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Autore: TheComet13    19/06/2012    6 recensioni
[Warehouse 13]
WAREHOUSE 13 - MYKA/HELENA
Dopo gli eventi a Yellowstone, Helena viene bronzata di nuovo e Myka, con la quale aveva una relazione, non riesce a staccarsi da lei e passa le sue giornate nel settore bronzo a parlarle. Finchè un giorno Myka si rende conto che forse le azione di Helena possono essere state influenzate da qualcosa e che quindi la scrittrice inglese non è da ritenere totalmente responsabile del suo tentativo di distruggere il mondo.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DELL'AUTRICE: Ho scritto questa fanfiction per partecipare al contest multifandom/originali "Misunderstanding is the way" (nel quale mi sono classificata terza), per cui bisognava ascoltare una canzone, attribuirle un significato di getto (che probabilmente non è assolutamente quello che l'artista ha pensato) e scrivere una storia basata sul significato che abbiamo dato alla canzone. Sin dalla prima volta che ho ascoltato Whispers in the dark degli Skillet, ho pensato a Helena chiusa bel bronzo e Myka che parla con lei per tenerle compagnia e darle conforto. L'idea di questa fic mi è girata per la mente per mesi, finchè non ho letto il bando di questo concorso che sembrava proprio fare a caso mio! E quindi, eccola qui.
Questa storia parte dal ritorno da Yellowstone e si distanzia dalla trama originale del telefilm. Helena non viene portata via ma viene bronzata, e Myka invece di andarsene, rimane. Tutto ciò che avviene dopo Yellowstone quindi è frutto della mia fantasia, tranne che per la descrizione della "sbronza" di Myka e Pete (puntata 3x03) e un paio di frasi che ho deciso di utilizzare (Wells & Bering - Bering & Wells...non ho saputo resistere!). Quindi niente spoiler particolari da dopo il season finale della 2.
DISCLAIMER: Warehouse 13 e i suoi personaggi non appartengono a me, ma a SyFy, Jack Kenny e tutto il team degli autori. Se fossero miei, Yellowstone non sarebbe successo. Se fossero miei, il season finale della 3 non sarebbe successo. Se fossero miei, HG sarebbe un personaggio regolare e lei e Myka sarebbero già sposate da circa metà della seconda stagione e avrebbero un sacco di bellissimi bambini! La canzone Whispers in the Dark appartiene agli Skillet e a chiunque l'abbia scritta (e non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che l'abbiano scritta dopo aver visto Warehouse 13).
Buona lettura (sempre che ci sia qualcuno che conosce Warehouse 13 in Italia e che leggerà effettivamente questa storia).
 

 
 
HEAR MY WHISPERS IN THE DARK
 
 
Despite the lies that you’re making
Your love is mine for the taking
My love is just waiting to turn your tears to roses
I will be the one that’s gonna hold you
I will be the one that you run to
My love is a burning, consuming fire
No, you’ll never be alone
When darkness comes I’ll light the night with stars
Hear my whispers in the dark
No, you’ll never be alone
When darkness comes you know I’m never far
Hear my whispers in the dark
[Skillet – Whispers in the Dark]
 
 
Durante tutto il viaggio di ritorno da Yellowstone, nella tua mente c’è un unico interrogativo. “Perchè?” Perchè HG (HG, e non Helena…non è più Helena, non dopo quello che ha fatto!) era così determinata a distruggere il mondo e tutte le creature viventi, ma non è riuscita a premere il grilletto quando aveva la pistola puntata contro la tua fronte?
Per un attimo ti viene quasi da ridere al pensiero che, ancora una volta, vi siete trovate in una situazione in cui una delle due aveva la pistola puntata contro l’altra. Che cosa aveva detto HG quella volta in California? “Siamo destinate a incontrarci con la pistola in pugno!” Oh, come aveva avuto ragione.
Ma HG si era rifiutata di sparare. Perchè? Non che ti stia lamentando, ovvio. Non avevi certo voglia di perdere la vita per mano della stessa persona responsabile per averti riportato in vita. O meglio, per aver riportato in vita il tuo cuore.
No, non sono pensieri dentro i quali ti vuoi addentrare ora! Perchè se pensi a quello, se pensi a HG in quel modo, non sei sicura di potercela fare a mantenere la facciata fredda che ti sei imposta di avere. Non sei sicura di riuscire a non crollare, e in questo momento non puoi permetterti di crollare.
Ma l’interrogativo rimane. Perchè HG non ti ha uccisa per poter proseguire con il suo piano di distruzione del mondo? Una parte di te, in fondo, sa la risposta. Ed è proprio per quello che le hai messo in mano la pistola e te la sei puntata in fronte, perchè sapevi che non avrebbe potuto farlo. Sapevi che questo l’avrebbe fermata. Perchè dentro di te sapevi che tutte quelle parole sussurrate in quell’affascinante e intossicante accento inglese durante una delle tante notti che avete trascorso insieme non erano solo bugie per far sì che ti fidassi di lei. Dentro di te lo sai che non era solo parte di un piano diabolico ben elaborato.
E forse questa consapevolezza ti ferisce ancora di più, perchè vuol dire che l’amore che HG diceva di provare per te, e l’amore che tu hai provato (provi) per lei, non è stato comunque abbastanza per farle cambiare idea finchè non è stato troppo tardi.
Quando arrivate al Warehouse, i Reggenti non sono ancora arrivati. Artie ti ordina di portare HG al settore bronzo e legarla a una sedia nell’attesa (non chiede a Pete di aiutarti, forse perchè sa che dopo tutto quello che HG ha fatto a Kelly, lui sarebbe in grado di ucciderla…o forse perchè ormai ha capito che tu sola sai come prendere quella donna).
Mentre la conduci attraverso i corridoi del Warehouse, devi ricorrere a tutto il tuo autocontrollo. Ti da quasi fastidio toccarla, perchè i ricordi dell’ultima volta che le tue mani hanno sfiorato quel corpo sono ancora troppo vivi in te e non vuoi, non puoi ricordare ora. Così le premi semplicemente la Tesla nella schiena, intimandole di camminare, e stai bene attenta che nessuna parte della tua pelle entri in contatto con la sua, perchè sai bene cosa succede quando i vostri corpi anche solo si sfiorano…è sempre stato così, sin dalla prima volta che vi siete incontrate a Londra. Anche HG lo sa, e forse vuole provare a giocarsi l’ultima carta che le è rimasta a disposizione, perchè mentre le stai legando i polsi alla sedia (non usi le manette, sarebbe inutile…non esiste serratura che HG non sappia forzare, ne hai avuta la riprova più di una volta), lei ti sfiora la mano esattamente come aveva fatto quella volta a Londra e per un attimo senti il respiro venirti a meno.
È incredibile, e profondamente ingiusto, il potere che quella donna ha sempre avuto su di te. Non te lo sei mai riuscita a spiegare. Inizialmente credevi che fosse perchè eri di fronte alla versione vivente di uno dei tuoi autori preferiti di tutti i tempi, in tutto il suo femmineo splendore. Ma piano piano, HG Wells ha smesso di essere semplicemente la mente brillante dietro quei racconti che sono stati i tuoi compagni per anni, ed è diventata Helena, una donna affascinante, complessa, ancora più brillante di quello che credevi, bellissima. Dopo la missione in California, ti sei ritrovata a pensare a lei sempre più spesso e a chiederti come sarebbe stato se veramente HG fosse stata reintegrata come agente. Andare insieme a caccia di artefatti, vivere sotto lo stesso tetto, poter discutere con lei di letteratura e di tutte le sue idee rivoluzionarie. Ti sei trovata a sperare che Artie (o chi per esso, ai tempi non sapevi esattamente chi ci fosse dietro a quelle decisioni) accettasse di accogliere HG nel Warehouse. E dopo la Russia, quando credevi che HG fosse stata bronzata un’altra volta, una parte di te si è sentita persa all’idea di non poter più rivedere quella donna che in così poco tempo si era scavata un posto nel tuo cuore. Ricordi ancora il senso di sollievo che hai provato quando il signor Kosan ha annunciato che HG era stata reintegrata come agente.
E ancora meglio ricordi la prima notte che HG ha trascorso al Bed & Breakfast. Come potresti dimenticarla? Quella notte è stato l’inizio di tutto…
 
Dopo aver mostrato a Helena la sua nuova stanza, Leena si era ritirata in camera sua per la notte, e così avevano fatto Pete e Claudia. Artie era rimasto al Warehouse, e non aveva più rivolto la parola a nessuno dopo aver detto a Myka “mi pentirò di non averla lasciata morire congelata, ma allora sarà troppo tardi”.  Aveva semplicemente fatto cenno ai tre agenti di andarsene a casa e si era ritirato nel suo ufficio.
Helena non possedeva altro che i pochi vestiti che MacPherson le aveva procurato dopo averla debronzata, per cui non ci mise molto a disfare le valigie. Prima di salire in camera, si era fermata nella biblioteca del Bed & Breakfast a prendere un paio di libri da leggere prima di dormire. Aveva più di cent’anni di letteratura su cui aggiornarsi e non era mai troppo presto per iniziare. Probabilmente il giorno dopo avrebbe chiesto a Myka di consigliarle qualche titolo, ma per il momento la sua scelta era caduta su “Il nuovo mondo” di un certo Aldous Huxley. Le era sembrato un titolo appropriato alla sua situazione, e dalla trama scritta sulla copertina l’opera si preannunciava essere molto vicina alle storie che lei stessa aveva scritto.
Si era appena accomodata sul letto, pronta per immergersi nella lettura, quando sentì qualcuno bussare lievemente alla porta.
Il volto dell’inglese si illuminò quando vide Myka apparire alla porta. “Posso entrare?” chiese l’Agente.
Helena annuì e fece cenno a Myka di sedersi affianco a lei sul letto.
“Ti ho portato questi.” disse Myka, porgendo a Helena un paio di pantaloni da ginnastica e una canottiera. “Non sapevo se avevi qualcosa in cui dormire…”
Helena la ringraziò con un sorriso.
“Bene, allora ti lascio dormire…” Myka fece per alzarsi, ma Helena la prese per il polso e la trattenne.
“Myka…” sospirò, e Myka ancora una volta si ritrovò a tremare per il modo in cui HG pronunciava il suo nome. “Grazie…so che non è stato facile per te andare contro Artie, e non sai quanto questo significhi per me. Non potrò mai trovare un modo per sdebitarmi.”
Myka scosse la testa. “Non ce n’è bisogno. Anzi, grazie a te per aver salvato Artie…e me e Claudia in California. I Reggenti hanno preso la decisione giusta, ne sono sicura. E sarà bello poter finalmente lavorare insieme senza dover pensare a come nasconderlo ad Artie.”
Entrambe le donne risero. E poi si fermarono, guardandosi negli occhi, come avevano fatto mentre aspettavano che l’antidoto facesse effetto su Claudia, o come avevano fatto al cimitero, ma senza scambiarsi una parola. Non ce n’era bisogno in quel momento.

