Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Kara_NoBo    20/06/2012    1 recensioni
Odiava il vespro. Il vespro aveva portato a S. Lucia il fuoco.
E il fuoco aveva liberato Eva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1 - S. Lucia

Il vespro. Odiava andare alla messa del vespro.

Come al solito era riuscita a nascondersi da Sorella Kate. Quella povera novizia grassoccia e dal sorriso gioviale, il suo viso tondo sembrava un panetto di burro; lei sì che era adatta a cantare durante la messa. Sfortunatamente il suo compito era di rintracciare la fuggitiva, e costringerla a raggiungere il coro. A Eva scappò un sorrisetto: forse ci sarebbe riuscita con Angie o con Liz...si vantavano, ma non erano brave come "quella peste di bambina" a trovare nascondigli nuovi. Sollevò le braccia e incrociò le piccole dita dietro alla nuca, raggiunta dalle deboli note dell'organo. Suonavano il Kyrie. Si trovava perfettamente a suo agio, come se fosse sdraiata su un prato verde, anzichè su una trave impolverata a 6 metri d'altezza. Nella vecchia biblioteca non entrava mai nessuno, men che meno i bambini, per cui era un posto insospettabile...o almeno lo era per l'ingenua Sorella Kate. Una suora con più esperienza in materia "Eva" l'avrebbe quasi sicuramente scoperta, dopo un paio d'ore: quel tanto che bastava per sfuggire al vespro. Le sembrava quasi di galleggiare, e immaginò di trovarsi su un vascello d'aria, invincibile contro le tempeste, i pirati, e le monache imbronciate.

I rintocchi del vecchio campanile gotico le rimbombarono nello stomaco. Le campane erano una delle grandi passioni di Eva, era andata spesso a trovarle durante le sue scorrerie da monella irrecuperabile. Le davano un senso di libertà intrinseca, in quella grande e austera prigione, come fluttuanti per magia lassù, in cima alla grande torre campanaria che guardava il paesaggio al di là delle tristi cancellate di S. Lucia. Solo lì si poteva respirare davvero. I rintocchi rimbombavano ancora, sempre più forti, quasi a distesa. Eppure non era la festa patronale. Che sensazione strana. Era come se un lento brulichio di termiti risalisse l'edificio, dalle fondamenta alla cima, annegandolo di zampette e mandibole invisibili. Un rombo basso e cupo cresceva salendo piano a riempire l'aria, fino ai soffitti. La trave impolverata tremò impercettibilmente, il brivido di qualcun altro sulla pelle della bambina.

Il fumo denso rendeva l'aria irrespirabile. Zaffate di carne bruciata e schegge di vetro, le campane disperate. Eva correva e correva tra i corridoi, tra le urla strazianti e il panico che si incarnava in ogni colonna di fumo, in ogni fantasma incendiato, in ogni grido strozzato.

Correva e correva, e correva ancora. Correva sul selciato di S. Lucia, verso i cancelli sgangherati e pendenti, anneriti di tristezza e ora di cenere. Qualcosa di scuro a terra la ostacolò nella corsa. Cadde, trovandosi davanti agli occhi sbarrati e ciechi di Sorella Kate, una massa sanguinolenta e bruciaticcia. Il cuore le pompava con forza nelle orecchie -rialzati!- le batteva contro i timpani per ricordarle la sua presenza. Il muro di fuoco emanava un bagliore accecante, contro cui si agitavano sagome nere piccole e patetiche come insetti impazziti. Pochi passi al di fuori del cancello, stava immobile ad osservare: con un rantolo e uno scricchiolio tremendo, il vecchio campanile gotico ripegò su se stesso, affondando nelle fiamme infernali con un ultimo, sonoro rintocco stonato, un ultimo sospiro disperato.

Odiava il vespro. Il vespro aveva portato a S. Lucia il fuoco.

E il fuoco aveva liberato Eva.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Kara_NoBo