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Autore: slice    23/06/2012    3 recensioni
Affetta/o da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Questa è stata una sfida difficile, sì. Molto, per me. Trovarsi a scrivere di cose del genere mi disturba come leggerne... Scrivo cose semplici e ridicole perché ho voglia di lieto fine e risate, di problemi risolvibili, l'horror non mi pare risolvibile; cioè, si risolve, ma sempre male, a quanto ne so. XD Vediamo come me la sono cavata! ^^
(Avrò fatto bene a mettere il rating arancione? Bah, speriamo.)
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden
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Crack, fanon o canon? Slash, het o threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Sfida semplice: horror.
Sfidata da: Skull_mistress









Terrore notturno
di slice





La sua testa esplode in un doloroso silenzio quando si sveglia di soprassalto. Si guarda attorno sconvolto, tutto sudato, il cuore non sembra voler decelerare e la gola è secca, per fortuna almeno le orecchie si abituano pian piano alla quiete della notte.
C'era il frastuono della pioggia, c'era il pianto di Ino, Chouji tirava su con il naso e Asuma stava morendo. Il suo respiro lento e faticoso era il dolore più grande, il rumore più forte.
Shikamaru scuote la testa, si preme indice e pollice sugli occhi e si abbandona sul braccio teso all'indietro. La sveglia segna le quattro.
Il tatami è freddo, ma a metà percorso, dalla camera alla cucina, Shikamaru già si pente di non essere rimasto a letto, davanti alla sua grande finestra aperta. È così caldo che i suoi genitori hanno lasciato spiragli aperti anche nelle finestre in soggiorno e in cucina.
Apre l'acqua per riempire il bicchiere, che ha preso con fastidio crescente dalla credenza, e beve tutto in un sorso.
Nel riflesso del bicchiere un viso conosciuto ghigna malignamente.
Il cuore gli schizza in gola e si volta di scatto, con paura e confusione incastrata nel cervello.
Ma non c'è nessuno a parte lui in quella stanza, i suoi genitori dormono al piano di sopra e non è possibile che quella persona sia lì. Respira affannosamente mentre si volta di nuovo verso l'acquaio, gira il rubinetto e infila la testa sotto. Gli sembra subito che il getto fresco gli schiarisca le idee: era sicuramente il lampadario, quello che ha visto nel riflesso. È solo stanco, pensa. È stanco di sognarsi Asuma che muore, è stanco di vedere Ino che si presenta agli allenamenti sorridente e con gli occhi rossi, è stanco di vedere pacchetti di patatine avanzate che Chouji si riporta a casa.
Chiude l'acqua, i suoi capelli sono completamente zuppi e lui aveva invece l'intenzione di tornare a letto. Fa qualche passo nella cucina e scivola con il sedere a terra. Sembra che sua madre abbia rovesciato qualcosa senza accorgersene. A gattoni va verso l'interruttore della luce e lo preme.
Sangue. Quello in terra e sulla stufa è sangue, quello che cola dal soffitto è sangue, le sue mani sono sporche di sangue e gocciola anche dai suoi capelli. Ingoia più volte per tenere a bada la nausea, chiude gli occhi, seduto sotto l'interruttore, e cerca di calmarsi.
“Non è reale... probabilmente sto ancora sognando,” ridacchia, stranito da se stesso e da incubi così particolareggiati.
Si alza in piedi e riapre gli occhi quando una risata folle gli arriva alle orecchie da molto vicino. Sulla tavola la testa di Hidan sembra molto divertita.
“Non è reale! Sei seppellito sotto terra, in mille pezzi... sai cosa sei?”
La testa ride, il sangue sembra gocciolare più copiosamente.
“Sei soltanto il mio senso di colpa!” lo indica per rendere più forte la sua affermazione.
Tutto scompare.
La cucina linda illuminata da un pallore familiare fa decelerare visibilmente il suo cuore. Chiude gli occhi e gonfia il petto per poi espellere aria e ansia. Ancora prima di riaprirli, quella risata torna nella stanza.
“Smettila!” grida Shikamaru, tappandosi istintivamente le orecchie.
Il corpo di Hidan lo immobilizza da dietro, facendo passare le braccia oltre le sue spalle e poggiando le mani sul suo collo.
“Ma cosa...? lasciami!”
“Te l'avevo detto che sarei tornato, te l'avevo detto che avrei ucciso tutti quelli che ami!” e ride, Hidan ride e il sangue si muove lungo le scale, dirigendosi al piano di sopra.
Shikamaru si dimena in principio, poi cerca di raggiungersi le dita per formare i sigilli, ma la spalla gli si lussa e non risolve niente. Inizia a gridare per chiamare i propri genitori, grida per svegliare i vicini, per attirare l'attenzione degli ANBU di pattuglia.
“È inutile, non possono sentirti, tu stai dormendo,” urla Hidan, sopra le richieste di aiuto del ragazzino.
“Cosa?”
Shikamaru si volta verso le scale, rimane in ascolto mentre osserva il sangue voltare in corridoio verso la camera matrimoniale. Trattiene il respiro.
Trambusto, passi, e urla si odono dal piano di sopra. Poi il silenzio.
Il chuunin si volta verso il criminale.
“Non è reale se sto sognando, smettila di giocare con la mia me...” gli si blocca l'aria a metà e il panico si insinua in ogni sua fibra.
Osserva minuziosamente la stanza e si accorge con orrore che le ombre ci sono, ma l'orologio è fermo: è un genjutsu.
“No, NO!”
In un gesto dettato dalla disperazione riesce a liberarsi, corre su per le scale, inciampando nei suoi piedi per colpa della vista annebbiata, chiama i genitori, in stato confusionario, e tutto si fa silenzio quando varca la soglia della camera. Un pezzo di sua madre è ai piedi del letto, la testa di suo padre è sulla lampada da camera, il sangue sembra vivo e si muove ancora.
Shikamaru urla, strizzando gli occhi mentre cade in avanti, piange, i singhiozzi gli riempiono lo stomaco di acido, vomita e solo allora si ricorda di quello che ha detto Hidan.
“...te l'avevo detto che avrei ucciso tutti quelli che ami!”
Scende le scale di corsa, deve avvertire gli ANBU, deve trovare Ino e Chouji... Kurenai! Non si ricorda più quante persone ama. La cucina è sempre piena di sangue, ma non c'è nessuno: e se fosse troppo tardi? Si porta una mano al petto, avvertendo un forte dolore, va in iperventilazione e sviene.