Fu Helena a fare il primo passo. Si avvicinò a Myka e le sfiorò delicatamente le labbra con le sue. Poi si tirò indietro di scatto. “Mi dispiace, non avrei dovuto…” si scusò, ma Myka non la fece finire di parlare, e unì le loro labbra per una seconda volta.
Quel bacio durò decisamente di più del primo e quando si staccarono erano entrambe senza fiato.
“Buonanotte” sussurrò Myka, uscendo dalla camera e lasciando Helena sola, con un sorriso felice e soddisfatto sul volto.
 
No, certi pensieri, certi ricordi, non sono esattamente il modo migliore per affrontare questa situazione. Non puoi pensare a Helena, non puoi ricordare il vostro primo bacio, la vostra prima volta, la prima volta che lei ti ha detto di amarti, perchè quella persona non esiste più e probabilmente non è mai esistita.
Così finisci di legarla e fai per andartene, ma la sua voce che chiama il tuo nome ti blocca. È la prima parola che ha pronunciato da quando avete lasciato Yellowstone e la sua voce trema leggermente. Riesci a percepire tutto il rimorso per quello che ha fatto, la tristezza, la disperazione…tutto questo in una sola parola. “Myka”…il tuo nome, pronunciato in quel modo speciale che ti fa sciogliere dentro. Ma non è il momento per scioglierti. Devi essere forte e lo sai.
La ignori, ma lei insiste. “Myka…” E stavolta ti giri e la fissi, cercando di rimanere impassibile. “Mi dispiace…” Il suo sguardo è simile a quello che aveva al cimitero mentre ti raccontava di essere stata bronzata per sua scelta, e per un attimo intravedi la TUA Helena e hai paura di andare in pezzi.
Hai bisogno di risposte. Hai bisogno di sapere perchè ha buttato via tutto quello che avevate per inseguire una folle idea di vendetta, o chissà che altro era il suo tentativo di resettare il mondo. E hai bisogno di sapere perchè si è fermata quando ti sei puntata la pistola alla fronte, perchè non ha portato a termine il suo piano.
“Perchè?” chiedi. E lei sa benissimo cosa intendi.
“Quando sono stata bronzata ero piena d’odio. Odio verso me stessa per non essere riuscita a cambiare il passato e salvare Christina, e odio verso quel mondo che aveva permesso che avvenisse una simile atrocità. Avevo sempre avuto grandi aspettative per il futuro, Myka. Me lo immaginavo un posto straordinario, dove tutto quello che avevo sempre immaginato sarebbe diventato realtà. Un mondo dove le donne sarebbero state libere di essere tutto quello che volevano e non avrebbero dovuto nascondersi dietro al proprio fratello per pubblicare racconti di fantacienza, un mondo dove la giustizia sarebbe stata in grado di trionfare, sempre. E invece mi sono risvegliata in questo mondo, dove le cose sono addirittura peggiorate. Leggevo sui giornali di tutte le atrocità che avvengono ogni giorno e mi sono chiesta come diavolo siamo arrivati a questo punto? È come se quando sono uscita dal bronzo, tutto il mio odio e la mia rabbia si fossero amplificati, e sono stati poi alimentati dal constatare quanto questo mondo è andato in rovina. Ho davvero creduto che il mondo avesse bisogno di una formattazione. Ma non avevo fatto i conti con i miei sentimenti nei tuoi confronti.”
Rimani in silenzio, perchè non sai cosa dire. Da un lato riesci a capire la disperazione di Helena, e la sua delusione nell’essersi risvegliata in un mondo così tanto disastrato. Probabilmente anche tu avresti perso la testa se dopo più di cent’anni intrappolata nel bronzo ti fossi ritrovata in un mondo che non solo non era migliorato, ma era ancora peggio di come l’avevi lasciato. Ma da qui a cercare di provocare una seconda era glaciale…
“Ti amo, Myka.” sussurra HG, e tu vorresti piangere perchè sai che è vero. Lo senti dal modo in cui la sua voce trema, lo leggi nei suoi occhi.
“Non hai nessun diritto di dirmi questo!” urli. Come può dirti che ti ama ora? Dopo tutto quello che ha fatto?
“No, non ce l’ho. E so che non basteranno mille anni chiusa in una statua di bronzo per rimediare a quello che ho fatto. Ma se davvero dovrò passare mille anni lì dentro, di una cosa sono certa: non smetterò mai di amarti.”
“Avresti dovuto pensarci prima di cercare di distruggere il mondo.”
Ancora una volta ti giri per andartene, e ancora una volta la voce di HG ti ferma. “Myka, lo so che non ho diritto di chiederti nulla, ma vorrei che tu fossi presente quando mi bronzeranno. Se devo vivere nel buio per l’eternità, voglio che il tuo viso sia l’ultima cosa che guarderò.”
Non rispondi, non fai neanche un cenno per annuire o negare, ma sai benissimo che esaudirai quel desiderio. Non sei mai stata capace di dire di no a HG, e quella volta non avrebbe fatto eccezione.
 
-o-
 
“Non è giusto.” pensi, mentre Artie imposta sullo schermo del bronzatore i parametri giusti. “Non è giusto.”
Bronzare di nuovo HG non è la soluzione. Quello che ha fatto è stato il risultato dell’essere lasciata per più di un secolo da sola nell’oscurità con i suoi pensieri, con il suo dolore. Come possono pensare i Reggenti che sia la cosa giusta da fare?
HG avrà anche cercato di distruggere il mondo, ma è pur sempre un Agente formidabile e una delle menti più brillanti della storia. Dovrebbero cercare di guarirla, non di punirla chiudendola nel bronzo.
Ma ovviamente non puoi dire nulla, perchè hai già fatto abbastanza danni quando hai garantito per lei dopo la missione in Russia. Perchè quello che è successo è colpa tua, che ti sei lasciata abbindolare da quell’accento, da quel sorriso, da quegli occhi, e hai messo in pericolo non solo il Warehouse e tutti i suoi agenti, ma l’umanità intera. Quindi ora non hai il diritto di lamentarti per la punizione che i Reggenti hanno scelto per HG. Anzi, dovresti ringraziare che non ti hanno licenziata in tronco.
Ad essere sincera, per un attimo hai pensato di andartene. Non puoi permetterti di mettere in pericolo di nuovo i tuoi colleghi…la tua famiglia. Non puoi più fidarti del tuo giudizio, quindi che senso ha restare? Ma sai benissimo che non puoi andartene. Anche se potessi allontanarti dal Warehouse, da Pete e Claudia, da Artie e Leena…anche se fossi in grado di lasciare il luogo in cui ti senti più felice al mondo, non potresti lasciare HG. E lei è lì, nel settore bronzo, e rimarrà lì per sempre. E tu con lei.
È tutto pronto, Kosan slega HG dalla sedia e la conduce all’interno del bronzatore. HG alza le braccia e due cinghie di metallo le stringono i polsi, immobilizzandola.
Vorresti distogliere lo sguardo, vorresti evitare di assistere a quella scena, ma non puoi. Non tanto perchè HG ti vuole lì, ma perchè tu hai bisogno di vederla un’ultima volta prima che diventi una statua.
Vorresti correre verso di lei, abbracciarla, baciarla, dirle che la ami, almeno per un’ultima volta, ma non puoi, per un milione di diversi motivi. Primo fra tutti, il fatto che Artie probabilmente darebbe fuori di matto e poi gli verrebbe un infarto a vederti in certi atteggiamenti con quella che lui considera il suo nemico numero uno.
Così rimani lì, senza dire niente ma senza distogliere lo sguardo, i tuoi occhi fissi in quelli scuri di HG, finchè non chiudono lo sportello e danno il via al processo.
Nel giro di pochi secondi, HG non c’è più, e al suo posto troneggia una statua di bronzo con le sue fattezze.
Vorresti urlare, vorresti piangere, ma ancora una volta ti trattieni. Lanci un ultimo sguardo alla statua mentre la posizionano insieme alle altre e te ne vai.
Hai bisogno di stare sola. Forse, quando sarai al sicuro nella tua stanza, quelle lacrime finalmente saranno libere di uscire e potrai sfogare il dolore di aver perso la persona che ami.
 
