Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Carmaux_95    21/06/2012    2 recensioni
-Sentite,- esclamò a quel punto Jack stufo di quella noiosa discussione. -io personalmente non ho nulla contro chi si infila nel letto di una donna.- Angelica gli tirò una gomitata. Beckett li vide: fu come fulminato da un'idea. Jack pensò in fretta ad una conclusione adeguata alla sua frase. -Ma se quella non è d'accordo e non ci sta, allora si tratta di violenza carnale (credo), e a questo ci penserà il giudice, che in questo caso sono io e vi dico: vi saluto!- si fece strada tra la gente e raggiunse poco dopo il suo fido quartiermastro.
-Mastro Gibbs...è la seconda volta oggi che perdo mia figlia, spero sarete in grado di dirmi dove è andata.- Gibbs sorrise e indicò il monastero. Il piccolo gruppo si diresse verso il suddetto.
Beckett aveva tirato fuori da una delle sue tasche un piccolo foglietto piuttosto stropicciato. “Se non posso ucciderti perché per farlo devo salvarti la vita...” pensò scrivendo la parola “lista” sul foglietto. “...vuol dire che ti lascerò vivere ma togliendoti tutto quello che ti è caro...” alzò la testa e lo guardò allontanarsi. “a partire dalla cosa a cui tieni di più...” sistemò il figlio sul palmo della mano per stare più comodo e scrisse rapidamente. “Angelica!” piegò il foglietto e lo mise di nuovo in tasca per poi seguire gli altri fino al monastero.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho davvero scuse per il ritardo con cui mi accingo ad aggiornare.
Posso solo dire che ho avuto come un blocco dello scrittore.
Beh, spero che il capitolo vi piaccia e spero di non metterci altri tre mesi per aggiornare.
Un ringraziamento particolare a Diana che in qualche modo mi ha fatto sbloccare
e mi ha fatto terminare il capitolo!
Carmaux_95



Capitolo diciannove: Occhio per occhio, comprendi?

-Bene, allora io adesso...me ne vado.- disse Ben sottovoce e facendo per andarsene, ma Jack lo sentì e lo prese per la camicia prima che potesse scappare.

-Tu non vai da nessuna parte, tu adesso vieni con me!- e così dicendo lo scaraventò nella sua cabina, nella quale era rimasto, ormai sveglio, Barbossa.

-E...ebbene?- domandò il ragazzo un po' titubante.

-Ebbene, vedi di comprendere al primo colpo, comprendi?-

-...Eh?-

-Allora,- cominciò Jack facendolo sedere su una sedia.

-Che cosa è successo?- domandò Barbossa.

-Mi ha detto di aver baciato mia figlia!-

-Oh...sarà interessante.-

-Allora,- riprese il Capitano. -voglio sapere se quanto hai precedentemente affermato, fuori da quella porta, era solo un modo per farmi uscire da questa cabina per farmi riappacificare con Angelica e con mia figlia, oppure no.-

-...Eh?-

-Ragazzo, ascolta me.- si intromise Barbossa avvicinandoglisi. -Jack vuole sapere se era tutta una grossa balla per farlo uscire dalla cabina o se era vero.-

-Oh beh...no, non era una bugia.- si portò subito le braccia sul volto come per proteggersi da un aspettato attacco da parte del Capitano, ma quello si trattenne.

-E...le cause scatenanti di ciò?- Ben guardò il pirata con la gamba di legno.

-Perché.- gli tradusse quello.

-Beh...“perché”...perché...-

-Ti piace mia figlia.- lo aiutò Angelica. Il nero annuì lentamente.

-E...- continuò Jack senza essersi smosso di un millimetro. -E...il metodo?-

-Jack...- sibilò la piratessa. -Non lo penserai mica.-

-Non si sa mai...- Ben si rifugiò di nuovo da Barbossa che questa volta si passò una mano sulla nuca.

-Ok, ho trovato.- e così dicendo estrasse dalle tasche della sua giacca due mele e le appoggiò sul tavolo. -Ecco: queste due mele siete tu e lei.-

-Sono due mele.- constatò Jack.

-La perspicacia è il tuo punto forte.- rispose alzando gli occhi al cielo. -Dunque, lui vuole sapere quanto eravate vicini.-

-Non è esattamente quello che ho chiesto.-

-Lasciami un minuto che ci arrivo.- con la mano avvicinò le due mele fino a che non si sfiorarono. -Così?- il ragazzo fu costretto ad annuire, ma rimase in silenzio.

-Non è comunque quello che ho chiesto!- sbottò di nuovo Jack.

