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Autore: dayake    22/06/2012    6 recensioni
Un anno pieno di amori, dolori, conquiste e amicizie. Questo è un anno alla Gakuen, secondo Daniela.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ero lì, davanti al cancello, ancora mezza scossa. Sì, ero stata iscritta ad una scuola senza il mio permesso dai miei. Me ne avevano parlato in modo positivo, dicendo che era molto interessante come scuola.
L'unica cosa negativa, era la loro divisa. Ok, era rossa, però dovevo indossare un abito con una gonna un pò corta. E io odiavo le gonne!
Vabbè, potevo sopportare. Bastava che nessuno mi guardasse le gambe, altrimenti gli sarebbe arrivato un pugno sul naso.
Anche se credo che nessuno avrebbe motivo di guardare le mie gambe, sono così brutte..
Beh, non mi sono ancora presentata! Sono Daniela Sara Vargas, e sono la rappresentante di Catanzaro! A quanto pare in questa scuola ci sono tutte le nazioni del mondo! Non vedo l'ora di entrare! 
 
Come stavo dicendo, ero ancora davanti al cancello, chiuso. "Forse sono arrivata troppo in anticipo.." Pensai, sospirando. 
Dato che mi stavo annoiando a stare ferma lì davanti, decisi di andarmi ad ordinare qualcosa al bar lì di fronte, magari un bicchiere di Vodka.
Mi girai ed entrai dalla porta, cercando di farmi notare il meno possibile. Per fortuna erano tutti occupati a parlare, così non prestarono attenzione a me. 
 
Mi avvicinai al bancone, sedendomi su una delle sedie, accanto ad un tipo piuttosto alto, e con i capelli beige. Non mi soffermai molto sul suo aspetto, non mi piaceva fissare le persone. Seduta sulla sedia, mi si avvicinò il barista e mi chiese: 
"Cosa ordina?"
" .. Un bicchiere di Vodka, per piacere.." Dissi io, gentilmente. Il barista annuì, e cominciò a versare la Vodka dentro un bicchiere. Mi accorsi che il ragazzo accanto a me mi stava fissando. Mi girai e gli dissi gentilmente di smetterla. Lui fece un sorriso quasi beffardo, e rispose: 
"Scusa, ero solo curioso di guardarti. Sembra che ti piaccia la Vodka."
 
Disse, tranquillamente. Io annuii, e intanto cominciai a fissargli gli occhi. Erano di un viola scuro, ma allo stesso tempo brillavano come due stelle. Erano davvero molto belli.
 
"Che begli occhi che hai.." Continuai, tenendo a farglielo sapere. Lui mi guardò quasi per dire "Che cosa?", poi mi guardò a sua volta, e mi rispose: 
"... Grazie, ma non quanto i tuoi."
 
Oh, il mio primo complimento! Io, naturalmente non preparata, cominciai ad arrossire, ringraziandolo. Poi notai l'orario, e subito mi alzai. 
"Dove vai?" Chiese lui, con l'aria più naturale del mondo. 
"A scuola, tu non sei della Gakuen?"
"Intendi dire che vieni con me a scuola? Oh, scusa, non sapevo fossi una delle mie compagne! Io sono Russia, piacere." Disse lui, alzandosi a sua volta e porgendomi la mano. 
 
.. Vuol dire che fino a quel momento avevo parlato con Russia e non me ne ero accorta?
 
"O-Oh! I-Io sono Catanzaro!" Dissi, stringendogli la mano. 
"In che classe s-sei?" Continuai.
"Primo anno, nella classe al terzo piano, classe dell'Europa, lettera H."
"... Sono anchio nella classe dell'Europa, ma non so quale lettera.."
"Se vuoi, andiamo insieme a guardare il tabellone."
"O-oh, mi piacerebbe! Vi ringrazio, signor Russia!"
"Ohoh, non datemi del voi, mi fate sentire vecchio.." Disse lui, ridacchiando.
"E-Ecco... E' che quando vedo qualcosa che mi piace comincio a dare del voi a chiunque, scusatemi!"
"Oh, nulla!"
 
Poi mi porse la mano. Io la afferrai delicatamente, e cominciammo a camminare verso il cancello, ormai aperto. Certo che lui era molto più alto di me... MOLTO MOLTO più alto. Guardai il tabellone, e notai che io ero nella classe della lettera G. Che peccato!
 
"E' un vero peccato.." Disse lui. ".. Ma non fa niente, siamo vicini con la classe." Continuò.
"Bene, almeno so dove trovare qualcuno che conosco.." Gli sorrisi, poi sentii la campanella suonare. 
"Oh, la campanella! Dobbiamo andare in classe! Se vuoi possiamo ritrovarci in mensa.."
"Per me va bene." E mi rivolse uno dei suoi sorrisi. 
 
