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Autore: Kyoya Ootori    26/06/2012    0 recensioni
AGGIUNTI DUE CAPITOLI, IL III E IL IV.
Tamaki chiuse la porta dietro di sé, incrociando le braccia ed appoggiandosi quindi ad essa, mentre percorreva con gli occhi tersi come il cielo la stanza non troppo grande, arredata semplicemente, al centro della quale si trovava una scrivania in mogano e di fronte a questa una sedia barocca di legno, sopra la quale era seduto un uomo di circa ventisette anni, dai lineamenti affilati e dalla carnagione chiara, che nemmeno considerò Tamaki, preso com’era dai conti che svolgeva quotidianamente. Tamaki, in silenzio, aspettò che finisse invano: l’uomo alla scrivania non avrebbe mai sollevato lo sguardo su di lui, benché fosse più che conscio della sua presenza in quella stanza, a meno che la situazione non l’avesse esplicitamente richiesto. E non importa cosa intendesse l’uomo alla scrivania con esplicitamente, fatto sta che Tamaki raggiunse il tavolo a grandi falcate e chiuse di scatto il portatile dell’uomo, sporgendosi verso di lui finché i loro sguardi, entrambi duri, non furono allo stesso livello. Non una parola, non un sorriso, solo un pesantissimo silenzio.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lo chiamavano "Il mani di forbice"
Per mammi 


Ero sconvolta quando morì mia madre, ma ero troppo piccola per capire. Per me c'era semplicemente la mamma che se n'era andata, il papà che soffriva e poi, poi c'era lui, silenzioso testimone del nostro lutto. Lo ricordo chiaramente al funerale, che mi teneva in braccio, perché papà non ce la faceva. Non  ha parlato per tutto il tempo, limitandosi ad accarezzarmi il capo, se non quando ha detto a papà: << È forte, ce la farà. >>
Per farcela ce l'ho fatta, anche grazie a lui.



“Dear Ochiya,

sono veramente felice che tu abbia deciso di parlarmi un po’ della tua famiglia, mi dispiace molto per tuo padre, anche se capisco il suo stato d’animo, perché anche quando mia madre se n’è andata qui in famiglia abbiamo respirato un’aria pesante. Adesso stiamo tutti molto meglio, la nuova moglie di mio padre è una donna simpatica, che ha riportato in casa l’allegria e la spensieratezza, e si prende cura di April. In questo momento è incinta, sono contento che avrò un altro fratellino, adesso che Holden se n’è andato il maggiore sono io.  

Qui nell’Ohio la vita è tranquilla, serena, altro che Parigi, che sarà sicuramente caotica e affollata nella sua quotidianità. Sorry se il mio francese è sbagliato, anche a me viene molto difficile parlarlo. Anche se mio padre non è entusiasta, ho ottenuto il permesso di allegare una foto mia, qui, di quando ero bambino. Sono bassino, ma adesso mi sono alzato notevolmente! L’orsetto che vedi nella foto era di mia sorella April, io glielo rubai per quello scatto. Com’è che si dice in Giappone? Kawaii, desu? Mi fanno ridere le vostre espressioni dialettali, sono buffe, soprattutto se dette da un adulto.

Qui a casa mio padre è felice che io scriva ad una ragazza straniera, dice che la padronanza di una lingua straniera è essenziale per potersi fare strada nel mondo del lavoro. Io non so ancora cosa mi piacerebbe fare, magari l’avvocato, oppure il veterinario. Tu, hai dei progetti? Se parli bene il giapponese, o comunque prendi lezioni, potresti fare l’interprete. Sarebbe un bel lavoro, appagante. Ma è ancora presto, per adesso è il caso che finisco le scuole medie.

Mi fa piacere che tu mi consideri un tuo caro amico, scrivendoti anche tu lo sei diventata per me. Mi fa piacere anche  che ti piaccia quanto scrivo, spero che quest’estate potrò passare ore a parlarti delle mie giornate, per adesso la vita è un po’ fiacca e noiosa.

Perdonami, Ochiya, ma devo proprio scappare. La prossima lettera sarà più lunga, te lo prometto. E le promesse si mantengono sempre.

Robert Knight”


Capitolo corto, ma conto di seminare un paio di indizi per la risoluzione dell'enigma in ogni capitolo che scriverò. Per adesso sembrano solo tanti pezzetti di un puzzle che non vogliono saperne di incastrarsi, spero che il mosaico finale sarà come l'ho immaginato io. Questa storia, mi rendo conto, sta continuando ad avere vita perché le ho dato un corpo, un'anima, una struttura, prima ancora di metterla per iscritto. Lei già esisteva dentro di me, il suo sviluppo, ciò che voglio fare di lei, le mie intenzioni ... Non è cambiato niente. 
Kyoya

   
 
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