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Autore: Carmaux_95    21/06/2012    3 recensioni
Ryan cercò la sua piccola agenda e la aprì sul giorno attuale. A caratteri cubitali c'era scritto: ore 20.45, partita IRLANDA-ITALIA.
Questa one-shot l'avrei dovuta pubblicare lunedì sera, proprio dopo la partita, ma ho avuto problemi di connessione. Beh, spero che sia gradita anche se per così dire "in ritardo".
Genere: Comico, Demenziale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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ITALIA – IRLANDA

Lunedì sera al distretto.
  

 

Image and video hosting by TinyPic Il giovane detective scriveva rapidamente al computer cercando informazioni riguardo ad alcuni sospettati coinvolti nel caso che ormai da qualche giorno stava cercando di risolvere insieme ad Esposito. Erano appena le quattro e mezza del pomeriggio, faceva tremendamente caldo. Per tutto il distretto erano accesi condizionatori a decine e i detective giravano con in mano bottiglie d'acqua gelata. Anche Ryan ne aveva una sulla sua scrivania ma cercava di guardarla il meno possibile per evitare di farsi venire troppa sete.

Improvvisamente gli suonò il telefono nella tasca dei pantaloni. Senza distogliere gli occhi dallo schermo del computer lo recuperò e rispose senza nemmeno guardare chi fosse.

-Pronto?- rispose distrattamente.

-Scusami se ti disturbo adesso,- riconobbe subito la voce della moglie. -ma ti devo avvertire che questa sera avremo ospiti, quindi se quando torni a casa puoi portare un dolce, non so magari del gelato visto il caldo che fa, te ne sarei davvero grata.- l'irlandese corrugò la fronte. Cercò la sua piccola agenda e la aprì sul giorno attuale. A caratteri cubitali c'era scritto: ore 20.45, partita IRLANDA-ITALIA.

-Ehm, questa...questa sera?- chiese.

-Si, questa sera.- sul volto di Ryan si dipinse una smorfia. -Circa alle nove.- chiuse gli occhi e sbuffò cercando di non farsi sentire attraverso l'apparecchio.

-Si, si...cioè, no.- rispose dopo un po'.

-Si o no?-

-Questa sera...beh, questa sera sono davvero un po' nel vago, sai io ed Esposito stiamo lavorando a quel caso di...cui ti parlavo ieri e...- era la scusa più vecchia del mondo. -...ho davvero molto da fare...non so se potrò esserci.-

-Ah, ah.- annuì senza cambiare tono di voce. -La partita è questa sera, vero?-

-Si!- ammise, alzando un po' la voce, senza starci a pensare troppo. -Proprio questa sera! Alle nove!-

-Capisco.- ci fu un secondo di silenzio.

-Sei arrabbiata?-

-No davvero!- rispose sinceramente.

-Se...-

-Dirò che sei stato trattenuto per lavoro o che siete sul punto di risolvere il caso. O che mentre tornavi a casa...ti sei imbattuto in qualche altro assassino e che ti sei messo al suo inseguimento. Scegli tu.- rise. Ryan sorrise.

-Davvero?-

-Davvero. Goditi la partita insieme ad Esposito e ai tuoi amici del distretto.-

-GRAZIE! E' ANCHE PER QUESTO CHE TI HO SPOSATO!- esclamò entusiasta ad alta voce. Beckett, Castle ed Esposito, che lavoravano alla solita lavagna, con pennarelli e fotografie non trattennero una piccola risata, ma tornarono subito al lavoro vedendo avvinarsi il loro capo, la Gates.

-Ryan!- lo chiamò quella severa. Il sorriso scomparve dal volto del detective in un istante.

-Oh, diavolo! Devo andare, un bacio.- chiuse la telefonata con una rapidità fulminea, tanto che anche Jenny, benché avesse sentito la voce della donna, rimase un attimo interdetta nel sentirlo riattaccare a tale velocità e guardò il telefono prima di chiudere a sua volta la telefonata.

-Signore.- disse poi rivolto alla donna che ora lo guardava con le braccia incrociate sul petto e con la stessa espressione inflessibile sul volto.

