4 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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HOW ARE YUO?

Solo tu puoi deciderlo.

 

 

Grazie al sostegno di Seiya ero finalmente giunta al Tredicesimo Tempio e, anche se non ero nelle condizioni migliori, ero comunque intenzionata a chiudere la questione una volta per tutte, anche se non avrei mia immaginato mi potesse costare così tanto.

Perché dovevo sempre scoprire certe cose nei momenti meno opportuni e nel peggiore dei modi possibili?

Tolta questa piccola considerazione personale; io e Seiya entrammo nel tempio, i cui corridoi ci sembravano interminabili, mentre avevamo la sensazione che il tempo scorresse inesorabilmente troppo veloce allo scopo di non farci raggiungere la sala del trono, dove percepivamo la presenza di Arles.

Fortunatamente quella era solo un brutta sensazione causata dell’ansia e quando le porte della sala si mostrarono in tutto il loro splendore davanti a noi, Seiya le aprì con un Pegasus Ruysei Ken. Ci ritrovammo così al cospetto di Arles.

Un silenzio carico di tensione calò nell’ambiente e il Grande Sacerdote si tolse maschera ed elmo, scoprendo la sua chioma blu, rivolgendosi a Seiya.

«Ti faccio i miei complimenti per essere giunto fino a qui e sono desolato dell’accaduto, ma...»

«So tutto, Arianna ci ha messo al corrente, ma se è vero che solo tu puoi salvare Saori, devi darci una mano ed estrarre quella dannata freccia d’oro!»

Il Grande Sacerdote annuì, per poi volgere il suo sguardo su di me:

«Arianna io... non so per quanto riuscirò a trattenerlo, quindi prestate attenzione alle mie parole e fate in fretta»

«D’accordo.» risposi.

«Io non sono in grado di togliere la freccia.»

«Cosa? Ci pigli in giro? Ci è stato detto che...» sbottò Seiya, ma io lo fermai, notando la fatica che Arles stava accusando nel parlare.

«Non è il momento di fare polemiche.»

«Arianna ha ragione, quindi fammi finire! Per salvare la vita di Sori Kido non dovete infatti fare affidamento sulla mia forza, ma dovete recuperare lo scudo della statua di Atena; l’emblema della giustizia in grado di proteggere da qualsiasi attacco del male. Esso infatti, insieme al bastone di Nike, la vittoria, sono i simboli di Atena e racchiudono il segreto della sua poten... »

Il Sacerdote non riuscì a finire la frase e si accasciò a terra tenendosi la testa fra le mani per poi urlare in direzione di Seiya:

«Pegaso, muoviti, oltre le tende troverai la statua e lo scudo che dovrai rivolgere verso quella ragazzina, se vogliamo salvarle la vita! Io sono già abbastanza occupato a tenere a bada Arles!»

«Grande Sacerdote, ma lei sta male! Arianna, facciamo qualcosa!» disse Seiya.

«Non preoccupatevi per me, andate, presto!» urlò il Sacerdote.

«Seiya, muoviti, non vedi che è allo stremo?» urlai io.

«E tu?» mi disse Seiya.

«Io servo qui e se ci dividiamo abbiamo una speranza in più di salvare Saori» risposi.

«E dovrei lasciarti da sola con lui? É fuori discussione!» sbottò il saint di Pegaso.

«Intanto a parte cercare di sfondargli lo sterno con il tuo colpo, cosa pensi di poter fare in un frangente come questo? Il cosmo negativo che ti hanno insegnato ad usare qui, può solo distruggere, indipendentemente dal fine per cui lo si adopera!. Seiya, una vita è nelle tue mani, lo vuoi capire o no? Quindi vai!» dissi e Seiya finalmente si decise a muovere le chiappe, ma purtroppo l’alter ego del Grande Sacerdote non era del parere di lasciarglielo fare facilmente e, dopo essere riuscito a riprendere nuovamente il sopravvento sul vero io del Grande Sacerdote, scagliò un colpo, che fece finire a terra Seiya.

