Anime & Manga > Aquarion EVOL
Ricorda la storia  |      
Autore: liena    22/06/2012    5 recensioni
“Ricordi quando mi hai chiesto cosa rappresentasse la musica nella mia vita?” socchiuse gli occhi, lasciando che la leggera brezza di quel pomeriggio gli scompigliasse i capelli dorati. “La mia vita è come una tela; la musica è l’acquerello che la dipinge” finì con una lieve risata, andando a cercare con i propri occhi quelli dell’altro. (SPOILER puntata n°23)
[Aquarion EVOL - Shrade/Cayenne]
Prima classificata al "Flash Contest: Arte in ogni sua forma" indetto da Alex_J sul forum di EFP
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname: Liena90 (liena sul sito)
Titolo:“Music of Heart”
Fandom:Aquarion EVOL
Raiting: Giallo
Avvertimenti: Introspettivo, Malinconico
Genere: Shonen-ai, Spoiler
Nda: Eccomi qui. Allora, da dove cominciare? È la prima volta che scrivo su questo fandom (ormai è diventata la mia passione, anzi meglio dire ossessione) e il risultato, come per ogni mio scritto, non mi soddisfa pienamente. Spero comunque di aver fatto un buon lavoro e di aver utilizzato gli elementi richiesti in modo corretto ^^
 
*: la canzone è di proprietà dei The Wanted, utilizzata in questa storia senza fini di lucro ma finalizzata solamente alla storia.
 
Be, che altro dire? Buona lettura.





 
 
 

 
 
 
 
 

Music of Heart

 
 
 
 
 
 
 

“La musica è il genere d’arte perfetto.
La musica non può mai rivelare
il suo segreto più nascosto”
Oscar Wilde
 




 

 
 
Tutto ciò che gli rimaneva al mondo era la musica. Quella dote nata con lui, quel talento innato che gli aveva strappato la famiglia, sotto i suoi occhi, sotto il suo tocco. Era stato macchiato con il sangue dei suoi genitori, seppur involontariamente.
Quel ragazzo dalle caratteristiche angeliche, capelli biondi e occhi color celeste, nascondeva dentro di sé un potere demoniaco. Poco alla volta, giorno dopo giorno, stava riuscendo a far suo quel potere che sentiva crescere dentro sé; lo avrebbe domato, ne era certo, e l’avrebbe utilizzato per fare del bene.
Ogni volta che poggiava le mani sui tasti del pianoforte, per lui come un prolungamento delle braccia stesse, riusciva a creare sempre nuove melodie che, non solo giungevano alle orecchie di chi ascoltava, ma riusciva a colpirne direttamente gli animi, manovrandone le emozioni.
Era grazie a quello straordinario potere che voleva giungere a lui.
L’unica persona che si fosse mai interessata veramente a quello che era realmente, senza giudicarlo mai e trattandolo come un vero amico. Come una persona comune.
Con il pensiero rivolto a quel ragazzo appoggiò le mani ai tasti bianchi e neri del proprio pianoforte, accarezzandoli dolcemente prima di dare vita a una nuova melodia. Nonostante la sua stanza fosse lontana da quella dell’altro, sapeva che la sua musica sarebbe riuscita ugualmente a raggiungerlo, riscaldandogli il cuore ovunque si trovasse. Una melodia carica e forte, accompagnata da parole sussurrate al vento. *


 

“My universe will never be the same,
I’m glad you came”

 




 

***

 



 
Shrade sapeva che presto o tardi sarebbe morto. La sua grande dote sarebbe stata la sua rovina; l’aveva rovinato dentro, l’aveva fatto ammalare. E non c’era alcuna cura.
Cayenne sapeva che quel ragazzo, un giorno, non avrebbe più riempito le sue giornate e non avrebbe più colmato il suo dolore con la propria musica. Sapeva che tutto era destinato a finire.
Ma, entrambi, non si aspettavano sarebbe successo tanto presto.
 
 



“Direi acquerello” aveva esordito Shrade un pomeriggio mentre, seduto a uno dei tavolini nel cortile della Deava, aveva alzato lo sguardo al cielo azzurro, limpido come i suoi occhi.
“Di cosa stai parlando?” domandò Cayenne leggermente confuso, portando lo sguardo sulla figura longilinea di lui.
Ed era rimasto piacevolmente assorto da quel panorama; dischiuse di poco le labbra, trattenendosi per non farsi notare. Shrade sorrise sentendo il suo sguardo su di sé, continuando però ad ammirare in alto, perso in chissà quali pensieri, prima di sospirare serenamente.
“Ricordi quando mi hai chiesto cosa rappresentasse la musica nella mia vita?” socchiuse gli occhi, lasciando che la leggera brezza di quel pomeriggio gli scompigliasse i capelli dorati. “La mia vita è come una tela; la musica è l’acquerello che la dipinge” finì con una lieve risata, andando a cercare con i propri occhi quelli dell’altro.
Cayenne rimase colpito dallo sguardo del biondo: forte e deciso nel pronunciare quelle parole, come mai aveva visto in lui.
 
 




Non riuscì a capire perché, in un momento delicato come quello, gli fossero tornate alla mente le parole dell’amico. Solo… si sentiva strano. Aveva provato un forte dolore al petto ma ancora non capiva; non voleva capire.
Finalmente, dopo tutti quegli anni passati a cercare l’armonia perfetta, quel la melodia antica e nostalgica, Shrade l’aveva trovata e fatta sua.
Le note musicali vennero trascritte nel libro Sacro davanti ai suoi occhi, mentre l’altro le suonava in quella dimensione sconosciuta, divenendo parte integrante della storia del Mondo. Della loro storia.
Socchiuse gli occhi, ancora incapace di accettare ciò che il cuore gli stava dicendo.
“Ehi, amico” sentì la sua voce calda riempirgli le orecchie e lo vide nella propria testa.
“Shrade…” mormorò a basa voce, con gli occhi che si riempivano di dolore.
“Nonostante l’acquerello sia bello e caratteristico… prima o poi la tempera l’avrebbe coperto, annullandolo” disse donandogli un sorriso, l’ultimo, mentre gli stringeva la mano, intrecciando le dita con le sue, per salutarlo prima di scomparire definitivamente dalla sua vita.
Quel giovane ragazzo, che mai era stato di troppe parole, gli aveva donato segretamente il suo cuore e lui, troppo occupato a pensare ad altro, non se n’era mai accorto. Eppure con quelle melodie, create appositamente per lui, avrebbe dovuto capire quale segreto celava dentro di sé quel ragazzo angelico.
Cayenne aprì gli occhi, lasciandosi scappare delle calde lacrime che gli rigarono le guance.
Si portò una mano al viso, quella dove ancora poteva sentire il calore della mano del suo amico, con l’intendo di scacciarle.
Una macchia rossa gli macchiava il pollice; rossa come il sangue, rossa come la tempera.
 
 










 
Note finali: Ho AMATO e AMO ancora il caro, vecchio Sousei no Aquarion. Silvia e Apollo sono la coppia Het che più mi ha appassionata e che adoro; eppure, nonostante questo amore incondizionato… non sono mai riuscita a scrivere nulla su questo fandom. Eccomi con una storia di EVOL, che mi ha fatto riaccendere la passione e chissà…magari mi stanzierò qui per tanto tempo. Grazie per aver letto! ^^
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Aquarion EVOL / Vai alla pagina dell'autore: liena