-Detective, qui c'è gente che lavora e non accetto che vengano disturbati da un loro collega con esclamazioni decisamente fuori luogo!-

-Chiedo scusa, non era mia intenzione.-

-Cos'era o cosa non era sua intenzione non mi interessa! Questa sera venga nel mio ufficio, alle nove!- si girò e fece per andarsene ma ritornò sui suoi passi. -E voglio vedere il rapporto sulla mia scrivania nel mio ufficio per quell'ora, non un secondo più tardi!- si girò nuovamente e questa volta se ne andò. Ryan gonfiò le guance come se volesse sbuffare e al contempo tirare mille accidenti alla Gates, ma si trattenne e le sgonfiò poco dopo. Alle nove! Alle nove doveva dirgli di venire per parlare nel suo ufficio! Per qualche secondo rimase così, con il gomito sulla scrivania e la testa appoggiata sopra il palmo della mano con i suoi piccoli occhietti che sprizzavano odio. Alla fine però si riscosse e si buttò a capofitto sul suo lavoro: dopotutto la Gates gli aveva detto di portare il rapporto non più tardi delle nove e il detective dubitava che, se glielo avesse portato un po' prima, se ne sarebbe lamentata! Forse, dopotutto, sarebbe riuscito a godersi la partita in santa pace dall'inizio alla fine.

Nonostante le sue buone intenzioni, però, ci fu molto più lavoro di quanto si aspettasse da sbrigare: oltre a dover compilare il rapporto, dovette svolgere insieme ad Esposito ricerche su ricerche inserendovi i nuovi particolari scoperti dal suo partner. Insomma, non ci fu un attimo di tregua.

 

-Ce l'ho fatta! Ci ho messo tutto il pomeriggio, ma ce l'ho fatta!- esclamò alzandosi dalla sedia e prendendo in mano il rapporto, finalmente terminato.

-Quindi riesci a vedere la partita con noi?- domandò Esposito bevendo un sorso di caffè e indicando dietro di sé Castle.

-Assolutamente si! O meglio, spero di si...dobbiamo solo sperare che Iron Gates non mi tenga troppo nel suo ufficio!-

-Sei in anticipo di quasi mezz'ora rispetto all'orario che ti aveva detto lei, dovrebbe esserne soddisfatta!- Ryan alzò le sopracciglia e si diresse in fretta verso l'ufficio del suo capo. Quando vi entrò la Gates sembrò esserne molto sorpresa.

-Ecco qui il rapporto.- disse il detective appoggiandolo il fascicoletto sulla scrivania. -Voleva parlarmi?- chiese poi.

-Si sieda.- le disse. Kevin si sedette ma notò, attraverso la finestra, che Esposito aveva già acceso la televisione e aveva girato sul canale dove avrebbero trasmesso la partita. Al momento non era ancora cominciata ma i giocatori erano già entrati in campo. Non riusciva a distinguere i singoli giocatori ma riconosceva perfettamente il verde che indicava la sua squadra. Per qualche minuto la donna lesse con attenzione il fascicolo datole dal detective, senza dire nemmeno una parola. Ryan continuava con gli occhi a tornare alla televisione nell'altra stanza.

-Bene.- disse alla fine Gates. -Devo ammetterlo, sono colpita.-

-Le spiace,- domandò l'altro. -se sposto la sedia?-

-Perché?- di certo non poteva risponderle “per vedere meglio la televisione, visto che la partita è cominciata.”.

-Perché...- mentre pensava a qualcosa da dire continuò a volgere lo sguardo verso la televisione, cercando di non farsi scoprire. -sono scomodo con la gamba: non vorrei sbattere contro il...PALO!- concluse alzando lievemente la voce vedendo che a meno di quattro secondi dall'inizio della partita, la sua squadra aveva preso possesso del pallone e si era pericolosamente avvicinata alla porta avversaria.

-Come prego?-

-Alla gamba, alla gamba del tavolo.- cercò di salvarsi.

-Lei è piuttosto curioso come soggetto, lo sa?- disse quella appoggiando i fogli sulla scrivania.

-Davvero?- rispose completamente disinteressato.

-Posso sapere per quale motivo...-

-Perché mi sono lasciato sfuggire una “esclamazione del tutto fuori luogo” questo pomeriggio?-

-Esattamente.-

-Cosa posso dire? Sono innamorato di mia moglie e a volte mi lascio sopraffare dalle emozioni.-

-Si? Beh, veda invece di controllarle le sue emozioni! Non voglio che capiti ancora!-

-D'accordo...ma non ho fatto nulla di così grave, no?- ma che stava facendo?! Perché adesso si stava mettendo a questionare? Avrebbe solo perso tempo!

-No! Non ha fatto nulla di grave ma esigo una disciplina ferrea da parte di tutti i detective del distretto fintanto sono in servizio! Sono stata chiara?-

-Trasparente direi.- rispose serenissimo l'irlandese che provò a mascherare in un gesto come per asciugarsi la fronte per il caldo il fatto che stesse ancora una volta allungando occhi e collo verso la televisione nell'altra stanza. -Posso andare adesso?- chiese dopo qualche istante.

