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Autore: TheNaiads    19/06/2012    8 recensioni
Salve il mio nome è Ewan Kirkland, non ho molto da dire su di me: ho una mamma molto bella e gentile e un fratello più piccolo al quale voglio molto bene, anche se ci litigo spesso.
La mia vita è sempre stata tranquilla, finché un giorno...
[Personaggi: Inghilterra, OC!Scozia e Fem!Francia]
Genere: Angst, Dark, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Scozia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hide and seek
Attenzione: la trama é presa da un video dei Vocaloid, per l'esatezza questo:http://www.youtube.com/watch?v=lPjW_9KZo8M.
I personaggi sono Arthur=Inghilterra (6 anni), Ewan=OC! Scozia (12 anni) e Francine=Fem! France.
Detto ciò buona lettura ^w^.
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Hide and Seek
Giochiamo a Nascondino?♥


Si racconta che tempo fa esisteva uno spirito al quale piaceva giocare molto a nascondino,
 e di volta in volta cercava qualche compagno con il quale  divertirsi.
La leggenda narra che in tanti ebbero l'occasione di incontrarlo per poi scomparire nel nulla,
 senza che nessuno sapesse più qualcosa di loro.
Si dice che questo demone vaghi ancora in cerca di qualcuno con cui giocare
 e se quel qualcuno entrasse nelle sue mire sarebbe costretto a partecipare al suo maligno gioco... anche se contro la sua volontà.
Ora se un giorno doveste incontrarlo allora correte, correte a nascondervi in un buon rifugio pregando affinchè Lui non vi trovi,
 perché se doveste perdere... oh beh, questo forse é meglio non saperlo.


~     ♥     ~

-Ewan- lo sento chiamare seguito da due colpi alla porta, poi una pausa -EWAAAAAAAN- ora la voce si fa più alta, stridula e insistente e con essa anche i colpi, "Uffa! Ma perché la mamma quando é uscita ha dovuto dire a quell'impiastro di Arthur di venire a giocare da me ?! Io volevo stare da solo con i miei videogiochi senza qualcuno a ronzarmi attorno e invece...".


 Ding-don, presto apri la porta, io sono venuto 
Anche se provi a nasconderti é inutile


-Dai Ewan fammi entrare, la mamma ha detto di giocare insieme- dice piagnucolando, "No! Non ti faccio entrare per essere obbligato a giocare ai tuoi giochetti da moccioso", e quel che penso lo ripeto al diretto interessato -Col cavolo! Tu mi faresti giocare con i pupazzi dei supereroi che ti ha dato quel tuo amico americano- glielo urlo con tutta l'aggressività che dispongo, mentre tiro la maniglia della porta per non farlo entrare "Spero che desista in fretta" -Ma Ewan perché? Sei cattivo io voglio solo giocare con te. Sei un idiota! Glielo dico alla mamma!- cerca di convincermi con le minacce il bimbetto. Tsè. Illuso.
-Se tu lo dici alla mamma io le dico che mi hai dato dell'idiota!- dico calcando sull'ultima parola -Ah!- gli sento uscire un moto di sorpresa "Eh eh, fregato".
-Ewan sei davvero.....-  -Uh!- non mi giunge la fine della frase, rimango un attimo a fissare la porta nell'attesa di risentire la voce di mio fratello, ma non sento niente dall'altra parte "Che se ne sia andato? Eppure non mi pare di averlo sentito andar via".


Ding-don, presto apri la porta, io sono venuto
E' ormai troppo tardi per scappare

-Arthur?- lo chiamo senza ricevere risposta, allento un po’ la presa sulla maniglia -Ehi! Scemo, ci sei?- anche dopo l'offesa non avverto nulla, piano comincio a girare la manopola, un brivido mi attraversa la schiena "Ma che cavolo...", lentamente dischiudo la porta quel tanto da permettermi una buona visuale della stanza, ed é lì che lo vedo, é inginocchiato a terra e mi da le spalle -E-ehi- inizio titubante -Arthur, tutto a posto?- rimane in silenzio, inizio a inquietarmi non si è mai comportato in questo modo "C'é qualcosa che non va". Provo a chiamarlo di nuovo -Oi scemo, vuoi rimanere lì tutto il giorno?- gli chiedo derisorio, sembra funzionare perchè lo vedo girarsi con la testa -Arth...- le parole mi muoiono in bocca nel momento in cui gli guardo il viso, in particolare gli occhi, mio fratello ha sempre avuto gli occhi verdi come i miei, eppure perché ora sono rossi?


