Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Idra_31    29/06/2012    4 recensioni
L'ultima cosa della quale ha coscienza prima che la folla esploda con un boato da buttare giù l'arena sono le labbra di Louis che si schiudono al contatto con le sue e poi è tutto urla isteriche, flash di macchine fotografiche, coriandoli attaccati ai capelli, e il cuore che gli rimbomba nelle orecchie e non sa se è più forte quello o la musica, o le grida, e ha saltato il suo assolo e non gli importa.
Harry/Louis
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
larry
Prima che iniziate a leggere la storia vera e propria, dovrete sorbirvi la mia premessa (sperando che non venga fuori più lunga della storia stessa):

innanzitutto, dovete sapere che conosco i One Direction da poco e che, in teoria, sarei troppo vecchia per ascoltarli...ma noncipossofarenullamisonopresaunacottaperloro e in breve tempo ho imparato (quasi) tutto quello che c'é da sapere sul loro conto (leggasi: ho fatto incetta di interviste), soprattutto su Harry e Louis. Ovviamente, qualcosa mi sarà sfuggito, ma ci sarà tempo per recuperare. Fatto sta che a un certo punto mi sono trovata satura di Larry feelings e ho dovuto per forza scriverci una fanfic!

Questa storia ruota attorno a quelli che io definisco i clichè del Larry Stylinson, cioè, in breve: evil!management, beard!Eleanor, cockblocking!Liam etc....
A proposito del management, quest'essere mitologico di cui tutti parlano ma nessuno sa chi sia veramente, ho cercato di semplificare mooolto le cose. Nel senso che non ho la più pallida idea di come vadano veramente le cose nel mondo dello spettacolo e della discografia, quindi ho un po' inventato. Ovviamente non pretendo che questa storia rispecchi la realtà, che è molto più complicata di quanto immaginiamo. Diciamo che ho messo in scena un mondo ideale dove le cose sono più semplici di come lo siano veramente (ok, non ci starete capendo nulla, ma più avanti questo mio blaterare avrà un senso...spero). Comunque, come punto di riferimento ho inserito il tour manager (per  il quale ho utilizzato un nome inventato, non conoscendo questo pover'uomo e non sapendo manco che faccia abbia), almeno per adesso, anche se so che non esiste solo lui, ma mi sarei incasinata se avessi inserito nella storia tutte le persone che ruotano attorno ai ragazzi e che lavorano per loro.

Il titolo della storia è tratto da Read All Aboui It di Emile Sande, in pratica la canzone Larry per eccellenza.

Credo che sia tutto. Come l'avevo pensata nella mia testa la premessa doveva essere molto più lunga, quindi è probabile che abbia dimenticato di dirvi qualcosa di importante...speriamo di no.

Comunque, è doveroso che io ringrazi la mia SIS, ovvero la mia Sister In Slash, Blaise, che mi ha supportato, sopportato e betato, senza avere la più pallida idea di chi fossero i One Direction (questo prima che le scrivessi papiri con le loro bio e dissertazioni sul Larry Stylinson). Te ne sarò per sempre grata!
Ora vi lascio alla storia, spero vi piaccia e spero che mi lasciate un segno del vostro passaggio!




Blacklist anyone who tries to attack this
They can say what they like but the fact is
They know nothing about us

(Self-Preservation - The Lucksmiths)


Non fare niente di stupido, gli ripetono ogni volta, prima di salire sul palco. Controllati, gli dicono. Hai migliaia di occhi puntati addosso, lo avvertono. E non dimenticare le macchine fotografiche!, lo minacciano.

Sono perfettamene in grado di badare a me stesso, grazie tante, pensa Harry, non ho bisogno che mi ricordiate ogni santa volta cosa devo o non devo fare, e che palle.

É sempre andata bene, tutto sommato. Non ha mai fatto niente di particolarmente compromettente. C'è qualcosa di male nel sorridere a un altro membro della band? O nel parlargli all'orecchio? O nel mettergli un braccio attorno alle spalle? No, lo fanno tutti. La malizia è negli occhi di chi guarda, caso chiuso.

C'è da dire, però, che alcune fan sono delle dannate detective. L'FBI dovrebbe assumerle come profiler, almeno la smetterebbero di perdere tempo su internet a studiare ogni loro minimo movimento, sguardo, parola. Harry ne ha quasi paura. Ha smesso di googlarsi proprio per questo. Ignorance is bliss.