C'è un rumore di passi, viene da lontano, oltre la porta. La porta di camera sua.
Shikamaru scatta a sedere, il dolore al petto si è molto affievolito, ma se non si calma pensa che sverrà di nuovo. Scende dal letto, come ci sia arrivato non lo sa, non è la cosa che gli preme sapere. Dov'è Ino? Dov'è Chouji? E l'Hokage? Qualcuno avrà messo in salvo Kurenai? Il bambino di Asuma...
Nel corridoio c'è sua madre.
Si guardano un momento, lui sconvolto, lei che cerca di capirne il motivo.
“Tesoro, tutto bene?”
Suo figlio la abbraccia, la stritola, immerge il naso nei suoi capelli e inspira il suo profumo.
“Shikamaru?” gracchia lei, mezza soffocata.
“Io vado, Yoshino...”
Suo padre non fa a tempo ad aprire la porta che il figlio stritola anche lui.
“Cosa... succede?” balbetta lui, allarmato.
“Non lo so... Un incubo?”
Sulla spalla del padre il ragazzo emette un singhiozzo strozzato.
“Shikamaru,” Shikaku gli scompiglia i capelli, con una mano sulla testa, più rilassato, adesso, “era solo un incubo, non sei grandino per questo?”
Lui annuisce, si scosta lentamente, ma non riesce a guardarlo in faccia.
“Mi sono alzato e c'era sangue ovunque, Hidan era qui e...” sospira, a corto di fiato, “un genjutsu... sono riuscito a liberarmi in tempo per vedere pezzi di voi sparsi per tutta la camera...” quasi urla, gesticolando, e si mette a sedere per non crollare sul tatami. “Era così reale...” È arrabbiato e frustrato e con le mani si tappa gli occhi bagnati dalle lacrime.
I suoi genitori si guardano, la bocca aperta e la preoccupazione visibile dall'espressione. Yoshino scende le scale con una mano sulle labbra, turbata.
“Shikamaru,” inizia, “siamo qui, guarda. Tutti interi!” ridacchia, facendo sciogliere un pezzo di quel grumo d'angoscia dentro il petto del figlio, “se anche era reale, forse il panico ti ha mangiato i ricordi, ma pare che tu ci abbia salvati,” dice, con quel sorriso dolce, fiducioso, accarezzandogli il viso per togliere le ultime gocce salate.
Lui annuisce, sorridendo, poggia i gomiti sul tavolo e si tappa il viso con le mani.
Yoshino fa un cenno con la testa al padre, che si riscuote, si avvicina al figlio e gli circonda le spalle da dietro. Shikamaru lascia andare la testa sul suo petto e Shikaku gli dà un bacio sui capelli.
“Magari stasera mangiamo più leggero, eh?”
Ridono, tutti e tre, per spingere i brutti pensieri troppo lontani per nuocere.

