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Autore: Lord_Trancy    24/06/2012    4 recensioni
Loki è stato condannato, come ogni traditore di Asgard.
Thor s’interroga sui propri errori. Sono sue le colpe dei mali di Loki? È lui che non è riuscito ad ascoltare la sua voce?
Thor riflette, e soffre di un amore che, forse, non potrà più essere vissuto.
“Ma l’antico dio disse soltanto «Ricordo di essere caduto nel grande nulla. Sono caduto giungendo nel lontano regno degli estranei Chitauri. Ho stretto un patto con il loro Signore. Ma ciò che ricordo più chiaramente è di essere caduto e caduto, caduto e caduto di nuovo. Caddi, Padre, caddi per sempre.»
[…]
Infine Thor raggiunse quel luogo. Ancora pochi passi e l’avrebbe rivisto.”
[Thor♥Loki]
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frigga, Loki, Odino, Thor
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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1 | Consapevolezza
 
 
 
Le stelle parevano vicine come sospiri di amanti, nonostante fossero sospese in universi tanto lontani da Asgard da essere inarrivabili. Forse nemmeno la leggendaria potenza del Bifrost, ora distrutto, avrebbe permesso simili viaggi.
Gli faceva male stari lì, su quelle che erano niente più che macerie.
Quel ponte distrutto evocava tanti ricordi alla mente di Thor. Ricordi che avrebbe voluto ignorare.
Ma stare a corte era, forse, anche peggio che sul Bifrost in rovina. A palazzo vi erano sospiri e sguardi, ora che Loki era tornato, in catene, rinchiuso. Il figlio del Grande Padre spendeva il suo tempo, apparentemente quieto, nei meandri più intricati della reggia. Quella silenziosa esistenza suscitava voci maligne che correvano di bocca in bocca, e Thor non voleva, né poteva, tollerarle.
Il dio lasciò cadere stancamente il Martello sul pavimento dai colori caleidoscopici di quello che, effettivamente, era diventato il suo personale rifugio.
Non aveva avuto il coraggio, lui, il più temerario dei guerrieri, di presentarsi il giorno della condanna di Loki. Temeva, sapeva, ciò che avrebbe trovato negli occhi di quel prigioniero. Di suo fratello.
Il suo cuore batté prepotentemente nel suo ampio petto al pensiero di un rifiuto.
Thor amava Loki. Incommensurabilmente. Nonostante tutto.
Loki che era riuscito a renderlo fragile, a ferirlo. Avrebbe anche potuto annientarlo – ma non lo aveva fatto. Loki che danzava sul confine del Bene e del Male, si nascondeva tra le parole studiate, Loki che era caduto.
Thor guardò ancora una vota verso l’infinito oltre il Bifrost. Lo stesso infinito dove Loki si era lasciato cadere, ancora una volta biasimato dalle persone da lui amate. Ancora una volta avevano dubitato di lui, lui che non era mai stato abbastanza.
Sospirò nel sentire nel suo petto un rombo di dolore.
Era inutile negarlo ora che aveva capito. La colpa era sua, era stato lui a spingere Loki in quel baratro profondo. Non si era lasciato cadere, era stato il Dio dei Tuoni a rendere, in tutti quegli anni, quell’appiglio cui Loki si teneva scivoloso. Per tutta la vita non era riuscito ad ascoltare Loki.
Loki e la sua insicurezza mal celata, il bisogno recondito di avere un sostegno in più. Nascosti in tutti quegli anni che avevano trascorso insieme, Thor non si era mai accorto di quelle velate suppliche che gli venivano rivolte, quel bisogno di una rassicurazione in più.
Tutte le attenzioni di Loki vertevano verso la persona a lui più cara, la più amata. Aveva bisogno che suo fratello lo sostenesse con un abbraccio quando, troppo spesso, lui non si sentiva all’altezza.
Ma per stoltezza e cecità Thor non era mai riuscito a vederlo, aveva permesso che Loki, suo adorato, vivesse alla sua ombra e che quell’oscurità lo crescesse, accrescendo ossessioni malvagie e pensieri deviati che erano culminati in quel complotto inutile, intentato da un Loki fuori di sé.
Non pianse Thor, statico sul ponte spezzato.
Nonostante il suo cuore gridasse, l’intero suo divino corpo tremasse per il dolore del rimorso.
Come mai avrebbe potuto strappare via le scure colpe dalla propria anima?  O forse era tardi anche per sperare; esse lo avrebbero perseguitato anche nel Valhalla?
Ripensò al triste giorno del ritorno ad Asgard di Loki, al quale aveva partecipato da lontano, solo come sfondo della scena. Nonostante la sua posizione, il prigioniero aveva provato a mantenere la sua dignità. Pur con lo sguardo basso, ad osservare la polvere alzata dai suoi piedi e da quelli della scorta, e poi il granito pregiato della grande piazza, non sembrava offeso o ferito dalla commiserazione di coloro che, un tempo, erano stati suoi sudditi.
Gli era stata consentita la parola durante l’interrogatorio svoltosi in pubblico, tenuto dal Grande Padre in persona. Nonostante il dolore accecante Odino non aveva incrinato la voce «Di’, traditore, come hai agito?»
Loki non parve offeso dall’indifferente –ma intimamente sofferto- odio riservato nei propri confronti.
Ci si aspettava che l’interrogatorio durasse a lungo, giorni e notti in cui Loki, in veste di migliore oratore di ogni regno, raccontasse azioni e fatti, motivazioni e sentimenti. Discolpe e giustificazioni.
Ma l’antico dio disse soltanto «Ricordo di essere caduto nel grande nulla. Sono caduto giungendo nel lontano regno degli estranei Chitauri. Ho stretto un patto con il loro Signore. Ma ciò che ricordo più chiaramente è di essere caduto e caduto, caduto e caduto di nuovo. Caddi, Padre, caddi per sempre.»
Dopo i clamori causati dalla spavalderia di Loki, non più meritevole di chiamare Odino con quel nome, si furono placati, rimase solo il silenzio.
Loki non parlò più. E Odino, mandando indietro le lacrime, lo condannò come era suo dovere fare. Nell’udire la fatale sentenza dell’eterno esilio, Thor voltò il capo, facendo frusciare il mantello scarlatto, e Frigga, chiusa nelle sue stanze, attorniata da ancelle leggiadre e fedeli, assente alla capitale condanna del figlio suo amato, riprese il suo infinito pianto.
Non di un solo sguardo Loki aveva degnato il suo antico fratello, quel giorno.
 
