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Autore: irelaw    10/01/2007    0 recensioni
Un funerale, una donna, un cimitero... anima, pazzia, morte... Un viaggio introspettivo nelle tematiche che più possono interessare!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiava in quel cimitero

Anima

Passeggiava in quel cimitero. Era malinconica, triste e rassegnata. Per la prima volta nella sua vita era rassegnata.

Eccola la chiesa dalle pareti trasparenti dove doveva entrare. No, non doveva, dove voleva entrare. Poche persone sedute, una bara davanti all’altare e un uomo che parla.

Entrò, come se fosse in un sogno e vide persone senza cuore, senza anima, senza mente parlare di una persona che non conoscevano e parlarne come se la conoscessero da sempre e per sempre.

Non si sedette, ma si avvicinò al leggio. Voleva parlare, voleva fare quel che era giusto, voleva dare a quell’uomo ciò che meritava: non quei discorsi senza senso, ma quel discorso, quel discorso che lei aveva da sempre detto nel suo cuore, ma che ancora non aveva mai pronunciato con le labbra.

Scostò un uomo con una mano, uno di quegli altri che voleva parlare e dire cose insensate e salì lei.

Posò le mani sopra quel legno intarsiato e guardò uno ad uno tutti i presenti. Non per giudicarli o per vedere le loro guance rigate di lacrime, ma solo per vedere nei loro occhi l’Anima… Ma non c’era… no, non c’era. Eppure era così strano. Chi aveva vissuto vicino a quell’uomo doveva avere l’Anima, chi l’aveva conosciuto doveva averla. Eppure lì dentro nessuno l’avevo.

Respirò profondamente e parlò:

- Lui mi ha salvato. Sì lui. Lui mi ha salvato dalla pazzia e dalla morte. Non allontanandomi da loro, ma avvicinandomi a loro, tanto che potevo toccarlo. Si ho toccato la morte e ho toccato la pazzia. E non ne sono stata spaventata. Perché al mio fianco c’era lui, la mia Anima. Lui mi ha detto di non avere paura di diventare pazza, perché la pazzia era la cosa più bella che mi sarebbe mai potuta capitare. La pazzia è solo una parte di noi, una fantastica parte di noi. Qualcosa che noi disprezziamo e di cui abbiamo paura solo perché non la conosciamo. E questo me l’ha insegnato lui, che si è tanto spinto nella pazzia. Quante persone ho ascoltato dire che lui era pazzo, e quante volte sono stata fiera di queste parole. Certo lui era pazzo e penso che invece di provare pena per lui, voi dovreste provare pena per voi stessi, che non potrete mai provare la vera pazzia, che non potrete mai conoscere voi stessi come lui si è conosciuto. E poi la morte. Lui aveva conosciuto così a fondo la morte, era stato sul punto di morte così tante volte, aveva visto tanto persone morire così tante volte, da essere lui stesso la morte e da non averne più paura. Sentiva per la morte, come per la pazzia, un sentimento di amore e fraternità. La morte ci ha sempre accompagnato, dalla nostra nascita alla nostra, beh alla nostra morte. La morte ci conosce meglio di qualsiasi altra persona, e noi lo sappiamo, e quando qualcuno ti conosce così bene tu non puoi averne paura, tu puoi solo provare gratitudine, perché sai che non sei solo, perché sai che la morte è sempre con te e non ti lascerà per qualche tuo gesto inconsulto, per qualche tua parola, per qualche tua pazzia, perché sa che tu sei così, perché ti conosce e ti accetta così come sei, lei: la Morte

Lui mi ha salvato e non potrò mai essere più felice di averlo incontrato, in quell’ospedale mentre parlava al nulla di discorsi così strampalati. Beh adesso credo di aver capito con chi parlava. Lui era riuscito a scorgere la sua Anima, vi aveva guardato dentro e aveva trovato due creature straordinaria: la Morte e la Pazzia. Due creature che facevano parte di lui e lui le amò. All’inizio pensai che era pazzo, come tutti d’altronde. E lui lo era, eccome se lo era. E lui ne era consapevole, fin dentro ogni più piccolo recesso della sua mente, lui era consapevole di essere pazzo e ne andava fiero. Perché quella che per noi è pazzia, per lui è gioia e felicità. Lui la chiamava in un altro modo, per lui era Anima. Me l’ha spiegato così tante volte il concetto di Anima, cos’è, o forse dovrei dire chi è Anima, ma io ancora non l’ho capito e forse non potrò capirlo. Perché non sono così pazza e così mortale come lui, anche se vorrei esserlo. Vorrei, ma so che non lo sarò mai. Ma non per questo smetterò di volerlo. Perché so. Adesso so, so cosa vuol dire essere pazzi e cosa vuol dire essere mortali. Lo so e non mi spaventa. Anzi ne sono fiera.

Grazie mia Anima. Grazie. -

Si guardò intorno. Tutti la guardavano come se fosse pazza. Non potè fare a meno di sorridere e piangere. Gettò un ultimo sguardo alla bara e se ne andò. Usci da quella chiesa desiderando di non guardarla mai più. E mentre andava via, con le guance rigate dalle lacrime, il suo sguardo finì sopra una lapide con un iscrizione: “L’amore è Anima e l’Anima è immortale.”

Sorrise e corse via.

  
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