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Autore: Chu    26/06/2012    2 recensioni
Mai fidarsi dei consigli di Santana. Soprattutto quando si va a caccia di vestiti per una festa in maschera.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Criceti, ruote e code posticce
Personaggi: Blaine, Kurt (cameo di Rachel e Santana)
Genere: Commedia, Romantico
Rating: G
Avvertimenti: vagamente fluff, stupidità diffusa, Slash
Note: scritta per "I ♥ shipping" in risposta alla sfida lanciatami da zuzallove che mi ha chiesto una Klaine, Romantica (ehm), di almeno 500 parole sul prompt "costume di Carnevale".
Ulteriore nota: è stupidissima, ma veramente veramente stupida. E non è nemmeno così romantica. Ma va beh, questo è uscito XDD


Criceti, ruote e code posticce



Il negozio era devastantemente kich. Forse anche un po’ maleodorante, ma Kurt supponeva che fosse colpa di tutta quella pelliccia sintetica e della stoffa ammuffita che era appesa ai vari stand.

“Come ho fatto a finire qui?” domandò ad alta voce, esasperato, mentre tentava di districarsi fra i vari abiti per tenere il passo. Blaine, davanti a lui, si voltò un momento per sorridergli, ma non gli rispose e continuò a camminare, facendosi largo fra i vari appendiabiti e lasciando il varco aperto anche per Kurt.

Del resto, la sua era una mera domanda retorica, perché sapeva benissimo come aveva fatto a finire in quel posto: la festa in costume era vicina, loro avevano un budget limitato e dunque si erano fidati del consiglio di Santana. Avrebbero dovuto intuirlo dal nome – “FacciaMo FesTa!!!” – e dall’eccesso di punti esclamativi che quello non era posto per loro e che probabilmente Santana voleva solo divertirsi un po’ alle loro spalle. Senza “un po’”. Probabilmente molto.

“Ehi, questo non sembra male!” esclamò ad un certo punto Blaine, indicando un costume molto triste da… pirata? Sul serio?

“Blaine…” fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare Kurt, guardandolo con orrore misto a esasperazione.

“Cosa? Ho ancora la benda dell’operazione, sarei-”

“È il costume più triste del mondo. E benché avessi il tuo fascino con quella benda sull’occhio, mi pare che avessimo concordato che i tuoi giorni da pirata sono finiti,” decretò sicuro, guardando il suo ragazzo piuttosto minacciosamente. Blaine fece una smorfia contrita – probabilmente ricordando più che bene l’increscioso incidente del loro pirate play… Non era stata esattamente un’idea geniale, come aveva inizialmente pensato, fingere di avere un uncino al posto della mano usando una delle stampelle dell’armadio – e continuò a camminare, con le spalle un po’ curve.

Dopo qualche altro minuto di ricerca, Kurt iniziò a pensare che forse si erano persi: l’unica cosa che riusciva a vedere erano costumi carnevaleschi, stand di vestiti teatrali tarlati e di dubbio gusto, e la schiena di Blaine poco distante da lui. Non era nemmeno più sicuro di dove fosse l’uscita e se quello che vedeva in alto fosse davvero il soffitto o una specie di illusione ottica dovuta all’esalazioni tossiche di tessuti sintetici e poliestere.

Moriremo qui, pensò Kurt, allungando la mano per afferrare la schiena di Blaine e non perdersi. Almeno sarebbero morti insieme, ecco; solo che il suo ragazzo era già sparito e qualsiasi morte drammatica e romantica Kurt avesse in mente (qualcosa alla Giulietta e Romeo, con meno spargimenti di sangue, magari) sfumò nel girò di cinque secondi pieni di panico.

“Blaine?” chiamò, guardandosi intorno agitato, ma cercando comunque di mantenere un minimo di calma – che comunque non sentiva d’avere nemmeno per sbaglio o per grazia innata. Contò fino a dieci prima di chiamarlo di nuovo, stavolta con una leggera nota strozzata nella voce, ma non ricette ancora nessuna risposta.

No, no, no! E la loro morte romantica l’uno al fianco dell’altro? Senza Blaine sarebbe solo stata una morte stupida – lo sarebbe stata anche insieme, in mezzo a costumi di dubbio gusto e materiale tossico (era sicuro che almeno uno di quei tessuti-finto-seta fosse radioattivo, l’aveva visto brillare), ma almeno insieme ci sarebbe stato un po’ di romanticismo.

E invece no! Blaine doveva sparire e lasciarlo morire in mezzo a…

“KURT!” gridò il suo stupido ragazzo, saltando fuori da dietro uno degli stand con qualcosa di orribile fra le mani. Kurt non gridò solo perché la sorpresa e l’orrore furono troppo intensi e la voce gli morì in gola, facendo venir fuori un “ah” appena appena più acuto del solito, ma non abbastanza forte da essere definito grido.

“Kurt, guarda!” Blaine gli si avvicinò entusiasta, mettendogli sotto il naso una sorta di carcassa di animale con la pelliccia di plastica.

“Cosa sarebbe?” domandò Kurt, storcendo il naso disgustato e cercando di riprendersi dallo schifo e dallo shock – mentre l’idea della morte romantica sfumava, perché quella cosa fatta di peli sintetici avrebbe rovinato la scena.

“Un costume! Un costume di criceto!” esclamò Blaine, spalmandosi la cosa addosso.

Kurt sollevò entrambe le sopracciglia, sconvolto. Quello gli sembrava più che altro un costume da… mutazione genetica, tipo un coniglio mannaro o qualcosa del genere.

