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Autore: skullrose    21/06/2012    3 recensioni
Non esser triste amor mio, sarò sempre accanto a voi e quando verrà il momento ci riabbracceremo come un tempo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hotaru/Ottavia | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Wind of love

 
 

Una fiamma ardente si estendeva lungo l’orizzonte, il fumo nero e denso creava dei vortici tenebrosi e inquietanti che il vento faceva danzare lentamente in un valzer della morte. La boscaglia un tempo ricca di animali, era ora un cumulo di fiamme, macerie e desolazione, le piccole creature fuggivano impazzite cercando riparo in qualche luogo sicuro lontano da tutta quella distruzione.

Una finestra, a qualche isolato di distanza era spalancata, la lieve brezza serale faceva muovere le tende come un fantasma volteggiante; il buio regnava sovrano e una figura alta e pallida come la luna fissava stordita la potenza delle fiamme. In lontananza le sirene sembravano il canto d’aiuto di quell’inferno esploso come un battito di ciglia, un’autopompa si dirigeva velocemente verso l’orizzonte macinando sempre più metri fino al suo obiettivo.

I pompieri imbracciavano i loro idranti e come i supereroi dei cartoni animati, si lanciavano tra le fiamme estinguendole per sempre; di quella devastazione era rimasta solo cenere e il fumo grigiastro che lento e inesorabile saliva al cielo trasportato dalla leggera brezza che dominava quella giornata.

La figura pallida accanto alla finestra era sparita, la luce del piccolo portico in legno era accesa, illuminava solo la vecchia porta sgangherata della casa che pareva disabitata per quanto assordante era il silenzio al suo interno; un movimento fluido e leggero s’intravedeva nella fioca luce, una veste bianca che pareva svolazzare in quel buio più scuro della notte, poi all’improvviso un volto comparve sulla soglia di quella vecchia porta che cigolante permetteva l’uscita di quella figura così pallida da sembrare irreale. Una donna con la mano sul cuore guardava con apprensione l’orizzonte, il volto sfigurato dalla preoccupazione e dall’apprensione che inesorabile si rifletteva anche nei suoi occhi solitamente blu ma che quella sera sembravano legati alla notte scura in modo indissolubile. Il labbro inferiore perennemente torturato e un piccolo rivolo di sangue che si faceva strada verso il mento come a voler cercare la libertà tanto agoniata.

Il sollievo dipinto negli occhi di quella donna e un sorriso scaturito dal profondo verso quell’alta figura che lentamente si avvicinava alla piccola casa sgangherata, un passo, due passi, tre passi… per quanto la figura si avvicinasse, il suo corpo restava fermo, come se delle mani invisibili lo trattenessero.

Uno spasmo involontario, le mani che arpionano avidamente le lenzuola e l’urlo muto perso nel buio di una camera nel caos più totale di una megalopoli in continua evoluzione, la stessa figura pallida di quell’orrida visione cercava ossessivamente la figura in costante movimento accanto a se.

Eccola, dolce ed eterea come la sua figura, accoccolata placidamente nelle candide lenzuola, in viso un sorriso che nulla lasciava presagire orribili sogni; la fissava dolcemente mentre dal piccolo trasmettitore accanto al comodino il pianto inesorabile di un bambino riportava la pallida figura alla realtà. Anche la piccola anima innocente avvertiva il suo turbamento e con il suo pianto senza lacrime, lasciava intendere che era tutto un sogno, un incubo tanto reale da far male.

Un lieve bussare e una bambina paffuta che stringeva ossessivamente un piccolo peluche a forma di coniglio, si era fatta strada nella grande stanza avvolta nel buio, si sentiva indistintamente il suo tirare con il naso e il respiro affannato della donna che giaceva inerme sul letto troppo grande per una persona sola.

“Mamma…”

“Hotaru sono qui, vieni”

“Ho fatto di nuovo quel sogno”

“Anch’io bambina mia”

Dolcemente aveva stretto a se quella bambina che era ormai il suo unico appiglio a quella realtà troppo dolorosa da sopportare, nessuna figura dolce ed eterea era accoccolata placidamente tra le lenzuola, nessuna ciocca bionda come il grano era intrecciata nei suoi capelli, nessun corpo caldo da abbracciare.

Lentamente erano ripiombate nell’abisso senza fine dei sogni, mentre un’alta figura con gli occhi smeraldi, i capelli del grano e il sorriso più dolce del mondo, le fissava da quella finestra sgangherata e bruciacchiata che apparteneva ad un passato troppo doloroso da superare.

Non esser triste amor mio, sarò sempre accanto a voi e quando verrà il momento ci riabbracceremo come un tempo.

Una carezza lontana portata dal vento, si era adagiata sui volti di quelle due anime disperate, che in quel semplice gesto avevano avvertito il tocco del loro grande amore.

  
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