Guardando attraverso la finestra,
i nostri sguardi si sono incontrati


Senza accorgermene faccio un passo indietro, lo vedo fissarmi come incuriosito, come se non sapesse chi sono, poi improvvisamente sul suo volto gli vedo aprirsi un sorriso strano, quasi crudele, che non gli avevo mai visto fare e la cosa mi fa accapponare la pelle.


Due occhi congelati dalla paura,
voglio vederli più da vicino


Comincio seriamente a spaventarmi, se é uno scherzo non é affatto divertente. Lui intanto si alza in piedi mantenendo sempre lo sguardo su di me, provo a dirgli qualcosa, ma lui mi precede -Ciao, vuoi giocare con me?- "La voce é la sua, e allora perché mi sembra un'altra persona quella che mi parla?" -Vuoi giocare con me?- mi ripete tranquillo, ma io non gli rispondo, per qualche ragione non riesco a dirgli nulla, ma la cosa più preoccupante é la sensazione crescente che quello davanti a me non sia più il mio fratellino, ma qualcosa di diverso, di  pericoloso e malvagio.


Ding-don, sto venendo, sbrigati a scappare
giochiamo insieme e divertiamoci


Ignoro questa stupida sensazione, infondo quello non può non essere mio fratello, prendo un respiro profondo e gli parlo -Ehi cretinetto! Complimenti, mi avevi quasi fregato- glielo concedo, é stato bravo -Non so che trucchetto hai usato per farti venire gli occhi in quel modo, ma non ci casco e ora finiscila con questa farsa- gli parlo con il tono di voce più sicuro che riesco ad avere, ma non credo di aver fatto un gran lavoro, ho il cuore in gola, e quella piattola di Arthur non migliora la situazione restando lì fermo, senza muovere un muscolo, a fissarmi.

-Vuoi giocare con me?- ecco ora mi sto davvero incavolando - Ehi idiota! Mi stai ascoltando?-  -Vuoi giocare?- "No, a quanto pare no" -La finisci, con sta cosa e mi parli seriamente?- non mi risponde "Mi sta ignorando, la carogna? Sta bene! Lo faccio anch'io poi vediamo se la smette!", mi giro per dargli le spalle ma succede l'inspiegabile, il piccoletto che un momento fa si trovava a un metro di distanza nell'altra stanza ora si trova davanti a me. Faccio un salto dalla sorpresa "Ma come diavolo ci é riuscito?" -Non vuoi giocare?- lo fisso con occhi sbarrati, ora la paura che se n'era andata torna velocemente e più di prima, istintivamente faccio qualche passo indietro per mantenere una distanza di sicurezza -Arthur, ma che...- lo chiamo con voce tremante, ma lui senza curarsi della mia reazione ripete -Giochiamo a nascondino♥- stavolta lo dice con un tono che non ammette repliche.

All'improvviso vedo i suoi abiti cambiare leggermente forma e scurirsi velocemente fino a diventare totalmente neri "MA P***A T***A! COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO?!", penso di avere un'espressione proprio strana perché noto il sorriso di quello che fino a poco fa era mio fratello allargarsi più di prima, come se la cosa gli piacesse da morire -Le regole sono semplici ti do 20 secondi per scappare da me e nasconderti, dopodiché verrò a cercarti. Se vinci tu te lo restituirò...- proclama autoindicandosi -...ma se perdi, allora punizione♥- gli sento dire con un tono di voce tra il derisorio e il minaccioso.

-Tutto chiaro?- non ho il coraggio di dire o fare nulla a causa dell'assurdità dell'intera faccenda -Lo prenderò per un sì uh uh- "Questa Cosa non é Arthur!" il pensiero che prima avevo scartato con tanta noncuranza si ripresenta più forte e veritiero che mai, e la cosa non fa altro che terrorizzarmi se possibile ancora di più.

-Allora cominciamo 1, 2, 3...- lo sento cominciare la conta e alla fine qualcosa in me scatta del tutto. Ho paura. Ho paura. Ho paura. Ho paura. "Rivoglio la mia mamma! Rivoglio mio fratello!" penso ormai disperato.

-10, 11, 12...- devo correre, devo nascondermi da qualche parte "Presto, presto!". Penso in fretta osservando quello che potrebbe essere un buon nascondiglio, ma senza trovarlo "Merda! Non c'é niente che possa andar bene qui!".