-No, non ho ancora finito con lei. Resti qui.- chinò la testa di nuovo sulla scrivania. Ryan alzò gli occhi al cielo. Improvvisamente notò Esposito, nell'altra stanza che gli stava facendo come dei segnali. Teneva in una mano un hotdog e nell'altra quello che sembrava un barattolo di senape. Con la testa indicò Castle, che, a quanto pareva, aveva “fatto la spesa” poco prima e aveva comprato tutto il necessario per la serata. Agitò il barattolo ma Ryan scosse la testa. Esposito lo appoggiò e ne tirò su un altro, questa volta di ketchup. Il castano annuì silenziosamente e iniziò ad osservare ad intervalli sia il partner che la donna seduta davanti a lui.

-Sono molto sorpresa...- ricominciò quest'ultima.

-Non così tanto!- esclamò Ryan, in realtà riferito ad Esposito che stava davvero eccedendo con la salsa sul suo panino. Il cubano si fermò, come se lo avesse sentito, e si girò. Quando Kevin tornò a guardare la Gates dovette trovare nuovamente un modo per salvarsi. -Insomma...è solo il mio dovere, giusto?- disse poco convinto. Quella annuì e cominciò a parlare di qualcosa che Ryan non ascoltò minimamente. Continuava ad allungare il collo e a alzare e abbassare le sopracciglia quando vedeva il pallone passare da giocatore a giocatore e avvicinarsi alle reti.

-Ha capito quello che deve fare?- chiese alla fine la Gates, ma il castano non rispose. Finalmente la donna notò che lo sguardo del giovane era diretto in un'altra direzione e fece per seguirlo.

-U!- disse improvvisamente Ryan sperando che non fosse troppo tardi. Per qualche strana forza sovrumana la Gates si girò nuovamente verso il detective, senza aver fatto in tempo a vedere cosa stava succedendo nella stanza accanto, o meglio -quello che stava accadendo lo sapeva, perché aveva dato lei stessa il permesso ad Esposito di seguire da lì la partita (a condizione che non ne conseguissero bevute, sbornie o peggio)- senza rendersi conto che dal momento che Ryan era entrato nel suo ufficio non aveva ascoltato nemmeno una parola per seguire la partita. -U...un interrogatorio, signore?- terminò il detective.

-Esattamente. Bene, ora può andare.- il detective si alzò e si diresse velocemente verso la porta. -Ah, no, aspetti: un'ultima cosa.-

-Cosa?- chiese quasi supplichevole.

-Posso farle una domanda?-

-Certo.-

-Lei...è irlandese, vero?- rimase un attimo interdetto per quella domanda.

-Si, certamente!- rispose dopo un po'.

-E' per questo che smania in questo modo di andare di la a vedere la partita?- Kevin sgranò gli occhi e pensò a qualche cosa da rispondere, ma questa volta si dovette arrendere. Tornò a sedersi.

-E va bene. Prego, dica tutto quello che sta pensando su di me.- disse. -Questa volta me lo sono proprio meritato.- aggiunse con un filo di voce.

-Ma dannazione! Come si fa a giocare così?!- esclamò Castle dall'altra stanza urlando. Lo sguardo della Gates assunse una smorfia di odio.

-Facciamo così:- disse alla fine -lei fa in modo che io non debba sentire quello scrittore per il resto della sera, visto che rimarrò qui a finire alcuni lavori, e io la lascerò andare a seguire la partita senza disturbarla più! Andata?-

-Andatissima...ma esattamente cos'è che dovrei fare io?- rispose entusiasta.

-Faccia in modo che non riesca a sentire la sua voce distinguersi fra la vostra, quella del vostro partner e quella della televisione! Sono stata chiara?-

-Perfettamente!- e detto questo si alzò dalla sedia e raggiunse di corsa i due amici.

-Finalmente ce l'hai fatta!- esclamò Esposito dandogli una pacca sulla spalla.

-Stavamo cominciando seriamente a pensare che saresti rimasto chiuso in quell'ufficio per tutta la serata!- concluse Castle avvicinandoglisi a sua volta per poi ritornare al tavolo dove aveva lasciato da mangiare.