-Adesso ci arrivo!- urlò Barbossa. -Eravate,- tornò al ragazzo. -per caso, così?- prese una delle due mele e la appoggiò sopra l'altra. Jack alzò le sopracciglia guardando Ben che rimase un attimo interdetto, spalancò la bocca e rimase a guardare le due mele. Guardò un attimo Jack e poi tornò alle mele. Improvvisamente capì.

-Oh no! Ma scherziamo?- urlò prendendo le due mele e allontanandole velocemente. Per quanto comunque ce ne volle per convincere Jack, alla fine anche Angelica prese le parti del ragazzo e lo lasciarono uscire dalla cabina ancora tutto intero.

Indescrivibile fu invece la reazione del Capitano quando trovò il suo cappello diviso a metà sul ponte della sua nave. Si chinò e lo raccolse con mani quasi tremanti, non riusciva a credere ai suoi occhi...girò la testa da una parte all'altra della nave e alla fine adocchiò Beckett in un angolo. Per un secondo gli sembrò quasi gli stesse sorridendo. Gli occhi gli si accesero di furore e con un balzo gli fu addosso.

-Sei stato tu! Tu, razza di non-morto dall'aspetto ancora più orribile!- gli portò le mani al collo come per strangolarlo e caddero entrambi per terra. -Tu hai strappato il mio cappello! Sei stato tu!-

-E non sai quanto sia stato divertente immaginare quale sarebbe stata la tua reazione!- riuscì a bofonchiare l'altro sempre con uno strano sorrisetto stampato sul viso. Cercò di far sciogliere la presa ormai saldissima che il Capitano aveva preso sul suo collo, ma improvvisamente Jack lo colpì in pieno volto con un pugno. A quel punto Beckett reagì e afferrò Jack a sua volta per la gola. Se ne diedero un sacco e una sporta e, come spettatori, Perla, i fratellini, Angelica e Barbossa sembrarono divertirsi alquanto. Se ne diedero di santa ragione senza che nessuno intervenisse in alcun modo. Alla fine Jack afferrò Beckett per la parrucca e quando se la ritrovò in mano la guardò e alla fine si alzò da terra.

-Rendimi subito la mia parrucca!-

-Un corno!- esclamò il Capitano e, tirata fuori la sua spada cominciò a tagliarla, a distruggerla e tutte le volte che Lord Beckett gli si lanciava addosso per recuperarla, tanto più Jack alzava in alto le braccia e continuava la sua “opera”. Alla fine il Capitano allontanò con una pedata il Lord, che cadde per terra sul ponte, e si avvicinò al parapetto. Stracciò definitivamente la parrucca e si avvicinò ancora di più al parapetto. -Occhio per occhio, cappello per parrucca! Comprendi?- esclamò ad alta voce e con un gesto alquanto teatrale lanciò le due metà della parrucca in mare. Lanciò uno sguardo a Beckett e sorrise, nonostante dentro di sé fosse ancora infuriato per la perdita del suo amatissimo cappello.

-Ma...- riuscì solo a dire quello andando a vedere dove la corrente avrebbe portato la sua parrucca.

-A me non sono mai neanche piaciute le parrucche!- ringhiò il Capitano. -Sono una delle poche cose che davvero non riesco a capire e che sono sicuro non capirò mai!-

Il furore di Jack per la perdita del suo cappello non svanì nemmeno nei giorni seguenti, quando finalmente giunsero nel Canale dei Galeoni, tra l'isola di Dominica e Martinica. Dopo la lite con il suo rivale aveva deciso di chiuderlo in cella, sottocoperta e nei giorni che seguirono non era mai andato giù, nemmeno per portargli da mangiare, aveva preferito affidare questo compito a Gibbs (non voleva nemmeno guardarlo in faccia).

 

-Finalmente!- esclamò Perla alzandosi in piedi sul parapetto e aggrappandosi ad una cima per tenersi in equilibrio. -Si va a pesca! Non vedo l'ora di vedere questo mostro marino!- ma il suo entusiasmo fu subito messo a tacere dal padre.

-Oh, no! No, no, no, no, no! Non se ne parla! Tu adesso impacchetti tutta la tua felicità e il tuo entusiasmo e vai sottocoperta, il più lontano possibile da quel mostro...qualunque aspetto abbia!-

-Cosa? No! Io voglio vedere! Voglio partecipare a questa impresa!- rispose seccatissima della decisione del padre.

-Potrebbe essere pericoloso e non voglio farti correre rischi: useremo arpioni e altre armi, quindi, o vai sottocoperta come ti ho detto, oppure mi costringerai a chiuderti nella cella giù da basso insieme a Beckett...cosa che davvero non ti consiglio.- Perla si girò, sempre tenendosi con una mano alla cima, e appoggiò l'altra sul fianco alzando le sopracciglia.