-17, 18, 19, 20. Pronto o no sto arrivando- quelle parole seguite dai rumori dei primi passi hanno l'effetto di una doccia fredda e senza pensarci muovo le gambe in direzione delle scale che conducono al piano di sopra.

-Ding-don, io sono venuto, sbrigati a scappare. Giochiamo a nascondino e divertiamoci- lo sento intonare una strana filastrocca, sembra quasi una canzone, ma non ci penso più di tanto che i miei pensieri tornano all'obiettivo pricipale correre.

-Il suono dei tuoi passi, si possono sentire- sento la sua voce farsi man mano più vicina, veloce mi dirigo automaticamente in camera mia -Il tuo respiro irregolare, si può sentire- appena arrivato chiudo la porta un po’ troppo forte, a causa della foga del momento "Cavolo!" mi guardo frenetico in giro per la stanza in cerca di un posto sicuro da quella specie di mostro, "Sotto il letto? No, troppo ovvio. Dentro l'armadio? Anche".

-Tik-tok, nasconditi in fretta, sto venendo a prenderti- i passi si fanno più veloci "Dove posso nascondermi?" mi chiedo ansioso -Tik-tok, nasconditi in fretta, sto venendo a prenderti- il mio sguardo passa veloce ovunque, finché alla fine non addocchio la scrivania, in particolare la nicchia riparata tra la sedia e il mobile "Trovato!".

-Tik-tok, sono qui!- la canzone sembra arrestarsi... ma solo per poco. Knock-Knock. Sento bussare alla porta, quel rumore seguito dalla sua voce non fa altro che farmi agitare peggio di prima.

-Knock-knock, sono davanti alla tua porta, e non voglio chiederti il permesso- sento la maniglia cominciare a girare fino a sentire un clack, mi accorgo di star tremando "Ti prego fa che non mi trovi", ripeto questa frase come un mantra nella mia testa nella speranza che si avveri.

Vedo da alcuni spiragli della mia postazione la porta aprirsi del tutto e quella cosa con la faccia di Arthur entrare dentro -Knock-knock, sono dentro la tua stanza. Dove ti nascondi? Il gioco ormai é quasi finito~- mi stringo di più a me stesso nella vana speranza di farmi più piccolo e sparire -Ho guardato sotto il letto. E tu non sei qui~- studia la stanza osservando l'ambiente, poi lo vedo muoversi in prossimità dell'armadio -Il prossimo é l'armadio~- "Meno male", mi sfugge un sospiro di sollievo... mai avrei potuto fare errore più grande. 

-Ding-dong, sei qui!- la sedia che mi copriva viene sbattuta dall'altra parte, rivelando totalmente la mia presenza. Guardo quello che una volta era mio fratello ergersi davanti a me, con quel sorriso e quegli occhi agghiaccianti e l'aria più che soddisfatta -No- mi sfugge una flebile negazione.

-Ding-dong, sei sempre stato qui- si abbassa alla mia altezza -Ding-dong, ti ho trovato- si avvicina di più -Ding-dong, sembra abbia vinto- avvicina la sua mano verso di me -Ding-dong, ricevi la tua penitenza- con la mano mi afferra il viso e in quell'istante la vista si oscura, i suoni diventano ovattati e il mio corpo perde velocemente forza, l'ultima cosa che percepisco é una voce dire -Ding-dong, non c'è via di scampo-


~     ♥     ~

Clack, il suono di una porta che si apre... Clunck, il suono di una porta che si chiude, a seguire il rumore di alcuni passi e infine una voce rompe il silenzio -Ehi, ragazzi! Sono tornata, venite che vi ho comprato qualche dolcetto- dal timbro dolce, anche se leggermente squillante, si intuisce che quella voce appartiene a una donna.

-Ewa~n! Arthu~r! Ehi, ragazzi dove siete?- la proprietaria della voce é una donna dagli occhi blu, il viso dai tratti delicati é incorniciato da capelli biondi che le regalano un aspetto più giovane di quel che in realtà dimostra.

-Ragazzi?- silenzio -Ci siete?- di nuovo nessuna risposta "Che strano, che siano di sopra?" la signora Francine Kirkland, questo il suo nome, é appena tornata a casa sua, dai suoi figli, totalmente incosapevole dei fatti avvenuti qualche momento fa, tra quelle mura, in quel corridoio che ora lei stessa sta percorrendo.
 
