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Autore: PrincessOfSpades    23/06/2012    4 recensioni
"Mi coprii la testa con le mani aspettandomi la caduta di qualcos’altro dall’alto, paradossalmente meno piacevole di un Bruno caduto dal cielo. Come la caduta di insopportabili, oltre che pesanti, Graveler.
Beh, stranamente non successe niente e mi ritrovai gli occhi puntati addosso dei miei compagni,non voluti, di avventura.
-Ma che fai, Blue? – mi chiese quasi preoccupato Green.
- …- “Bella domanda; chiedilo al mio istinto sopravvalutato”
- … Niente – risposi fingendo di aver fatto una cosa del tutto abituale. Mi fu riservato uno sguardo eloquente che la diceva lunga sulla mia considerazione da parte del gruppo, e non era affatto lusinghiera.
- Qualunque cosa tu stessi facendo, possiamo andare? – ci reguardì Bruno.
Oak non se lo fece ripetere due volte e io sbuffai, cercando con gli occhi conforto nel soffitto.
Tornammo così alla biforcazione, chiudevo la fila con soddisfazione dal momento che se fosse successo qualcosa i primi ad avvertirmi, con tanto di urla agghiaccianti, sarebbero stati proprio i due mentecatti".
[Estratto dal Capitolo 4]
Una strana coppia formata da una squinternata campionessa e un insopportabile rivale, equivoci improbabili e tante, tante disavventure!
*Storia ispirata liberamente ai personaggi di Pokemon VerdeFoglia
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Green, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Il tuo sapore

 

 

 
Non piangere Bunny! Le disgrazie non arrivano mai da sole …
 
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Satoshi Taijiri e della Nintendo; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
-Il suo nome?-                                                          
-Bunny Blue-
-Spiacente, ma la sua presenza non è segnalata, non posso lasciarla entrare- disse la signorina.
-Che cosa?!Mi hanno invitato, esplicitamente, i Superquattro; mi lasci passare!- sbraitai indignata.
-Non posso, mi perdoni-
-Ma sono io, la campionessa di Kanto!- e indicai scocciata la mia Tessera Allenatrice.
-Desolata-
Mi allontanai seccata, e chiamai subito Lance.
-Lance, il mio nome non risulta sulla lista degli invitati, non mi lasciano passare!-
-Che strano; devono averlo omesso-
-Omesso?- lo interruppi –Io, la campionessa indiscussa di tutta Kanto? Come si sono permessi?!-
Sentii dall’altra parte della cornetta sospirare.
-Senti Bunny, ora come ora non posso fare niente, stasera ci troviamo lì ed entriamo insieme;non faranno storie-
-Ma non puoi semplicemente chiamarli e avvisarli?-
-Scusami, ma non ne ho proprio il tempo; sto lavorando!-
-Lance … - lo supplicai –Ti prego!-
-Ma perché vuoi entrare: è appena passata l’ora di pranzo; la festa, fino a prova contraria, è questa sera!-
Mugugnai disperata –Mi annoio a morte!-
-Pazienza, fatti un giro al centro commerciale di Celadon City-
-Ma ci sono già stata miliardi di volte!-
-Auf, fai cosa ti pare. Vedi di non metterti nei guai, chiudo-
-Lance!- Non poteva riattaccare!
-Lance!-
Tu-Tu.
Cattivo; aveva riattaccato.
 
Offesa; per dirlo elegantemente con un eufemismo, uscii per prendere una boccata d’aria e decidere sul da farsi. Involontariamente vidi il mio riflesso su un vetro; indossavo già il vestito per la festa: sembravo una torta. Aveva tuttavia degli sprazzi vermigli che tempestavano il prezioso tessuto e che s’intonavano coi miei capelli.
Sembravo una torta perché non ero una donna; ma ancora una ragazzina di sedici anni, da sei allenatrice, ad essere precisi.                                                                                                              
Mi ero lisciata i capelli per quell’evento mondano, che riuniva personaggi illustri come i Superquattro, i Capipalestra, e gli allenatori più forti della regione; me compresa, modestamente. O quasi … visto che “mi avevano omesso”.
Tirai fuori la mia cara e vecchia cartina sgualcita. Vi erano disegnati scarabocchi e scritti appunti. Ve n’era uno in particolare che mi fece scoppiare dal ridere; vedeva ritratto il mio rivale, Green Oak, nella frase abituale, certo; forse un po’ modificata a spregio, con cui era solito sparire dopo aver assaporato la mia potenza dirompente a fine lotta. Diceva: “Ci becchiamo, plebea!-
Da quant’è, in realtà, che non ci “beccavamo”? Probabilmente dalla volta in cui l’avevo battuto,per l’ultima volta nel mio viaggio, alla Lega; quando avevo coronato,finalmente, il mio sogno.
Quanti ricordi in quel viaggio … e pensare che tutto fosse nato in una giornata ordinaria, nei dintorni di Pallet Town …
Pallet Town!
