Kitana stava passeggiando assieme al suo maestro di lotta, discutendo animatamente di alcune particolarità del combattimento. Lei aveva un ottimo rapporto con il suo maestro d'armi che a sua volta la rispettava, non solo perchè era figlia dell'imperatore, ma anche perchè aveva una notevole intelligenza sebbene "frustrata" da un'emotività alle volte eccessiva per una guerriera.

- Principessa Kitana, suppongo non le debba spiegare il processo che porta alla liberazione della propria Animality, vero?

Kitana sorrise ripensando che, dopo diversi anni, costui non aveva ancora abbandonato quell'estremo formalismo e rispose con altrettanta cortesia.

- Ormai ci conosciamo da diverso tempo, Sensei; per lei io sono solo un'allieva, quindi mi chiami Kitana senza problemi!

Il suo anziano maestro d'armi sorrise.
Rammentava che la maestria di Kitana nel combattimento con qualunque oggetto "elegante" era notevole, se non ai più alti livelli di combattimento che avesse mai visto. Quest'uomo anziano, di nome Hideaki, era stato nominato dal padre di Kitana come "Maestro di lotta"... ma dopo pochi anni l'allieva lo aveva superato notevolmente in forza, anche se non ancora del tutto in tecnica.
Entrambi proseguirono lungo un viale fiorito che costeggiava il palazzo reale di Outworld e, quando arrivarono al punto più lontano, il volto dell'anziano si fece serio e compito.

- Vorrei parlarti di un segreto sulle punizioni inflitte da tuo padre ai criminali... Sai quali sono?

Kitana lo fissò con aria interrogativa.
Cosa intendeva dire? 
Non era sicura di aver ben capito il senso della domanda, tuttavia rispose ugualmente.

- Certo: la condanna a morte, i lavori forzati o le prigioni...

Il Maestro sospirò.
Quello che stava per dire era uno degli aspetti maggiormente ambigui del sistema di giustizia di Outworld. Esso era legato a una tecnica che solo ALCUNI membri al seguito della famiglia imperiale conoscevano e che, discrezionalmente, potevano anche comminare quella "pena sostitutiva".
Hideaki abbassò lo sguardo, era l'unico in grado di poterla insegnare al di fuori della cerchia della famiglia imperiale e raccontò lo scopo e la storia di quella tecnica.

- Di fronte a certi delitti, esecrabili ma comprensibili, se i membri della famiglia imperiale ritengono opportuno possono riportare il colpevole allo stato di un bimbo... privandolo così dei ricordi e di tutte le negatività della sua anima!

Hideaki sorrise a quella tecnica così anomala, non letale ma estremamente debilitante per l'anima di un guerriero, e dopo qualche secondo aggiunse poche parole ed una proposta a Kitana.

- In questi anni ho valutato sia tu che la tua amica Jade, e penso che siate pronte ad imparare questa tecnica... Pensi di volerla imparare?

Kitana immaginò come sarebbe stato possedere e padroneggiare quella tecnica, non come un suo "diritto" bensì come una nuova sfida da affrontare, e al nuovo allenamento cui poteva sottoporsi per fare un altro passo verso una figura alla quale era affezionata: sua madre Sindel.

- Accetto!

Il fisico Allenato di Kitana si esibì in un inchino, come una degna allieva di fronte al suo sensei.
C'era una seconda ragione però, dietro a quella singolare proposta del maestro Hideaki.
Una potente minaccia stava infatti proiettando la sua ombra sull'impero di Outworld: Shao Kahn e i suoi guerrieri si facevano sempre più forti e determinati; Hideaki sapeva che, se i guerrieri dell'imperatore avessero perso il decimo Mortal Kombat, l'intero Outworld e i suoi abitanti sarebbero finiti in cima alle "liste di proscrizione" di quel pazzo.
Per il bene di Kitana, era necessario trasmetterle ogni possibile segreto, affinché quest'ultima potesse essere sufficientemente in grado di resistergli...

FINE?