“Tic, toc…”
“Tic, toc…
Inizia a scappare.”
Una melodia
che sapeva di morte rimbombava nella mia testa.
“Ding, dong…
Sto per prenderti.”
Le mie gambe
tremavano, non riuscivo a muovermi. La mia camera era buia, tetra.
Ero
paralizzato. I miei occhi pieni di terrore. Il respiro si era bloccato.
“Toc, toc…
Presto morirai.”
Scattai in
piedi e corsi verso la porta, inseguito da quella “persona”, se così si poteva
definire, che voleva vedermi morto.
“Don, don…
Nasconditi, vengo a cercarti!”
Uscii di
casa in piena notte, con i vestiti del giorno prima, quella melodia non mi
aveva permesso nemmeno di mettermi il pigiama.
L’erba era
umida, il cielo notturno oscurato da una fitta nebbia.
Correvo. Le
gambe mi facevano male e imploravano di fermarmi. Ma io correvo sempre di più.
La morte in persona mi inseguiva, e lo sapevo. L’avevo vista in faccia.
“Tic, toc…
Comincia il gioco… Nascondino.”
<< NO!
>> Urlai. La mia voce era strozzata e disperata.
“Ding, dong…
In palio c’è la tua vita.”
Caddi a
terra, il viso sull’erba scura.
Una mano mi
offrì aiuto.
Alzai lo
sguardo.
In un
secondo mi resi conto che era lei,
nelle vesti di una ragazza, che mi porgeva la mano.
Tremai e
tentai di urlare, ma la voce non uscì.
<< Tic,
toc… Scappa se ci riesci!>> Cantò.
Era lei che mi inseguiva.
Mi alzai da
terra e corsi verso il bosco.
Piangevo di
disperazione. Volevo vivere, ero solo un ragazzo.
Vidi una
casa in lontananza, nonostante la nebbia oscurasse ogni cosa.
Caddi altre
due volte, il viaggio per arrivare a quella casa era infinito.
“Ding, dong…
il gioco sta per finire…”
<<
BASTA! >> Gridai.
Quella
melodia mi faceva gelare il sangue nelle vene.
Raggiunsi la
casa di legno, piccolissima e abbandonata.
Entrai,
lanciandomi nella stanza più vicina.
Chiusi la
porta a chiave e mi nascosi sotto il letto che c’era.
Ma sapevo
che prima o poi mi avrebbe trovato.
Si sentì
bussare alla porta.
Chiusi
stretti gli occhi. Non volevo più sentire quella voce agghiacciante. Non volevo
più vedere quel sorriso demoniaco sul volto della ragazza.
<< Toc,
toc… Sto entrando… Non chiederò il permesso. >>
Eccola. Mi
aveva sicuramente visto.
La porta si
spalancò, e presto lei sarebbe venuta
anche in questa stanza.
<< Ding,
dong… Ormai è finita per te! >>
Si abbassò
fino a guardare sotto il letto.
<< Tic,
toc… Ti ho trovato! >>
Scivolai
fino ad uscire da sotto quel letto e mi lanciai fuori dalla finestra.
Atterrai con
un tonfo e fuggii ancora più lontano.
Non dovevo
guardare indietro. Se lo avessi fatto, probabilmente sarei morto.
Guardavo a
terra e contavo i fiori che c’erano sotto di me per distrarmi dal pensiero che
a breve non sarei stato altro che un fantasma in cerca del proprio corpo ormai
morto.
Ma al
passaggio di lei, appassiva tutto.
Raggiunsi
una collina, e per salire feci uno sforzo indescrivibile.
Ma stavo
cercando di salvare la mia vita. Avrei pagato con qualsiasi cosa per riuscirci.
“Ding, dong…
Sono sempre dietro di te.”
Ancora
quella voce.
Terrore.
Puro terrore mi avvolse e mi offuscò la vista e il pensiero.
Non sapevo
più cosa fare. Scappare non sarebbe servito a niente. Tanto mi avrebbe preso
comunque.
Mi accorsi
di essermi fermato.
“Vuoi
vivere? E allora scappa!” Mi dissi.
La figura di
una bambina della mia stessa età, dai capelli lunghi e scuri apparve davanti a
me.
<<
SCAPPA! >> Urlai, nel tentativo di salvarla.
Ma si girò.
Lei poteva cambiare forma, e da ragazza,
aveva preso le sembianze di una bambina innocente.
Gli occhi
rossi e il sorriso crudele che aveva in volto mi paralizzarono.
<< Tic,
toc… Il gioco è finito e ho vinto io! >>