Chi non ha smesso di monitorare la loro immagine pubblica è il management. Sì, quel mostro a tre teste (solo tre?) che le fan accusano di essere responsabile di almeno tre quarti del male che c'è nel mondo.

Se le fan sono delle maledette Sherlock Holmes in gonnella, il management è la dannata CIA. Ha ramificazioni ovunque e sa sempre tutto. Un attimo dopo che lo sappiano le fan, si intende. E ha il suo bel da fare a insabbiare tutto, viviamo ancora in un paese libero (e per paese libero Harry intende internet).

Questa è la loro ultima serata in America, il loro ultimo concerto negli States prima di tornare a casa, godersi qualche settimana di vacanza in Inghilterra per poi rinchiudersi in sala di registrazione per dio sa quanto. Tutto deve essere perfetto, niente deve andare storto. Dicono. Ma a Harry sembra come l'ultimo giorno di scuola, e l'ultimo giorno di scuola tutto ti è concesso, giusto?

Il concerto sta volgendo al termine, si sono appena cambiati d'abito per il pezzo finale.

Harry sente l'adrenalina scorrergli lungo tutto il corpo, gli da alla testa, le urla delle fan sono assordanti, riesce a malapena a sentire i propri pensieri.

Si volta verso Louis. Ha un sorriso da un orecchio all'altro mentre osserva la folla inneggiare a loro. Non ci si abitua mai a una cosa del genere.

Partono le note di "I want" e Harry comincia a cantare, ma non ci sta con la testa, ha smania di fare qualcosa, come l'ultimo giorno di scuola, come i gavettoni, come gli scherzi ai professori, come se non ci fosse un domani.

"I want I want I want and that's crazy, I want I want but that's not me I want I want I want to be kissed by you", canta, cambiando le parole, come fa spesso, e gli altri ridono e lui ghigna e si para davanti a Louis e gli tira una bretella e avvicina il viso al suo, perchè può, perchè non c'è niente di male, perchè chissenefrega, perchè vuole.

L'ultima cosa della quale ha coscienza prima che la folla esploda con un boato da buttare giù l'arena sono le labbra di Louis che si schiudono al contatto con le sue e poi è tutto urla isteriche, flash di macchine fotografiche, coriandoli attaccati ai capelli, e il cuore che gli rimbomba nelle orecchie e non sa se è più forte quello o la musica, o le grida, e ha saltato il suo assolo e non gli importa.

Non sa se finisce prima la canzone o il bacio, non sa se è durato cinque secondi, cinque minuti o cinque anni. Sente qualcuno tirarlo per il braccio, è Zayn, devono fare l'inchino, salutare il pubblico, ringraziarlo. Liam gli stringe un fianco mentre parla al microfono, Niall lo guarda di sottecchi con una strana luce negli occhi, poi annuisce e distoglie lo sguardo. Harry è ancora troppo eccitato per pensare alle conseguenze. Perchè ci saranno, oh sì. Come una nota sul registro o una settimana di sospensione. Anche se era l'ultimo giorno di scuola.

*

"Harry, sei completamente impazzito?!", gli urla Louis, rincorrendolo nel backstage.

"Non mi sei sembrato troppo contrariato, a dire il vero", replica Harry, fronteggiandolo.

Louis arrossisce.

"Mi hai preso alla sprovvista!", si difende.

"E quanto ci hai messo a realizzare che ti stavo baciando?".

Louis incassa, a corto di risposte.

"Le cose si fanno sempre in due", continua Harry, facendo spallucce.

Louis gli schiaffeggia la spalla, indignato.

Harry gli blocca il polso con una mano.

"Ho sempre desiderato farlo", lo spinge contro il muro, "e stasera l'ho fatto", gli soffia sulle labbra, "e non fingere che anche tu non abbia voglia di farlo tutto il tempo".

Prima che Louis possa replicare vengono raggiunti da Niall.

"Ragazzi, abbiamo un problema".

*

Sembra proprio di essere stati richiamati nell' ufficio del preside, tutti e cinque in piedi e con l'espressione tesa, se non fosse che quella stanza non è altro che uno dei tanti camerini diventato per l'occorrenza una specie di sala per una riunione di emergenza, e che quell'uomo viola in viso non è altro che il loro tour manager.