Ecco dove avrei fatto una passeggiata.
“Al diavolo, Lance!-"
Tirai fuori la mia prima pokeball, e sorridendo feci uscire un Charizard superbo dalle ali imponenti e dallo sguardo baldo.
-Andiamo, Charizard!- gli dissi montandogli agilmente sul dorso. –Andiamo a Pallet Town!-.
 
Appena toccai terra con i piedi,mamma mi corse incontro.
Da quanto era lì?!
-Bunny, tesoro!- mi abbracciò in uno dei suoi ti-stritolo-all’avvolgibotta-di-un-Ekans-in-calore-abbracci.                                                                                                                                              
La lasciai fare con poco trasporto; il fatto che ci avessi fatto l’abitudine non contemplava il dovere di farseli piacere.
-Stavo buttando la spazzatura!- mi informò gioiosa,prima di allentare la stretta.
-Wow, come sei bella!- si complimentò poi,dopo avermi sciolto dall’abbraccio.
-E’ per la serata all’Altopiano Blu- spiegai con una punta d’orgoglio.
-Capisco … chi c’è alla festa?- chiese, scrutandomi maliziosa. Si aspettava una risposta che parlasse da sola per il mio status single.
-Mamma!- sbottai con le guance in fiamme –Perché devi saltare sempre a certe conclusioni? Mica vado a caccia di ragazzi!-
-Su,su, scherzavo … vuoi qualcosa come spuntino? A proposito, a che devo la tua visita?-
-A niente; a una passeggiata per ammazzare la noia- risposi –Ah,no; non importa,grazie mamma,sono a posto così!- aggiunsi poi,salutandola con una mano.
-Te ne vai di già?- osservò dispiaciuta.
-Oui, au revoir,mamà!-
-Divertiti!-
-Ci puoi contare!-.
Con un sorriso divertito mi voltai; quando la sua voce un po’ gracchiante mi bloccò, nuovamente, a metà strada.
-Passa da Daisy, mi chiede sempre di te!- si raccomandò.
-Va bene,ciao!-
-Ciao,tesoro!- disse infine rientrando dal cancellino del giardino di casa. La vidi prendere il rastrello e iniziare a spazzare le foglie del vialetto che conduceva alla porta.
Feci la bellezza di una ventina di passi,che mi fermai davanti a una villetta come la mia. Suonai il campanello con un groppo in gola; quella era la casa di Daisy, e di suo fratello Green … il mio rivale,sì. Per un attimo, mi balenò in testa l’idea malsana che lui potesse essere per qualche strana ragione lì.
-Chi è?-
-Sono Bunny-
La serratura cigolò varie volte e la porta si aprì.
-Bunny!- una bambina di dodici anni, con i capelli raccolti in un grazioso fiocco dietro la nuca, mi abbracciò stretta.
-Ciao Daisy, sono venuta a trovarti. Sai,sei cresciuta parecchio; stai diventando proprio bella!- dissi accarezzandole il capo.
Daisy si esibì in uno dei suoi migliori e lucenti sorrisi.
-Vieni dentro; devo farti vedere una cosa urgentissimamente!-
Entrai cercando con lo sguardo i genitori della bambina.
-Mamma,è Bunny!- -Posa qui le scarpe- aggiunse indicandomi un punto del parquet.
-Salve!- salutai alzando la voce di parecchie note.
-Oh,ciao Bunny,che gioia vederti!- sentii dire dalla cucina; sicuramente era alle prese con la cena, ne era testimone lo scroscio dell’acqua, il gorgoglio del lavello,il cozzare delle posate … tutto così lontano e ovattato; ma familiare.
Seguii Daisy su per le scale, e sentii il cuore battere sempre più velocemente ogni gradino che salivo.
Daisy aprì la porta e mi scoprii delusa nel vederla tappezzata di rosa e stranamente vuota.Venivo a giocarci spesso da bambina; tutti i vecchi giocattoli di Green erano stati rimpiazzati da bambole sofisticate e pupazzi tondeggianti di Jigglypuff.
Odiavo quel Pokemon; per il bene del Pokedex, l’avevo catturato, e poi per il mio, liberato con un sospiro di sollievo.
-Green non c’è?- chiesi ingenuamente.
-No, è alla palestra- mi rispose un po’ stupita.
-Ah-.
Ah … me l’ero quasi dimenticato … ora era il Capopalestra di Viridian City … la sua città adesso era quella.
-Ehi,ecco qua, ecco cosa volevo farti vedere!-.
Con sorprendente spavalderia,lanciò una pokeball in aria e da un caldo getto rosa,ne uscì un esemplare di Clefairy.                                                                                                              
Naturalmente e rigorosamente,tondo e rosa.
Daisy lo prese subito in braccio.
-Clefy,saluta Bunny; lei è la campionessa di Kanto, è ancora più forte di Green!-
Forse,era perché mi ricordava un Jigglypuff; ma provavo anche per lei,supposi fosse femmina, una certa ripugnanza.