Certo che era proprio carino. Entrai in classe e cercai un posto adatto a me. Ne trovai uno al centro. Mi sedetti, e aspettai. La classe era ancora vuota.
Pian piano cominciarono ad arrivare gli studenti. Sapevo solo che la mia classe era formata da 10 persone, compresa me. Facevo parte dell'Italia insieme ai miei fratelli. Ad un tratto vidi due ragazzi entrare con i due ciuffi inconfondibili: erano Lovino e Feliciano, i miei due fratelloni! 
Mi videro, e mi salutarono, sedendosi ai propri posti. Qualche minuto dopo arrivarono altre persone: Un ragazzo abbronzato con gli occhi verdi, un altro con i capelli biondi e gli occhi verdi, e molti altri, che ora non ricordo. Ricordo solamente questo fatto: vidi che tutte le piccole nazioni o le città possedevano un collare. Mi chiesi cosa fosse, ma non feci in tempo a pensarci che mi ritrovai davanti il ragazzo abbronzato citato prima. Lui mi sorrise a mi salutò allegro.
 
"Hola!"
"Ciao!"
"Oh, sei italiana? Io sono Spagna!"
"Oh, è un paese caldo e accogliente.."
"Sì! Di quale parte dell'Italia fai parte?"
"Sud Italia, perchè?"
 
Non mi rispose neppure. Mi ritrovai uno di quei collari al collo. Mel'aveva appena messo. 
 
"MACHECAZZ--?!"
"Oh, ti esprimi proprio come Lovinito! Da oggi sei una mia colonia, come tutto il Sud Italia, si intende!"
" .. "
 
Lo guardai, come per dire di togliermi quel collare prma che gli arrivasse un calcio da qualche parte, ma lui mi pattò, e se ne andò saltellando come un cretino.
 
" .. Bene, è il mio primo giorno e sono già sotto il controllo di qualcuno.. "
"Oh, anche tu?"
 
Sentii una voce femminile, mi girai e vidi una ragazza con dei capelli marroni scuro quasi neri, legati in due code che le pendevano dalle spalle, e due grandi occhi marroncini-gialli.
 
"Io sono Seychelles, piacere!"
"Io sono Catanzaro..." Dissi, osservando anche il suo collare.
"Oh.. Guardi questo? Beh, io appena sono arrivata, sono diventata una colonia inglese senza rendermene conto.."
"Io sono una colonia spagnola."
 
Mentre parlavamo, c'era uno strano individuo che mi fissava. Non ci avevo parlato fino a quel momento, ma era parecchio... strano d'aspetto, ecco. Non indossava l'uniforme come tutti, come se avesse il privilegio di non farlo, aveva solamente un panciotto viola, una camicia rosa e un farfallino azzurro fosforescente, uniti a dei pantaloni beige e a delle scarpe marroni. Come viso invece aveva i capelli biondo chiaro, quasi platino, mentre il colore degli occhi non riuscivo a distinguerlo, era troppo lontano. Mi inquietava parecchio quel tipo, perciò decisi di non restare da sola e rimanere sempre in gruppo. 
Più tardi conobbi altre persone, come Ucraina, Austria e Prussia. Mi soffermo su quest'ultimo: io ho sempre odiato le persone vanitose, invece lui non era affatto antipatico, anzi, diventammo subito amici! Mentre io e Austria condividevamo la passione per la musica, anche se di generi diversi. Durante la lezione, c'erano Spagna e Prussia che facevano parecchio casino, infatti venivano spesso sgridati dall'insegnante.
 
Più tardi, all'ora della mensa, decisi di andare nella classe di Russia per poter conoscere nuova gente. Arrivata lì, vidi che invece era tutto più calmo. Vidi Russia da lontano e mi avvicinai, sorridendogli.
 
"Ciao, Russia!"
"Oh, Priviet, Daniela!" Rispose lui, in russo.
"Sono venuta alla fine! Andiamo in mensa?"
"Va bene."  
 
Ad un tratto vidi una ragazza avvicinarsi, che si attaccò a Russia.
 