-o-
 
C’è un nuovo agente nella squadra, un ragazzo di nome Steve Jinks, che possiede una specie di superpotere che gli consente di stabilire quando qualcuno sta mentendo.
Artie ha giustificato la nuova assunzione dicendo che Claudia ha bisogno di un partner, ora che inizierà ad essere mandata in missione, ma tu sai benissimo che non è per quello. Non del tutto. Il vero motivo è che da dopo Yellowstone, tu non sei stata esattamente operativa. Certo, fai ancora l’inventario, ma ogni volta che Artie riceve una segnalazione, è Steve che viene mandato in missione con Pete. Artie ha spiegato che Steve ha bisogno di un periodo di guida prima di essere accoppiato con Claudia che, in fondo, non ha esattamente esperienza sul campo, ma sai benissimo che è una bugia. Chissà se Steve riesce a percepirlo. Prova ne è che quando Artie riceve una segnalazione mentre Pete e Steve sono da qualche parte in Florida a dare la caccia a un altro artefatto, è lui stesso che parte con Claudia alla volta di Chicago, ma non prima di averti rivolto uno sguardo che sembra dire “mi devo fidare a lasciarti sola nel Warehouse o cercherai di debronzare quella donna e la farai scappare?”, come se tu potessi davvero fare una cosa simile (in realtà non potresti neanche se volessi, perchè non hai le autorizzazioni necessarie per mettere in funzione il processo di debronzamento).
E così rimani sola nel Warehouse. Tu e le statue del settore bronzo. È lì che passi le tue giornate ora (tranne quando devi fare l’inventario).
Non parli più quasi con nessuno. Non hai quasi rivolto la parola ad Artie dal giorno che HG è stata bronzata, e anche quando sei al B&B, cerchi sempre di mangiare da sola, e di rinchiuderti nella tua stanza, o nella biblioteca. Pete e Claudia cercano di coinvolgerti ogni tanto nei loro discorsi, e tu rispondi a monosillabi, ma per lo più gli ignori.
Puoi leggere la preoccupazione nei loro occhi, ma nessuno si azzarda a dare voce a quei pensieri. Nessuno ti chiede perchè passi così tanto tempo da sola nel settore bronzo, nessuno ti chiede perchè ti rifiuti di andare in missione. Nessuno ti chiede perchè appari al mattino con gli occhi rossi e gonfi dal pianto e dall’ennesima notte quasi insonne.
Non sei altro che un vago ricordo di quella che eri. Myka Bering, agente dei Servizi Segreti e del Warehouse 13, non esiste più. E ti odi per questo, ma non puoi farci nulla.
L’unica persona con cui parli è HG. È così che passi le tue giornate, davanti alla sua statua, leggendo ad alta voce tutte quelle opere che l’autrice inglese non ha avuto occasione di scoprire, raccontandole della tua infanzia e della tua adolescenza, tutte quelle piccole cose che nel breve tempo che avete avuto a disposizione non hai mai condiviso con lei.
Non sei sicura che lei riesca a sentirti, ma vuoi crederci. Quando vi siete incontrate la prima volta, a Londra, lei ha detto che nel bronzo non si è privi di sensi, ma solo immobili. Quindi se si riesce a pensare, non vedi perchè non dovrebbe essere possibile riuscire a percepire i rumori del mondo esterno.
Ti piace pensare che la tua voce riesca a dare a HG un po’ di conforto in quel mondo fatto di oscurità dove ora è intrappolata. Vuoi che sappia che non sei lontana, che sei sempre lì con lei. Speri che le tue parole possano portarle un po’ di luce nelle tenebre che è la vita nel bronzo.
Lo sai che non dovresti. Lo sai che dovresti odiarla per quello che ha fatto, per quello che TI ha fatto. Ma non puoi. Nonostante tutte le bugie e il modo in cui ti ha tradita, il modo in cui si è approfittata di te per portare a termine il suo piano, non riesci ad odiarla. Non riesci a fare altro che amarla.
Non sei così ingenua da credere che verrà debronzata, e se mai succederà, sarà tra decine di anni, quando ormai sarai vecchia e in pensione, o addirittura morta. Ma una minuscola parte di te non può fare a meno di sognare il momento in cui quel bronzo si scioglierà e HG riapparirà di fronte a te, finalmente libera da quei pensieri di vendetta e di distruzione, e potrete riprendere da dove vi siete lasciate.
È per questo che passi le tue giornate lì, a parlare con lei. Perchè speri che sentirti le sia d’aiuto per tenere lontani i pensieri negativi, quelli che le hanno tenuto compagnia nei cento e più anni che è stata nel bronzo la prima volta.
 
-o-
 
Quella mattina le stai leggendo Nemesis di Asimov. Non puoi fare a meno di notare come Nemesis, la dea greca della distruzione, nella tua mente prende le fattezze di HG.
Pete e Steve sono in missione da qualche parte nel sud, Artie e Claudia sono in Canada, Leena è al B&B e il Warehouse è tutto per te. Ancora una volta, prima di partire, Artie ti ha rivolto quello sguardo ammonitore. Ormai non si fida più di te. E fa bene. Nemmeno tu ti fidi di te stessa, ecco perchè cerchi di stare lontana da tutti e di non andare in missione.
Per una volta è bello non dover subire gli sguardi indagatori dei tuoi colleghi. Anche se solitamente cerchi di non prestarci attenzione, senti i loro occhi su di te costantemente. È anche per questo che solitamente ti limiti a leggere, o a raccontare aneddoti divertenti senza cadere troppo nel personale. Sai di essere ascoltata.
E per una volta, puoi finalmente lasciarti andare, perchè non c’è nessuno intorno a te. Nessuno che ascolta le tue parole, nessuno pronto a giudicarti, a credere che sei diventata pazza per essere così attaccata alla statua di bronzo di una psicopatica che ha cercato di distruggere il mondo.
Così chiudi il libro, e ti avvicini a HG. Per la prima volta ti prendi il tempo per osservarla, per notare ogni piccolo dettaglio di quella statua. Ti ricordi la prima volta che sei entrata nel settore bronzo, ti ricordi la prima volta che hai visto la statua di HG, prima che MacPherson la debronzasse. Ti ricordi di esserti chiesta cosa mai avesse potuto fare quella donna per finire in quel luogo. Ti ricordi di aver osservato la pettinatura e i vestiti di HG e di aver concluso che veniva dall’epoca vittoriana. Ai tempi quella era solo una statua, una delle tante persone così orribili da essersi meritate una punizione del genere.
Ora è tutto diverso. I capelli di HG sono sciolti sulle spalle, e ha indosso i pantaloni e la camicia che aveva su a Yellowstone. Ora è una donna moderna ad essere racchiusa in quella statua. Ora non devi più chiederti di quali crimini si era macchiata quella donna per essere bronzata. Ora lo sai. Eri presente. E quella statua non è solo una delle tante. Quella statua è la donna che ami, che ti ha spezzato il cuore nel peggior modo possibile e dalla quale, comunque, tu non riesci a staccarti.
Il tuo dito percorre la superficie di bronzo, partendo dal braccio e arrivando alla spalla, al collo, al mento, la guancia, le labbra. Quelle labbra che ti hanno baciata come a volerti togliere il respiro dalla bocca, quelle labbra che si incurvavano in un sorrisino malizioso ogni volta che HG aveva in mente qualcosa di estremamente depravato (e succedeva spesso…non riesci a dimenticare quella volta che Helena ti ha sbattuta contro uno scaffale mentre facevate l’inventario e ha fatto l’amore con te, incurante del fatto che Pete e Claudia si trovavano solo a pochi corridoi di distanza e che Artie sarebbe potuto piombare lì da un momento all’altro, senza contare la quantità di artefatti che il vostro movimento avrebbe potuto attivare). Quelle labbra che avevano letto per te la notte prima di addormentarvi, e che avevano sussurrato “ti amo, Myka” più di una volta.
“Mi manchi, Helena.” La tua voce non è altro che un sussurro, nonostante nessuno possa sentirti. “Non dovresti mancarmi, ma è così. Dopo quello che hai fatto, non riesco comunque a smettere di sentire la tua mancanza. E non riesco a smettere di pensare che tutto quello che mi hai detto non erano solo bugie per farti reintegrare come agente e per guadagnare la fiducia della squadra. Quando eravamo sole nel tuo letto la notte…non avevi motivo di mentirmi in quei momenti. Perchè non ti sei confidata con me, Helena? Perchè non mi hai parlato di quei pensieri che ti tormentavano? Avrei potuto aiutarti…e ora non saremmo qui. Ho sempre voluto aiutarti, Helena. Anche adesso…non riesco a lasciarti sola. Non voglio che tu pensi di essere sola. Non lo sei. Sono qui con te, ogni giorno, a cercare di illuminare il buio con la mia voce. E se mai ti debronzeranno, io sarò qui ad aspettarti. Voglio che tu sappia che puoi contare su di me questa volta. Sarò qui per essere la persona su cui ti potrai appoggiare…Dio Helena, mi sento così patetica a parlare in questo modo! Sono così arrabbiata con te per quello che hai fatto, ma non riesco a starti lontana, non riesco a non sperare che i Reggenti decidano di darti un’altra possibilità…non riesco a non amarti, ed è frustrante e ingiusto! Stavamo così bene insieme…perchè hai dovuto rovinare tutto?”
E vorresti urlare, perchè sei in attesa di una risposta che non arriverà. Le statue non parlano. Le statue non rispondono. Ma continui a sperare che lei ti senta, e probabilmente non avresti potuto dire tutto quello che pensi se lei fosse stata lì in carne ed ossa. Almeno ti sei liberata di quel peso che ti opprimendo, sfogandoti contro la statua di Helena.
Ti risiedi e riprendi a leggere.
 