«Spiacente, ma il nostro obbiettivo è troppo importante per darvi carta bianca. Per troppo tempo gli dei hanno fatto il bello e il cattivo tempo imponendo il loro volere su questo mondo. É infatti dall’epoca del mito che non fanno altro che giocarsi il dominio su questa Terra sfruttando gli uomini per i loro fini, arrecando solo dolore. Ed è una cosa che deve finire!» disse Arles, lasciandomi di sasso, perché ciò che era appena uscito dalla sua bocca era uno dei motivi per cui io e le altre eravamo state convocate dalle emanazioni del Cosmo.

«E questo può anche starmi bene Arles, ma perché uccidere la reincarnazione di Atena!!! Anche se ha un caratteraccio, ha comunque sempre cercato di adoperarsi per il bene dell’umanità! Quindi non tollero una simile ingiustizia!» disse quindi Seiya rialzandosi da terra, per poi scagliare sul Grande Sacerdote il suo colpo, ottenendo solo il risultato di disintegrargli i paramenti.

«Seiya, cosa fai! Ti ricordo che siamo venuti qui proprio per aiutare il Gran Sacerdote a liberarsi dal lato oscuro del suo cosmo, non per ammazzarlo!» urlai io, mettendomi le mani nei capelli.

«Arianna, non guardare, è nudo!» esclamò invece Seiya, come se la cosa potesse scandalizzarmi. Povera anima candida!

«Grazie, Seiya, intanto quegli indumenti mi impedivano solo i movimenti. Comunque mi dispiace ragazzo, ma se credi che quella bimbetta possa riuscire in una cosa del genere, sei fuori strada. È dall’epoca del mito che non è mai riuscita a concludere molto, salvo mandare al macello i saint al suo posto. Ma con le motivazioni che la muovono, non deve stupire che non sia in grado di poterlo fare. Perché il problema non è il doverlo, ma il volerlo fare! Ed è per questo che ho deciso di sostituirmi a lei, perché per poter sottomettere gli dei bisogna avere la forza e la volontà per farlo» disse Arles, per poi richiamare a sé l’armatura dei Gemelli, che andò a ricoprire il suo corpo, mentre io mormorai:

«Saga, allora la teoria di Saori era corretta!» cosa che fece rivolgere Arles verso di me:

«Già, Saga dei Gemelli. È questo il nome dell’uomo che mi ha dato la possibilità di assumere una mia forma e volontà, in modo da permettergli di raggiungere i suoi fini.»

«Che vuoi dire?» chiesi.

«Dovresti già avere la risposta, Arianna, visto che tu hai dato l’assenso perché in te si manifestasse il mio opposto: il Cosmo Positivo, avendo fiducia in esso. Così come Saga ha avuto fiducia in me.»

“Ciò che stai pensando è esatto Arianna. Arles altro non è che la manifestazione tangibile del Cosmo Negativo del saint dei Gemelli. Saga, come ogni saint è stato addestrato essenzialmente all’uso della parte distruttiva del suo cosmo e, nella sua ricerca di ottenere la forza per raggiungere i suoi obbiettivi, per quanto nobili, ha finito per confidare esclusivamente nel potere del Cosmo Negativo, tanto da permettergli di sviluppare una volontà propria, diventandone così succube.”mi disse il Custode.

«Capisco» dissi, per poi aggiungere: «Non posso comunque negare che Arles abbia ragione. Infondo è proprio per fermare gli dei che il Custode mi ha chiamato al suo cospetto...»

«Perché è lo stesso Cosmo che lo vuole. Vedo che hai compreso. Io e te altro non siamo che i due volti della stessa medaglia, che cercano di raggiungere lo stesso fine; la salvaguardia del Mondo, ma è soltanto con la forza del Cosmo Negativo, in grado di sottometterli al suo volere, che si può ottenere tutto questo. Quindi perché intralciarmi? Unisciti a me e liberiamo il mondo da questi falsi dei» disse Arles, avanzando verso di me, tendendomi la mano.