"Chi sei tu?" Mi chiese lei, ma non sembrava una domanda, più un ordine. Era una ragazza con i capelli biondo platino lunghi, e con un grande fiocco bianco in testa, mentre aveva degli occhi blu scuro, molto belli. 
"Sono una... una sua amica, credo. E tu chi sei?"
"Io sono Bielorussia, sua sorella e futura moglie." Sibilò lei, guardandomi male e tenendosi stretto Russia.
"A-Andiamo sorellina, non s-stavamo facendo nulla.."
"Stavate parlando!"
"E allora?" Dissi io, senza paura. Non capivo perchè faceva paura a Russia, non so. Lei mi guardò ancora più male di prima.
"E allora che cosa? Russia è mio!!"
"Ma.. ma non voglio mica sposarlo, non ti devi preoccupare..!"
"Non è vero!"
"Credimi, ti prego.. stavamo solo andando in mensa.."
" .. " Lei mi guardò, ancora scettica, ma fortunatamente si staccò, guardandomi ancora.
"Io ti tengo d'occhio. Fai un passo falso, e ti faccio fuori." Disse lei, e se ne andò.
"... O-Oh, ehm ,scusami per lei, è sempre stata così.." Disse Russia cercando di scusarsi. Io mi toccai il collare, per poi sorridergli.
"Non preoccuparti, sono abituata a di peggio..!"
" .. Non dirmi che sei diventata una colonia inglese."
"No, spagnola."
"Forse è meglio così, credimi." Disse, ridacchiando leggermente. Poi si alzò e cominciò a camminare in direzione della mensa, prendendo per scontato il fatto che l'avessi seguito. E così fu, infatti. 
"Ma.. perchè? Inghilterra non sembra così cattivo.."
"Oh, ma è molto autoritario e severo."
" .. Mh .. Dovrei vederlo con i miei occh-- A proposito, Russia!"
"Dimmi."
"C-Chi è quel tipo inquietante che c'è nella mia classe? E' molto simile ad Inghilterra, solo che è vestito in modo strano..!"
"Oh, stai parlando del fratello "gemello" di Inghilterra. Si chiama Arthur, chiamato semplicemente Artie, ed è pazzo."
"P-Pazzo?"
"Sì, è un pazzo assassino. Si dice che cerchi le sue vittime tra le ragazze della scuola, e poi di notte esca e le uccida. Si dice anche che quando ha avvistato qualcuno di... interessante, le fissi tutto il giorno."
" ... Oh mio dio, Russia. Lui mi stava fissando."
" .. Oh, ti farò la tomba."
"R-Russia.. non scherzare, ho paura."
"Suvvia, non ti farà nulla. E poi sono solo dicerie!"
" ... Va bene, va bene.."
"Andiamo adesso, ho fame."
"Certo..!"
 
E mi "trascinò" in mensa. Quest'ultima era quasi più grande della mia classe. Brutti bastardi!
..
Scusate, è colpa di mio fratello.
 
Come dicevo, dopo aver mangiato insieme a Russia, tornai in classe. Notai che non c'era nessuno nella stanza. Forse stavano ancora mangiando, io sono piuttosto veloce in queste cose.
...
Sentii una presenza nella stanza. Ero certa di non essere sola. Mi girai, con il battito a mille, ma non c'era nessuno. Per sicurezza, mi sporsi dalla porta per guardare nel corridoio. 
Nessuno.
Pensai di essermelo immaginato, e mi girai per rientrare in classe, quando una voce maschile e... inquietante, interruppe la mia "felicità":
 
"My darliiing.~ Cercavi me?~"
 
.. Non avevo il coraggio di girarmi. 
Ero sicura fosse Lui.
Inghiottii a vuoto, e continuai a non girarmi, a non voler cedere. 
 
"Ehi, piccola?~ Perchè non ti giri e mi guardi negli occhi?~"
 
Piccola?! ... Non dovevo assolutamente arrabbiarmi, chissà, poteva anche avere qualche arma e uccidermi all'istante, cavolo! .. Poi mi venne in mente un atroce dettaglio: se non mi giravo, sicuramente mi avrebbe colpito alle spalle con chissà quale arnese. Sbiancai al solo pensiero, dopotutto non ero abituata ad avere vicino dei... pazzi assassini. Non riuscivo a respirare, o meglio era difficile, l'unica cosa che speravo è che non se ne accorgesse, non volevo dargli questa soddisfazione.  
 
..
 
Ok, fidiamoci. Mi girai, e lo vidi. Era proprio Lui. 
 
"Oh, finalmente, cute.~"
 
Era il ragazzo di prima, Artie, aveva detto Russia. Ripensai alle sue parole per un momento: "Non ti farà nulla, non preoccuparti."
Ma io avevo paura lo stesso. Quel tipo era inquietante e basta.
 
"Ma che bei capelli.~"
 
Disse lui, avvicinando la sua mano sui miei capelli e accarezzandomeli. Io arrossii, come era normale mi succedesse, e guardandolo da vicino, notai che era molto pallido, e che aveva degli occhi strani, proprio come il resto: erano azzurri, ma erano presenti anche delle sfumature di rosa, che li rendevano meravigliosi. 
Ma... non riuscivo a farli sembrare meravigliosi, su di Lui. 
 
 
 
 
  
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