-Che carina,ciao Clefy!- mentii con un sorriso gentile.
-E’ il mio primo Pokemon; dopo l’estate intraprenderò anche io il mio viaggio … per batterti,Bunny; ti spodesterò,vedrai!- asserì con determinazione,stringendo in una morsa il suo Clefairy.
-Tu no spodesterai nessuno,tantomeno Bunny-
La mamma di Daisy entrò in camera con in mano un vassoio su cui vi erano posati due bicchieri colmi di aranciata appena spremuta.
-Vi ho portato uno snack- annunciò la donna, per poi ricambiare l’occhiata torva che la figlia le lanciò. Di colpo, quest’ultima, incrociò le braccia furente.
-Uffa, ma Green e Bunny sono partiti quando erano ancora più piccoli di me; perché io non posso?- brontolò.
-Ma insomma; uno i figli se li fa per goderseli, e questi se ne scappano via- si lamentò la mamma rivolta a me. Le sorrisi di rimando,non sapendo come risponderle altrimenti, giacché facevo parte di quella categoria.
-Sei un’egoista; non la voglio la tua aranciata!-
-Bevila, che ti fa bene- disse infine la madre, scoccando un bacio sonoro in testa alla bambina, che si dimenò con un: “Mamma smetti,mi dai noia!”. Posò il vassoio con le aranciate sulla scrivania e chiuse con attenzione la porta quando uscì.
-Come mai sei vestita così bene?- mi domandò Daisy subito dopo, girandomi attorno.
-Ho una festa stasera-
-Che bello! Mi porteresti con te?- prese le aranciate e mi passò uno dei bicchieri. La ringraziai mentre ridacchiavo.
-E’ già un miracolo se mi permettono di parteciparvi a me, visto che hanno scordato il mio nome sulla lista degli invitati-
-No! Impossibile,imperdonabile!- gridò offesa,come se l’oltraggio fosse stato fatto a lei.
Sorseggiai l’aranciata con gusto,bagnandomi le labbra piano, piano. -Già- confermai.
-E ora?-
-Ora mi lasceranno lo stesso entrare,sennò assaporeranno la violenta ira di un Charizard inferocito …. E soprattutto fomentato da me-
-Però non distruggere la Lega; come farò io in futuro? Non voglio sconfiggere i Superquattro all’aperto!-
-Tranquilla, non lo farò … starò attenta-. Posai sulla scrivania il bicchiere vuoto.
“Basta.” Era giunto il momento di andarsene. Le pareti mi stavano soffocando, i ricordi stendendo al tappeto, la nausea salire; perché mi sentivo così strana?
-Uh, si è fatto tardi; devo andare Daisy,subito!- esclamai, nuovamente fingendo.
-Oh,uffa … ti accompagno alla porta!-
 
 
-Ciao Bunny, torna quando vuoi; noi siamo qui!-
-Ciao Bunny, saluta Green da parte mia quando lo incontri!-
Annuii, e dopo aver salutato la mamma e la sorella del mio rivale, cominciai a passeggiare con passo sostenuto.
Cominciai a odiare ogni singola pietra e foglia di pallet Town.
Perché tutto mi ricordava Green?
Il mio primo Pokemon, la prima sfida,la prima medaglia, il bicchiere d’aranciata, i pupazzi di casa Oak …
Perché il mio cuore, si ricordava di un arrogante come lui?
Strinsi istintivamente le mani all’altezza del petto.
… Perché non c’eravamo più “beccati”? Stranamente,mi mancava.
Passai davanti al Laboratorio del Professor Oak.
Professor Oak, nonno di Green Oak. Green Oak.
Strinsi i pugni.
Perché quel cretino aveva gettato la spugna?! Perché non mi sfidava più, cosa aveva di meglio da fare? L’avrei controllato io di persona,se necessario; e strigliato,umiliandolo con una clamorosa vittoria.
-Bunny!-
Mi voltai e vidi di fianco a me, in lontananza, una figura in camice bianco che si avvicinava.
-Professor Oak!-
-Sei tornata per una visitina a Pallet Town a salutare la mamma?- mi chiese arruffandomi i capelli.
Appena sistemati,oltretutto. “No! L’avevo lisciati!”
-Anche- risposi riprendendomi dallo shock.
-Allora ti lascio stare,via!-
-Veramente volevo fare una passeggiata fino Viridian City. L’ho già salutata mamma-
-Sul serio? Ti dispiacerebbe farmi un favore?-
-No, mi dica pure-. Mi pareva strano; che non avesse qualcosa da chiedere.
-Potresti portare questo uovo a Green?- e me ne mostrò uno bianco latte, con delle chiazze verdi sul guscio. Sussultai un poco ma poi dissi gentilmente: -Certamente,non si preoccupi-
-Grazie Bunny, sei la migliore!- detto questo,con un cenno della mano,rientrò in laboratorio.
 
Ripresi a camminare rigirandomi fra le mani l’uovo.
