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Autore: liamismypeeta    22/06/2012    5 recensioni
Ma quando si ama il tempo non passa mai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'estate era iniziata finalmente. Tutto quello che mi serviva era rilassarmi. E il miglior modo in cui potevo passare quella meravigliosa giornata era, ovviamente, fare la cosa che mi piaceva di più: andare a cavallo.
Mi sentivo libera, sicura e mi divertivo.
Mio padre mi aveva comprato con molti sforzi un cavallo qualche anno prima. 
Arrivai nella sua stalla e lo sellai.
-"Andiamo bello, oggi facciamo una bella passeggiata"
Sentivo il cavallo galoppare sotto di me e il vento soffiarmi sotto al casco. Decisi di inoltrarmi nel bosco fitto per avere un po d'ombra e non cuocermi sotto al sole.
Ero felice e libera.
Nulla poteva andare storto.
-"Aiuto! Aiuto!" sentii gridare.
-"Aiuto sono qui!" non riuscivo a capire la direzione.
-"Non ti vedo! Puoi dirmi dove..." urlai ma la mia risposta venne da sola. C'era un cavallo davanti ad una fossa.
Mi avvicinai e scesi dal mio cavallo. Mi affacciai leggermente e trovai il ragazzo che chiedeva aiuto.
Non era molto alto ma non riuscivo a riconoscere i suoi lineamenti perché aveva il viso sporco di terra e il caschetto ancora in testa.
-"Sono caduto dal cavallo e mi sono slogato una caviglia" spiegò dal fondo della buca. Non era molto profonda ma con una caviglia fuori gioco non poteva farcela.
-"Tranquillo ora ti tiro fuori"
Tornai al mio cavallo e mi slacciai il caschetto legando nuovamente i miei lunghi capelli neri e poi presi la corda che tenevo sempre dietro per le emergenze.
-"Prendila!" urlai gettandogli un capo della corda.
-"Presa!"
Iniziai a tirare con tutte le mie forze ma niente.
-"Legati la corda, sennò non risolviamo nulla" dissi.
E così fece. Si legò la corda in vita e io feci lo stesso iniziando a camminare pesantemente.
-"Ci sono quasi" si stava aiutando con le braccia ma io ero stanca non ce la facevo più a tirare.
-"Ci sono!" spingeva ancora con le braccia. Corsi verso di lui e lo tirai dalle ascelle.
Caddi a terra accanto a lui con il fiatone.
-"Grazie..." si tolse il caschetto e riuscii a vedere i suoi capelli biondi. Si pulì la faccia scoprendo due grandi occhi marroni e una bocca a cuore.
-"Di nulla. Come va il piede?" chiesi perdendomi per un secondo nei suoi occhi.
-"Non riesco a muoverlo" rispose con una smorfia di dolore tastandosi la caviglia.
-"Ora ti riporto al campo, ma devi salire sul mio cavallo"
-"Ma come faccio?"
-"Ti aiuto io" mi alzai in piedi e lo feci alzare. 
-"Sali con un piede solo, ti tengo io"
Spinse sul mio braccio e cacciando qualche urlo riuscì a salire. Presi la corda e la legai al cavallo del biondo e lo tirai verso il mio, montai e ci dirigemmo verso il campo.
-"Grazie ancora" disse dietro il mio collo "non so nemmeno il tuo nome..."
-"Sono Charlotte" 
-"Io sono Justin" 
-"Non ti ho mai visto qui..." mi sarei certamente ricordata di lui.
-"Sono sempre nel bosco. Mi piace correre a cavallo..."
-"Già..." mi scappò un sorriso.
-"Che c'è? Perché ridi?"
-"No è che non ho mai incontrato qualcuno che amasse davvero i cavalli come me. E tu... Non so, sembri..." in realtà non sapevo quanto il suo amore per i cavalli fosse grande, ma di ragazzi anche solo un po interessati ai cavalli non se ne trovano molti.
-"Siamo arrivati" conclusi.
Scesi dal mio cavallo e tesi la mano a Justin.
-"Dai ti aiuto io a scendere, ti porto in infermeria"
Mi fissò per un attimo poi prese la mia mano e, scavalcando un lato del cavallo, saltò giù atterrando su un solo piede. 
-"Hai visto? Nessun dolore" dissi passando il suo braccio sulle mie spalle e il mio sotto il suo.
Zoppicavamo verso un piccolo edificio di due piani. 
-"Charlotte! Justin! Che è successo?" disse una grassa signora correndo verso di noi.
-"La mia caviglia è andata" spiegò il biondo.
-"Oh mio Dio... Venite" prese Justin dall'altro lato ed entrammo in una stanza accogliente. Le pareti erano ricoperte di legno, come una casa di montagna.
-"Stenditi" ordinò la donna.
Lo accompagnai con le braccia per tutto il movimento, poi mi sedetti su una sedia accanto al suo letto.
-"Devo vedere se te la sei rotta. Farà male" istintivamente presi la sua mano e la strinsi. Lui mi guardò e poi chiuse gli occhi.
La donna toccò la caviglia prima leggermente e poi con un tocco più duro. Justin lanciò un urlo.
-"Ok, basta. Non è rotta. Te la sei slogata. Ora te la fascio"
Sospirai per il sollievo.