-o-
 
È sera e tu sei come al solito seduta nel settore bronzo. Artie è stato chiamato da Vanessa a Salt Lake City per un consulto, e Claudia si è aggregata, non sai bene per quale motivo. Qualcosa riguardo il voler ficcanasare nel rapporto tra Artie e la dottoressa. Non ne sei sicura e sinceramente non ti interessa. Se Artie e Vanessa iniziassero a uscire insieme, forse il tuo capo sarebbe meno scorbutico, quindi speri che succeda, per il bene di tutti. E se Claudia vuole giocare a fare cupido, che si accomodi.
Pete interrompe la tua lettura ad alta voce, blaterando che si è stufato di vederti fare il fantasma del Warehouse, e che non si stupirebbe se iniziassi a indossare una maschera bianca che copre metà volto e a cantare Angel of Music (e tu sei positivamente impressionata che Pete sappia qualcosa de Il Fantasma dell’Opera, ma probabilmente, immagini, avrà visto il film…Pete è quello del “no, non ho letto il libro, ma ho visto il film”. Per un attimo ti ricordi l’espressione disgustata di Helena quando Pete le aveva confessato di non aver letto neanche una delle sue opere ma hey, ha visto tutti i film, e un sorriso si abbozza sul tuo volto, ma è di breve durata, perchè Helena non c’è più e non può più lamentarsi della scarsa cultura di Pete o del terribile adattamento cinematografico dei suoi lavori).
Tornando a Pete, ha deciso che quella sera in cui il Warehouse è tutto a vostra disposizione avreste aiutato Steve con le esercitazioni di tiro con la Tesla. A malincuore chiudi il libro, lanci un ultimo sguardo alla statua di HG e segui Pete nel settore Tesla verso la bobina bersaglio. In fondo, che male può farti una serata tra amici?
Non si sa come, il discorso finisce sul fatto che Steve è gay e Pete inizia a comportarsi come suo solito (e cioè a fare il cretino).
“Finalmente qualcuno che apprezza tutto questo!” esclama indicandosi. “È uno spreco allenarsi per loro!” E ti rivolge uno sguardo che non sai come interpretare. Tu abbassi la testa e fai finta di niente, e ti chiedi quand’è che Pete ha scoperto delle tue nottate nel letto di Helena e quindi dei tuoi gusti sessuali decisamente non propendenti verso il genere maschile (non è che non ti piacciono gli uomini…in fondo, hai avuto il tuo numero di ragazzi…e con Sam era anche una cosa seria…è solo che al momento tendi a preferire le donne, e in particolare una donna…o statua, qualunque sia il modo di definire Helena al momento).
Pete si toglie la maglietta e tu alzi gli occhi al cielo, lo guardi in modo lievemente disgustato e gli chiedi per favore di rimettersi la maglietta, perchè non è il tuo ideale di serata avere davanti il petto nudo di quello che consideri un fratello maggiore.
L’ultima cosa che ricordi è che avete iniziato l’esercitazione di tiro. Steve ha mancato il bersaglio e Pete ha deciso di darsi delle arie sparando un colpo perfetto, e poi un altro…e poi?
E poi è il mattino dopo e tu non solo sei diventata magicamente bionda, ma sei nel letto di Artie, nuda…con Pete…nudo! E lo spazzolino di Artie nel letto con voi! E non ti ricordi niente di quello che è successo e che può avervi portati a dormire insieme nudi nel letto di Artie, ma sei convinta che no, non avete fatto sesso, e troverai un modo per provarlo perchè non esiste che tu e Pete abbiate fatto sesso. Sarebbe praticamente incesto! Eww!
Lo spettrometro non vi è di aiuto, mostra solo le ultime cinque ore, durante le quali avete solo dormito più o meno vicini (e nudi!) e Pete ha fatto una telefonata che si è poi scoperto essere diretta alla segreteria telefonica di Artie (e Artie quando vi ha chiamati sul Farnsworth ha borbottato qualcosa sul fatto che Pete stava cantando Pina Colada).
Non vi siete ubriacati, di questo ne sei sicura, perchè Pete è un alcolista e non si metterebbe mai a bere, e non avete i postumi della sbornia. La spiegazione è una sola: un artefatto. E quando mai non è un artefatto? Oh e in tutto questo, Steve è sparito, lasciando il suo cellulare con voi in camera di Artie e non è per niente un buon segno.
Cercate in qualche modo di ripercorrere la sera precedente. Le esercitazioni di tiro. Pete la seconda volta ha mancato il bersaglio e ha colpito uno degli scaffali, facendo cadere qualcosa. Quel qualcosa che avete preso in mano. Quel qualcosa che vi ha causato un effetto simile a quello di una sbronza. Le palline da giocoliere di W.C. Fields.
Ma questo non prova che non hai fatto sesso con Pete (eww, ogni volta che ci pensi, ti viene da vomitare!), quindi continuate a vagare per i corridoi del Warehouse in cerca di altri artefatti che avete inavvertitamente o meno attivato la notte precedente. La spazzola di Marilyn Monroe…ecco spiegato il tuo nuovo colore di capelli.
Di Steve ancora nessuna traccia, e comunque niente spiega l’essersi svegliati a letto nudi, insieme (di nuovo, eww!).
“Senti Myka, non è che siamo i primi amici che si ubriacano e finiscono a letto insieme.” dice Pete per cercare di tranquillizzarti.
Tu sei tutto tranne che tranquilla. “Pete, no, io non lo farei mai! Io…cavolo, io non ti vedo in quel modo…” Ancora una volta…incesto! Eww.
“E io neanche ti vedo in quel modo. È solo che…tu sei la mia partner, e la mia migliore amica, ok? Quindi niente cambierà questa cosa, neanche se abbiamo fatto sesso e ce ne siamo scordati, perciò adesso dimentichiamo tutto, d’accordo?”
Vorresti che fosse così facile. Vorresti poterti dimenticare che forse hai fatto sesso con Pete e non te lo ricordi, ma una parte di te, una piccola, insistente, e immensamente stupida parte di te ti sta facendo sentire come se avessi tradito Helena. Che idiozia, pensi. Che altro puoi fare, darti all’astinenza per tutta la vita perchè la tua ragazza (in realtà tu e Helena non vi siete mai messe insieme ufficialmente, ma in che altro modo puoi definire la persona che ami, che ti ama e con cui fai sesso quasi tutte le notti se non la tua ragazza?) ha deciso di impazzire, cercare di dare il via a una nuova era glaciale e ora è incastonata nel bronzo probabilmente per l’eternità?
E finalmente è come se una lampadina ti si accendesse nel cervello. Helena. Bronzo. Sai dov’è Steve!
Prendi Pete per mano e lo trascini nel settore bronzo, dove Steve, o meglio, la statua di Steve, è ancora sulla piattaforma.
Steve ti aveva chiesto dove passavi tutte le tue giornate, perchè non ti vedeva mai in ufficio o nei corridoi. E così tu e Pete l’avete portato al settore bronzo e Pete ha pensato che sarebbe stato divertente attirare Steve sulla piattaforma con l’inganno e bronzarlo. Devi essere stata veramente ubriaca per prestarti a una cosa del genere. Da sobria non avresti mai, mai permesso che Pete scherzasse con quello che ti aveva portato via Helena per sempre.
Ma eri ubriaca, e avete bronzato Steve e poi, dopo aver scattato un paio di foto con il cellulare per commemorare il momento, avete cercato di debronzarlo, ma ovviamente non avete le autorizzazioni necessarie per farlo. Ed ecco spiegato lo spazzolino di Artie. Serve il dna di Artie per attivare il processo di debronzamento.
“Ma perchè abbiamo bronzato Steve?” ti chiedi, perchè ora che sei sobria non ha per niente senso.
“Sì, è un boy scout senza senso dell’umorismo, ma voglio dire, noi ci teniamo i nazisti qui!” esclama Pete e poi si morde la lingua perchè non è la cosa più appropriata da dire quando la tua ragazza fa parte di quella collezione di “nazisti”. Ma non si scusa, e lo puoi capire. Sai benissimo quello che Helena ha fatto a lui e Kelly e sai benissimo che al momento l’opinione che il tuo partner ha della tua ragazza non è esattamente positiva. Probabilmente, tra lei e un nazista, Pete sceglierebbe il nazista.
E finalmente è tutto chiaro. Le palline da giocoliere non solo fanno ubriacare, ma fanno anche svenire e dimenticare tutto. Tu e Pete vi siete messi a letto nudi insieme perchè in quel modo, al vostro risveglio avreste capito che c’era qualcosa che non andava e avreste ripercorso i vostri passi per capire che cosa era successo, trovando così Steve nel settore bronzo.
Dovevi essere veramente ubriaca, pensi. Passi nel settore bronzo gran parte della tua giornata, quindi ti saresti comunque accorta della statua di Steve. Ma non importa. Avete trovato Steve, avete provato che non avete fatto sesso (grazie a dio, o avresti avuto gli incubi per almeno una decina d’anni se l’aveste fatto veramente), e ora grazie allo spazzolino di Artie potete debronzare il povero Steve.
Pete ti passa lo spazzolino con aria disgustata. “Fallo tu, ti prego.” dice, ma poi si ferma. Lo sai cosa sta pensando. Ha paura che nel frattempo tu possa decidere di debronzare anche Helena.
Non lo faresti mai. Puoi non essere d’accordo sulla punizione che i Reggenti hanno riservato a Helena, ma c’eri tu a Yellowstone a farti puntare una pistola alla fronte sperando che HG non premesse il grilletto; e per quanto Helena ti manchi, e per quanto sai che non proverebbe mai a distruggere il mondo ancora una volta, non correresti mai il rischio di debronzarla. O meglio, non correresti mai il rischio di andare contro Artie e i Reggenti così apertamente. Diventeresti una criminale tu stessa secondo la loro ottica. Ma riesci a capire i dubbi di Pete, quindi lasci che sia lui a farlo (e sinceramente, non è che ti dispiaccia l’esserti risparmiata di passare le dita sullo spazzolino usato di Artie).
Quando Steve esce dal bronzo, è come se fosse in preda ad una furia. Si scaglia contro Pete con il pugno alzato e urla “che mi avete fatto, bastardi?”
Non è da Steve comportarsi in quel modo. D’accordo essere arrabbiato per lo scherzo che tu e Pete gli avete tirato, ma in fondo è stato solo uno scherzo. Non si è fatto male nessuno e non è che Steve ha perso anni e anni di vita nel bronzo, ma solo una notte.
Cerchi di fermarlo, lo trattieni per le braccia. “Steve, che cosa ti prende? Calmati!”
Ma Steve non si calma. Dopo aver urlato una serie di insulti e aver cercato di prendere a pugni non solo Pete ma anche te, Steve è ancora in preda alla rabbia e tu inizi a perdere la pazienza, perchè veramente, è una reazione un po’ eccessiva. Così sguaini la Tesla e gliela punti contro. “Calmati.” gli ordini, glaciale. E finalmente Steve si calma.
“Steve, si può sapere che diavolo ti ha preso?” gli chiedi, e quando sei sicura che non cercherà più di colpirvi, abbassi la Tesla.
Il poveretto è confuso e mortificato. “Non lo so.” balbetta. “Avete chiuso lo sportello e io vi urlavo di farmi uscire. Ero arrabbiato. Poi una strana polvere è iniziata a cadere dall’alto e tutto è diventato nero e io non riuscivo più a muovermi. Vi sentivo parlare…”
Per un attimo, credi che il tuo cuore possa smettere di battere. Steve vi sentiva parlare? Allora è vero che quando si è bronzati si riesce comunque a sentire i rumori esterni. Quindi Helena riesce a sentirti! “Tu…tu ci hai sentito parlare mentre eri bronzato?”
Steve annuisce e prosegue con il suo racconto. “Sì, vi sentivo ridere e poi avete deciso di debronzarmi, ma il vostro dna è stato rifiutato e ve ne siete andati per cercare lo spazzolino di Artie. Quando mi sono reso conto che non sareste tornati, ho sentito la mia rabbia crescere e crescere finchè era fuori controllo e appena mi avete liberato ho sentito il bisogno di sfogarla. È come se quello che stavo provando al momento del bronzamento, la rabbia, si fosse amplificata all’ennesima potenza ed è esplosa quando sono uscito.”
“Beh, tutto è bene quel che finisce bene!” esclama Pete. “Coraggio, torniamo alle esercitazioni di tiro, e stavolta vediamo di non urtare nessun artefatto.”
Ma tu non riesci a muoverti. Le parole di Steve hanno fatto scattare qualcosa nella tua testa. “È come se quello che stavo provando al momento del bronzamento, la rabbia, si fosse amplificata all’ennesima potenza ed è esplosa quando sono uscito”.