In realtà mi seccava alquanto fare da facchino a l Prof. Oak, e mi vennero strane idee nella mente, come spaccarglielo in testa o farci una frittatina. Anche perché, se era di suo nipote, non costava niente, né a lui né a quest’ultimo, fare due passi per portarlo ; come stavo facendo io, del resto.                                                                                                                                                
Tralasciando il fatto che ancora come allora, camminando lungo il sentiero che separava Pallet Town da Viridian City, degli insopportabili Rattata e Pidgey, cercarono di attaccarmi, fu una passeggiata tranquilla. Questi mi attaccarono senza risultato però; camminavo con al mio fianco Eevee. Alla loro comparsa, il mio Pokemon ringhiava feroce, per quanto un Eevee potesse fare; spaventando i Pokemon.
Non potevo dar loro torto, dato che faceva parte della squadra campionessa di Kanto.
Guardai la codina pelosa del mio Pokemon farsi largo tra l’erba. Non lo avevo ancora fatto evolvere; non mi ero ancora decisa. Mi piacevano tutte e tre le evoluzioni finali: sarebbe diventato un elegante Vaporeon, un altero Flareon, o un aggressivo Jolteon?
Con questa domanda, che oramai mi perseguitava da anni, entrai a Viridian City, e subito, fui rasserenata e i miei pensieri placati, da tutto quel verde.
Con lentezza calcolata, camminavo per la città; gonfiando il petto sempre di più ad ogni dito estasiato che mi veniva puntato contro: “Mamma,mamma; è Bunny, la campionessa di Kanto!”. “Lei è il mio idolo …”. “Voglio diventare come lei un giorno!”.
Entrai con disinvoltura nella palestra e il signore che mi aveva aiutato a suo tempo con uno dei suoi saggi consigli, mi salutò cordialmente.
-Da quanto tempo,campionessa!-
Sentivo delle voci concitate provenire dal campo di battaglia, e mi allungai per vedere.
-Cerchi il Capopalestra?- mi chiese seguendo il mio sguardo.
Annuii. –Devo consegnargli una cosa-
-Capisco. Al momento è occupato in una lotta; puoi aspettare che termini- disse strizzandomi l’occhio.
Feci spallucce indifferente.
-Vado a dare un’occhiata, se non do noia-
-Assolutamente,vai cara-
Mi avvicinai al campo con discrezione e rimasi colpita nel percepire nell’aria l’aroma saturo della tensione, quasi palpabile con una mano.                                                                                            
Un allenatore affiatato, ordinava sicuro, al suo Wailord, un Idropompa. Dall’altra parte, Green si mordeva il labbro inferiore,in evidente difficoltà.
-Preparati, Arcanine- disse calmo.
Sapevo come sarebbe andato a finire l’attacco,e  lo sapeva anche lui,nonostante la freddezza cui si armava.
E quando il Pokemon guaendo si accasciò a terra, Green sorrise strafottente: naturalmente aveva un contro piano.
-Bravo, hai sconfitto il mio Arcanine- gli canzonò.
-Non crederai mica di poter solo sperare di vincere,adesso-
Che sbruffone.
Quando lottava diventava una macchina da guerra.
“Il solito … dagli una bella batosta,tu!” pensai rivolta all’avversario. Questi, per nulla intimidito, si abbassò sul viso la visiera del cappellino.
-Mi sottovaluti-
-Meglio; battere uno sprovveduto è all’ordine del giorno, che noia!- disse con finta stanchezza il Capopalestra.
-Ti coglierò di sorpresa, vedrai-
Green sollevò divertito un angolo della bocca.
-Vai, Exeggutor!-
Un Pokemon simile ad una palma da cocco,con tre cocomeri per testa, scese sul campo gongolando sulle zampette corte e tozze, e attese l’ordine del suo allenatore.
“Oh”. Eccolo, il contro piano.
-E adesso come la mettiamo? Solaraggio!-
Senza nemmeno il tempo di ribattere,un raggio potente colpì il cetaceo, che in una sola mossa, venne steso al tappeto. “Accidenti.”
-Non cantare vittoria; Rapidash, scelgo te!-
Green storse la bocca,appena irritato.
“Wow,forte quest’allenatore!”.
-Fuocobomba!-. Con la velocità d’un battito d’ali di colibrì; il Pokemon mise in fiamme l’Exeggutor, che cominciò a gemere disperato, creando un chiasso assordente. (Contando che i lamenti erano stati moltiplicati per tre, ossia per ogni testa!).
Mi tappai le orecchie, cosicché non potei udire la controffensiva del Capopalestra.Con la forza del pensiero, il suo Pokemon, tacendo all’improvviso, e mandò un’onda potentissima al Rapidash,concentrandosi.                                                                                                          
Conoscevo le sue mosse: si trattava di Psichico.
Tuttavia non riuscì a infierirgli un grave danno, e il Pokemon di tipo fuoco, gli diede veloce il colpo di grazia. Rimanevano due Pokemon a Green, e Rapidash allo sfidante.