Il Dio del Tuono sostò ancora a lungo su quel ponte anticamente splendido e oramai desolato, appesantito dal fardello di colpe più grevi del Mjölnir stesso, aggravate da quel cuore che non aveva cessato di piangere amore.
Presto, però, avrebbe dovuto fare ritorno a quell’inferno che per lui era Asgard, adesso.

 
 
 
 
 
Qualche Nota:
Salve, coraggiosi che hanno letto questo prologo…
Mi mancava tanto questo fandom, così ho deciso di tornare (spero anche di poter presto rimettermi a recensire assiduamente *^*). Non so cosa dire… doveva essere una One-shot, ma più che scrivevo più mi venivano in mente altre idee da aggiungere, così la storia si è trasformata in una Long; spero di essere all’altezza.
Sono un po’ una novellina, ho scritto poco o nulla su questi personaggi, quindi, be’, se la storia fa schifo non temiate di farmelo sapere… sul serio, credo proprio di aver bisogno del vostro aiuto per farmi un’idea di quello che sto scrivendo; sono personaggi a cui tengo molto e non vorrei andare fuori strada.
Che dire della storia? Mi sono sempre chiesta cosa avrebbe fatto Thor, dopo essersi reso conto di non essere riuscito a “riportare Loki a casa”, convincendolo a scegliere il bene. Riuscirà Thor a parlare con Loki, per arrivare ad un chiarimento interiore?
Se qualcuno è interessato, vi aspetto al prossimo capitolo “Accettazione”.
Un bacio
Lally 

 
  
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