"Volete sapere quanto ci hanno messo le foto del vostro bacio a fare il giro del web, dopo essere state scattate?!", sbraita, "tre secondi, tre cazzo di secondi!"

Gli occhi di tutti sono puntati su Louis e Harry, che almeno ha il buon senso di essere imbarazzato.

"E volete sapere quanto ci ha messo quel maledetto sito, Sugarscape", sputa con disprezzo, "a scrivere un articolo inneggiante al coming out?! Cinque minuti!"

"Quel sito scrive solo cazzate", commenta Harry, prima di riuscire a trattenersi.

"Non parlarmi!", lo zittisce l'uomo, "oh, anche quell'altro, quel Perez Hilton, maledetto", impreca guardando l'iPhone, "eccolo qua, anche lui non ha perso tempo".

Mostra ai ragazzi sul cellulare, con le mani che tremano, l'articolo in questione.

Prima che tutti possano leggere oltre il titolo, che suona più o meno come "L'avevamo sempre saputo", il telefono del tour manager squilla.

"Devono essere gli altri. Pronto?"

Mentre l'uomo balbetta al telefono con i rappresentanti dei piani alti, Harry continua a sentirisi osservato. Cerca la mano di Louis, per avere conforto, ma Louis si allontana, bruscamente.

"L'hai fatta grossa, stavolta", sussurra Liam, finalmente.

Harry si sente pervadere dall'irritazione.

"Non ho fatto niente di male".

"Ah, no?", continua Liam.

"Non deve per forza significare che io e Louis stiamo insieme".

"Ma se tutti non aspettavano altro che tu facessi qualcosa di così idiota per averne la prova definitiva!"

Harry cerca lo sguardo del proprio fidanzato, sperando di trovare in lui un alleato. Ma Louis ha gli occhi incollati a terra.

"Larry Stylinson is real è hashtag mondiale", esordisce Niall, scorrendo Twitter sul proprio cellulare.

"Ok, ok, mi sembra un'ottima idea!", sentono dire il tour manager, prima di chiudere la conversazione telefonica.

"Abbiamo pensato a una soluzione, per contenere i danni".

"Sarebbe?", domanda Louis, dubbioso.

"Harry dirà che aveva fatto una scommessa con...Niall"

"Perchè sempre io?", piagnucola Niall, scatenando l'ilarità generale e allentando un po' la tensione.

Ma Harry è ancora accigliato.

"Dobbiamo farlo per forza?"

ll tour manager sbuffa.

"Hai un'idea migliore?"

Harry fa spallucce.
       
"Lasciar correre?"

L'uomo lo fulmina con lo sguardo.

"Stai giocando con il fuoco, Harry Styles".

Harry gli lancia uno sguardo di sfida.

"Non pensi che fare una dichiarazione ufficiale equivarrebbe a dargli troppa importanza? Sembrerà che ci stiamo parando il culo".

Sente qualcuno agitarsi affianco a lui.

"Forse Harry ha ragione", balbetta Zayn, e Harry vorrebbe baciarlo in bocca, se una cosa del genere non gli avesse già procurato abbastanza guai in una sera.

"Infatti non farete nessuna dichiarazione ufficiale del cazzo", sbotta l'uomo, "domani verrete intervistati, e la prima domanda sarà questa, ci scommetto la testa, e voi vi limiterete a ridacchiare come delle ragazzette e ve ne uscirete con questa storia della scommessa, e giù ancora con le risate, e questo non vale solo per domani, ma per ogni altra volta che ritireranno in ballo l'argomento, da ora fino alla fine dei vostri giorni, sono stato chiaro?!"

Harry è lì lì per ribattere, ma Louis fa un passo avanti, dall'angolino dove si era rifugiato.

"Posso farlo io, se per te va bene", si offre, rivolgendosi al manager.

"No, troppo facile, e poco credibile, per giunta. Sarà il tuo amichetto Harry a parlare questa volta".

"Non sono il suo amichetto, smettila di usare quella parola!", alza la voce Harry.

"E tu vedi di portarmi un po' di rispetto e impara a badare ai casini che combini!"

Sulla stanza cala il silenzio, interrotto da un'esclamazione, a metà tra lo stupito e il divertito, di Niall.

"Siete già su You Tube! E si vede pure bene!"

Il tour manager getta uno sguardo al cellulare del ragazzo.

"Quante visualizzazioni?", domanda, timoroso.

"Ehm..novantatremila, per adesso".