-Fine dei giochi, pivello!- Con un’insolita eleganza il primo chiamò in campo un gigantesco Tyranitar, e l’altro strinse i pugni alla vista di quel Pokemon.                                                                  
Anche a me aveva sempre incusso un certo timore. Mi si gelò la spina dorsale nel vederlo comparire e ruggire.
-Ter-re-mo-to- scandì Green con veemenza, facendomi rabbrividire ulteriormente.
La terra cominciò a tremare convulsamente e io mi coprii simultaneamente la testa. Quando mi sfiorò violenta una pietra, caduta dal soffitto, urlai spaventata e fu allora; che i due sfidanti si accorsero della mia presenza.
L’allenatore,sorpreso, avvampò.
-Bunny Blue!?- esclamò emozionato.
-Già … stava assistendo alla tua lotta- replicò con un pizzico di sadismo il primo.
Fulminai con lo sguardo Green; come si permetteva di stremare psicologicamente quel povero ragazzo in tale modo? Mi sentii ribollire il sangue delle orecchie.
-Sei stavo bravissimo!- urlai allora sorridendo all’allenatore, alzando il pollice in su, in senso di approvazione.                                                                                                                                    
Lui, se possibile, arrossì ancora di più.
-Stato- sottolineò l’altro –Perché è scontato che tu esca da quella parte senza medaglia- disse indicando l’entrata della palestra.
-Non è ancora finita!- con una forza d’animo invidiabile, l’avversario ordinò con grinta la prossima mossa al suo Rapidash.
“Dannato Green” Purtroppo aveva ragione … ma in ambito morale sarebbe stato sicuramente il vincitore!
-Tyranitar, sai cosa devi fare!- udii pronunciare dal mio vecchio rivale.
Mi aspettavo un altro terremoto, e portai le mani nuovamente, a coprirmi la nuca; ma non arrivò nulla.
Mi aspettavo di tutto; tranne questo: l’energumeno mi afferrò coi suoi artigli affilati, e senza potermi liberare, tanto la morsa era serrata attorno al mio corpo, mi lasciò al fianco di Green. Vacillai appena e mi scontrai con la sua spalla.
-Grazie- lo ringraziò lui.
Dall’altro lato del campo, sgomento quanto me, l’allenatore assisteva alla messinscena del Capopalestra.                                                                                                                                            
Perché diavolo mi aveva portato qua? Voleva che combattessi e che magari dessi il colpo finale al povero ragazzo? Mi sarei opposta con tutte le mie forze. E sappiamo che le risorse di una ragazza sono inestimabili.
Invece, Green mi prese per il braccio e mi avvicinò a sé.
-Bunny cara, sei il suo idolo; potrai vedere la sua sconfitta dal posto d’onore-
Ancora confusa e scombussolata dal suo tocco, guardai il ragazzo davanti a me,sbiancare.
-Terremoto- all’ordine perentorio, vidi quest’ultimo fremere, umiliato fino al midollo, e sull’ orlo delle lacrime scontrarsi rabbioso con lo sguardo fermo e freddo dell’altro.                                        
Quando pezzi di soffitto cominciarono a piovere come pioggia dal cielo, mi rannicchiai istintivamente attorno al braccio di Green, e sentii l’altro avvolgermi la testa.
-Rapidash, attento!-
Mi voltai di scatto verso il Pokemon che piangeva mentre cercava di scartare le pietre che piombavano giù. Una lo colpì al fianco, e Rapidash sbandò, andando a finire a terra.
-Basta, basta, mi arrendo, fallo smettere!- pregò il ragazzo a quella vista impietosa.
-Codardo, accetta almeno fino alla fine …-
Non lo sentii finire; mi allontanai con una spinta e chiamai in campo Charizard.
“Adesso basta”.
Questo si piazzò ruggendo dinnanzi al Tyranitar, curvandosi sul corpo stremato del Rapidash, proteggendolo con le ali possenti. Green si girò verso di me sconvolto e ordinò a Tyranitar di cessare l’attacco.
Quando la pioggia violenta si spense, all’interno della palestra, Charizard si spostò permettendo all’allenatore del Rapidash di soccorrerlo.
-Mostro- sibilò al Capopalestra, prima di richiamare nella pokeball il Pokemon.
Green si avvicinò mantenendo perfettamente la calma.
-Sei stato fortunato,sai? Devi ringraziare il tuo idolo, se ho smesso l’attacco e sai perché? Perché è la campionessa di Kanto; non una mezza calzetta come te- disse con gli occhi saettanti di rabbia.
-Puoi riprovarci, ovviamente. Nessuno te lo impedisce. Arriverà anche per me, purtroppo, una giornata no; e avrai la tua occasione. E quando, e se vincerai, sfiderai i Superquattro, e poi lei- ringhiò indicandomi.