«Arianna, non farti abbindolare!» urlò Seiya.

“Non puoi voltarmi le spalle adesso, Esorcista! Il problema non sono gli dei fasulli in sé. Se non avessero deciso di usare il cosmo per fini bellici, non ce ne sarebbe potuto sbattere di meno delle loro beghe! Il problema è infatti il Cosmo Negativo stesso, che tramite il suo uso scellerato sta dilagando a macchia d’olio destabilizzando l’Equilibrio, tramite strumenti inconsapevoli di questo!” rimbombò la voce del Custode nella mia testa, ma io lo azzittii mentalmente, per poi rivolgermi sorridente ad Arles, accettando la sua mano.

«Non hai tutti i torti, Arles.» gli dissi, per poi guardarlo seria negli occhi: «C’è solo un piccolo particolare nel tuo discorso, che non ha senso. Infatti non vedo come si possa salvaguardare questo mondo tramite la sua distruzione. Perché è solo a questo che porta il Cosmo Negativo. Mi dispiace, ma anche se condivido l’obbiettivo, non posso fare altrettanto con il metodo. Senza contare che non posso accettare di rendermi partecipe all’assassinio di una ragazzina, anche se si crede la paladina della giustizia su questa Terra, perché questo è ciò che ho scelto indipendentemente dal volere del Cosmo o di chi che sia.» dissi, per poi concentrare la mia energia purificatrice nella mano che avevo concesso ad Arels, prendendolo di sorpresa.

Ovviamente non mi aspettavo grandi risultati, dato ciò che mi si parava innanzi, senza contare che avevo ormai capito che il mio cosmo positivo da solo non poteva nulla senza l’assenso di ciò e di chi mi stava accanto, ma almeno la mia energia purificante riuscì a rompergli le scatole stordendolo momentaneamente, lasciandomi così il tempo di urlare a Seiya:

«Muoviti a salvare Saori!»

«E tu?»

«Seiya, ti fidi di me?»

«Si»

«Allora muovi quel c###o di culo!» sbraitai.

Seiya colto di sorpresa dalla mia uscita poco aulica, fece segno di assenso e finalmente si decise a raggiungere le tende purpuree che portavano alla statua di Atena, mentre io mi ritrovai scagliata contro una delle colonne della sala del trono.

Imprecai dal dolore. La spalla destra me l’ero giocata, ma non aveva importanza. Perché in realtà, l’ago della bilancia in tutta questa storia non ero io e tanto meno la facoltà purificante che avevo sviluppato. La vera potenza di un uomo, infatti, non risiedeva nel suo cosmo, positivo o negativo che fosse, anche se sicuramente dava una mano, ma nelle sue convinzioni e nella sua volontà nel perseguirle. Così come il futuro risiedeva soltanto nelle sue scelte.

«Allora, se la tua risposta è questa, non mi resta altra opzione che ucciderti insieme a Seiya!» disse Arles.

E fu così che sperimentai l’Anodher Dimension. La sensazione che avvertii era la stessa di quella procuratami dalla freccia del Manipolatore, quindi, quando mi ritrovai nuovamente nel Tredicesimo Tempio, rimasi sorpresa nel capire che ad avermi salvato le chiappine era stato Saga e non il mio “collega” fancazzista.

 

Non ti lascerò uccidere Arianna!”

«Maledetto, perché mi ostacoli? Non desideri più salvare il mondo e gli umani dall’oppressione di falsi dei? Non desideri più evitare ad altri la sofferenza che hai provato per colpa di Atena e il suo sistema che ti ha costretto a diventare Saint, senza lasciarti scelta?»

Sì, ma non volevo tutto questo spargimento di sangue!”

«Per raggiungere un traguardo bisogna fare dei sacrifici! Lo sapevi benissimo anche tu che non c’erano altre strade!»