Non sospetta nulla mentre chiama per l'ennesima volta i nomi dei suoi bambini senza ricevere nessuna risposta, e cominciando a salire i primi gradini "Devono essere nelle loro camerette a dormire probabilmente" con questo pensiero in testa e un sorriso intenerito sulle labbra, si dirige verso la stanza del più grande. 
 
Povera, povera madre, completamente ignara della tragedia che si é consumata lì dentro e che presto dovrà affrontare... nel più terribile dei modi.

E' ora davanti alla porta, sta per aprirla quando un brivido le attraversa la schiena, ma non ci fa molto caso e torna alla sua precedente azione -Ewa~n?- chiede sbirciando con la testa nella stanza, quando i suoi occhi si posano su qualcosa a terra, che le fa arrestare per un momento il respiro, sostituendole il sorriso sereno con una smorfia di stupore.

Lì riverso a terra in posizione semifetale si trova... -Ar-thur?- non passa molto che l'incredulità del momento abbandoni la mente della donna per lasciar spazio alla  consapevolezza e infine al terrore.

-... no- un bisbiglio, -no... NO... NO! NOOOOO!- ed ecco le urla piene di panico, per quel piccolo corpo immobile sul pavimento, per il quale si getta subito a terra urlando disperata affinchè la senta -ARTHUR! O MIO DIO! ARTHUR C-COSA E' SUCCESSO?!- lo scuote, urla, gli dà  qualche schiaffetto, gli tasta la fronte e le guance... tutto pur di fargli aprire gli occhi.

Intanto per il corridoio echeggiano dei piccoli passi in avvicinamento, ma la donna é fin troppo presa dalla sua principale preoccupazione per rendersene conto.

-Arthur sono la mamma! T-ti prego apri gli occhi- continua a osservargli il viso nella remota speranza di captare un minimo movimento, finchè i suoi occhi non ricadono sulle piccole labbra della sua creatura, notando un particolare importante di cui prima non si era accorta "Non... respira?!" ed eccole lì le prime lacrime di un dolore troppo ignobile per essere accettato sia dal cuore che dalla mente.

E mentre lei continua a chiamare flebilmente il nome del suo bambino i passi di prima si sono fermati e, la luce proiettata l'ombra del loro proprietario dentro la stanza, la donna sembra accorgesi di essere osservata e quando si volta per vedere chi é trova il maggiore dei suoi figli sull'uscio della porta ad osservare silente la scena davanti a lui -E-Ewan?- il nuovo arrivato sembra non abbia intenzione di dire o fare alcunché, rimane semplicemente a fissare la scena in silenzio -Ewan, cosa è successo?! A-arthur, Arthur non sta bene! Chiama subito...- ma non fa in tempo a finire la frase che il maggiore dei suoi figli gli dice -Ciao, vuoi giocare con me?- con tono tranquillo e pacato, come se la scena che si sta svolgendo davanti ai suoi occhi non lo riguardasse. 

La madre scossa dall'intera situazione non riesce a ribattere contro quella proposta totalmente assurda e fuori luogo, e per qualche secondo rimane imbabolata ad osservare la piccola figura davanti a sè -Co-cosa stai dicendo? No-non è divertente!- ma Ewan non risponde resta soltanto ad osservare -SMETTILA DI SHERZARE! NON VEDI CHE TUO FRATELLO HA BISOGN...- ma nuovamente si interompe nel momento in cui i loro occhi si incontrano, per la prima volta da quando è lì, è allora che la signora Kirkland si accorge di un particolare che prima le era sfuggito, gli occhi che ha Ewan in quel momento non appartengono a lui.

In quell'istante sul viso del ragazzino si aprì uno strano sorriso, seguito di nuovo da quella frase  
-Vuoi giocare con me?-


Ding-dong, il gioco é finito
E non c'è più nessuno.

  Ding-dong, Arrivederci a Tutti.




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Allora informo che questa è la mia primissima fanfiction che posto e mi piacerebbe sapere se è piaciuta, se ci sono errori, ecc.
Quindi vi sarei grata conoscere le opinioni di chi ha letto questa mia piccola one-shot alla quale tengo, dato il gran tempo che ci ho messo per farla più bella e comprensiva che potevo ^w^.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno letto la mia storia e che recensiranno, metterano tra i preferiti, o tra le storie da ricordare.
Infine un ringraziamento speciale va a s_theinsanequeen che mi ha aiutata a correggermi alcune cosucce man mano che realizzavo la storia, grazie ancora tesoro ^w^.
Arrivederci a tutti e grazie ancora. Bye bye ^^!!!



  
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