Dov’è che hai sentito delle parole simili di recente? Ma certo, Helena! Helena, quando avete parlato prima che la bronzassero, aveva detto qualcosa di molto simile.
“È come se quando sono uscita dal bronzo, tutto il mio odio e la mia rabbia si fossero amplificati, e sono stati poi alimentati dal constatare quanto questo mondo è andato in rovina.”
Possibile che…no, è assurdo! I Reggenti se ne sarebbero accorti che il bronzo amplifica le emozioni che si provano nel momento in cui si viene bronzati. E come avrebbero potuto accorgersene? Nessuno era mai stato debronzato prima di HG (e MacPherson ma quello è un caso a parte; MacPherson aveva in mente il suo piano da molto prima di essere bronzato…era stato proprio quel piano a farlo finire nel settore bronzo). Quindi c’è la possibilità che veramente il bronzo amplifichi le emozioni. Steve era arrabbiato quando è stato bronzato, e quando è uscito ha cercato di prendere a pugni sia te che Pete…e lui è stato nel bronzo solo per qualche ora. Helena è stata lì dentro per più di cent’anni. Se Steve aveva reagito in quel modo, non era difficile immaginare che Helena dopo cent’anni avesse cercato di distruggere il mondo. Tanto più che la rabbia di Steve era incentrata solo su voi due, mentre quella di Helena era verso il mondo, oltre che se stessa.
Sì, ma perchè Helena aveva aspettato così tanto per dare sfogo a quella rabbia? Perchè aveva elaborato un piano così complicato invece che scagliarsi su tutti come aveva fatto Steve? “Perchè Helena è un genio!” dice una vocina nella tua testa. “Perchè una mente brillante come la sua non sfoga la rabbia in modo cieco, ma pianifica.”
Il ragionamento non fa una piega, ma sai benissimo che non puoi presentarti dai Reggenti con solo le tue intuizioni e la testimonianza di Steve. Non ti ascolterebbero mai, soprattutto dopo che hai messo l’intero mondo a rischio garantendo per Helena la prima volta. Non si fidano più di te. Hai bisogno di prove più concrete. Hai bisogno di essere sicura che non è solo una coincidenza che Steve ha detto le stesse cose di Helena.
Nel frattempo, Pete deve aver notato la tua assenza ed è tornato a cercarti. “Mykes, che fai?”
Non sai come ti è venuta questa idea, non sai esattamente cosa stai facendo, ma non importa. Ora che c’è la speranza di poter provare l’innocenza (o pseudo innocenza) di Helena, niente può fermarti. “Pete, bronzami!”
Pete, ovviamente, non ti prende sul serio. Scoppia a ridere. “Mykes, sei ancora ubriaca per caso?”
Scuoti la testa. “No Pete, sul serio. Devi bronzarmi. Ma prima devi ascoltarmi mentre ti dico come mi sento e devi ricordartene. È importante.”
Ora Pete è confuso. Probabilmente pensa che tu abbia sbattuto la testa da qualche parte. “Perchè dovrei bronzarti dopo averti fatto da psicologo?”
Fai un respiro profondo. Lo sai che la tua spiegazione non gli piacerà. Ma Pete non è stupido (ok, non è così stupido come vuole far credere) e da sobrio non bronzerebbe mai una persona senza motivo, tantomeno la sua partner. Non hai altra scelta che dirgli la verità e sperare che capisca.
Gli spieghi la tua teoria e, come prevedibile, Pete non ne è felice. Non ne è per niente felice, considerato il modo in cui sta urlando. “Sei impazzita? Vuoi farti bronzare per provare che HG non è una completa psicopatica? Myka, quella È una completa psicopatica! “
Cerchi di farlo calmare. È inutile. Pete non riuscirà mai a perdonare Helena per quello che ha fatto a Kelly. Ma hai bisogno di lui, e ora che questa idea si è formata nella tua mente non puoi rinunciare. “Pete, ti prego…”
“No Myka!” urla, e gesticola come un pazzo. “Questa storia sta andando avanti fin troppo. Non ti ho detto niente perchè lo so che eravate amiche e mi rendo conto che ti manca, ma sono stanco di andare in missione con Steve perchè tu sei troppo presa a fare da baby sitter a una statua di bronzo. Sono stanco di non avere più la mia partner…sono stanco di non avere più la mia migliore amica! Ti rendi conto che da quando quella donna è stata bronzata, l’unica volta che abbiamo passato del tempo insieme in cui tu hai detto più di due parole è stata ieri notte, ed eri sotto l’influsso di un artefatto? Ma ora non posso più stare zitto perchè questo è un livello di ossessione fuori controllo, persino per te. Mi spieghi cosa diavolo c’è in HG Wells che riesce a trasformare la normale, razionale, stacanovista, precisina Myka in QUESTA persona?”
E finalmente, il groppo che ti sei tenuta dentro da Yellowstone si scioglie, e scoppi in lacrime. “La amo Pete. La amo, ok? Lo sai come ci si sente ad essere innamorati, e io sono innamorata di Helena! Ecco cos’è.”
Pete sembra ancora più sconvolto di quanto lo era quando gli hai chiesto di bronzarti. Non si aspettava certo una confessione simile da te. “La…la ami?” ti chiede con gli occhi sgranati. “Tu sei innamorata di HG Wells?”
Annuisci. “Lo so che è folle, ok? Lo so. Ma non posso farci nulla. Io e Helena…stavamo insieme, credo. Non so cosa fossimo, ma c’era qualcosa tra di noi. Per questo non riesco ad allontanarmi da questo posto. Ho bisogno di stare con lei, anche se è sottoforma di statua. E voglio che lei sappia che sono qui. Steve ha confermato che può sentirmi. Voglio che la mia voce e la mia presenza illuminino il buio del bronzo.”
Pete rimane in silenzio, come se stesse processando le tue parole.
“Pete, ho bisogno del tuo aiuto. Non solo per Helena…è giusto che i Reggenti sappiano che c’è qualcosa nel bronzo che amplifica le emozioni. Pensa cosa potrebbe succedere se qualcun altro venisse debronzato. Helena…dopo Yellowstone mi ha detto una cosa…mi ha detto che non aveva fatto conto dei suoi sentimenti per me. Sono stati i suoi sentimenti per me a impedirle di premere quel grilletto e uccidermi per portare a termine il suo piano. Ma tutte queste altre persone non hanno me. Non pensi che potrebbe succedere una catastrofe? Magari mi sbaglio, ma magari no, e ho bisogno di provarlo.”
Pete si volta a fissare la statua di HG. Non sai cosa sta passando per la sua mente in quel momento. Probabilmente ha la tentazione di prendere il Farnsworth e chiamare Artie, o addirittura contattare i Reggenti per comunicargli che hai perso completamente la testa e quindi ti devono licenziare, o chissà che altro. Non lo biasimi. Anche tu non sei del tutto convinta di essere nel pieno delle tue facoltà mentali. “Myka…ha cercato di uccidermi. Ha usato Kelly per provare ad uccidermi. Avrebbe potuto uccidere anche lei.”
Sospiri. “Lo so benissimo, e credimi quando ti dico che non passa giorno in cui io non mi senta in colpa per aver portato Helena al Warehouse. Ma Pete, c’è la possibilità che non sia stata del tutto colpa sua, che le sue azioni siano state influenzate da qualcosa. Non pensi che questo cambierebbe le cose? Non ti ricordi come ci si sente a cadere vittima di un artefatto che ti fa agire contro la propria volontà?”
Dal suo sguardo, capisci che se lo ricorda. Quasi due anni fa Pete è caduto sotto l’influsso di un artefatto che gli ha fatto avere allucinazioni e agire in modo completamente fuori di testa. Tutti voi eravate convinti che avesse ripreso a bere. Certo, non è come provare a resettare il mondo, ma sotto l’effetto dell’artefatto Pete ha quasi ucciso un Reggente.
“D’accordo.” dice Pete infine. “Che cosa hai in mente di fare?”
Gli spieghi il tuo piano. Artie è ancora a Salt Lake City, perchè evidentemente il caso è più complicato del previsto, quindi questo è il momento giusto per agire. La scusa ufficiale è che hai bisogno di cambiare aria e quindi sei andata a trovare i tuoi genitori in Colorado (e non hai dubbi che Artie possa crederci. In fondo, non è che sei stata propriamente d’aiuto ultimamente e non è difficile pensare che puoi aver bisogno di startene un po’ per i fatti tuoi lontana dal Warehouse). Prima di entrare nel bronzo, dirai a Pete esattamente come ti senti, per filo e per segno, così da poter verificare che quei sentimenti si siano effettivamente amplificati. Poi passerai una settimana nel bronzo e una volta debronzata potrai trarre le conclusioni.
“Myka, è un buon piano, ma non credo possa funzionare.”
Come non può funzionare? È un piano perfetto.
“I Reggenti e Artie non ti crederebbero mai. Penserebbero che ti stai inventando tutto solo per scagionare HG. Mi dispiace dirtelo, ma non penso tu sia molto affidabile quando si tratta di HG.”
Merda! Pete ha ragione. Hai preso tutta la tua credibilità quando hai garantito per lei la prima volta e ti sei sbagliata (anche se ora sei convinta di non esserti sbagliata, ma questi sono dettagli). Non ti hanno accusato apertamente, ma sai benissimo che ormai non si fidano più di te, non quandi si tratta di Helena.
Hai le lacrime agli occhi ora. Eri così convinta di poter provare che Helena era sotto l’influsso di qualcosa quando ha messo in atto il suo piano.
Evidentemente, anche Pete si accorge che sei sul punto di scoppiare a piangere di nuovo, perchè ti mette le mani sulle spalle per consolarti. “Hey Mykes, non ti abbattere. Non sto dicendo che devi lasciare perdere. Sto solo dicendo che non puoi essere tu quella ad andare nel bronzo. Ci andrò io. Di me si fideranno, soprattutto sapendo quello che HG ha fatto a Kelly. Avrei tutte le ragioni del mondo per volere quella donna immobilizzata per l’eternità, quindi se sarò io a suggerire l’idea che non è stata del tutto colpa sua, mi crederanno.”
“Pete, no…non posso…non potrei mai chiederti una cosa del genere.” balbetti. Un conto è farti bronzare di tua spontanea volontà per riuscire a scagionare la tua ragazza, ma Pete…no, non puoi lasciarglielo fare. Così sarebbero due gli agenti che Artie non perdonerebbe mai.
“Non me lo stai chiedendo Mykes, mi sto offrendo io. Puoi dire ad Artie che ho parlato con Kelly e sono caduto in depressione e quindi ho bisogno di stare da solo. Dopo quello che abbiamo passato nelle ultime settimane, non è così strano che abbiamo bisogno di un po’ di pausa. Tutti i lavori offrono di periodi di vacanza, e noi sono due anni che siamo in servizio ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Offriti di andare in missione con Steve in caso di necessità, così non ci saranno problemi.”
Steve. Altro problema. Non puoi mentire a Steve. “Come facciamo con Steve?”
“Digli la verità, vedrai che capirà. E poi, voi gay non dovreste essere solidali tra di voi?”
Sorridi. Tipico di Pete fare battute in un momento del genere. Lo adori per questo. “Non so se sono gay del tutto. Ma hai ragione. Capirà. Se tu sei disposto ad aiutarmi dopo quello che HG ha fatto, non vedo perchè lui non dovrebbe tenere la bocca chiusa con Artie.”
È deciso. Pete si farà bronzare per una settimana. Gli dici di concentrarsi su Kelly e su quello che ha fatto HG. La rabbia è il sentimento più facile da esternare, e Pete non è una persona violenta, quindi se una volta debronzato avrà l’istinto di scagliarsi contro la statua di bronzo di Helena e farla a pezzi, se sarà in preda a una rabbia incontrollabile, saprete che ha funzionato. Gli chiedi di scrivere tutto quello che sta provando e intanto vai a cercare Steve e gli spieghi la situazione.
Lui non sembra molto felice della cosa, ma promette di tenere il segreto.
Abbracci Pete stretto e lo ringrazi per l’ennesima volta. Non avresti mai pensato di trovare qualcuno disposto a correre un rischio simile per te, ma in fondo Pete è il tuo fratellone e ha uno dei cuori più grandi che tu conosca.
“Spero davvero che tu abbia ragione Mykes.” ti sussurra mentre vi abbracciate. “Non importa quanto HG possa non piacermi…voglio che tu sia felice e se è lei la persona che può farti felice, allora spero davvero che questo possa provare che è innocente.”
 