-Castle!- lo fermò Ryan tenendolo per un braccio. -Non alzare più la voce per questa sera!-

-Perché? Che succede?-

-Perché se alzerai la voce darai fastidio alla Gates che chiamerà me e mi tratterrà nuovamente di là e probabilmente mi dirà di “essere delusa da me per il tuo comportamento” o giù di lì. In questo modo io non riuscirò a seguire la partita e ne rimarrò deluso: tanto sarebbe valso allora andare a casa e accogliere gli ospiti che aveva invitato Jenny, la quale rimarrebbe molto delusa se dovessi tornare a casa dicendole che comunque non ho seguito la partita e di conseguenza rimarrebbero delusi anche i suoi ospiti...vedi di non deludere tutte queste persone in una sola volta!- pronunciata l'ultima parola finalmente riprese fiato. Castle lo guardò sgranando gli occhi.

-Potresti ripeterla, un po' più lentamente magari, così me la segno?-

-Oh!- il detective lo spinse via e si avvicinò al televisore. -Come procede?-

-E' cominciata da quasi mezz'ora, al momento ancora niente.- rispose Esposito sedendosi al tavolo e appoggiandovi i piedi sopra.

-Meglio così!- Ryan si allargò con una mano la cravatta e si tirò su le maniche della camicia. Si sedette sul tavolo incrociando le gambe e finalmente cominciò a godersi la partita. Castle si era seduto direttamente per terra, con la schiena appoggiata al suddetto tavolo e ogni tanto alzava un braccio per farsi passare da Ryan qualcosa da bere. Esposito sembrò continuare a mangiare per tutto il tempo: se non era il panino, era un pacchetto di patatine, se non erano queste, allora erano popcorn o qualcosa di simile.

Kevin era sempre teso, non perdeva un secondo del gioco e quando l'Italia segnò a momenti non saltò giù dal tavolo per la rabbia.

-Molto utile però quello lì!- esclamò Castle riferito ad un giocatore irlandese che, quando era stato segnato il gol, si trovava già dentro la propria porta.

-Ma per chi tifi?- gli chiese a quel punto Ryan allargando le braccia e chinando la testa verso il basso per guardarlo.

-Ovviamente per i tuoi, fratello!- rispose subito Esposito alzando in alto la bottiglia di birra che stava bevendo.

-Beh...- disse lo scrittore. -Io diciamo che non ho preferenze, non tifo per nessuno dei due.-

-Come sarebbe a dire?!-

-Che semplicemente non ho un motivo particolare per tifare per una delle due.-

-Perché?- gli domandò a quel punto Esposito.

-Per essere sinceri ho avuto un periodo nel quale scommettevo sull'esito delle partite...ma non ho mai avuto fortuna e ho preferito abbandonare, così adesso quando guardo partite di squadre che non siano la mia, sinceramente me ne interesso relativamente poco.-

-Davvero scommettevi?-

-Purtroppo si.-

-Io scommetto che se dovessi scommettere questa sera perderesti di nuovo.- lo stuzzicò Esposito.

-Tu scommetti?-

-Io scommetto.-

-E va bene! Io scommetto una birra, che mi offrirete quando vorrò, che vince l'Italia!- disse alla fine.

-Hey!- esclamò Ryan portando via dalle mani dello scrittore una bottiglia della suddetta bevanda.

-Io scommetto che l'Irlanda segnerà al 90° minuto.- disse Espo.

La Gates, che ogni tanto passava davanti alla porta della stanza, vi lanciava occhiate e ascoltava qualche parola per poi tornare al lavoro scuotendo la testa, qualunque cosa avesse visto o sentito.

-Al 90°?- domandò Ryan, girandosi.

-Perché no? Un vero colpo di scena, no?-

-E va bene, mi aggiungo anche io: io scommetto che vince l'Irlanda, se così non fosse domani offro da bere a tutti e due!- si batterono il pugno fra di loro come segno di accordo.

 

Quella stessa sera, quando Ryan rientrò in casa, tenendo con una mano la giacca sulla spalla, trovò sua moglie già a letto, che leggeva tranquillamente.

-Sono già andati via gli ospiti?- domandò il detective dopo averla salutata.

-Dieci minuti fa.- rispose chiudendo il libro che stava leggendo. -Com'è andato il lunedì sera al distretto?- Kevin si sedette sul letto sbuffando.

-Domani mattina ricordami di portare dietro qualche soldo in più!-

-Perché mai?-

-Perché devo offrire da bere sia a Castle che ad Esposito...- scosse la testa. -...e benché avesse scommesso che avrebbe segnato l'Irlanda, Esposito ha anche indovinato il minuto in cui avrebbero segnato! … Italia – Irlanda, 2 a 0!-



Quando ho visto la partita, lunedì scorso, mi è venuto subito in mente il mio amato detective Kevin Ryan e non mi sono trattenuta dallo scrivere questa piccola one-shot. Spero che vi sia piaciuta!
Carmaux_95


 

  
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