"Fantastico", commenta l'uomo tra i denti, "fantastico".

"Co-cosa dicono?", chiede Harry, "nei commenti, intendo".

"Beh, sono al settimo cielo! Oh mio dio, è il giorno che aspettavo da tutta la vita!", comincia a leggere, "adesso che Harry e Louis si sono baciati posso anche morire, Larry Stylinson è reale fanculo al managem-" si interrompe prima che sia troppo tardi e passa avanti, "la prossima volta spero che si scopino sul palco...e, insomma, sono tutti di questo genere!", conclude, esultante.

"Ti sei dimenticato di leggerne alcuni", interviene Liam, che sta guardando il cellulare da sopra la spalla di Niall.

"L'ho sempre detto che questi qui sono cinque finocchi", inizia, "che schifo da Harry non me lo aspettavo proprio, ma Louis non ha una ragazza perchè si fa sempre molestare da Harry sul palco?, se lo sapesse mio padre non me li farebbe più ascoltare...e poi non riesco a leggerne altri".

"Meno male", borbotta Niall, decidendo di rimettersi il cellulare in tasca.

"Visto?", il tour manager rivolge a Harry un sorriso mellifluo.

Harry distoglie lo sguardo.

"Adesso tornatevene in albergo, mettetevi d'accordo su cosa dovrete dire domani e poi fatevi una bella dormita!"

*

"Quindi, ripassiamo, io e te avevamo scommesso che se tu avessi baciato Louis io avrei dovuto darti cento dollari, altrimenti come penitenza avrei dovuto...ehm, baciare Josh e siccome non l'ho fatto ti devo comunque cento dollari, giusto?"

Sono in camera di Harry, stesi sul suo letto, Louis ancora fuori portata, gli altri ancora troppo silenziosi.

"No, la penitenza era darmi cento dollari, se tu non avessi avuto il coraggio di baciare Josh", lo corregge Harry, stancamente.

"Ah, ok, spero di non incasinarmi. Siamo tutti d'accordo?", chiede Niall, cercando con lo sguardo l'approvazione degli altri.

"E cosa dovrebbe farsene Harry di cento dollari, scusami?", domanda Louis, occhieggiando il suo ragazzo.

Niall lo guarda perplesso.

"Che ne so? Una scommessa è una scommessa".

"Risponderesti così all'intervistatore?", incalza Louis.

"Non me lo chiederebbero mai!"

"E se te lo chiedessero?"

Niall sbuffa.

"Harry? Cosa faresti se ti dessi di cento dollari?"

Harry ci pensa su un secondo.

"Li darei in beneficienza".

Niall ridacchia.

"Questa è buona! Ti va bene, Louis?"

Louis annuisce, con uno sbadiglio.

"Di solito le sciocchezze di Harry distolgono l'attenzione dell'intervistatore dall'argomento".

"Veramente sono le tue di sciocchezze che distolgono l'attenzione!", protesta Harry, mollandogli un calcetto.

Louis lo guarda negli occhi per la prima volta quella sera.

"Oppure potresti ravvivarti i riccioli e non dire niente, come fai sempre", suggerisce e Harry si sente punto sul vivo.

"Possiamo andare a dormire adesso?", biascica Zayn, con gli occhi socchiusi.

Liam gli da una pacca sulla spalla.

"Sì, dai, alza il culo".

"Resti con me?", chiede Harry a Louis, accarezzandogli un ginocchio.

Louis alza lo sguardo.

"Per favore", lo implora Harry.

"Fammi andare a prendere il pigiama in camera mia".

Harry si avvicina al suo ragazzo.

"No, se te ne vai ho paura che non torni più".

Louis sbuffa.

"Se ti dico che torno, torno".

"Ok, ma fai in fretta", lo prega Harry, e Louis gli lascia come pegno un bacio all'angolo della bocca. Poi si alza dal letto, recupera le scarpe e segue gli altri fuori dalla stanza.

Harry si getta sul materasso di schiena. Si sente osservato.

Niall è ancora sull'uscio.

"Harry?"

"Mhmh", mugugna Harry, guardando il soffitto.

"Volevo dirti che se fosse per me-", balbetta, "insomma, non me ne frega niente, se fosse per me, cioè, non ci sarebbe bisogno di..insomma-"

Harry si volta a guardarlo, gli occhi pieni di gratitudine.

"Ho capito, Niall, tranquillo".

