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Autore: Lokisass    25/06/2012    3 recensioni
Adesso, il Capitano, aveva gli occhi rossi ed assonnati, la testa gli girava forte, le membra erano indolenzite e la camicia bagnata, in seguito al continuo masticarla per disfarsi del tempo. Aveva passato tutta la notte ad aspettare, a fare avanti ed indietro davanti al televisore spento che non aveva neanche provato ad accendere, a fissare lo schermo lampeggiante del pc di Tony. Per sfinimento, si era messo a contarsi i capelli.
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You’re my lunch

 
Tony era in ritardo.
Quel dannato ritardo faceva innervosire pesantemente i neuroni di Steve, che pulsavano dentro il suo cervello e stavano perdendo la pazienza davanti ad un…Come lo aveva chiamato Tony?
Un microonde.
Il Capitano preferiva chiamarlo “Stupida scatola bianca piena di stupidi bottoni che emette dello stupido calore”.
Quel ritardo allarmante non sembrava preoccupare il miliardario.
Dopo essere rimasto tutta la notte in laboratorio a lavorare, non aveva neanche avvertito Steve, facendolo spaventare a morte.
Tony non aveva spiegato al biondo come usare il microonde, quel microonde, tanto meno gli aveva spiegato come rispondere ai messaggi sul cellulare super tecnologico che gli aveva costruito.
“Torno per pranzo.” Erano le nove di mattina quando Ironman aveva avvertito il biondo con un sms.
Adesso, il Capitano, aveva gli occhi rossi ed assonnati, la testa gli girava forte, le membra erano indolenzite e la camicia bagnata, in seguito al continuo masticarla per disfarsi del tempo. Aveva passato tutta la notte ad aspettare, a fare avanti ed indietro davanti al televisore spento che non aveva neanche provato ad accendere, a fissare lo schermo lampeggiante del pc di Tony. Per sfinimento, si era messo a contarsi i capelli.
Il playboy viaggiava tranquillo sulla sua Ferrari rossa luccicante coi ciuffi scuri che gli sfioravano le guance cullati dal vento, intonando una canzone degli AC/DC e salutando chiunque lo fissasse.
<< Una villa in campagna. >> Aveva detto: << Andremo a vivere in una villa in campagna. Ci sposeremo e faremo tanti bambini. >>
Steve, a quella battuta macabra, aveva sorriso un po’ perplesso, ma era sicuro che le parole di Stark fossero lettera per lettera assurdi scherzi.
La villa in campagna.
Lì si stava dirigendo Tony con la sua Ferrari fiammeggiante. Almeno su qualcosa era stato serio. Peccato che la villa era sotto il controllo di Jarvis ed ogni cosa racchiudeva in sé una tecnologia all’ avanguardia e contorta. Per Steve.
Quest’ ultimo stava per segarsi le unghie, quando il citofono suonò. Al citofono sapeva rispondere, Tony glielo aveva insegnato.
<< Hey, Capitano, sono tornato! >> Esclamò il moro.
<< …Bene! >> Urlò Steve, isterico.
Per un attimo, però, si sentì felice di sentire a voce dell’ amante.
<< Cosa c’è per pranzo? >> Domandò curioso Tony.
<< Tu. >> Rispose secco il biondo.
<< Oh. >>
Steve era furioso, sbuffava dalle narici nuvolette bianche come un toro e la sua rabbia cresceva ad ogni passo del moro che rimbombava sulle scale.
Lo avrebbe ucciso, solo quello.
La porta si aprì, Tony rimase immobile con il suo asso nella manica dietro la schiena davanti al ghigno nervoso del Capitano, le braccia incrociate al petto ed un piede che batteva la sua impazienza sul pavimento.
<< Uh uuuh! >> Rise ebete il miliardario: << Come siamo arrabbiati! >>
Steve stese i pugni verso i fianchi, ma dalla sua bocca non uscì nulla, sapeva solo che sarebbe bastata un’ altra goccia per farlo traboccare.
<< Ti ammazzo. >> Sibilò infine.
Tony sospirò: << Pensavo peggio! >>
I nervi del biondo toccarono l’ ingresso degli  inferi. Si catapultò verso il moro con l’ intento di sfoggiargli uno dei suoi cazzotti, ma si ritrovò bloccato da un mazzo di fiori e dal sorriso sincero di Stark: << So che sei… >> Lo squadrò: << Molto arrabbiato, ma… Accetti le mie scuse? >>
<< Non sono mica una donna, io. >> Replicò Steve.
<< Dici che i fiori sono troppo? >> Chiese Tony.
<< Leggermente troppo. >> Sorrise il biondo.
Il moro guardò i fiori con disprezzo e nella sua mente iniziò a correre la parola “troppo” come un sussurro del Capitano. Scosse la testa e poi la volse nuovamente a Steve, abbassando il mazzo di fiori: << Accetti le mie scuse lo stesso? >>
Il biondo si rilassò all’ improvviso rendendosi conto del bel gesto che si era sforzato di fare Stark: << …Sì. >>
<< Aaaah, meno male, pensavo che stavolta mi avresti mollato! >>
<< Ad una condizione. >>
Tony deglutì.
<< Prepara tu il pranzo. >> Steve picchiettò un dito sul generatore Arc .
<< Ok, Capitan NonSoCucinare. >> Il miliardario si chiuse la porta alle spalle, poi ripose i fiori su un comodino.
Il biondo allungò le braccia e le portò al suo collo, si avvicinò al suo viso e sospirò sulla sua bocca: << Ripensandoci, il pranzo potresti davvero essere tu. >>
Tony sventolò un dito di fronte agli occhi di Steve: << No no, mio caro Capitan IoStoSopra, sono io che mangerò te con gli occhi, >> E gli regalò uno sguardo dolce, colmo di gioia: << con le mani, >> E gli afferrò i fianchi saldamente, volendolo tutto per sé, nutrendo uno sfrenato desiderio egoistico: << e con la bocca. >>
<< Non sarebbe mica una cattiva idea, mio padrone. >> Steve inclinò verso sinistra il viso per agevolare l’ imminente bacio e Tony restrinse ancora le loro distanze.
Si chiusero presto in un abbraccio seguito da un bacio grondante di passione e di scambio di saliva. Stark stava per sfilarsi la cravatta in segno che avrebbe fatto suo Steve da un momento all’ altro, quando qualcosa gli vibrò nei pantaloni.
<< Cos’è? >> Sussultò il biondo, spaventato. 
<< Il mio cellulare. >> Il miliardario lo guardò dritto negli occhi, sciolse l’ abbraccio e lesse il numero sullo schermo.  Con sguardo sofferente tornò a fissare il Capitano: <<  È Banner. >>
<< Rispondi. >> Disse il biondo seccato: << Ma prega che sia per qualcosa di importante, altrimenti ammazzo te e lui. >>
Tony rispose: << Bruce, dimmi. >>
<>
La fine di Tony Stark.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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Spazio dell’ autrice scema:
Sciaoooo!
Stavolta me ne esco con una one-shot basata su un sogno ricorrente di cui ho riportato tali avvenimenti e tali personaggi.
Mi divertiva l’ idea di descrivere questo mio sogno non molto dettagliato, ma mentre scrivevo mi sono ricordata di un flash rappresentante i due begl’ uomini in chiesa, in smoking e con le mani congiunte.
No, un po’ mi inquietava scrivere il loro matrimonio, perciò ho lasciato la strada libera alla convivenza e all’ ironia di Stark.
Se mi volete cercare su facebook, mi chiamo Lokisass Efp!
Niente, spero vi piaccia,
Bye bye!
   
 
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