Epilogo
E’
mattina. Il sole è alto nel cielo, posso notarlo dalle
tapparelle lasciate
semiaperte la notte precedente. Sorrido al nuovo giorno e sorrido
alzando gli
occhi sul volto dello splendido uomo che dorme affianco a me. Gli poso
un bacio
delicato sulla fronte e silenziosamente mi alzo dal letto cercando di
non
svegliarlo. Beh cosa abbastanza semplice: mio marito ha il sonno
pesante. Mio
marito… mi beo del suono di quella parola. Sono sposata. Io
Isabella Marie Swan
ora Black sono diventata una moglie e sono felice.
Pesco
dall’armadio una felpa di Jake e la infilo prima di scendere
di sotto per
preparare la colazione. Evito per un soffio le valige già
pronte posate ai
piedi delle scale. Fra poche ore partiremo per la luna di miele: Due
settimane
alle Hawaii, il regalo di nozze di Charlie, Sue e Billy.
Canticchio
con una sensazione di leggerezza addosso, mentre preparo i toast alla
francese.
La
fede al mio anulare lampeggia come un segnale luminoso, il segnale
della mia
gioia.
Ripenso
alla giornata di ieri. Il nostro matrimonio. Un giorno perfetto. E pensare che ne ero sempre
stata terrorizzata.
Due persone che si legano per sempre davanti ad una folla di gente. Non
c’era
niente che trovassi meno adatto a me e alla mia vita, ma non con Jake.
Con lui
tutto è semplice, con lui tutto diventa spontaneo. Il
matrimonio è arrivato
senza clamore, come una naturale evoluzione al nostro amore. Nessuna
proposta
eclatante, nessun anello troppo grosso e imbarazzante. Solo una pizza e
una
lattina di coca in garage mentre lui sistemava il motore della mia
macchina.
“Dio,
Bells, sei un disastro. Ho aggiustato questa cinghia appena il mese
scorso,
come faresti senza di me? Penso proprio che sia arrivato il momento di
sposarci… sai, per garantirti a vita un meccanico
gratis.”
E
la lattina che cade dalle mie mani, il suo sorriso luminoso, le sue
mani
sporche di grasso sulla mia maglietta bianca, il mio:
“Lo
credo anche io.” sussurrato nascosta contro il suo petto.
Sistemo
i toast sul tavolo ed inizio a friggere la pancetta. Tutto adesso nella
mia
vita è perfetto. Non voglio nient’altro di
più di quello che ho: il mio lavoro
d’insegnate alla scuola di Forks, l’officina di
Jake a Port Angeles. Gli sono
bastati un paio d’anni per mettersi in proprio e per il
miglior meccanico in
circolazione gli affari non potrebbero andare meglio, tanto da riuscire
a
permettersi questa casa fra la spiaggia e la riserva. Il nostro angolo
di mondo
tutto per noi.
Preparo
le arance per la spremuta e penso a come in questi cinque anni tutto si
sia
sistemato.
I Cullen rimasero in
città per un po’finché
anche la minaccia dei Volturi non passò. Non avevano
scordato la promessa che
la mia quasi famiglia gli aveva fatto: mi sarei dovuta trasformare per
mettere
al sicuro il loro segreto e presto sarebbero tornarti per accertarsi
che i
patti fossero stati rispettati, ma grazie alle visioni di Alice non ci
colsero
impreparati. Carlisle aveva prontamente convocato a Forks numerosi suoi
amici,
fra cui una stirpe di vampiri bulgara che, in seguito mi spiegarono,
era la
famiglia più potente prima che i Volturi li sconfiggessero
in un’epica
battaglia. E’ da allora che quella antica stirpe aspetta il
momento opportuno
per riprendere il suo posto.
La
guardia dei Volturi arrivò e rimase sopraffatta nel vederci
tutti schierati con
a fianco un branco di grossi lupi, il cui numero negli ultimi mesi,
sollecitato
dal pericolo incombente, era cresciuto ancora.
Valutò
velocemente le possibili sorti di uno scontro e decise che anche con i
poteri
dei gemelli, Alec e Jane dalla loro, non sarebbero stati certi di una
vittoria.
Non potevano perdere la faccia, soprattutto di fronte ai fratelli
bulgari. Mi
liberarono dal patto, Carlisle e la sua famiglia si impegnarono a
garantire per
me: se avessi rivelato a qualcuno il loro segreto sarebbero stati tutti
sterminati e questa volta niente li avrebbe fermati.
Mi
congedai dal mio primo amore in un pomeriggio piovoso. Sulla porta
della loro
residenza da favola. Ci guardammo a lungo negli occhi, io sempre
turbata dalla
sua bellezza devastante, il respiro corto e le gambe che mi tremavano.
Lo abbracciai
forte e lui respirò a fondo il mio odore. Mi
assicurò che se ero felice lui lo
sarebbe stato altrettanto e che la decisione che avevo preso era la
migliore.