-Io; sono il unico e vero rivale: perciò mettiti l’animo in pace. Stampatelo bene in testa …- disse avvicinandosi ancora, a un centimetro dal volto dello sconfitto. - … Non farò passare nessuno- aggiunse poi sorridente, con la sua solita aria poco raccomandabile.
Ascoltai tutto.
Per lui ero “il suo unico e vero rivale”,quindi? Come una stupida tutte quelle parole non fecero altro che lusingarmi, e me ne vergognai.
Me ne vergognai così tanto che chinai il capo e lo rialzai solo quando udii il rumore del portone aprirsi e chiudersi in lontananza, seguito dallo sdrucciolare fra le macerie di Eevee, che si era dovuto riparare in un angolo.
-Che ci fai qui, Blue?- mi chiese Green richiamando dentro la pokeball Tyranitar, scuotendomi con il suono della sua voce dal mio torpore.
-Tieni- dissi prendendo con malagrazia l’uovo dalla borsa e porgendoglielo. –E’ da parte di tuo nonno-.
-Eccolo, finalmente!- senza aggiungere altro, nemmeno un piccolo “grazie”, sparì dalla stanza.
Intanto io presi in braccio Eevee e lo coccolai un pochino; poi, richiamai Charizard nella pokeball.
Osservai la palestra: era mezza distrutta, ma tempo due giorni e sarebbe ritornata come nuova. In fondo le palestre, comportavano questo genere di danni, e a ripararle, gli specialisti, erano molto veloci.
Green tornò pochi minuti dopo, con in mano una pietra color ocra.
-Dagli questa, per favore- mi disse atono, porgendomi la pietra.
-Scordatelo- gli scaccia la mano e feci per andarmene. Adesso pretendeva anche che io fossi al suo servizio! Ma guarda te che razza di presuntuoso …
-Me ne vado da Lance- borbottai scocciata.
Green sbuffò, e chinatosi verso il mio Eevee, che era rimasto lì a guardarmi andare via, disse: -Portagliela-. Eevee l’annusò incuriosito.                                                                                                  
Mi voltai irritata: “Lascia stare i miei Pokemon” ringhiai dentro di me.
“Oh, no”. Mi si bloccò la circolazione del sangue, per un attimo, nel vedere la scena.
Perché la pietra stava reagendo? Semplice: perché Green era un cretino.
Mi precipitai verso di loro, ma era già troppo tardi; Eevee in un grande lampo cambiò forma.
Il pelo morbido diventò all’improvviso ispido, gli occhioni dolci che tanto amavo diventarono affilati e profondi come due pozzi neri, la coda si accorciò di molto, e il manto assunse una graduazione diversa: Eevee si era evoluto. Evoluto in un Jolteon. Per sbaglio. O meglio, per colpa di Green.
-Eevee!- mi gettai al capezzale del Pokemon, ma questo soffiò spaventato e scappò via; subito presi la sua pokaball e lo feci rientrare.
-Green!- urlai furiosa –Che hai fatto?!-
-Niente, ha fatto tutto da sé- rispose.
-Hai fatto evolvere il mio Eevee!- strillai sull’orlo di una crisi isterica.
-Era l’ora-
“Era l’ora? E adesso sarà la tua!”
-Sei uno stupido, uno sbruffone; bravo solo a pavoneggiarsi!- lo insultai cominciano a camminare in su e in giù per il perimetro del campo da combattimento.
Non capivo; avevo atteso tanto il momento dell’evoluzione di Eevee, perché, anche qua, aveva dovuto metter mano e lasciare il suo insopportabile segno distintivo?                                                    
Mi dava sui nervi, lo odiavo!
-Adesso andrò a quella maledetta festa e ti rivedrò ancora, sempre che non ti incenerisca Charizard prima; dannazione! Ma stai pure certo che non vorrò più saperne di te, né averne a che fare. Perciò me ne vado e non ti avvicinare ma più a me, che sei pericoloso, intesi?-
Lui scoppiò in una risata e questo mi fece ancora più imbestialire; “Si burla di me? Perfetto”
-Ti dimenticherò se necessario,farò come se tu non esistessi e non sia mai esistito- esclamai con parole dure.
-E se ti si dovesse allagare la palestra un giorno, sta' certo che non ti spalerò il fango- borbottai poi, livida in volto.
Forse avevo usato parole troppo brutali; quasi me ne pentii.
-Doveva essere una battuta quella, Bunny?- commentò sarcastico.
Era ironia quella che stavo sentendo nelle sue parole? Ma tanto, è vero … lui prendeva tutto come un gioco. Questa volta però io non scherzavo, non questa volta.
-Stanne certo- dissi seria, con la stessa espressione che avevo quando battei Lance alla Lega, per la prima volta.
-Sei il solito bambino- dissi poi andandomene.
 
 
Mi alzai il vestito per camminare con minor difficoltà.
Ero furiosa.
Battei una scarpetta su una pietra sul selciato.
Più che furiosa, correggo.
