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Autore: murdershewrote    19/06/2012    0 recensioni
A causa di un incidente Sookie si vede costretta a chiedere aiuto ad Eric, il quale si troverà alla prese con una bambina. I due, nonostante la giustificata diffidenza iniziale, avranno modo di conoscersi e assistere alla nascita di un'amicizia tanto inaspettata quanto sincera.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Nuovo personaggio, Sookie Stackhouse, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena aveva percepito che qualcosa non andava Eric era letteralmente volato verso la fonte che richiedeva disperatamente aiuto. Mentre atterrava vide la scena che si presentava sotto i suoi piedi: stupidi umani!
Due macchine erano incastrate tra loro in una morsa di ferro e acciaio. Nonostante fossero ridotte ad un ammasso di lamiere, il vampiro non ebbe difficoltà a riconoscere la piccola utilitaria gialla, diventata ormai più che familiare. La proprietaria se ne stava seduta per terra con la testa stretta tra le mani e lo sguardo fisso davanti a sè. Quando le fu abbastanza vicino, quella alzò gli occhi a guardare il vampiro.
 “Sookie, stai bene?” le chiese, anche se aveva già visto diversi graffi sul viso e sul collo e un’altra ferita, più profonda ma non tanto grave, sulla coscia destra.
Lei non rispose ma era chiaro che non stava affatto bene. La ragazza si voltò nuovamente a guardare ciò che restava della sua auto con occhi sbarrati dalla paura.
Allora Eric si diresse a esaminare quel disastro e capì subito da cosa derivava tanta preoccupazione.
Sentì l’odore del sangue
.
Guardò all’interno dell’utilitaria e si trovò a fissare una giovane donna dai capelli scuri. Stava riversa in avanti, sul cruscotto dell’auto, con gli occhi chiusi. Eric sentì distintamente un gocciolio lento e continuo ma non riuscì a trovarne la fonte, tanto quella donna era coperta di sangue. Non era morta comunque, anche se il cuore si faceva più debole ogni secondo che passava. Mentre in lontananza risuonavano delle sirene Eric si disse che se quei soccorsi umani non fossero arrivati in fretta la donna non ce l’avrebbe fatta. Assorto in questi pensieri, il vampiro si irrigidì di scatto sentendo qualcos’altro.
Si voltò a guardare la parte posteriore della macchina e la vide. Accucciata nello stretto spazio tra i sedili anteriori e quelli posteriori stava una bambina. Viva. Teneva le braccia premute contro la testa come se si stesse ancora proteggendo dal terribile impatto che si sera verificato.
Eric la guardò ancora un secondo poi richiamò l’attenzione di Sookie dicendo “Sookie, credo che dovresti venire..”
 Lei capì il perché e si alzò in fretta, perdendo quasi l’equilibrio inciampando nell’erba alta ai lati della strada. Raggiunto Eric, la ragazza guardò dentro a sua volta ed esclamò “Meredith! Oh mio Dio, Meredith..!”. Sookie, bloccata dallo shock dello schianto, non aveva avuto il coraggio di controllare le sue condizioni, terrorizzata forse all’idea che la bambina poteva essersi fatta male davvero.
Sentendosi chiamare, questa alzò piano il capo mostrando due occhi spaventati. Sookie spalancò la portiera e si chinò per vederla meglio e le disse “Non preoccuparti tesoro. Ti tiro subito fuori di qui..”
Detto ciò allungò le mani per tirarla verso sè ma si accorse con sgomento che non poteva: nell’impatto i sedili si erano talmente stretti tra loro che la bambina risultava ora incastrata tra essi. Così Eric fece spostare Sookie di lato mentre lui allontanava con molta più facilità i sedili. Poi estrasse delicatamente la bambina che Sookie prese subito tra le braccia. Entrambe tremavano visibilmente, talmente forte che Eric pensò che sarebbero crollate al suolo. Invece Sookie tornò sul ciglio della strada e si sedette nuovamente sulle erbacce affioranti con la bambina in grembo.
Nel giro di un paio di minuti la strada, prima deserta e buia, si riempì di gente, luci e voci concitate: soccorritori, pompieri e poliziotti iniziarono a muoversi freneticamente cercando di prendere in mano la situazione.