Shikamaru passeggia nel suo parco, la cosa più bella di quel posto sono i cervi. Animali nobili e intelligenti. Tuttavia sembrano irrequieti.
Sono animali abbastanza solitari, è difficile che formino gruppi di dieci elementi. Un branco piuttosto sostanzioso di queste creature si agita in lontananza e Shikamaru si affretta per controllare che vada tutto bene e che siano solo ormoni e istinto ad averli riuniti lì.
Il cuore accelera e il respiro si fa nuovamente doloroso, un fischio gli occupa l'udito: conosce quella zona del parco.
Accelera il passo fin quando non si trova davanti ad un muro fatto di animali, che si separa quando si avvicina ulteriormente. La folta vegetazione gli copre la visuale. Scansa frasche e rami bassi senza spezzarli o rovinarli e, in fine, si staglia sull'orlo di una grande fossa. Aperta e vuota.





Owari?









Fa pena. Ne sono cosciente. Sapete cos'è un'altra cosa di cui sono cosciente? L'horror non è roba mia. Quindi questa volta me ne chiamo fuori: fa pena ma non è tutta colpa mia. Comodo, eh? ù.ù Poi, vabbè, io penso che faccia pena perché mi pare banale e credo non ci siano gli elementi del genere, però magari è solo colpa del fatto che non lo conosco. Non ne conosco i meccanismi, non so come instillare angoscia derivante dalla paura. Conosco la depressione, ma è un altro tipo d'angoscia, il terrore mi è difficile; e non posso aiutarmi con i film, perché è un genere che non seguo nemmeno sullo schermo. Ho visto un pezzettino di film, una volta, con il sangue che si muoveva in modo autonomo, potevo prendere spunto? Ditemi di sì... ç__ç
Spero sia venuta almeno un po' inquietante, anche se sperare una cosa del genere mi procura del prurito. u_ù
In ogni caso sono contenta di aver accettato, sono queste le vere sfide! (Non le amo particolarmente, però, eh, non fatemele tutte così! XD)

*Il terrore notturno è una patologia che si riscontra più che altro nei bambini sui due o tre anni, raramente colpisce gli adulti. È una vera e propria crisi di terrore, non un incubo, e si verifica nelle fasi tre e quattro del sonno non-REM.



I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.



  
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