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Autore: LaMicheCoria    22/06/2012    2 recensioni
Sul volto della Nazione tedesca è comparsa un’espressione così colma di adorazione e meraviglia, che Veneziano ha sentito il cuore stringersi per la commozione.
Il Consiglio Superiore ha protestato, ha fatto sentire le proprie ragioni, ha urlato, ha gridato, e anche Romano non è stato da meno sacramentando più di quanto buona creanza vorrebbe, ma gli è bastato quello sguardo, solo quello sguardo per tornare fermo nel suo proposito.

L'Arte e la Guerra.
E questa è una polvere grigia che cade sugli occhi dei figli dell'uomo (Il Centro del Fiume - Pierangelo Bertoli)
[Presenza di personaggi storici: Gian Galeazzo Ciano e Rodolfo Siviero]
[Prima Classificata al Mini-Contest indetto da AmyLerajie sul suo blog, parimerito con happylight ]
[3 Capitoli]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi di Hetalia Axis Powers
Non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©

 

 

 

 

A AmyLerajie per aver indetto il contest ~

A Rota, la figlia Angleterre, a l’Ele, alla Jo-San e a LadyBracknell per essersi
Subite le mie pare mentali ~

 

 

 

 

 

 

 

.: Distorte le Menti e Vuote le Mani :.

 

I.

 

 

 

-Allora? Ti piace, Germania?-
Oh, Veneziano sa che gli piace: se ne è accorto da qualche minuto, forse già da quando lo sguardo di Germania ha colto lo scintillare bianco del gomito del Discobolo.
Lo sa e se ne è accorto, perché Germania -che controlla e soppesa ogni parola come si fa con la spada prima d’un duello- non sembra avere idea di quanto il suo corpo supplisca alla mancanza di voce: Veneziano ha subito visto il respiro aggrapparsi ai polmoni, le labbra serrarsi e gli occhi accogliere piano, con dolce lentezza, il profilo della statua.
Sul volto della Nazione tedesca è comparsa un’espressione così colma di adorazione e meraviglia, che Veneziano ha sentito il cuore stringersi per la commozione.
Il Consiglio Superiore ha protestato, ha fatto sentire le proprie ragioni, ha urlato, ha gridato, e anche Romano non è stato da meno sacramentando più di quanto buona creanza vorrebbe, ma gli è bastato quello sguardo, solo quello sguardo per tornare fermo nel suo proposito.
Il Cancellerie tedesco è un pittore, un uomo d’arte, glielo ha detto Germania, quindi sa che non ci saranno rischi, che andrà tutto bene, che può accordargli la stessa fiducia datagli dal Duce. Sarà in buone mani, non gli accadrà nulla.
Veneziano incassa la testa nelle spalle e lancia un’occhiata di sbieco al fratello: Romano, dietro di lui, lo sta fissando con le braccia incrociate al petto e lo stesso sguardo vitreo che gli riservava in Spagna, quando si trovava dalla parte sbagliata della ragione.
Un brivido lungo la schiena e Veneziano torna ad osservare Germania, così rapito dall’accuratezza dei dettagli, dall’ombra che si accavalla tra le fasce muscolari, dalla forza che si snoda nelle articolazioni e nelle membra di marmo.
Sì.
Gli basta osservare il volto incantato della Nazione tedesca per sentirsi finalmente tranquillo: persino gli occhi del Discobolo hanno lasciato da parte la colpevolezza e la delusione, tornando ad essere orbite vuote scheggiate dalla pialla.
Germania raddrizza la schiena e si volta verso Veneziano, annuendo appena; la Nazione italiana dondola sui talloni e intreccia le dita dietro la schiena, soddisfatto del sorriso che ha sfiorato le labbra sempre corrucciate dell’altro.
-Sono sicuro che gli piacerà - conferma Germania, al che Veneziano emette un pigolio contento e lo prende sottobraccio con un saltello.
-Lo ha sentito, conte Ciano?- cinguetta, sporgendosi verso l’uomo accanto a loro.
Galeazzo Ciano si china a sua volta, rivolgendo ad entrambi un cauto sorriso. Sembra sempre a disagio quando parla con uno di loro e Veneziano non riesce proprio a capacitarsi del motivo; Romano dice che le persone importanti non parlano troppo con loro perché temono di vedersi messi a nudo, scoperti di idee che non vogliono mostrare al popolo, ma nemmeno a se stessi.
Veneziano sporge un poco le labbra e arriccia il naso.
Il conte Ciano non dovrebbe farsi di simili problemi, non con lui!
 E’ sposato alla bella Edda, è uno di famiglia ormai. Di lui si fida, anche se il Duce gli rinfaccia continuamente di avere una condotta scellerata e di essere un viveur. E’ il marito di Edda, quindi non può essere così cattivo, no?
Poi, lo sta aiutando a far felice il capo di Germania e quindi anche Germania, e Veneziano vuole, ha bisogno che Germania sia felice, perché non gli piacciono quei tentacoli neri che incidono di graffi lividi lo sguardo altrimenti limpido, non gli piace la piega dura della mascella quando lo lascia da solo a pensare per troppo tempo, né il freddo montante che avverte proprio lì, all’altezza del cuore, a soffocare ogni scintilla di calore.
È disposto a tutto, Veneziano, anche a separarsi dal ricordo che ruscella come sangue lungo le venature del marmo.
-Parlerà lei col signor Bottai, vero?-
Ciano annuisce di nuovo, sollevando timidamente le labbra: è un assenso e all’italiano basta.
Basta per far nascere un sorriso spontaneo sul volto di Germania, basta a cancellare l’espressione inorridita di Romano, le sue mani chiuse a pugno e le nocche tremanti.
Ma non basta a lavare via la tristezza dallo sguardo del Discobolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

Alle iniziali resistenze del Consiglio Superiore delle Scienze e delle Arti, in data 18 Maggio 1938 il conte Ciano scrisse a Bottai che in vista del personale interessamento del Cancelliere del Reich il Discobolo di Mirone, importantissima copia di età Antonina di proprietà del Principe Lancellotti, notificato fino al 1909 come opera di alto interesse culturale per ragioni amministrative doveva partire entro una settimana per la Germania.
Con lettera del 24 Giugno del 1938, il Presidente del Consiglio tedesco ringraziava Bottai per aver soddisfatto Hitler, e il nostro coscienzioso Ministro venne a conoscenza dell’espatrio del Discobolo
(Manuale di Legislazione dei Beni Culturali, Giulio Volpe)

 

 

Giuseppe Bottai  è stato un politico italiano. Fu governatore di Roma, ministro delle Corporazioni e ministro dell'Educazione Nazionale. (Wikipedia)
Il Ministero dell’Educazione Nazionale in epoca fascista si occupava anche dell’ambito dei Beni Culturali.

 

 

Il Discobolo è una scultura realizzata da Mirone intorno al 455 a.C. in bronzo, e oggi è nota solo da copie marmoree dell'epoca romana, tra cui la migliore è probabilmente la versione Lancellotti. (Wikipedia)

 

Il titolo viene dalla canzone Il Centro del Fiume, di Pierangelo Bertoli.

   
 
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