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Autore: Clover GD    20/06/2012    10 recensioni
Storia cancellata e riscritta quasi completamente. Non vi piaceva com'era prima? Beh, non piaceva nemmeno a me, per cui l'ho riscritta e -si spera :)- migliorata.
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Seconda metà del 1800, un viaggio in Canada per Duncan ed una triste sorpresa per Courtney. Una convivenza forzata con Trent ed una nuova amicizia con Gwen.
Un'AU sui miei OTP, non cercate tracce di reality qui dentro.
Speranze -vane?- di non essere caduta nell'OOC.
Mi auguro che recensiate, sebbene conosciate già la trama, a grandi linee. Vi ricordo comunque che qualcosa è cambiato. Che sia tanto o poco, poi, dovete deciderlo voi :)
Mi riservo di poter aggiungere l'avvertimento Slash. Forse, ovviamente.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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IMPORTANTE: ho riletto questa storia da poco. Era orribile, pertanto ho deciso di cambiarla in meglio. Ho apportato una gran quantità di modifiche a questa storia. Ho cambiato la focalizzazione (da interna ad esterna), ho cambiato il narratore (da interno ad esterno anche lui), ho cercato di eliminare ogni possibile traccia di OOC nei caratteri dei personaggi ed ho modificato anche l'orribile carattere di scrittura. L'unica cosa che è rimasta pressoché uguale è la trama, sebbene non mi esimi dal dirvi che potrebbe esserci qualche piccola modifica: potrebbe capitare per problemi di IC.

CERCHERÒ DI FAR Sì CHE L'IC REGNI SOVRANO. QUALSIASI SBAVATURA È DA FARMI NOTARE CON UNA RECENSIONE NEUTRA/CRITICA O CON UN MP.


Un gigantesco grazie alla mia armigera, Akakuro Hybrid, che mi ha betato il capitolo.

Sarei persa senza di te, amore mio! ♥


Grazie dell'attenzione :)

Dikasterion.


Ti ritroverò.


«Un viaggio di lavoro?»

Courtney sentì il cuore stringersi, ma solo per un millisecondo.

«Esatto, principessa. Io e Trent!» rispose lui.

Con un moto d'ira ed uno di gelosia, la ragazza si fece preda del pensiero che solo e soltanto lei sarebbe potuta diventare qualcuno d'importante, fra i due. Non considerava Duncan un totale idiota, ma a dirla tutta si vedeva superiore a lui.

Ciononostante, sapeva di dipendere dalla sua presenza.

Anche se avesse voluto negare il fatto che l'amava come non aveva mai amato nessuno in vita sua, si sarebbe comunque dovuta trovare ad ammettere che aveva bisogno di lui, anche solo per sentirsi migliore di qualcuno.

«Che diavolo ci vai a fare un anno in Canada con Trent e...» un velo di lacrime le appannò la vista, ma lei le ricacciò orgogliosamente indietro, «senza di me?»

Lo faceva sempre.

Courtney rendeva sempre ogni cosa una tragedia senza pari.

«Principessa, ma è un anno solo. E poi il capo ci ha promesso un posto fisso qui, con uno stipendio migliore di quello che abbiamo ora! Diventeremo architetti professionisti, capito?»

Duncan era il classico ragazzaccio che era stato poi rimesso sulla retta via. Più o meno, insomma.

Aveva smesso di fumare tutto quello che si trovava davanti, ma non rinunciava al piacere che riusciva a dargli un bicchiere di whisky. Tuttavia, aveva studiato architettura, si era impegnato. Aveva trovato motivazione non nel rendere felice Courtney, ma nel dimostrarsi migliore di quanto lei l'avesse mai giudicato.

Perché questo era il problema di Courtney: lei non riusciva a fare a meno di giudicarlo per ogni secondo della sua vita.

«Ma come comunicheremo?» chiese lei, con una punta di preoccupazione.

Forse, in qualche modo, lo amava. E le sarebbe mancato.

«Ti scriverò una lettera al giorno.»

Duncan la vide sgranare gli occhi da cerbiatta.

«Ma le poste funzionano malissimo!» asserì, trattenendo il respiro.

«Ma il mio cuore continuerà a battere all'unisono con il tuo, no?»

No.

Entrambi sapevano benissimo che questa frase era soltanto una delle tante del repertorio di Duncan per conquistare le ragazze.

Duncan e Courtney non avevano due cuori che battevano all'unisono.

Duncan e Courtney erano sbagliati. Si erano messi insieme poco prima che avessero lasciato i loro ex a distanza di pochi giorni, in pratica li avevano traditi. Quando si amavano, i loro cuori non battevano insieme, ma erano in disarmonia.

Erano sbagliati, ma si erano trovati arrancando fra i loro errori. E non si erano più mollati, anche per la paura di ricadere nella spirale di sbagli in cui erano caduti prima di conoscersi.

«Sì, ma...»

No.

Di nuovo, entrambi sapevano che quel detto da Courtney era solo fittizio.

«Come faccio a stare un anno lontana da te?» ansimò lei.

«Lontana da me?» chiese lui. Non gli sembrava vero, a dir la verità, che lei avesse appena ammesso una sua debolezza.

«Lontana dalla tua inettitudine, dai tuoi capelli spettinati, dai tuoi stivaletti incrostati di fango e dall'innumerevole quantità di matite che spargi per terra!»

Oh. Ecco.

