Avevo
quattordici anni quando è successo. Durante una delle
ultimissime lezioni che mi presi la briga d’ascoltare.
<< … All'arrivo
di questo, le vescicole per effetto dell'onda di depolarizzazione,
fondono la
loro membrana con
quella del neurone e…
>>
Biologia. Professore, è ridicolo
anche solo pensare che a qualcuno di questa classe interessi. Guardali
bene,
anche quelli che prendono appunti desiderano solo che ti venga un ictus
e che
tu perda la capacità di parlare.
<< …
la dopamina
tende
a generare sensazioni piacevoli simili a quelle sperimentate quando si
assumono
sostanze alcoliche, droghe stimolanti, oppure quando si fa sesso.
>>
Già,
ci vorrebbero
proprio degli stimoli, rischio di fare la muffa su questa sedia.
<< Professore.
>>
Alzo la mano e
percepisco chiaramente gli sguardi degli altri addosso, e so che sono
identici
a quelli del vecchio alieno tartaruga: hanno paura e ne hanno piene le
palle
“delle stravaganze di quell’Hawkins”.
<< Si,
Hawkins? >>
<< In quali
casi avviene il rilascio di dopamina? >>
E quello sbatte
le ciglia. Hey, non essere così sorpreso!
Si schiarisce la
voce tentando di ritrovare la sua professionalità che si era
appena dissolta
alla mia domanda.
<< Ad
esempio in situazioni di stress. >>
<< Quali? >>
<< Non
saprei… >>
Ah, il vecchio
suda, tutto questo interesse da parte mia lo preoccupa.
<< … ad
esempio situazioni di pericolo… >>
<< Ho
capito. >>
Lo interrompo
subito, è così patetico quell’uomo che
non ho neanche voglia di stuzzicarlo
oltre e, ormai, mi ha detto quello che mi interessa sapere.
Il professore
tentò di riportare l’attenzione sulla questione e
trovare altri esempi
esaurienti, ma con scarso successo.
*
* *
Wake
up (Wake up)
Grab a brush and put a little makeup
Hide the scars to fade away the shake up
(Hide the scars to fade away the shake )
Why'd you leave the keys up on the table?
Here you go create another fable
Ormai era più di
mezzora che mi dondolavo con la punta del surf rivolta verso il vuoto
in cui erano
gettate le carcasse di ferro. Era più di mezzora che cercavo
di convincermi a buttarmi.
E tutto per una
lezione di biologia! Odio la scuola, è inutile anche quando
è utile.
Mi arrendo, non ho voglia di sprecare altro tempo in preda alle
vertigini.
Imbraccio il surf
e faccio retro front.
<< Vado ad
annoiarmi altrove. >>
E’ questo il
problema, io mi annoio. E io sono qui per risolvere questo problema!
Mi focalizzo su questo obiettivo, spengo il cervello, ributto la tavola
con
malagrazia sulla roccia, mi sistemo sopra e parto. Sono fritto.
I propulsori mi
sospingono per qualche metro nel nulla, finché uno sbuffo
sospetto e uno
schifoso rumore del motore non mi fanno voltare appena in tempo per
vedere del
fumo nero.
Precipito e vedo la
vita passarmi davanti.
(You
wanted to)
Grab a brush and put on a little makeup
(You wanted to)
Hide the scars to fade away the shake up
(You wanted to)
Why'd you leave the keys up on the table?
(You wanted to)
Self-righteous suicide,
I, cry, when angels deserve to die!
E
adesso?
Guardo il vuoto
sotto di me, oltre il pontile; erano minuti, ore, giorni interi che ero
appeso
all’ormeggio di legno. Forse? O forse sono sonnambulo e sono
finito qui per
caso. In fondo ho ancora il pigiama, potrei averlo sognato. Proprio come
in un
sogno, pezzi interi di quella corsa disperata, giù per la
discesa di pietra,
dove mi ero sfracellato le ginocchia, erano stati rimossi. Sapevo di
essermi
svegliato - sì, ora lo sapevo -, di essere entrato in salotto
e di essere uscito.
Poi mi sono ritrovato appeso qui, con la gola secca, le lacrime agli
occhi;
dolori per tutto il corpo che sapevo d’avere, ma che
realmente non percepivo.
Ormai è andato, no? Forse dovrei tornare dentro. Ma se
quando mi volto lui
ripassa di qui, con la sua nave, per salutarmi con la mano? E se le
gambe mi si
spezzano quando cerco di muoverle? E se mamma piange ancora? Io non
voglio vedere
mamma piangere.
A pomeriggio
inoltrato mi decisi a girare i tacchi; le mie gambe erano ancora
intere,
nessuno mi avrebbe mai salutato da una nave in partenza e mia madre era
in
cucina a preparare la cena, tutto come sempre, nonostante ormai non
sarebbe
stato più nulla come prima.
Wake
up (wake up)
Grab a brush and put a little makeup
Hide the scars to fade away the shake up
Why'd you leave the keys up on the table?
Here you go
create another fable
<<
Jim, mio
caro, devi capire che l’istruzione è
fondamentale… >> Aveva detto quel
ridicolo cane da biblioteca.
<< … tua madre
è molto preoccupata per te… >>
A te non deve
importare né di me né di mia madre; credi di
poter sostituire mio padre? Te lo
dico subito, scienziato del cavolo: lasciami in pace e vattene da casa
mia!
Sono stufo di te
e delle tue parole, della tua voce tranquilla, dei tuoi modi da
maestro! Non si
è mai visto un ragazzino di tredici anni che riesce a
terrorizzare un adulto
con il solo sguardo. Sei uno smidollato, Delvert!
