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Autore: Ciulla    24/06/2012    2 recensioni
Avventure in rima di una piccola proteina all'interno della grande cellula.
"Ciao, sono Gina Proteina.
Sono nata nella cellula Renata.
Paloma il Ribosoma mi ha sintetizzata..."
Ho deciso di farla diventare una raccolta, aggiunto nuovo capitolo, piccole proteine vengono sintetizzate!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, sono Gina Proteina.
Sono nata nella cellula Renata,
Paloma Ribosoma mi ha sintetizzata.
Vissuta brutta vita,
poi il giorno della gita,
 andammo a veder Sondrio,
in zona Mitocondrio,
 conobbi un palestrato,
 Renato Carboidrato,
e fu il mio fidanzato,
nuova vita ho cominciato.
Mi presentò ai fratelli,
 conobbi prima Paride
 che era un disaccaride,
 perciò aveva due anelli;
poi vidi i genitori,
Teodosio Saccarosio e Martina La Chitina,
 due dolcificatori.
Uscimmo una mattina,
andammo in Agrigento
da un microfilamento,
che disse: “Salve, Gina,
 ti porgo i miei saluti
 e ti trasmetto quelli
di Eolo il car nucleolo
che è organul tra i più belli.”
Gli dissi: “Grazie amico.
 Questo è il mio fidanzato,
Renato Carboidrato,
che è proprio molto fico.”
E fecer conoscenza.
Per farli un po’ parlare
 andai poi a salutare
un’amica di infanzia.
Facendo passeggiata,
 purtroppo caddi a terra,
 perché mi ero inciampata
in una strana bolla.
Scusandomi assai afflitta,
fui accolta in cortesia,
che quella bolla piatta
 trasmetteva simpatia.
Le chiesi il nome suo.
Mi disse: “Son Concetta,
 e son vescicoletta,
piacere tutto tuo.
Sono appena nata
 dal padre Fortunato,
 del Golgi un apparato,
 che ancor mi tien legata.
 Ma in epoca vicina
 accoglierò al mio interno
una glicoproteina
da portar verso l’esterno.”
D’un tratto una gran voce
si levò da lontano,
chiedendo in modo atroce:
 “Che mi si dia una mano!”
 Corsi verso le grida,
 però  mi stupii alquanto,
ché fu un fospolipida
a lamentarsi tanto.
Il nome suo era Mida
ed era spaventato
 perché, che nessun rida,
 si era, ahimè,incastrato.
Ma dove, chiederete?
Risposta alquanto strana,
voleva toglier piede
da Tizi la membrana.
 La quale poveretta,
volendolo fermare,
 l’aveva chiuso in fretta
e avea fatto incastrare.
“Sta’ dentro!” Lei gridava.
 “Là fuori il mondo è brutto!”
 Ma lui se ne fregava,
 lo voleva veder tutto.
Diceva: “Non è vero
 quel che ci raccontavi,
che veniva il nucleo nero
 se non eravamo bravi!
Voglio la verità,
perciò lasciami andare!
Se non mi piacerà,
potrò sempre ritornare.”
Finalmente  il grasso
fu capace a liberarsi,
 affrettò un po’ il passo
 tanto da  dileguarsi.
Tiziana, molto triste,
sospirò afflitta abbastanza,
 dicendo: “Non esiste
che viva in lontananza!
Pensate a che problemi
incontrerà viaggiando!
Questi posti son pieni
 di gente che vive rubando!
 E’ un ottimo bersaglio...
 se scontra un ribosoma?
 Oppure se, per sbaglio,
 lo uccide un lisosoma?
Oh, Mida, torna qua,
nella membrana di proteina!
 O la tua voglia di libertà
 sarà anche la tua rovina!”
Ma Mida, già lontano,
non la poté ascoltare,
e io le parlai piano,
tentai di consolare.
Un urlo, “Gina! Gina!”
Mi volsi e vidi Ilaria,
la mia amica proteina
 a struttura quaternaria.
Sbraitò: “Gina, un lutto!
E’ morto oggi Marcello!”
 Mi parve così brutto,
il decesso d’amico flagello!
“E dove son le spoglie?
 E come sta Cecilia?”
Parlando della moglie,
 che appartiene alle ciglia.
“E’ in lacrime, sta male!
 Vorrebbe suicidarsi!
 Il corpuscolo basale
sta convincendo a staccarsi!”
“Ma è pazza, come può?
La cellula ne ha bisogno!”
“Lo so, lo so, lo so!
Forse è solo un brutto sogno!”
“Corriamo, il peggio temo!
 Mettiamoci d’impegno!
O quando arriveremo
sarà già nell’altro regno!”
Però quando arrivammo
s’aggiunse una sorpresa:
con sospiro notammo
che Cecilia s’era arresa.
Sarebbe rimasta viva,
il ricordo avrebbe nutrito
di quell’anima giuliva
ch’era Marcello il marito.
Ci informammo educatamente
di quando fosse il funerale;
con molto pianto sofferente
ci congedammo dal dramma nuziale.
Passeggiando con la mia socia
incontrai un vecchio cugino
che non appena lo sguardo m’incrocia
urlò: “Gina! Dammi un bacino!”
Lo salutai allegra e festosa,
Lo abbracciai gridando: “Fabricio!
Ho saputo una grande cosa:
sei ufficialmente un reticolo liscio!”
“E’ proprio vero, e sono felice!
Lo sai che mi sono trovato una sposa?
E’ molto giovane, così lei dice;
io sono liscio, e lei è rugosa.”
“Una coppia ben assortita!
Sai, anche io ho un fidanzato!
Ha dato un senso alla mia vita:
Porta il nome di Renato.”
“Lo conosco, quel bricconcello!
Era mio amico, un tempo finito.
Devo ammettere che è proprio bello...
Brava, Gina, un buon partito.”
“Scusa, Gina...” Interruppe Ilaria,
“Maleducata, non ci presenti?”
“Proteina quaternaria,
 questo è uno dei miei parenti!”
“Davvero un piacere, dico davvero!”
 “Sono onorato, e sono sincero.”
“Posso saper, se non è indiscrezione,
e se la domanda ribrezzo non fa ,
quale sia la tua mansione
all’interno di questa unità?”
“Certo: come un’idraulica rete
trasporta acqua per chi ha sete,
io trasporto allegramente
i lipidi.” “Divertente!”
“Son mansioni affascinanti,
e mia moglie ne ha una affine!
Ribosomi lei ne ha tanti;
lei trasporta proteine.”
Salutammo con grande sorriso
e ce ne andammo di buona andatura,
con grande entusiasmo condiviso
alla ricerca d’un'altra avventura.
 
   
 
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