-Non lo faresti.-

-Oh, lo farei.-

-Oh, lo farebbe!- disse Gibbs, che passava in quel momento davanti a loro e aveva sentito parte della discussione.

-No, secondo me non lo farebbe.- rispose Perla. Jack la guardò e rimase per qualche istante in silenzio.

-Avanti, scendi!- disse alla fine. La ragazza acconsentì e con un salto fu di nuovo sul ponte.

-Non puoi impedirmi di...-

-Posso eccome! Sono tuo padre! Quindi ora vai di sotto nella mia cabina!-

-Ma io voglio restare qui!-

-E io voglio che tu vada di sotto.- James si avvicinò ai due per sentire meglio.

-Io resto qui!-

-Tu vai di sotto!-

-Io resto qui!-

-Tu vai di sotto!-

-Posso dire una cosa?- chiese il biondo alla fine.

-NO!- risposero in coro Perla e Jack senza nemmeno guardarlo. -Tu vai a pulire il ponte!- gli disse poi il Capitano, poi tornò alla figlia. -Sei cocciuta e testarda come...come...-

-Come te?- concluse la ragazza. Jack la guardò e socchiuse gli occhi. Perla alzò le sopracciglia convinta di aver vinto la piccola battaglia.

Meno di un minuto dopo Perla guardava suo padre con le braccia conserte sul petto e con fiamme d'odio che sprizzavano dagli occhi. La porta della cella si chiuse rumorosamente davanti a lei proprio per mano di suo padre. Il Capitano fece ruotare la chiave nella serratura più di una volta e alla fine tornò sul ponte. Perla si girò e guardò Beckett.

-E così Jack ti ha chiuso qui, eh?- le disse.

-E così tu hai dei capelli, eh?- rispose la ragazza sempre con le braccia conserte. Beckett sbuffò. Perla alzò una gamba e recuperò dallo stivale il suo coltellino, si inginocchiò davanti alla porta della cella e cominciò a forzare la serratura.

-E tu speri davvero che riuscirai ad aprire quella...- cominciò Beckett, dopo qualche minuto, ma non finì la frase perché in quell'istante la ragazza spalancò la porta. La brunetta sorrise beffarda e uscì dalla cella cercando di chiudere dietro di sé la porta. -Hey, no aspetta un momento! Non puoi lasciarmi qui!-

 

-Allora?! Si batte la fiacca qui?- domandò ringhiando Jack vedendo James, appoggiato al parapetto, che teneva in mano una rudimentale canna da pesca. -Pensavo di averti detto di pulire il ponte, non di pescare!-

-Del ponte si sta occupando mio fratello.- mentì il biondo non sapendo che dire.

-Intanto...- rispose Jack. -dammi questa.- e così dicendo afferrò la canna da pesca e la tolse dalle mani del ragazzo pensando a dove avesse potuto trovarla.

-Papà!- esclamò ad un certo punto Perla, che era tornata sul ponte, strappando dalle mani del padre la suddetta canna da pesca.

-Hey, come hai fatto ad uscire...-

-Il mio coltellino!- rispose secca la ragazza senza nemmeno lasciargli terminare la domanda.

-E...Beckett?-

-L'ho colpito in testa con una bottiglia di rum che era sul tavolo, non avevo voglia di stare a litigare anche con lui.-

-Bel modo di risolvere la questione.- sibilò James allungando una mano per recuperare la canna da pesca.

-Un momento.- rispose Jack. -Vuoi dire che hai rotto una bottiglia di rum in testa a Beckett?-

-Si...certo.-

-Vuol dire...che hai sprecato una bottiglia di rum...per lui?- la brunetta annuì di nuovo. -Tutto quel rum...per Beckett...-

-Comunque...io apprezzo quello che fai per me...- continuò la ragazza. James guardò in mare e notò che qualcosa aveva abboccato. Prese dalle mani della ragazza la canna da pesca e fece come per tirare su e vedere che cosa era riuscito a prendere ma trovò una resistenza molto più forte di quanto si sarebbe aspettato. Per qualche secondo cercò di tirare con tutte le sue forze, fino a quando non attirò anche l'attenzione degli altri due, che stavano ancora parlando. Ci fu un secco strattone. James sgranò gli occhi. Un secondo strattone. Improvvisamente ci fu un terzo strattone ma fu così forte che il ragazzo, saldamente aggrappato alla canna da pesca, fu trascinato direttamente fuori bordo, finendo dritto in mare.

  
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