(You
wanted to)
Grab a brush and put on a little makeup
(You wanted to)
Hide the scars to fade away the shake up
(You wanted to)
Why'd you leave the keys up on the table?
(You wanted to)
I
don't think you trust, in, my
Self-righteous suicide,
I cry, when angels deserve to die
In my self-righteous suicide,
I cry, when angels deserve to die
La
mattina dopo
mi svegliai come tutte le mattine, nello stesso letto, con uno dei miei
soliti
pigiami; il sole sorgeva a est come sempre e Montressor era ancora il
solito pianeta
minerario e privo di qualsiasi stimolo utile. Scesi da basso mezzo
rintronato e
venni accolto dal medesimo buon odore di colazione, la colazione che la
mia
mamma preparava tutte le mattine. Lei era in cucina come ogni giorno.
<< Tesoro, vai
sciacquarti il viso, la colazione è pronta. >>
E mi sorrideva,
come sempre. Era tutto come l’avevo lasciato il giorno prima.
Ma non
scherziamo! Una pila di piatti sul tavolo davanti a me, troppo in
ordine.
Non era tutto
come sempre!
Allungai il
braccio e migliaia di scariche d’adrenalina percorsero la mia
schiena.
Tutto è cambiato,
mamma perché non lo capisci?
Con un solo gesto
li tiro giù tutti e si fracassano in terra. Lei
s’affaccia dalla cucina e mi
fissa con quello sguardo desolato che da allora prese a perseguitarmi:
ogni volta
che ne combinavo una delle mie, ogni volta che quella donna pensava che
fossi
solo tanto confuso e che avessi solo bisogno d’esser capito,
io mi beccavo
quegli occhi tristi. Imparai a conviverci, in un modo o
nell’altro.
<< Non
capisci! >>
Gli grido contro
prima di scappare di fuori.
Father
(father)
Father (father)
Father (father)
Father (father)
Father Into your hands I commit my spirit
Mamma
dice che
sono un prodigio perché riesco a mettere insieme una tavola
e una vela. Stronzate!
Sarei un prodigio se queste scemenze fossi in grado di farle per un
talento particolare.
Io, il “talento” me lo sono fatto venire a forza.
Cosa ho fatto
quando mio padre era via? Ho studiato, sì, ho cercato
qualcosa che potesse
sorprenderlo e mi sono applicato con tutto me stesso. Era sempre in
viaggio,
gli piacevano le navi, gli piaceva volare… ma queste erano
solo mie
supposizioni. Quando avevo poco più di cinque anni potevo
cimentarmi con
esperimenti quali la barchetta di legno, che non venne nemmeno degnata di uno
sguardo.
Quando compii sette anni, mi resi conto che ero ormai “un
ometto”, o almeno fu
quello che mi disse mio padre. Pensai che volesse dirmi che era il
momento di
fare cose da “ometti”. Presi a trafficare con i
motori e con i surf solari, per
sfiorare almeno con un dito il cielo in cui finiva sempre per sparire
la figura
di papà. Neanche il prototipo costruito a soli otto anni
riuscì a smuoverlo.
Oh,
trust in my, self-righteous suicide
I cry when angels deserve to die
In my self-righteous suicide
I cry when angels deserve to die
Mamma
non ha più
versato una lacrima da quel giorno, anche se le persone la guardano
storto,
quelle stesse persone a cui preparava da mangiare con tanto impegno. Quelle
persone
sibilavano e si raccontavano all’orecchio del figlio di Sarah
che va male a
scuola, che risponde male a tutti e che fa di tutto per mettersi nei
guai.
*
* *
Ho
paura! Schiaccio
come un matto il pedale per riaccendere il motore che non da segni di
vita. Mi
sto per schiantare; oddio, sono morto!
I propulsori
esplodo e strepitano con me, in un attimo il surf prende una
traiettoria
diagonale e mi ritrovo a urtare contro una cisterna. Tento di gestire
la vela per
prendere quota. La tavola avanza ancora per qualche metro prima di
piantarsi
con la punta nel terreno e sbalzarmi in avanti contro delle tubature
lunghe come
serpenti neri. Sbatto la fronte e una miriade di esplosioni mi
riempiono gli
occhi, insieme a calde lacrime di dolore. Mi accascio a terra: sono
vivo!
Mi sdraio a
pancia in su, sulla terra battuta del cantiere e guardo il cielo di
Montressor.
<< Cazzo… >>
Esalo poco prima
di scoppiare a ridere. Rido e sono contento d’essere vivo,
rido perché per una volta
non mi sto annoiando, rido perché non sarò
più lo stesso ragazzino Montresiano
di prima.
<< Che pianeta
di merda! >>
Esplodo in fine contro
l’azzurro, poco prima girarmi e cercare di raggomitolarmi su
me stesso. Risultati
della missione kamikaze: un surf distrutto, due ginocchia sbucciate, un
dito
rotto, sangue dal naso e un’erezione. Mi sono eccitato,
sì, e sono diventato
dipendente dalla dopamina.
Note
dell'autore: il finale ha un
che di comico, lo ammetto, anche se nella
mai testa era tutto tranne che divertente. Mi piace l’idea di
una scena “tragica”
con personaggi che ridono, è folle, la follia mia piace U.U.
La verità è che
Jim ah trovato la scappatoia, è riuscito a scrollarsi di
dosso il ricordo del
suo genitore degenere ( figlio di chi-so-io! è.é)
tramite un passatempo in
parte distruttivo.
La canzone è Chop Suey dei System of a Down.