La prima cosa che fecero fu di mettere sull’ambulanza la donna agonizzante, dopo averla estratta dall’auto con estrema cautela, e poi partire a razzo verso l’ospedale più vicino. Poi un poliziotto con un taccuino in mano si avvicinò a Sookie per chiederle cosa fosse successo esattamente. Lei, seppur con voce malferma, diede la sua versione dei fatti. In questo modo Eric, che era sempre rimasto al fianco della ragazza, ebbe modo di soddisfare la sua curiosità. Alla fine del resoconto non poté fare a meno di pensare a quanto potessero essere stupidi gli umani. Perché, pur consci della brevità della loro esistenza, si divertivano tanto a sfidarla e non pensavano invece di viverla il più lungo possibile? Oppure era proprio questa consapevolezza che li spingeva a viverla appieno, fino in fondo, e non sprecare nemmeno un minuto di essa? Qualunque fosse il motivo Eric proprio non lo capiva. Avrebbe voluto scambiare qualche parola con il conducente dell’altra auto che aveva osato schiantarsi contro Sookie con quella violenza inaudita. Se quello non fosse già morto nell’impatto, Eric probabilmente avrebbe provveduto con le sue mani. Il poliziotto si offrì di accompagnare Sookie e la bambina in ospedale per eventuali accertamenti e per farle stare al corrente delle condizioni della donna che era con loro – la madre della bambina –. Prima di andare Sookie chiese a Eric se poteva raggiungerla in ospedale con la macchina.
Ovviamente lui diede una risposta affermativa.
 
Arrivate in ospedale, Sookie e Meredith furono visitate abbastanza velocemente col risultato finale di trovarsi entrambe addosso qualche cerotto ma per fortuna niente di più. Sookie venne informata che Anjie, una delle sue più care amiche, era stata portata in sala operatoria per subire un delicato intervento chirurgico atto a stabilizzare le sue condizioni, al momento davvero critiche. Nel frattempo arrivò Eric.
Tutti e tre si trovavano in una piccola sala d’aspetto e nessuno fiatava.
Sookie, seduta su una scomodissima sedia verde in plastica, batteva nervosamente un piede sul pavimento lastricato in marmo producendo un rumore sordo. Meredith si era appollaiata sulla sedia accanto a Sookie e si stava tormentando il ginocchio sinistro sul quale era stato appena applicato un piccolo cerotto rettangolare, mentre Eric si limitava a fissarle appoggiato alla parete di fronte.
Appena nella sala entrò un’infermiera dal corpo esile e dai corti capelli accuratamente raccolti in un piccolo chignon Sookie scattò in piedi e le andò incontro per avere qualche aggiornamento. Eric capì che se la giovane infermiera aveva avuto il buon senso di tenersi lontano dalla bambina e parlare con un tono sommesso ci doveva essere un motivo. Dall’espressione che si dipinse sul volto di Sookie era chiaro che c’era stata qualche complicazione.
Uscita l’infermiera, la ragazza guardò Meredith. Aveva assunto un’espressione neutra per non spaventarla ma la voce tradiva tutta la sua preoccupazione.
Le disse “Tesoro, si sta facendo tardi...Che ne dici se qui rimango solo io?”. La bambina alzò le spalle.
Allora Sookie disse ad Eric “Non dovrebbe stare qui”. Lui la guardò con aria interrogativa.
Sookie continuò “..Sarebbe meglio portarla da qualche altra parte ma da me non c’è nessuno perché ho detto a Jason di venire. Non posso affidarla a nessun’altro”. Ancora il vampiro sembrò non capire.
Poi, dopo un attimo di riflessione, spalancò gli occhi e disse “No, non guardare me!”
“Eric, per favore..”
“Non so nemmeno cosa fare! Che so, se le viene fame?”
“Qualcosa ti verrà in mente, non è così difficile!”
Eric fece un profondo sospiro e disse “D’accordo..”
Deciso questo Sookie prese per mano Meredith e seguì Eric fuori dall’edificio fino al parcheggio. Si fermarono davanti alla macchina fiammante di lui.
Sookie prese in braccio la bambina dicendole “Tesoro, io e la mamma torniamo presto...Tu farai la brava con il mio amico Eric?”. La bambina annuì.
Sookie le sorrise, poi guardò Eric che le disse “Fammi sapere qualcosa”  accarezzandole una mano.
“Certo, grazie..”. Poi si avviò a passo svelto verso l’ospedale.
Eric la seguì con lo sguardo mentre si allontanava, poi si accorse che la bambina era rimasta nel punto esatto in cui l’aveva lasciata Sookie e lo fissava.
Dopo un momento di sconcerto chiese alla bambina “Hai fame, piccola?”. Meredith annuì ed Eric pensò “Ecco, lo sapevo..!”.
Restò un attimo in silenzio a pensare, poi disse “Ok. Andiamo a mangiare”.
   
 
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