“È orribile,” decretò, facendo un passo indietro perché aveva avuto l’impressione che quella pelliccia gli stesse per saltare addosso e ucciderlo.

Blaine imbronciò le labbra e aggrottò la fronte, guardando meglio il costume. “Ma che dici? È Hamtaro!” esclamò, riprendendo immediatamente il buonumore e iniziando a canticchiare una canzoncina stupida che aveva sicuramente a che fare con Hamtaro.

“Ti prego,” piagnucolò Kurt – giurò che non voleva piagnucolare, ma qualcosa nelle emissioni velenose di quel posto dovevano avergli fatto impazzire i polmoni e, oddio, non sarebbe più stato capace di cantare! Dovevano fuggire da quel luogo il più presto possibile… sempre se avessero ritrovato l’’uscita.

“Kurt?” chiamò Blaine e qualcosa nel suo tono di voce gli fece capire che c’era qualcosa che non andava, e che probabilmente aveva a che fare con la sua espressione isterica. Si voltò a guardarlo e Blaine ricambiò l’occhiata con apprensione.

“Questo posto è il Male,” disse con un filo di voce. “Dobbiamo scappare.”

Blaine sbatté le palpebre con perplessità, ma poi annuì lentamente. “Okay… Quindi niente Hamtaro?”

“Oh santo cielo, Blaine! L’aria tossica di questo posto ti ha già dato al cervello, vedi? Dobbiamo scappare prima che sia troppo tardi e che il veleno ci faccia morire o, peggio, ci rovini le corde vocali!” sibilò istericamente Kurt, togliendogli il costume da coniglio mannaro dalle mani e buttandolo a caso dietro di sé.

Blaine aggrottò di nuovo le sopracciglia. “Non sarebbe più giusto dire: prima che il veleno ci rovini le corde vocali o, peggio, ci uccida?”

Kurt alzò gli occhi al cielo e gli afferrò il polso. “Andiamo!” esclamò, non volendo spendere un minuto di più in quel luogo malsano. Strattonò Blaine, ma quello lo tirò indietro e Kurt imprecò silenziosamente. Forse era troppo tardi, forse Blaine era già stato contagiato da qualsiasi cosa ci fosse lì dentro ed era diventato una specie di zombie tossico e radioattivo. Avrebbe dovuto ucciderlo oppure avrebbe dovuto diventare uno zombie come lui e mangiare insieme i cervelli altrui? Cos’era più romantico?

“Ehm, Kurt?” chiamò Blaine e la sua voce non era molto zombica. Kurt si azzardò a lanciargli occhiata: nemmeno il suo aspetto era molto zombico.

“L’uscita è dall’altra parte,” gli fece notare il suo assolutamente-non-zombie ragazzo, indicando alle proprie spalle.

“Ah,” fece Kurt, correndo fuori da quel posto il più velocemente possibile.

***


“Fatemi capire,” disse Rachel, cercando di sovrastare le risate sguaiate di Santana alle sue spalle. “Siete vestiti da…?”

“Criceti,” sorrise compiaciuto Blaine, voltandosi e mostrando la coda posticcia – che sicuramente non era quella di un criceto. “Criceti umanizzati. Tipo, sai, abbiamo le orecchie e la coda, ma siamo umani al 90%,” spiegò.

Rachel fissò Blaine a bocca aperta, e lui si sentì in dovere di aggiungere: “Okay, facciamo al 95%?”

Poi lo sguardo di Rachel si spostò su di Kurt e divenne improvvisamente molto compassionevole; Kurt finse di non vederlo e si allontanò in tutta fretta, trascinandosi dietro il suo stupido ragazzo-criceto: farsi guardare con compassione da Rachel Berry, la ragazza dalle maglie imbarazzanti, era davvero troppo.

“Sei di cattivo umore?” domandò Blaine, dopo qualche attimo.

“Cosa te lo fa credere?” cinguettò Kurt, sorridendogli freddamente e fulminandolo con lo sguardo.

“Eppure l’idea è stata tua…” gli fece notare il suo ragazzo e Kurt vide che stava tentando di non indietreggiare.

“Già… I fumi velenosi di quel posto mi hanno danneggiato il cervello in modo orribile e irreparabile,” mormorò mesto, sospirando e guardando i palloncini colorati che adornavano la stanza.

“Personalmente,” disse Blaine, notando la sua espressione corrucciata e passandogli le braccia attorno alla vita. “I nostri costumi mi piacciono. Siamo due criceti carini,” affermò con convinzione e Kurt non ebbe il coraggio di dirgli che erano due criceti cretini, al massimo. “E poi,” aggiunse Blaine, schioccandogli un bacio sulla guancia. “Mi piacciono i criceti e quelle orecchie bianche ti fanno in qualche modo sembrare più sexy del solito!”

A questo Kurt si voltò verso il suo ragazzo, osservandolo criticamente; sbatté un paio di volte le palpebre davanti al sorriso convinto e affascinante di Blaine e poi azzardò un sorrisetto.

Va bene, pensò, forse non erano morti romanticamente in quel postaccio, ma quantomeno erano impazziti insieme e potevano vivere nel loro mondo di criceti, ruote e code posticce.




Fine

Non ci posso fare niente: il motto potteriano "quella ragazza dovrebbe rivedere le sue priorità" è nel mio cervello e niente ce lo toglierà. Quindi ce lo sorbiamo anche in Glee XD



 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

  
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