Invece c’è un’altra via! È quella di cui questa donna è emissario! Basta con  falsità, morte e raggiri!”.

 

Che dire, ritrovarsi di fronte ad una discussione tra posseduto e possessore è uno spettacolo inquietante, soprattutto quando dallo stesso corpo provengono due voci diverse! Certo non mi sarei però mai aspettata di scoprire di aver riposto male i miei sentimenti proprio dalla bocca o meglio, dalla voce dell’alter ego dell’uomo di cui avevo perso la testa.

 

«Proprio tu parli di raggiri? Tu che per liberarti di me, dopo avermi utilizzato per cercare di raggiungere i tuoi scopi, hai illuso questa donna in modo da legarla sentimentalmente a te per assicurati il suo aiuto e la sua, per altro inutile, capacità purificatrice!» esclamò irato Arles, mente io mi sentii come se qualcuno mi avesse gettato addosso una secchiata d’acqua gelida.

«Cosa!!!! Quindi mi hai preso solo per il culo e il tuo atteggiamento nei mie confronti era solo volto ad accaparrarti la mia capacità di purificare le anime per liberarti del tuo coinquilino!» sbottai.

“...” fu il primo commento di Saga, che poi si affrettò ad aggiungere un “Non è come pensi... ammetto che all’inizio ho iniziato a corteggiarti per quello, ma poi le cose sono cambiate e...”

«TACI STRONZO!!! Con te farò i conto dopo!» Urlai. Ero furente.

«Ti giuro che avevo intenzione di dirtelo, ma…»

«Ma cosa? Non ti bastava avermi già spacciato per Atena? Intanto non sarebbe stato necessario illudermi per avere il mio aiuto!».

«Di quello dovresti ringraziarmi, visto che Arles ti ha risparmiato solo per sfruttarti in tal senso! Ed evita di dire cose che non stanno né in cielo né in terra, perché lo sai meglio di me che il metodo più efficace per legare a se una persona, ed ottenere così quello che si vuole, è proprio l’affetto, ma se credi che sia uscito illeso da questo gioco d’inganni, ti sbagli.» rispose Saga

«È un po’ tardi per dirmelo, non credi?» risposi, anche perché sinceramente non so se ne sarei uscita viva, mentre Arles mi disse:

«E tu saresti ancora disposta ad aiutare un uomo che ti ha solo usato come una bambola?»

 

Ammetto che l’idea di mandarli a fare in quel posto tutti e due mi passò per la testa così come lasciarli in pasto al Leone. Infatti credo che mi sarebbe bastato contattare Aioria tramite il cosmo, per avere la garanzia che sarebbe giunto di corsa al Tredicesimo Tempio per fare a pezzi il Grande Sacerdote. L’unica cosa che lo tratteneva era infatti la promessa che mi aveva fatto, di fidarsi di me e non intervenire.

Saga quindi dovette ringraziare non tanto la sua buona stella, ma:

A) Che avevo perdonato di peggio nella vita.

B) Il fatto che se non aiutavo Saga a liberarsi da Arles, molte vite ne avrebbero risentito (la mia, quella delle altre, quella dei bronze e della meringa in primis).

C)Infine l’Equilibrio sarebbe stato messo seriamente a rischio se il pazzo del suo alter ego, avesse avuto modo di abbassare la cresta agli dei, usufruendo del lato oscuro del cosmo, comportandosi così esattamente come loro. E se questo succedeva poi chi lo sentiva il Custode?

 

«Che vuoi che ti dica, Arles... c’è chi è furbo e riesce a giocare bene le sue carte e chi invece è scemo e finisce per rendersi conto delle cose troppo tardi per poi passare il tempo a medicarsi le ferite. Poi c’è ancora una terza categoria: i masochisti, che nonostante la batosta continuano a sbattere la testa contro il muro fin quando non lo buttano giù o si fracassano la testa. Io appartengo a questa tipologia. Fossi una persona furba probabilmente me la sarei data a gambe levate fin da subito, ma ho promesso a me stessa che l’avrei aiutato e così farò.» dissi.

