Libri > Bianca come il latte, rossa come il sangue
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Autore: Valerie Clark    25/06/2012    11 recensioni
Amo come pochi 'Bianca come il latte rossa come il sangue' di D'avenia; mi piace come scrive e quello che scrive.
Questa è l'ultima lettera che il protagonista, ormai vecchio, scrive a Beatrice prima di raggiungerla.
''Mentre scrivo ho il tuo diario aperto sulla scrivania; il tuo profumo scappa via da quelle pagine e mi abbraccia forte e mi sembra che tu sia qui con me.''
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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‘Dio, non servono più le stelle: spegnile una a una.
Smantella il sole e imballa luna.
Svuota l’oceano, sradica le piante.
Ormai più nulla è importante.
E soprattutto lasciami in pace!’


 
Beatrice,
mi manchi qui. Manchi a tutti. Mancano i tuoi capelli rosso fuoco che tutti si giravano a guardare. Mancano i tuoi occhi verdi che guardavano il mondo fuori con un’incredibile voglia di vivere.
Me ne hai passata un po’ di quella voglia di vivere?
A volte credo di sì, altre invece no.
Certi giorni mi sembra che sia stata tutta un’illusione; sono cresciuto insieme a te, lo sapevamo, ma se fossi anche morto insieme a te?
Vorrei tanto che fosse così. Mi sarei ucciso per te, ti avrei aspettato nell’infinità e all’infinito.
Se fossimo morti insieme adesso potrei stringerti tra le mie braccia invece di rileggere il tuo diario fino alla nausea e infilarci dentro il naso per riempirmi del tuo odore.
Mi piace il tuo odore, mi è sempre piaciuto.
Sono anni ormai che sei morta e io non ti ho mai dimenticata. Ti giuro, mai smesso di pensarti.
Lo sento il tuo odore che sale nelle narici e mi entra nelle vene; mi accarezza tutto il corpo, cellula per cellula.
Ti ricordi quando ho detto che avevi il mio sangue nelle vene e che ti avrebbe accarezzato il cuore? Potevi sentirmi così come io posso sentire te adesso.
Tu non hai paura, Beatrice? Eri sempre sempre così coraggiosa, così sicura che la morte fosse niente se il tuo Dio ti cullava con sé.
Sto per morire, Beatrice.
Sono vecchio ormai, sento che sto per andarmene.
Sento che sto per raggiungerti.
Io non ce l’ho un Dio che mi culla. Mi dispiace, ci ho provato tutta la vita, io non ci credo.
Se ci fosse perché farebbe questo? La gente non soffrirebbe se ci fosse un Dio a consolarli.
Vorrei che mi cullassi tu quando morirò, Beatrice.
Da la su puoi vedermi bene adesso mentre scrivo questa lettera che poi chiuderò nel cassetto insieme a tutte le altre; sono anni ormai che scrivo lettere al mio primo e vero amore e ovviamente non le spedisco.
Non le rileggo nemmeno.
Ma so che tu le vedi.
Mentre scrivo ho il tuo diario aperto sulla scrivania; il tuo profumo scappa via da quelle pagine e mi abbraccia forte e mi sembra che tu sia qui con me.
È tutto buio così se ci sei o non ci sei realmente non me ne accorgo.
Io lo so che ci sei, lo so che leggi tutto quello che scrivo.
Mi sembra tutto così surreale.
Non ti preoccupare, amore mio, tra poco potremmo abbracciarci davvero.
Tu sei invecchiata intanto, Beatrice?
Non lo so, non so niente della morte ma da quando te ne sei andata non mi spaventa più così tanto.
Continuo a uccidermi di domande:
Cosa si prova?
È doloroso?
Cosa viene dopo?
Ti rivedrò vero?
Dimmi di sì, ti prego. Anzi non rispondere alle altre domande, non mi importa più! Non mi importa se soffrirò, se mi rivedrò davanti tutte le immagini della mia vita, anche quelle più brutte. Mi importa solo di te.
Mi importa solo di rivederti.
Ma mi vorrai ancora bene? Non so se tu mi abbia davvero mai amato. Te lo chiesi e mi risposi che eri in punto di morte e sarebbe stato stupido. Non era stupido, Beatrice.
Se mai mi hai amato mi amerai ancora quando sarò morto?
Tu avrai il tuo aspetto da adolescente bellissima per sempre ed io resterò un uomo vecchio e consumato per l’eternità.
Riuscirai a riconoscermi?
Questa vita mi ha reso così, ho chiuso il nostro libro alla pagina del dolore ma mai su di te. Te l’ho detto, non avrei mai potuto lasciar andare l’ultimo frammento di vita che mi restava.
Come sei diventata?
Nella mia testa rimbomba ancora l’immagine dell’ultimo momento in cui ti ho visto. Le lacrime agli occhi ma il sorriso comunque stampato sulle labbra. Bellissima. Io penso tu sia ancora così.
Penso a te così in ogni santo momento, l’ho sempre fatto. Ho avuto molte donne nella mia vita, anche una moglie alla fine, ma nel mio cuore ho sempre avuto solo te.
Anche la mia compagna ora è morta; certo mi dispiaceva, dopo una vita passata insieme è ovvio, ma chiuso con lei quando ho chiuso la sua tomba.
Ogni tanto le porto i fiori, le volevo bene.
A te non li porto mai; non credo abbia senso ma tengo sempre fiori rossi vicino al famoso cassetto delle lettere.
Sei sempre qui.
Mi fanno male gli occhi. Non sono belli come i tuoi, non mi importa se tra poco si chiuderanno per non riaprirsi mai più.
Lo sento, Beatrice.
Sento che tra poco finirò di scrivere, chiuderò la lettera, bacerò il tuo diario, metterò tutto nel cassetto e mi coricherò.
Chiuderò gli occhi e ti sognerò, mi verrai a prendere, Beatrice.
Aspettami, amore mio. Aspettami ancora per poco.
Io stanotte ti aspetto.





Qusta è la ff a cui tengo di più;
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1328428&i=1
   
 
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