Anime & Manga > Cesare
Ricorda la storia  |      
Autore: Gondolin    26/06/2012    3 recensioni
Angelo era un ingenuo, e Miguel si vantava di non esserlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

[Cesare - Il creatore che ha distrutto] Quiero robar tus labios  
Personaggi/Pairing: Cesare/Miguel
Parte: dopo la “corrida” in cui Cesare umilia Henry (volume 4)
Warning: yaoi, il sorriso di Miguel che è la cosa umanamente più distruttiva e meravigliosa di tutto il manga
Conteggio parole: 636
Note: ~ Il titolo è rubato a Huecco, da Cerezas.
Cesare/Miguel, giochi da ragazzi dalla lista di prompt di juuhachi_go



“L'ha fatto per te”, gli aveva detto quello sciocco di Angelo. Miguel sapeva di non dover dar retta ad uno così, con quella faccia da cherubino e l'innocenza dipinta negli occhi. Angelo era un ingenuo, e Miguel si vantava di non esserlo.
Cesare l'aveva sì difeso, ma con quella corrida aveva umiliato Henry, cosa che desiderava fare da tempo, e difeso prima di tutto le proprie convinzioni e il proprio onore. Certi insulti, Miguel se ne rendeva conto benissimo, non erano rivolti a lui, semplice servitore di cui Henry certo non si curava, ma alla scelta di Cesare di tenerlo con sé.
Epperò... era pur vero che l'inchino di Cesare alla fine e quello sguardo sornione e soddisfatto erano stati innegabilmente diretti a lui. Ed era anche vero che a lui, guardando Cesare, era sfuggito un sorriso raro, vero.
Imbronciato, Miguel, si richiuse alle spalle la porta degli appartamenti di Cesare. Il suo senso pratico lo avvertì di quanto fosse sciocco lasciarsi annegare in quei pensieri. Dopo tutto lui era un servitore, uno strumento nelle sue mani e nient'altro. Nient'altro, si ripeté. E nient'altro che un gioco da ragazzi era stata quella corrida, uno degli ultimi che Cesare avrebbe potuto permettersi. Cesare, che aveva imparato prima ad agire nell'ombra e poi a camminare, si era concesso uno sfoggio di sfrontatezza, un guizzo d'orgoglio e un inchino di troppo. Ma non sarebbe capitato di nuovo, di questo Miguel era certo.
“L'ho fatto per te”, sogghignò una voce alle sue spalle, cogliendolo di sorpresa (male, molto male, si rimproverò il ragazzo), “e tu non mi ringrazi nemmeno?”
Miguel si voltò, trovandosi faccia a faccia con Cesare.
“Potrei farti frustare per questo”, sussurrò questi avvicinandoglisi ancora di più, con una voce che sapeva più di letti sfatti che di punizioni. Per la milionesima volta nell'arco di pochi minuti, Miguel si rimproverò aspramente i propri pensieri.
“Ma”, proseguì il giovane, “se troverai un modo sufficientemente convincente di scusarti potrei anche soprassedere.”
“Dimmi come”, domandò Miguel, serio. Capiva e non capiva (non voleva capire, non voleva rischiare) l'atteggiamento di Cesare.
“Un altro sorriso sarebbe chiedere troppo?”
Gli si spalancò una voragine sotto i piedi. Era stato così... spudorato? Facile da leggere? Ingenuo?
“Va bene, se non ci riesci disporrò comunque delle tue labbra come più mi piace”, affermò Cesare, afferrandolo per il bavero per avvicinarselo ancora di più. O per tenerlo fermo. Ma Miguel non aveva la benché minima intenzione di fuggire. Anzi chiuse gli occhi, completamente fiducioso nel suo signore. E quando si sentì sfiorare le labbra da un dito inquisitore, e poi accarezzare una guancia, pensò che non si sarebbe mosso di lì per nulla al mondo.
“Miguel.”
Rialzò le palpebre di scatto. C'era una sfumatura nella voce di Cesare che era sicuro di non aver mai udito prima, e che non riuscì ad interpretare.
“Tu eseguirai sempre i miei ordini. Ma questa volta ti lascio libero di fare quello che vuoi. Vai, resta. Scegli.”
La sua voce non era imperiosa né implorante. Non era insicuro, non voleva conferme di quello che già sapeva, che aveva letto negli occhi di Miguel. Voleva semmai affermare un potere che non aveva a che vedere con la classe sociale o il denaro, il potere che l'avrebbe tenuto lì senza necessità di ordini. Un potere che stava concedendo anche a Miguel, in egual misura. Un potere che stava nella sottile linea fra il peccato di lussuria concesso e scusato ad ogni nobile e quello inconfessabile e imperdonabile di amare.
Miguel sorrise, allora, e si stupì di quanto gli risultasse facile.
La mano di Cesare, dalla sua guancia si spostò sulla sua nuca per attirarlo a sé, e il sorriso di Miguel si dissolse in un respiro contro le labbra del suo signore.

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Cesare / Vai alla pagina dell'autore: Gondolin