«Mandami una cartolina dall’inferno allora!» disse Arles, che però si ritrovò a urlare di dolore, portandosi le mani alla testa.

«Mi dispiace, ma non ti lascerò ucciderla così facilmente!» intervenne però Saga.

«Allora gli leverò i cinque sensi!» disse quindi Arles.

“Merda” imprecai mentalmente, rammentando lo scontro tra Eva, Ikki e Shaka, per poi aggiungere un “E che cavolo, ma si scambiano i colpi come fossero figurine di calcio?”

Ma fortunatamente (si fa per dire), Arles cambiò idea e, dopo avermi rivolto un sorriso bastardo mi disse:

«Anzi, mi è venuta in mente un’idea migliore. Ti lascerò in vita, ma invece dei cinque sensi ti toglierò ciò che hai di più prezioso: la volontà! GENRO MAO KEN!»

Il dolore acuto, di uno spillo che mi trapassava il cervello, fu ciò che avvertii. L’elmo (se così si può definire una sottospecie di diadema), non era servito a nulla e io cnostati con raccapriccio di non potermi più muovermi a mio piacimento. La mia volontà su di esso era stata infatti sostituita con quella di Arles.

«Bene, così abbiamo fatto felici tutti. Arianna, resta in vita, Saga ha il suo giocattolino a disposizione, che ammetto essere un piacevole passatempo anche per me, ed infine nessuno potrà ostacolarci nei nostri piani.»

Che poi io non potessi più muovermi a mio piacimento e che della cosa non ne fossi particolarmente contenta, a quanto pare non gliene importava di meno, ma il particolare più atroce in tutto questo è che Arles mi avesse comunque lasciata lucida in modo che capissi ciò che mi stava accadendo. Quindi quando mi ordinò di uccidere Seiya mi sentii mancare, senza però poterlo fare e in quel frangente mi resi conto che tra avere un cosmo o meno sviluppato, non c’era poi tutta quella differenza.

“Questo perché non è quella la discriminate per fare grandi cose...” mi disse il Custode, mentre il mio corpo avanzava inesorabile verso la statua di Atena oltre le tende, con Arles al seguito.

“... in ogni uomo esiste infatti una forza che va ben al di là del cosmo positivo o negativo che risiede in esso; è una forza in grado infatti di dominare entrambi e di essere liberi...” continuò il Custode, mentre, una volta arrivata al cospetto della statua, potei scorgere Seiya che mi correva incontro, urlandomi qualcosa, che non riuscivo a sentire, così come non sapevo se ce l’avesse fatta o meno a salvare Saori.

Avrei voluto gridare di non avvicinarsi a me, ma le mie labbra rimanevano serrate, mentre il saint di Pegaso, dopo avermi allontanato di peso dal saint dei Gemelli, mi scrollava per le spalle.

«Uccidilo» mi sussurrò mentalmente Arles e le mie mani si strinsero al collo del giovane, che mi guardava sgomento senza capire e reagire. Arles infatti sapeva bene che l’affetto può uccidere più che un colpo portato alla velocità della luce. Seiya infatti, piuttosto di alzare mano su di me o su una donna, si sarebbe fatto ammazzare.

“... e quella forza tu la conosci bene! Svegliati Arianna e mostra ciò che sei!” finì però il Custode.

L’emanazione del Cosmo aveva ragione e quella forza si chiamava volontà. Proprio quella che Arles aveva creduto di potermi togliere con il suo colpo, sbagliandosi però di grosso .

Se c’era infatti una cosa che nessuno era mai riuscito a fare era obbligarmi a compiere qualcosa che non volessi e se c’era qualcosa a questo mondo a cui mai e poi mai avrei dato il mio assenso è a rendermi strumento di morte per volere di terzi.

«Arles, non farò una cosa simile, nemmeno fosse il Custode a chiedermelo e il Cosmo stesso a volerlo!» dissi con quanto fiato avevo in gola, per poi oppormi con tutta me stessa al potere oscuro di Arles, che aveva preso possesso della mia mente.