Courtney non si mostrava mai fragile.

Una lacrima fece capolino sulla sua guancia, e Duncan la asciugò con il pollice.

Ennesima mossa da rimorchio.

«Su, su, Court. Sai benissimo che non sarebbe affatto male se venissi anche tu, ma avresti dovuto sentirlo, quello stronzo di McLean! Sì, potrei farvi portare una donna, ma poi non sarebbe abbastanza divertente vedervi soffrire! Trent stava per tirargli una matita nell'occhio. Patetico, davvero patetico. Ma la morale della favola qual è, alla fine? Io non posso portarti con me, Trent non può portarsi Gwen.»

Fu solo grazie ai suoi immancabili riflessi che evitò lo schiaffo che stava per partire da lei.

«Cosa cazzo dici? McLean è un deficiente, non ci vuole nulla a convincerlo! Avresti potuto insistere, o chiamare un avvocato!»

Duncan scosse la testa.

«Ha troppe conoscenze, in quel campo. È un fottuto bastardo, ma non posso farci niente.»

«Tra quanto dovrai partire? Una settimana? Un mese?» provò a domandare lei. Chissà per quale motivo, ma sentiva che la risposta a questa domanda le avrebbe fatto male.

«Veramente... Domani a mezzogiorno.»

Dio santissimo.

Chris McLean gliel'avrebbe pagata cara. Carissima.

«Tu... Oh, Duncan!» mormorò e, incapace di trattenersi, permise a qualche lacrima di percorrerle il viso.

«Courtney, Courtney, principessa, non fare così.» disse, afferrandola per le spalle e scrollandola.

«So che non si riesce a fare a meno di uno come me per tutto quel tempo, ma ti toccherà provarci!»

Ammiccò.

Courtney lo guardò con malizia.

«Abbiamo comunque ancora stanotte, giusto?»

Duncan inarcò un sopracciglio.

«Esattamente, ma poi... Stop. Un anno sarà off limits. Ed io mi rifiuto categoricamente di scoparmi Trent in mancanza di altro.»

Courtney socchiuse le labbra e lo guardò inorridita.

«Farò finta che tu non abbia detto niente, ma ti toccherà farti perdonare.»

Lui le regalò un sorriso sghembo.

«Sto seriamente pensando di farti urlare finché non avrai più voce.»

Courtney lo guardò come se avesse detto un abominio.

«Coglione» proferì.

Un istante, e poi si gettarono avidamente l'uno contro le labbra dell'altra. Si tolsero velocemente i vestiti.

Sesso per rabbia. Il migliore, dicono.





Nessuno è in grado di fermare il tempo, purtroppo.

Se Courtney avesse avuto una scala abbastanza alta, avrebbe volentieri tentato di raggiungere il sole per ricacciarlo indietro e non far mai arrivare mezzogiorno.

Ma arrivò, come tutte le ore della giornata.

«Scrivimi, Dunc. Lo sai che senza di te sarà dura.»

Era strano come, dopo il sesso, Courtney si lasciasse andare e dicesse cose che non avrebbe mai detto in condizioni normali.

«Principessa, suvvia: è solo un anno!»

Mai sentito parlare della goccia che fa traboccare il vaso?

Courtney andò fuori di sé.

«Solo un anno un cazzo, Duncan! Un anno è tanto, sai? È tanto, ed io non ho la minima voglia di pensare a come farò senza di te!»

Di solito, una persona si fa scappare la parola di troppo quando è ubriaca.

Courtney si ubriacava di lussuria e di sesso, parlando fin troppo mentre ancora abbracciava Duncan.

«Uhm... Hai ragione. Ma che ci posso fare io?» disse lui, con una calma che uccideva.

Lei stava lì lì per ribattere, ma si fermò un attimo.

«Duncan?» disse invece, con quella sua vocetta saccente.

«Sì?»

«Dobbiamo separarci litigando?» continuò lei, addolcendosi.

«Non penso sia conveniente.» mormorò lui.

«Sei un cretino. Addio.» sussurrò con un tono sofferente.

«Suvvia, principessa... Arrivederci.»

Le lasciò un bacio dolce, poi salì in carrozza.

«Scrivimi!»

Courtney fece appena in tempo a gridargli dietro la parola, mentre i cavalli cominciavano ad andare verso la stazione.

«Lo farò!» disse la voce di Duncan mescolata al rumore degli zoccoli di quello stupido cavallo.

Quando la carrozza diventò solo un puntino all'orizzonte, lei si mise a piangere davvero.

Aveva voluto dimostrare di essere forte davanti a lui, ma c'era da ammettere che trecentosessantacinque giorni e trecentosessantacinque notti erano tante.

Troppe.

Persino per lei.



***

A/N Ed eccoci qui :)

Questo capitolo è stato abbastanza facile da riscrivere, sapete? L'unica cosa è che penso che qualche cambiamento sulla trama ci sarà. Sono diventata una perfetta slasher, non vorrei cadere in tentazione di far sbaciucchiare Trent e Duncan xD

Non si sa mai, comunque ù_ù

Ansiosissima di sapere quanto e se vi sia piaciuta la riscrittura del capitolo :)

A meno che non ci siano dei problemi -e avvertirò in caso nel capitolo precedente-, aggiornerò una volta a settimana. Penso che aggiornerò il mercoledì. Mi piacciono i mercoledì :D

A mercoledì prossimo, dunque :)

CloClo :)

   
 
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