 

-"Toc toc, posso entrare?" chiesi aprendo la porta bianca.
-"Certo!" rispose una voce angelica "mi fa piacere vederti qui" Justin s'illuminò in un sorriso.
-"Volevo sapere come stavi" mi sedetti accanto a lui sul letto.
-"Meglio..." 
-"Bel modo per iniziare l'estate no?" risi.
-"Già" rise anche lui.
La porta si spalancò di nuovo.
-"Ciao Justin! Sono ven..." la bocca del ragazzo appena entrato si chiuse alla mia vista "scusami non sapevo avessi visite" rise sotto i baffi. Arrossii.
-"Ciao Paul..." salutò Justin ma Paul sembrò non farci caso.
-"Tu devi essere Charlotte, Justin non fa che parlare di te!" mi porse la mano.
-"Paul!" urlò Justin.
Risi arrossendo ancora di più se era possibile e poi strinsi la mano che tendeva davanti a me.
-"Sì sono io, piacere"
-"Posso farvi compagnia o..."
-"No, non puoi stavamo parlando di cose importanti" 
-"Oh, va bene. Ripasso. È stato un piacere conoscerti Charlotte"
-"Anche per me..."
Paul uscì dalla stanza, lasciandoci in un silenzio imbarazzante.
-"Scusalo, spara sempre cazzate" giustificò Justin.
-"Tranquillo..." si fece serio.
-"Non appena starò meglio ti va di... Uscire?" i suoi occhi color cioccolato incontrarono i miei.
-"Certo" sorrisi "ora che stiamo qui, cosa possiamo fare?"
-"Prendimi quella" indicò qualcosa alla fine del letto. Mi alzai e notai la chitarra. La presi e gliela porsi.
-"Sai suonare?” chiesi stupita.

-”Abbastanza” sorrise e iniziò a intonare una melodia. Mi risedetti sul letto ad ascoltare in silenzio.

-”Questa l'ho scritta io...” mi guardò negli occhi, annuì e lui iniziò a cantare.

-”How many I told you's 
And start overs and shoulders 
Have you cried on before 
How many promises be honest girl 
How many tears you let hit the floor 
How many bags you'd packed 
Just to take'em back, tell me that 
How many either or's 
But no more, 
If you let me inside of your world 
There'll be one less lonely girl 

Ero senza parole, senza fiato. Aveva una voce bellissima, dolce. Sembrava di sentire un angelo cantare. Avevo gli occhi lucidi, ma cercai di non darlo a vedere.

-”I saw so many pretty faces 
Before I saw you, you 
Now all I see is you 
I'm coming for you 
No no 
Don't need these other pretty faces 
Like I need you 
And when your mine in the
world...
ti piace?” chiese interrompendosi.

-”S-sì... è bellissima” ero senza parole. Ricacciai le lacrime dentro e sorrisi.

-”L'ho scritta pensando a te” abbassò lo sguardo e notai le sue guance arrossire leggermente.

Adesso ero davvero senza parole.

-”D-davvero?” mi fu impossibile continuare a tenere dentro le lacrime.

-”Sì, da quanto ti ho conosciuta non faccio altro che pensare a te, Charlotte... Lo so che magari per te non è la stessa cosa, ma io... volevo dirtelo. E spero che la canzone ti sia piaciuta davvero”

-”Io...” non potevo crederci. Ero io che non facevo altro che pensare a lui, ai suoi occhi, alle sue labbra, ai suoi capelli biondi... “io non credevo che per te fosse così...” gli presi la mano “non ho mai provato quello che provo per te”

Sorrise e asciugò una lacrima sulla mia guancia che era rimasta da prima.

-”Forse non serve aspettare che guarisci per 'uscire' insieme” sorrisi.

Si avvicinò a me lentamente, temendo di fare qualcosa di sbagliato, ma come poteva sbagliare? Accorciai tutte le distanze e premetti le mie labbra sulle sue. Erano morbide e perfette, si muovevano in sincronia con le mie. Non avrei mai voluto far finire quel momento.

 

---

-”Mamma ma quante volte devi raccontarmela questa storia? Te l'ho detto che ho paura di andare a cavallo! Non ho intenzione di cambiare idea”

Justin si avvicina a noi con il suo caschetto in testa, proprio come vent'anni prima.

-”Lily hai diciassette anni ormai, non puoi avere ancora paura!” per la centesima volta cerco di convincerla, inutilmente.

-”Tesoro ascolta la mamma” interviene Justin “lei ti dice questo per dimostrarti che andare a cavallo è la cosa più bella che ci sia successa” sorride e mi cinge un fianco.

Lily ci guarda un attimo riflettendo, forse ci siamo.

-”Ok... Ora faccio una prova” sbuffa e sale sul cavallo.

-”Finalmente” esulto. Stampo un bacio sulla guancia di Justin.

Lily inizia a cavalcare lentamente.

-”Ce l'abbiamo fatta” mi sorride con quel sorriso uguale a quando eravamo più giovani.

-”Magari andare a cavallo cambierà la vita anche a lei” sorrido.

-”Forse... Lo spero tanto perché non potevo desiderare una vita migliore. Ti amo Charlotte”

-”Ti amo anche io” le nostre labbra si giungono come se il tempo non fosse mai passato. Come se fosse il nostro primo bacio. Ma quando si ama il tempo non passa mai. 

   
 
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