Li chiamavano I Reietti.
Non erano mostri, né assassini.
Erano un semplice gruppo di ragazzi delle più svariate età, anche se nessuno raggiungeva i trentacinque anni. Non si conoscevano, ma erano ripudiati da tutti.
Emarginati e disprezzati, messi da parte ai margini della società di quel tempo che cresceva lenta, morente nei valori e nell'animo di chiunque ne facesse parte.
Non conoscevano nemmeno loro stessi e le stesse paia di occhi che li intrecciavano assieme, gli stessi occhi capaci di vedere ben oltre la superficie della realtà.
Rinnegati da tutti, perchè possessori e involontari o volontari praticanti delle, agli inizi definite "arti oscure".
Ciascuno di loro era capace di qualcosa fuori dal normale e, siccome le loro capacità rassomigliavano ad incantesimi e maledizioni, nessuno aveva mai preso confindenza con nessuno di loro.
Ma quel mondo oramai morente, quella falsa fiamma che ardeva al centro della società, quei falsi imperatori che governavano quei regni, lasciavano collassare l'intero mondo, perchè potessero soddisfare i loro capricci.
I Reietti, così li chiamavano i mendicanti che non avevano intenzione di dividere un tozzo di pane con loro, erano la nera luce che poteva rischiarare la bianca tenebra.