La mia anima era troppo importante e, in un certo senso, era sollevato
che non
ci avessi rinunciato. Mi perdonava per il dolore che gli avevo inflitto
e forse
un giorno sarei riuscita a perdonarmi anche io.
Rileggo
mentalmente la lettera che a pochi giorni dal matrimonio mi
è arrivata da Alice
insieme a un pacco spesso, contenete una magnifica collana di zaffiri.
Qualcosa
di blu
per la sposa… anche senza visioni posso immaginare quanto
sarai magnifica.
Queste
le righe che l’accompagnavano. Per il resto mi diceva che
stavano tutti bene:
Rosalie e Emmett si erano sposati un'altra volta, vivevano tutti
insieme in
Alaska e presto Edward, che vagava per il mondo, sarebbe tornato ad
unirsi a
loro: l’aveva visto, questo si, in una visione.
Sperai
con tutto il cuore che vedesse anche un amore a riempirgli la vita.
Volevo, più
di ogni altra cosa, che anche lui raggiungesse la felicità
che io avevo trovato
in Jake.
Sistemo
accuratamente la pancetta nei piatti e sento le mani calde di Jacob
posarsi sui
miei fianchi e voltarmi con decisione verso di lui, allaccio le braccia
al suo
collo e mi alzo sulle punte per riuscire a sfiorare le sue labbra. Lui
sorride
soddisfatto mordendomi il labbro inferiore e soffiandomi addosso un
“Buongiorno
signora Black… come ha dormito stanotte?”
“Magnificamente
signor Black… ha fame?”
“Da
lupi.”
Ridiamo,
come due schiocchi ragazzini innamorati, sedendoci a tavola e iniziando
a
mangiare finché l’attenzione di Jacob non cade sul
mio bouquet da sposa,
posizionato ordinatamente in un vaso, sulla mensola dietro di noi.
L’osserva
per alcuni istanti. Gardenie e girasoli, una combinazione insolita ma
perfetta,
proprio come noi.
Mi fa segno di avvicinarmi,
lascio la mia
colazione e mi sistemo sulle sue ginocchia, osservando quei fiori
insieme a
lui.
“A
loro sarebbe piaciuto e sono sicuro che sarebbero felici ed orgogliose
di noi.”
Sussurra contro il mio orecchio, passo una mano sui suoi capelli e bacio ancora una volta
le sue labbra
morbide.
“Lo
so… Jake. È come mi hai detto tu il giorno del
suo funerale. Mi ricordo di lei
con un sorriso e so che avrebbe trovato tutto perfetto ieri. Si sarebbe
divertita a ballare con te e anche con Charlie, avrebbe fatto un
discorso
imbarazzate pieno di aneddoti di me da piccola e mi avrebbe detto che
sei la
scelta giusta e che
da quando sono con
te mi vede finalmente serena.”
“E
mia madre avrebbe pianto per tutto il tempo, mormorando sommessamente: «Il mio bambino si sposa».
E ti
avrebbe adorato, Bells, proprio come me.”
Ci
stringiamo in un abbraccio, fra noi corrono parole che non serve
pronunciare.
“Certo,
un bambino di quasi due metri.” Gli dico soffocando una
risata contro il suo
collo. Ride con me per alcuni minuti poi passa le dita sotto il mio
mento e i
nostri occhi si perdono gli uni negli altri, ancora, come sempre.
“Ti
amo, Bells.”
“Ti
amo, Jake.”
Io
e te. Bella e Jacob perché due
saranno sempre più' forti di uno.
Come una squadra, rinforzata contro la tempesta del mondo. E l'amore...
sarà
sempre la forza che ci guiderà nelle nostre vite.
Ed è
questo, ora lo so, lo spazio della mia
eternità.
The
end.
A
tutte le storie bisogna mettere la parola fine, non è mai
facile farlo ma è
inevitabile.
La
strada con Bella e Jake, almeno questa strada, finisce qua.
È
stata la mia prima long, avevo bisogno di scriverla, avevo bisogno di
darli il
finale che ho sempre pensato meritassero. È stato un viaggio
e come ogni
viaggio da ricordare non viene mai fatto da solo. Quindi:
Grazie
a j per aver indetto il contest e avermi dato la possibilità
di mettermi così
tanto in gioco.
Grazie
a Maria, Ania e Sandra che hanno contribuito a rendere questa storia
migliore.
Grazie
a Ellie, Irene, Steffy e Teresa. Con delle lettrici così
come si può smettere
di scrivere. Leggere i vostri commenti, sapere le vostri opinioni,
discuterne
con voi… siete speciali.
Grazie
a te che hai letto fino all’ultima riga.
Una
favola non è
Ecco
qua un contest molto particolare ma di sicuro effetto.
Cani
e
Succhiasangue - "Dipende da quanto puzzerai"
Noemi.