Il dolore alle tempie era lancinante e ormai vedevo solo offuscato per lo sforzo. Era come se mi stesse per scoppiare il cervello e urlai per il male, ma non mi arresi, nonostante Arles cercasse ad ogni costo di mantenere il suo giogo su di me. La mia forza di volontà era però più potente del suo cosmo e riuscii così a riacquistare parzialmente il dominio del mio corpo, il tanto che bastava per sciogliere Seiya dalla mia presa. Il saint di Pegaso riuscì così a tornare a respirare normalmente, per poi precipitarsi a soccorrermi.

«A quanto pare Arianna è molto più difficile da comandare di quel che sembra» intervenne quindi Saga, facendo urlare di dolore Arles, che lasciò di conseguenza il mio corpo libero di muoversi liberamente.

Capì quindi che era arrivato il momento, così come che il risultato della partita non era in mano mia. Purtroppo ero anche al limite del collasso e non avevo idea di quanto avrei ancora potuto reggere:

«Saga, ascoltami bene. Non nego che le capacità di esorcismo che ho sviluppato possono essere di aiuto, ma è anche vero che da solo il mio cosmo non può nulla! Perché...» dissi rivolta al saint di Gemini:

«... chi essere e come sia meglio agire nella tua vita solo tu puoi deciderlo

«Allora  io scelgo di essere semplicemente me stesso e di avere fiducia  della via di cui sei portavoce!» disse determinata la voce di Saga.

«Non credere che ti permetta di liberarti di me così facilmente, Saga, perché lo sai perfettamente anche tu che, senza di me, nonostante la tua forza, sei soltanto un uomo!» ringhiò Arles.

«Già, ma sai qual ‘è il bello di essere uomini, Arles?» dissi, mentre Seiya mi aiutava a reggermi in piedi.

«Sentiamo»

«Che se si vuole non sì è mai soli.» sorrisi io, per poi aggiungere: «Ed è proprio per questo che il mio cosmo positivo non fa poi così schifo, perché il suo vero potenziale, sembra strano a dirsi, ma è proprio il fatto che ha bisogno dell’aiuto degli altri per essere efficace e si dal caso che tutti qui...» e mi ritrovai a guardare le strutture stesse del Tempio in cui ci ritrovavamo: «Siano concordi che è ora che tu levi le tende e ritorni ad essere ne più e ne meno di quello che eri; il lato oscuro di ognuno di noi, che non può ledere senza nostro volere!»

Il mio cosmo, entrando quindi in sintonia con quello di Seiya e del Santuario, diede voce al desiderio di purificazione e pace di tutti i suoi abitanti, facendo da cassa di risonanza per la mia energia spirituale purificatrice, che si diffuse per il Grande Tempio, mettendo in ginocchio Arles, mentre la volontà di Saga riprendeva in maniera sempre più definitiva il controllo dall’entità a cui aveva dato origine tramite il suo stesso cosmo negativo, che ritornò così alla normalità.

“Grazie per esserti messa in gioco fino in fondo per portare il mio messaggio dove ce n’era bisogno. Emissario del Cosmo” mi disse il Custode.

“Figurati è stato un piacere”. risposi e il Custode rise:

“Vorrà dire che in futuro saprò nuovamente a chi rivolgermi in caso di necessità”

Sorrisi sarcastica per la pessima battuta, mentre i miei sensi si facevano sempre più evanescenti e il mio corpo perdeva equilibrio. Feci solo in tempo a percepire due braccia pronte a sorreggermi, la voce di Seiya che gridava disperato il mio nome e il cosmo di Saga affievolirsi repentinamente. Ma ormai nulla aveva più importanza, perché con il buio calò il silenzio e con esso la pace.

 

 

FINE


Grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito ed inserito questa storia tra le preferite, seguite e da ricordare.

Cloe87

  
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