Da quel momento iniziai a calciare via i ciottoli che mi capitavano a tiro, rossa in volto. Era stata una pessima idea venire a Pallet Town. Adesso avevo i capelli spettinati, il vestito sgualcito, l’umore sotto la suola delle scarpe … e una faccia spaventosa. Per non contare il Jolteon non desiderato e i lavoretti del Professor Oak! Green, adesso, se la sbrigava lui la faccenda della pietra con suo nonno, che bastardo …” La prossima volta che lo rincontro … (cioè fra pochino visto che si è fatta sera, sigh!) gli sputo in un occhio; come avrei dovuto fare tanti anni fa”.                                      
Non so per quale strana ragione ma mi stavo dirigendo alla Lega a piedi, forse per scaricare la tensione. Ma dubito che avrei potuto continuare imperterrita; sarei arrivata a fine festa.
Volevo mettermi a piangere.
Mi fermai e iniziai a lasciare le lacrime scorrere libere sul viso, quando le sentii bagnarmi le palpebre. Qui, nessuno mi avrebbe visto, dovevo sfogarmi, finché potevo. Quando finii anche quelle, oltre alla calma ormai esaurita; ripresi a camminare rinvigorita, o forse, agguerrita e basta.                                                                                                                                          
Quel giorno avevo guadagnato ricordi miei e di Green insieme, ancora; ma tormentosi, che mi sarebbero venuti alla mente sino allo sfinimento.
VRUUM.
Da lontano,percepii un rombo avvicinarsi veloce; continuai a camminare non dandoci peso.
VRUUMM.
Questa volta fu più forte e si trovava sulla mia traiettoria. Mi voltai giusto in tempo per vedere una moto puntare verso di me, e mi ci volle un altro istante per riconoscere chi vi era alla guida.
Green.
“Fermati,pazzo!”. Mi spostai velocemente,e questi aumentò la velocità, ruotando di poco il volante. “Mi vuole arrotare!”.
Tutto accadde così in fretta che non ebbi neanche l’opportunità di PENSARE a spaventarmi, e di urlare, come reazione minima.
La moto sgommò sui ciottoli e una forza mi sollevò da terra.
-Aaah!- mi ritrovai sulla sella dietro Green e quando da dietro mi strinsero la vita due zampettine gialle, capii che il suo Alakazam (eravamo in tre su una moto,in tre!) mi aveva fatto montare in sella con la forza del pensiero.
La moto accelerò nuovamente, e io dovetti abbracciare il guidatore per non cadere.
-Green!- gli urlai per farmi sentire –Fermati subito, fammi scendere!-. Mi arrivò alle narici sapore di bruciato e mi accorsi che un pezzo di lembo del mio vestito, si stava arrostendo sulla marmitta.
-Nooo!- uggiolai cercando di tirarlo su.
-Sta ferma, Blue, fermati!-
Mi fermai giusto perché la moto si stava sbilanciando.
-Il mio vestito … Green, fammi scendere, adesso!- ripresi un po’ più scoraggiata.
Quell’impudente non mi rispose, ma anzi; all’entrata della Via Vittoria, gassò con gusto.
-Ci uccideremo, Green!-
“La parete è sempre più vicina” … non volevo morire, non ora!
Mentre i miei pensieri volgevano al termine, vidi con la coda dell’occhio una pokeball che ci inseguiva alla stessa velocità nostra, accanto a noi. A un certo punto Green gridò il nome di Alakazam,che gliela spedì, e nell’afferrarla, soddisfatto, tolse una mano dal benedetto volante.
-Vai, Charizard!-
Fermi tutti.
Charizard era mio,la pokeball di conseguenza pure: Salacadulamegicabula mi aveva fregato ancora con la sua telecinesi.
-Ehi, ma è mio!- protestai.
Ebbi la sensazione che Green mi volesse derubare del mio Pokemon,e  poi uccidermi.
-Cosa vuoi fare?- urlai allora spaventata, come se non lo fossi già abbastanza.
Il fatto che non mi rispondesse, mi mandò direttamente nel panico.
Green, velocemente, si aggrappò al Charizard, e mi portò con sé, tirandomi per un braccio.
Tuttavia il peso mio e di Alakazam (che si era aggrappato a sua volta a me) gli costò un notevole sforzo, e mordendosi il labbro inferiore, mi disse: -Aggrappati, presto!- mi resi conto che la presa del suo braccio stesse scivolando, e sbuffando per la fatica, mi issai sul Charizard. Ci sistemammo meglio sul Pokemon e Green richiamò nella pokeball Alakazam.
Mi abbandonai in lunghi e profondi respiri mentre vedevo la Via Vittoria rimpicciolire sempre più. Mi voltai per constatare in che stato si trovasse il mio compagno di volo; questo, vestito elegantemente per la festa, mi fissava insistentemente, ma non sembrava essersi fatto niente. Avvampai e gli chiesi con una punta di acidità: – Perché mi fissi?-
-Hai i capelli tutti arruffati, e il vestito mezzo bruciacchiato- spiegò con la sua solita insensibilità.