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Il piano sembra procedere senza intoppi. Artie e Claudia sono tornati due giorni dopo che Pete è stato bronzato. Hai raccontato a Artie la storia che hai inventato, e lui ci ha creduto, dopo aver fissato Steve per chiedergli se era la verità (e Steve ha confermato, e tu avresti voluto baciarlo).
Tu e Steve avete nascosto la statua di Pete dietro alle altre, e comunque non è che Artie entri spesso nel settore bronzo, anzi. Ogni tanto ci passa davanti e ci getta un occhio dentro (probabilmente per assicurarsi che HG sia ancora lì e che tu non l’abbia debronzata), ma a parte questo, si tiene lontano da quel posto. A Claudia hai raccontato la verità e lei si è mostrata entusiasta del piano. Ha sempre avuto una specie di cotta/ammirazione per Helena e sai che le manca. Avevano iniziato a lavorare a dei progetti insieme e non vede l’ora che HG torni per poterli portare a termine.
Hai anche messo al corrente Helena dei nuovi sviluppi (ora che sei sicura che ti può sentire, sei ancora più determinata a parlarle per tenerle compagnia, e speri che le tue parole le stiano dando delle emozioni positive, che saranno amplificate quando finalmente sarà debronzata…perchè sarà debronzata, ormai ne sei certa). Passi ancora moltissimo tempo con lei, ma ora parli a voce più bassa, perchè non vuoi che Pete ti senta. Lo scopo dell’esperimento è vedere se le emozioni negative di Pete verranno amplificate, e parlare con lui o anche solo fargli sentire la tua voce potrebbe compromettere tutto. È terribilmente difficile per te stare lontana dalla statua di Pete e non parlargli, non tenergli compagnia. Ogni tanto gli lanci uno sguardo e i sensi di colpa ti divorano. Non solo per un tuo (presunto) errore di valutazione Pete ha perso la persona che ama, ma ora è anche intrappolato nel bronzo solo per farti un favore. Ma tieni duro, perchè sai di aver ragione e sai che finirà tutto bene.
Quattro giorni dopo il bronzamento di Pete, Artie riceve una segnalazione di un artefatto in Connecticut, quindi tu e Steve preparate i bagagli e partite. Lasci a Claudia il compito di controllare che Artie non entri nel settore bronzo, e le ricordi che per nessun motivo al mondo deve andare a parlare con Pete. E poi le chiedi se, quando Artie è impegnato, può essere lei a tenere compagnia a Helena. Hai paura che anche solo un giorno possa annullare l’effetto positivo che speri la tua voce ha avuto su Helena. Ovviamente prima di partire ti fermi a salutarla. Artie pensa che tu sia impazzita, perchè non sa nulla dell’incidente “bronziamo Steve” e quindi non ha la conferma che le statue possono sentire.
Fortunatamente la missione è relativamente facile e il giorno dopo siete già di ritorno. Ti mancava andare a caccia di artefatti. Erano settimane che non andavi in missione e non ti eri resa conto di quanto il tuo lavoro fosse parte integrante di te. Finalmente stai iniziando a sentirti di nuovo te stessa. Ora manca solo riuscire a provare che la tua teoria è corretta e convincere i Reggenti a liberare Helena per poter tornare alla normalità (per quanto la vita di un agente del Warehouse possa essere normale).
I giorni sembrano non passare mai. Sei irrequieta e preoccupata, ma anche speranzosa. Se tutto fila liscio, in meno di una settimana potresti riabbracciare Helena. Basta questo pensiero per farti andare avanti. Ogni tanto informi Artie di una fittizia telefonata ricevuta da Pete, per tranquillizzarlo. Pete sta bene, ha bisogno ancora di qualche giorno, ma tornerà presto. Artie ti crede per fortuna, e tu ti senti una merda a raccontargli tutte quelle bugie, ma non c’è altro modo. Non puoi rischiare che scopra il tuo piano proprio ora.
Finalmente arriva il momento di debronzare Pete, ma Artie è nel suo ufficio e non riuscirai mai a rubargli lo spazzolino senza che se ne accorga. Ti consulti con Claudia. Dovete trovare un modo per fare uscire Artie dal Warehouse, o farlo scendere tra gli scaffali in modo che tu possa entrare in camera sua, rubargli lo spazzolino, correre al settore bronzo, debronzare Pete, affrontare le conseguenze e rimettere lo spazzolino a posto, e il tutto senza farti beccare da Artie. Molto più facile a dirsi che a farsi.
Claudia propone di far scattare l’allarme in qualche sezione del Warehouse lontana dal settore bronzo, nella speranza che Artie vada personalmente a controllare. Tu e Steve potete portare la statua di Pete nel bronzatore intanto, mentre Claudia ruba lo spazzolino e ve lo porta.
Così, fate scattare tre o quattro allarmi nella sezione più distante dal settore bronzo, e come previsto Artie si precipita a controllare. La statua di Pete è già in posizione, ora devi solo aspettare che Claudia arrivi con lo spazzolino. Ma ovviamente le cose non vanno mai come dovrebbero andare. Era troppo bello per essere vero, riuscire a portare a termine il piano alle spalle di Artie.
Claudia arriva con lo spazzolino e te lo passa, e tu stai per spruzzare il dna del tuo capo nella sputacchiera, quando la voce di Artie inizia a rimbombare per tutto il settore bronzo.
“Qualcuno di voi vuole spiegarmi cosa diavolo sta succedendo qui?”
Tu, Claudia e Steve siete paralizzati come tutte le statue di bronzo. Merda!
È Claudia a farsi coraggio e a parlare. Sa benissimo che Artie non riesce a essere troppo arrabbiato con lei. “Artie, vecchio mio…che ci fai qui? Non eri a controllare gli allarmi…”
Ma stavolta non funziona. Artie non la lascia neanche finire di parlare. Urla come un pazzo. “Cosa diavolo ci fa Pete nel bronzatore?”
Vedi Claudia che sta cercando di inventarsi qualche scusa, ma sai che sarebbe inutile. Siete stati scoperti ed è arrivato il momento di dire la verità. Così ti fai avanti, perchè in fondo sei tu ad avere dato il via a tutto e sei tu quella che deve essere ritenuta responsabile.
Artie non sembra prendere bene la tua spiegazione, anzi…non fa altro che aumentare la sua rabbia. Si sa che quando si tratta di HG, Artie non ragiona. Non l’hai mai visto così arrabbiato. Sembra quasi in procinto di sparare raggi laser dagli occhi, e non ti stupiresti se iniziasse a uscirgli del fumo dalle orecchie. Hai quasi paura che gli venga un infarto, da tanto si sta agitando.
Ormai sei convinta che Artie decida di lasciare Pete di bronzo e di bronzare anche te, Claudia e Steve (e così facendo si ritroverebbe completamente senza agenti, ma non sei sicura che in questo momento Artie sia razionale), ma per fortuna Mrs Frederic appare dal nulla come suo solito a salvare la situazione.
Ovviamente, lei sa tutto. Sa del tuo piano e di quello che speri di concludere. Come hai potuto pensare che Mrs Frederic non ti scoprisse? Quella donna è al corrente di tutto ciò che avviene all’interno del Warehouse, quindi perchè questo avrebbe dovuto fare differenza? Ma non sembra arrabbiata (non sei sicura di voler vedere Mrs Frederic arrabbiata), anzi…sembra molto interessata a scoprire i risvolti del tuo esperimento. Prima di tutto, riesce a far calmare Artie. Gli spiega che sì, voi avete sbagliato ad agire alle sue spalle, ma in fondo può biasimarvi? Non avrebbe mai approvato un esperimento simile, non con il fine di salvare HG. Fosse per lui, non solo HG resterebbe di bronzo, ma farebbe persino fondere la statua in modo da liberarsi per sempre di lei. Grazie a dio Mrs Frederic è convincente e nonostante Artie continui a non approvare quello che hai fatto, ora è più calmo.
Poi Mrs Frederic si rivolge a te. Ti spiega che essendo stata HG la prima persona ad essere debronzata, i Reggenti non sanno effettivamente quali sono gli effetti del bronzo. Loro hanno scaricato tutta la colpa su HG, ovviamente, ma c’è la possibilità che il bronzo possa effettivamente aver causato il tutto, soprattutto dopo lo scoppio di rabbia di Steve della settimana scorsa.
E così vi preparate per debronzare Pete. Non sapete cosa aspettarvi, quindi Steve e Artie sono incaricati di trattenerlo in caso si rivelasse essere troppo violento. Mrs Frederic aziona il processo di debronzamento, e quando il fumo si dirada e lo sportello si apre, Pete emerge che sembra trasformato nell’incredibile Hulk.
“Dov’è quella donna?” urla. “Quella stronza psicopatica mi ha rovinato la vita!” Poi si scaglia contro di te. “È tutta colpa tua! Tu hai convinto i Reggenti a farla reintegrare come agente, tu ci hai messo tutti in pericolo! Tu ti sei scopata il nemico! Ci hai traditi! È tutta colpa tua.”
In un altro momento probabilmente quelle parole ti avrebbero ferita, ma ora vuoi piangere di gioia. Avevi ragione! Pete non ti avrebbe mai accusata in questo modo se il bronzo non gli avesse amplificato la rabbia.
Anche Mrs Frederic sembra soddisfatta del risultato. Ora la priorità è far calmare Pete (e non sarà facile come con Steve, perchè in fondo lui è stato nel bronzo per un’intera settimana), ma Mrs Frederic ti promette che discuterà la situazione con i Reggenti il prima possible e prenderanno una decisione riguardo Helena.
Tu sei fiduciosa. Con Mrs Frederic dalla tua parte, sai che è solo una questione di tempo. Quando finalmente ti ritrovi sola nel settore bronzo, non puoi fare a meno di guardare la statua di Helena e sorridere. Tra poco, pensi. Tra poco potrai riabbracciarla.
 
