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Autore: DebDS    18/06/2012    0 recensioni
La chiamavano ‘pace’, a lei questa definizione faceva ridere. Come poteva essere pace, se tutti durante la notte si svegliavano, dopo incubi agghiaccianti, che altro non erano che ricordi? Se tutti vivevano ancora col terrore di dover scappare, con la paura che tutto ricominciasse? Come poteva essere pace, se tutti avevano smesso un po’ di vivere, dopo quella terribile notte?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo.

 

 





Dalle finestre semi aperte entrava un leggero vento tiepido, tipico di settembre, accompagnato da pochi raggi di sole che lasciavano un angolo illuminato proprio accanto al letto di Hermione Granger.

Tutto nella stanza era tranquillo, gli unici rumori, oltre il cinguettio degli uccelli, erano i respiri regolari delle tre ragazze, ancora perse nei proprio sogni.

Era il settembre del 1998. Incredibilmente, la scuola era stata rimessa in sesto in quei pochi mesi estivi che avevano seguito la Seconda Guerra Magica, in modo che gli studenti che, per ovvi motivi, non avevano potuto frequentare-o finire- il settimo anno, avessero modo di riprendere le attività scolastiche.

A chi aveva preso parte in primo piano alla battaglia di Hogwarts, era stato assegnato il massimo ai M.A.G.O, così solo chi davvero teneva a completare la propria istruzione era tornato nell’amata scuola.

Hermione era rimasta delusa di non poter frequentare l’acclamato ultimo anno con i compagni di sempre, Harry e Ron, ma si era dovuta rassegnare all’idea e ora gli amici più stretti che aveva nella scuola erano Ginny, Seamus e Lavanda, con cui, inaspettatamente, aveva stretto un solido rapporto.

Tutto sembrava essere cambiato, nella scuola, le Case c’erano, come sempre, ma non venivano più messe in primo piano nell’ideale degli studenti.

Un giorno la settimana venivano riuniti tutti gli alunni, in base ai vari corsi, e venivano spinti in qualcosa di simile ad una terapia di gruppo, in cui parlare delle varie perdite subite e delle sensazioni che ancora li scuotevano, a seguito della battaglia. Le tre sedute che aveva già avuto luogo erano state un vero e proprio disastro, nessuno voleva davvero affrontare i pesanti discorsi richiesti, così anche il ‘terapista’, dopo pochi vani tentativi, lasciava gli alunni liberi di parlare delle lezioni, del Quidditch o magari di tornare nelle proprie camere.

Le lezioni, eccetto i cambiamenti dei professori, erano le stesse. Anzi, i nuovi insegnanti, spinti dalla preside McGranitt, erano sempre più severi. La preside temeva che, se i professori avessero cominciato ad essere indulgenti con gli alunni per gli avvenimenti della battaglia, non si sarebbe più tornati alla-per quanto incerta- normalità.

In quel momento, il trillare fastidioso della sveglia, fece rizzare a sedere Hermione, era l’unica delle tre a sentire la sveglia, se non ci fosse stata lei a svegliarle, probabilmente Lavanda e Ginny avrebbero già ricevuto più e più punizioni.

Tuttavia quella mattina Hermione aveva puntato la sveglia più presto del solito, aveva voglia di prepararsi con calma, senza il solito caos che le amiche non mancavano mai di creare.

Si alzò con calma, andò il bagno e, dopo essersi chiusa la porta alle spalle, si appoggiò con la mani al lavandino, lo sguardo perso nello specchio.

Era tutto così assurdo, non riusciva ancora a credere agli avvenimenti degli ultimi mesi. Il viaggio con Harry e Ron, Malfoy Manor, la battaglia… e ora la pace. La chiamavano ‘pace’, a lei questa definizione faceva ridere. Come poteva essere pace, se tutti durante la notte si svegliavano, dopo incubi agghiaccianti, che altro non erano che ricordi? Se tutti vivevano ancora col terrore di dover scappare, con la paura che tutto ricominciasse? Come poteva essere pace, se tutti avevano smesso un po’ di vivere, dopo quella terribile notte?

Quasi non si riconosceva, guardandosi allo specchio. Certo, l’amicizia con Harry l’aveva portata a crescere più velocemente del normale, dovendo affrontare con l’amico tutti quegli incubi sin dal primo anno, ma ora c’era qualcosa di totalmente diverso nel suo sguardo, una sorta di vuoto, vacuità, come chi non vive più la propria vita, semplicemente vede le cose accadere, da lontano.

Era riuscita a ritrovare i proprio genitori e a far ricordare loro tutto, ma non ne sapeva essere felice. Aveva dovuto raccontare loro cos’era successo nei loro mesi di ‘assenza’, nonostante avesse omesso molte cose, in un modo o nell’altro, i suoi erano venuti a sapere tutto e ora la guardavano in modo diverso, come se avessero paura di vederla crollare da un momento all’altro.

Ma Hermione non poteva crollare, non poteva.

Lei era quella che sapeva sempre cosa fare, quella che guidava gli altri. Se si fosse persa ora che l’avevano fatto tutti, che speranza avevano di vivere davvero questa pace?

E così ora si trovava in quel bagno, ripetendosi di tornare alla realtà, di tornare se stessa, di risvegliare il proprio animo da quel torpore che si era illusa di potersi concedere.

Si sciacquò velocemente il viso con un getto d’acqua gelida e tornò a guardarsi nello specchio. Aveva un’aria più determina, or. Doveva tornare, doveva farlo per gli altri, ma soprattutto per se stessa. Fissò i propri occhi nello specchio.

-Tu, da oggi, ricomincerai a vivere.-

 

 

 








 

 

 

 

 

Nota d’autore:

 

 

 

So di avere una storia iniziata e mai finita sulla nuova generazione e che quindi non avrete molta fiducia nel seguire questa storia, ma oggi mi sono alzata e avevo una voglia assurda di scrivere questa cosa, così mi sono subito messa al pc e… questo è ciò che ne è uscito.

All’inizio avevo un’idea totalmente diversa per questo prologo, ma poi si è praticamente scritto da solo e –stranamente- mi piace!

Sarà una Dramione, non ho ancora idea di come si svilupperà, ma alla fine sarà di sicuro una Dramione, ahah.

Be’, non ho molto da aggiungere, non ho ricontrollato, quindi scusate gli eventuali errori di battitura e fatemi sapere com’è, come inizio.

Un bacio.

Clì.

  
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