Mi venne da picchiarlo.
-E’ colpa tua!- gli rinfacciai, cercando di sistemarmi i ciuffi che ribelli, scomponevano feroci quel poco di eleganza che mi era rimasta addosso. Già non ero ufficialmente sulla lista degli invitati; poi, vestita così, sebbene al fianco di Lance, mi avrebbero rispedito a Pallet Town mollandomi una pedata come francobollo.
“Oh, San Ho-Oh; per tutti gli Oh-Oh di Kanto … Lance!”. Mi affrettai a chiamarlo e quando udii un pronto al di là della cornetta risposi con foga: -Oh,Lance,scusa! Ho avuto … degli imprevisti- dissi scoccando un’occhiataccia a Green –Però sono … sono arrivata, un attimo,eh- lo informai sporgendomi dalle ali vermiglie di Charizard. –Come? Ah,capisco, sei già lì … sì, non ho visto le chiamate, vorrà dire che ti aspetterò fuori nel caso non mi facessero entrare, ok, ciao!-. Mi passai una mano sul viso; volevo tornare indietro, non volevo unirmi ai festeggiamenti. Fino all’ultimo avevo rischiato di non andarci, a quella festa; “Come se mi stessero avvisando … ma voglio dire: peggio di così …”.
Il Charizard atterrò planando con eleganza, e dopo una carezza e un buffetto, ripagato da un suo gorgoglio profondo, lo feci rientrare nella propria pokeball.
All’improvviso vidi Green sorridere maligno e mi sentii afferrare un polso.
-Andiamo-
-No, mi devo sistemare un pochino, dai, Green!- implorai impuntandomi sul terreno come una bambina.
-Sarà un’entrata memorabile, non ti pare?- sogghignò mentre mi trascinava all’entrata del portone, dai pesanti battenti chiusi. Green suonò il campanello; mi vennero gli occhi lucidi.
-E’ un sogno, vero? Quando mi sarò svegliata, mi scorderò tutto- mi convinsi con malcelata disperazione.
-Prova, allora, a dimenticarti di questo, Bunny- mi sussurrò Green per poi appoggiare, lievemente, le sue labbra calde e morbide sulle mie.
Sbarrai gli occhi.
“Che cav ..” ebbi il tempo, giusto per articolare un’imprecazione, e arrossire fino al midollo, che le porte si aprirono in tutta la loro magnificenza.
-Nome, preg …ah-.
Tutti gli invitati e la sala intera si fermarono per scrutarci sorpresi e con malizia.
Quando Green si allontanò dal mio viso, mi toccai istintivamente le labbra, che scottavano come la lava incandescente; adesso anche quelle sapevano di Green …
Già; una serata proprio “memorabile” ….
… “Lance me lo rinfaccerà per tutta la vita,accidenti!”
 
 
                                                             Fine(?)
 
 
 
 
Postumi della scrittura
Salve, mi chiamo Konny, e sono nuova in questa fandom! Sono cresciuta giocando a Pokemon, collezionandone le figurine, guardando il cartone e cose del genere XD                                                  
Allora, scrivere questa storia, per me è stato puro divertimento e ne sono soddisfatta. Ho sempre sognato, mentre giocavo a VerdeFoglia, una storia fra la protagonista (Bunny nel mio caso) e Green, il rivale (Dimitri … eh già, seguii la scelta consigliata di Oak -.-). Ma ho sempre e solo sognato, appunto, perché sappiamo bene che quando incontravamo Green nel gioco, il nostro personaggio, interagiva come un Magikarp lesso,(tanto per stare in tema) ossia non interagiva xD e se devo proprio dirla tutta, lui faceva tutto da solo!XD Comunque, questa storia, che doveva essere molto sentimentale e profonda, si è rivelata piuttosto comica, e ciò non ha dato una fine tanto determinata; tanto che, mi è venuto da pensare di farci una long, e voi cosa ne pensate? Mi piacerebbe continuarla :D Ripeto che è un piacere scrivere di questa Bunny-che per inciso non rappresenta in alcun modo il mio alter-ego. Dunque fatemi sapere e lasciate un commento, una critica, insomma … quel che vi pare, per farmi sapere cosa ne pensate; ho messo molto impegno nel scriverla (Adesso che ho finita di ribatterla al computer ho un torcicollo! ç.ç)
Giusto per fare un po’ di pubblicità: a breve, pubblicherò una long sempre sul mondo dei Pokemon, spero mi seguirete anche lì, nel caso vi fosse piaciuta questa (forse) One-shot ^.^ Se sì, vi dico che a mano, ho scritto già ben 157 pagine, quindi gli aggiornamenti dovrebbero essere molto regolari.
Bene ho finito, grazie per aver letto fin qua :**
Baci Konny, e vi prego, lasciate un pensiero sulla lettura <3 Grazie in anticipo!:**
 

 

  
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