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Sono passati tre giorni da quando Pete è stato debronzato e Mrs Frederic ha promesso di discutere la situazione con i Reggenti. Pete è finalmente calmo e ha smesso di guardarti come se fossi la sola responsabile di aver trasformato la sua ragazza in una maniaca omicida armata di ascia (quando in realtà la tua unica colpa è quella di avere una ragazza maniaca omicida armata di tridente). Ti ha anche chiesto scusa per quello che ti ha urlato appena uscito dal bronzo e ancora una volta tu senti l’irrefrenabile desiderio di abbracciarlo stretto e non lasciarlo più andare, perchè è veramente l’amico migliore che si possa desiderare.
Non c’è ancora nessuna notizia da parte dei Reggenti, e la vita al Warehouse è tornata quella di sempre. Purtroppo non puoi passare con Helena il tempo che vorresti, perchè Pete non è ancora tornato del tutto operativo e quindi devi andare tu in missione con Steve. Ma non importa, perchè sai che presto potrai parlare con Helena in carne ed ossa.
Finalmente, al quarto giorno, Mrs Frederic e il signor Kosan fanno la loro apparizione al Warehouse. Se prima eri fiduciosa, ora sei solo estremamente nervosa. E se avessero deciso di lasciare le cose come stanno e non debronzare HG perchè hanno paura di non riuscire a controllarla? Sarebbe stato tutto inutile e non sei sicura di poter riprenderti da una delusione simile.
“Allora?” chiedi impaziente. “Siete arrivati a una decisione?”
Mrs Frederic e Kosan si scambiano uno sguardo e poi annuiscono. “L’agente Wells verrà debronzata immediatamente e trasferita in una località che a voi non è dato di sapere, dove verrà seguita da un gruppo di dottori che l’aiuteranno a guarire.” Mrs Frederic si rivolge a te, che non sei riuscita a trattenere uno sguardo ferito. Avevi creduto veramente che avrebbero semplicemente debronzato Helena e le cose sarebbero potute tornare come prima. Che stupida. “Myka, per quanto tu abbia avuto ragione riguardo gli effetti che cent’anni nel bronzo hanno avuto su Helena, non possiamo dimenticarci che ha pur sempre messo a rischio non solo il Warehouse, ma l’umanità intera. Non è una prigionia quella che le stiamo offrendo, ma una possibilità di potersi liberare completamente di certi pensieri e certe emozioni. Se Christina fosse stata uccisa ai giorni nostri, Helena sarebbe stata in cura da uno psicologo per superare il dolore causato dalla morte di sua figlia. Ma invece, è avvenuto più di un secolo fa, quando la psicoanalisi non era ancora presa in considerazione. Helena è stata lasciata sola nel suo lutto e nel suo dolore e questo l’ha portata a compiere gesti estremi. Noi le stiamo dando la possibilità di essere curata come avrebbe dovuto esserlo subito dopo la tragedia che l’ha colpita.”
Il discorso non fa una piega, e lo sai. Ma questo non toglie che avevi sperato che Helena potesse tornare a casa con te fin da subito. “Per quanto tempo starà via?” chiedi.
“Non lo sappiamo ancora, dipenderà tutto da lei.” Mrs Frederic sembra notare la delusione dipinta sul tuo volto. “Nel processo di guarigione avrà bisogno anche del tuo aiuto. Non temere, Myka, avrete modo di parlarvi e di vedervi molto presto.”
Annuisci e chiedi se puoi essere presente al momento del debronzamento, ma il permesso ti viene negato. Kosan ti spiega che la tua presenza potrebbe compromettere la valutazione dello stato in cui Helena si trova. Capisci perfettamente, ma questo non ti fa accettare meglio la situazione. Speri solo che Mrs Frederic abbia ragione, e che potrai presto rivedere Helena.
Kosan chiede a te, Pete, Claudia e Steve di lasciare il settore bronzo. Artie vi fa un cenno che significa “andate a rendervi utile facendo l’inventario e state il più lontano possibile da qui”.
“Posso avere solo un secondo con lei?” chiedi a Mrs Frederic, che annuisce con un sorriso. A quanto pare, la custode del Warehouse è a conoscenza della relazione tua e di Helena (e non ti stupisci più di tanto. Quella donna è onniscente!).
Vieni lasciata sola nel settore bronzo, ti avvicini a Helena e le carezzi la guancia, come se potesse davvero sentire il calore della tua mano contro la sua pelle. “Tra poco verrai debronzata, e io non sarò qui al tuo fianco. Voglio che tu sappia che non è una mia decisione, ma sono ordini che devo seguire. Non so tra quanto tempo potremo rivederci, ma ti prego, collabora con i Reggenti e i dottori. Prima riuscirai a guarire, qualunque cosa voglia dire, e prima potremo tornare insieme. Ricordati che nonostante io non sarò con te fisicamente, non sarai mai sola. Quindi ti prego, torna presto da me. Io sarò qui ad aspettarti.”
Lanci un ultimo sguardo alla statua, pregando e augurandoti che non dovrai mai più rivederla in vita tua, e raggiungi Pete, Claudia e Steve tra gli scaffali del Warehouse, a fare finta di fare l’inventario (come se veramente qualcuno potesse concentrarsi sul lavoro in quel momento). Una parte di te vorrebbe nascondersi vicino all’ingresso del settore bronzo per poter vedere Helena passare. In fondo, è lei che non deve vedere te, e puoi capirne il motivo, non il contrario. Ma sai che se solo posassi lo sguardo su di lei, non riusciresti a lasciarla andare, quindi ti trattieni. Pete sembra leggerti nel pensiero, perchè inizia a fare il cretino per cercare di distrarti. Claudia, invece, fa quello che avresti voluto fare tu: si nasconde dietro uno scaffale per poter spiare nel settore bronzo. Riesce a intravedere Helena venir scortata fuori dal Warehouse dal signor Kosan e Mrs F.
“Come…com’è?” chiedi in un sussurro quando Claudia vi raggiunge.
“Esattamente come l’hai lasciata. La solita HG, pallida, inglese, fiera e schifosamente attraente.”
Sorridi, e per la prima volta da quando Helena è stata bronzata, è un sorriso pieno di vera gioia.
 
-o-
 
Il percorso di guarigione di Helena prevede che faccia ammenda per quello che ha fatto. I reggenti sembrano aver trovato un modo per trasportare la sua coscienza tramite una strana orbe che sembra la sfera Pokè di quel cartone per bambini. Quando viene attivata, HG appare sottoforma di ologramma. Può interagire ma non può toccare nulla o essere toccata. Ovviamente i Reggenti si sono ben guardati dallo spiegarvi come funziona quell’orbe, ma Helena è estremamente affascinata da quell’oggetto. “Vorrei averci pensato io!” La solita mente geniale sempre in movimento. Non ti stupirebbe se lei e Claudia iniziassero a smembrare la sfera per capirne il funzionamento, una volta che Helena tornerà ad essere un membro effettivo della squadra.
Mrs Frederic arriva al Bed & Breakfast con la sfera e la passa a Pete, istruendolo di andare nella biblioteca e di attivare lì la sfera. A quanto pare, è desiderio di Helena che sia lui il primo con cui scusarsi. Dopo circa un’ora, Pete esce dalla biblioteca e fa cenno a Claudia di prendere il suo posto. Il colloquio della giovane con HG è molto più breve, e dopo soli venti minuti è il turno di Artie. Convinta che sarà una lunga attesa, ne approfitti per metterti a leggere. Non sei veramente concentrata sul libro; ti auguri che Artie riesca a mettere da parte i vecchi rancori e perdonare Helena, così da aiutare il suo processo di guarigione. Sei sorpresa e preoccupata quando Artie riappare dopo solamente un quarto d’ora. Hai paura che si sia rifiutato di ascoltare Helena e che se ne sia andato senza lasciare alla donna il tempo di scusarsi, ma l’espressione sul suo volto non è ostile o adirata. Sembra tranquillo, rilassato, sollevato.
Finalmente è arrivato il tuo turno. La tua mano trema sulla maniglia della porta. Fai un respiro profondo, e finalmente entri in biblioteca. Helena è con le spalle alla porta e sta guardando fuori dalla finestra. Il tuo primo istinto è quello di correrle incontro e abbracciarla, ma poi ti ricordi che lei non è veramente lì, è solo un ologramma, e che se provassi ad abbracciarla, le passeresti semplicemente attraverso.
“Helena…” la chiami con un sussurro. Lei si gira e ti rivolge il sorriso più smagliante che tu abbia mai visto. Vorresti piangere di gioia.
“Myka…mia adorata Myka…” la sua voce è la stessa di sempre, i suoi occhi sono gli stessi di sempre, e per un attimo ti dimentichi di quello che è accaduto negli ultimi mesi e fai finta che il tempo si sia fermato prima dell’Egitto, prima di Yellowstone, quando passavate le serate in biblioteca, abbracciate sul divano davanti al fuoco a leggere e parlare. Cosa non daresti per poter tornare a quei tempi.
“Myka, ho chiesto di vederti per ultima perchè sei la persona alla quale devo più scuse. Non so neanche se riuscirò a trovare le parole adatte per esprimerti quanto mi sia pentita delle mie azioni, quanto non sia fiera di quello che ho fatto, e dell’effetto che ha avuto su di te.”
Scuoti la testa. “Ti sei già scusata, Helena. Non c’è bisogno che lo faccia di nuovo.”
“Si invece.” insiste lei. “Mi dispiace di averti fatta dubitare di te stessa e del tuo giudizio. Nulla di quello che è successo è stato colpa tua. Mi hai dato fiducia, hai creduto in me e io ti ho tradita, e per questo passerò la mia vita a fare ammenda. Voglio solo che tu sappia che tutto quello che è successo tra di noi…che il mio amore per te non ha mai fatto parte di un piano per conquistarmi la tua fiducia. Quello che ti ho detto a Yellowstone non era vero, era solo la mia rabbia a farmi parlare. Sono terribilmente dispiaciuta di averti fatto dubitare di tutto.”
“Lo so.” annuisci. “Se non avessi creduto che eri sincera quando dicevi di amarmi, non avrei mai passato tutto quel tempo nel settore bronzo con te”
“A proposito di quello…” Helena sorride dolcemente. “”Ti ringrazio. La prima volta che sono stata bronzata, ho vissuto più di cent’anni nella completa oscurità, con solo i miei pensieri a tenermi compagnia. Ma questa volta, le tue parole sono state un grande conforto, e mi hanno aiutata a liberarmi della mia rabbia e del mio odio. Sono stati quei tuoi sussurri nell’oscurità a salvarmi, Myka. Non riuscirò mai a sdebitarmi abbastanza per questo, e per l’amore che mi hai regalato.”
“Cerca solo di tornare presto da me, ok?” le dici, con gli occhi velati di lacrime. “Ti aspetto Helena. Ti aspetterò sempre.”
 
-o-
 
Sono passati quasi sei mesi dal giorno in cui Helena è apparsa nella biblioteca del B&B. In quei sei mesi, avete avuto più missioni di quante riuscite a ricordarvi. Un paio di settimane fa, durante un caso particolarmente difficile, Helena è stata evocata dalla sfera per aiutarvi, perchè durante i suoi giorni come agente del Warehouse 12, aveva lei stessa dato la caccia a quell’artefatto (e aveva anche costruito un razzo…nel 1893…dannata mente brillante!). È stato bello averla al tuo fianco durante una missione, seppur sottoforma di ologramma, e il suo intervento è stato decisivo non solo nella risoluzione del caso, ma anche nell’evitare un omicidio di massa.
Nonostante il lavoro ti tenga impegnata, non passa giorno in cui i tuoi pensieri non siano rivolti a Helena. Ti chiedi per quanto tempo ancora dovrà restare in questa misteriosa località di cui non sai nulla (come sempre i Reggenti si sono dimostrati molto poco disponibili al lasciar trapelare informazioni). Ti manca, e averla vista due volte come ologramma non basta per riempire il vuoto che ti ha lasciato. Hai bisogno della sua presenza fisica al tuo fianco.
E finalmente, durante un pomeriggio che stranamente hai libero, Claudia entra correndo in camera tua, interrompendo la tua lettura. “Myka, Myka, devi venire di sotto, c’è una sorpresa per te!”
La tua mente ci mette tre secondi per capire di che cosa si tratta. Ti alzi di scatto, facendo cadere il libro a terra, e ti precipiti giù dalle scale come una furia. E Helena è lì, all’ingresso del Bed & Breakfast, un po’ più magra di come te la ricordavi, forse, ma sempre bellissima. E soprattutto, in carne ed ossa.
“Hey Mykes, guarda un po’ chi è tornata...” dice Pete, ma tu non lo ascolti. Percorri la distanza che ti divide da Helena correndo, e ti lanci tra le sue braccia, avvolgendola in un abbraccio soffocante. Dopo tutti quei mesi, finalmente Helena è tornata!
Poco ti importa del fatto che Artie è lì presente, o delle risatine e dei fischi di sottofondo da parte di Pete e Claudia. Le tue labbra catturano quelle di Helena in un bacio da togliere il fiato ad entrambe.
“Sei tornata.” sussurri tra le lacrime. “Sei tornata da me.”
“Myka, tornerò sempre da te. Te lo prometto.” risponde Helena, senza sciogliere la stretta del suo abbraccio.
Quella notte, fate l’amore come non l’avete mai fatto prima. Hai detto a Leena di non disturbarsi a preparare una camera per HG, perchè da quel momento in poi avreste diviso la tua. Claudia ha borbottato qualcosa riguardante camera sua essere quella affianco alla tua e che i muri del B&B non sono insonorizzati “e l’ultima cosa che desidero è l’essere traumatizzata a vita per aver sentito una delle vostre lotte tra le lenzuola, quindi cercate di tenere i rumori al minimo, grazie!”. Ridi, e Helena sfodera uno dei suoi sorrisetti maliziosi. “Non posso prometterti nulla, cara. Sono passati mesi dall’ultima volta che io e Myka abbiamo diviso il letto e dobbiamo recuperare il tempo perduto.”
E l’avete recuperato…l’avete recuperato eccome!
Artie sembra essersi rassegnato all’idea che Helena faccia parte della squadra ora. Sai che non si fida totalmente di lei, ma è decisamente meno scontroso e rude nei confronti dell’inglese, e sei convinta che presto riuscirà ad accettarla completamente come parte di quella strana, disfunzionale, ma meravigliosa famiglia.
È una mattina di inizio dicembre, Claudia è bloccata a letto con una terribile influenza allo stomaco, Pete e Steve sono in missione da qualche parte, Helena è nella sezione HG Wells del Warehouse a smontare e rimontare qualche sua invenzione del passato, e tu sei nell’ufficio di Artie in compagnia di un libro, godendoti quel poco tempo libero che hai a disposizione. Ovviamente, non dura molto.
“Myka, abbiamo una segnalazione. Vai a chiamare la tua partner e correte a fare i bagagli, vi prenoto una aereo per il Messico tra tre ore.”
La tua partner. È la prima volta che Artie chiama Helena in quel modo. Ed è la prima volta da quando Helena è tornata che andate in missione insieme. Artie cerca sempre di evitare di accoppiarvi, perchè ha paura che la vostra relazione sentimentale influisca sul lavoro. Non capisce che è proprio quell’intesa che avete che vi rende una squadra invincibile.
“Helena, abbiamo una missione. Smettila di distruggere qualunque cosa fosse quella che hai in mano e vieni a fare i bagagli.” le dici, entrando nella sua sezione.
Helena alza lo sguardo da quello che sta facendo e ti sorride. “D’accordo, allora…come ai vecchi tempi. Wells e Bering, che risolvono enigmi e salvano la situazione!”
“…Bering e Wells!” rispondi, sorridendo a tua volta, e insieme vi dirigete fuori dal Warehouse e dritte verso un’altra avventura.
  
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