"Ok", risponde Niall, tamburellando con le dita sullo stipite della porta, "ok. Buona notte, allora. Ti voglio bene, Hazza!".

"Anch'io ti voglio bene. Notte!"

Harry si volta su un fianco e si raggomitola su stesso. Cerca il cellulare nei pantaloni. Non è sicuro di voler sapere, ma allo stesso tempo, come un bambino che ha combinato una marachella (o un serial killer che ha appena commesso un omicidio, gli viene da pensare), non vede l'ora di ammirare compiaciuto il frutto del suo operato.

Ci sono già tre video on line del loro bacio. Due sono stati ripresi più o meno dalla stessa angolazione, il terzo mostra il bacio da una prospettiva diversa, la telecamera è puntata su di Louis. Harry è curioso di esaminare la reazione del suo ragazzo, così da potergli rinfacciare lo volevi anche tu, volevi essere baciato, piccolo pervertito, volevi farlo anche tu, solo che ti mancano le palle.

L'ultimo video mostra Louis che si sporge in avanti quando Harry afferra una delle sue bretelle, la sua testa che si muove istintivamente verso quella di Harry quando realizza che l'altro sta per baciarlo, infatti socchiude gli occhi e gli afferra un fianco con la mano libera dal microfono (Harry non aveva registrato questo particolare, troppo concentrato sulle labbra di Louis e sul non farsi esplodere la testa).

"Col cazzo che ti ho preso alla sprovvista!", sussurra, gongolando. Mal comune, mezzo gaudio.

I colpi alla porta lo fanno sussultare.

"Chi è?"

La voce di Louis giunge ovattata dal legno della porta.

"Chi vuoi che sia? Fammi entrare prima che qualcuno mi veda, o peggio, mi riprenda".

Harry si precipita ad aprire. Louis ha appena il tempo di poggiare il borsone per terra prima che Harry gli getti le braccia al collo.

Louis è rigido tra le sue braccia.

"Per quanto ce l'avrai con me?", Harry non ha più voglia di rinfacciargli nulla, nè di rimproverarlo per non aver aperto bocca tutto il tempo o non avere almeno tentato di prendere le sue difese, vuole solo che il suo ragazzo gli cinga la vita e si lasci abbracciare.

"Non ce l'ho con te", risponde Louis, affondando finalmente il viso nell' incavo del suo collo.

"E perchè sembrava tanto di sì?", domanda Harry, baciandogli una tempia.

Louis struscia il naso sul collo di Harry.

"Non ce l'ho con te", ripete, prima di voltare il viso e baciarlo.

Se ne stanno sull'uscio a baciarsi per qualche minuto, dondolando un po' sul posto, con la calma di chi ha tutto il tempo del mondo.

Le mani di Louis scorrono lentamente sulla schiena di Harry, in una carezza ipnotica, e le dita di Harry scavano solchi leggeri sul viso di Louis.

"Scusami", sussurra Harry, quando hanno finito di baciarsi, e ha un po' il fiato corto.

Louis si stringe di più al suo ragazzo.

"Ti ho messo nei casini. Ci ho messo nei casini", continua Harry.

"Si sistemerà tutto, come sempre", lo rassicura Louis.

"Sono andato troppo oltre, mi dispiace".

Louis strofina il viso sul suo petto e mugugna qualcosa.

"Scusa, potresti ripetere? Non ti capisco se mi parli addosso", ridacchia Harry.

Louis alza lo sguardo per incontrare quello di Harry.

"Tutto questo finirà, lo sai? Mentire, pretendere di essere buoni amici, fingere di uscire con le ragazze...un giorno non dovremmo farlo più".

Harry forza un sorriso.

"Ma...se finissimo prima noi...io e te?", trova il coraggio di domandare.

Louis si agita tra le sue braccia.

"Non dirlo mai più", gli pizzica un fianco.

Harry si stacca da lui, appoggiandosi alla porta.

"Ci pensi mai? Potremmo lasciarci e nessuno saprebbe mai che siamo stati insieme-"

"Harry, finiscila-"

"Nessuno saprebbe mai che sei stato il mio primo amore, e io il tuo-"

"Harry, ti prego", lo implora, Louis, la voce rotta.

"Nessuno saprebbe mai che sei stato tu la mia prima volta, chi se lo immaginerebbe mai!", Harry sorride tra sè e sè, " e di come tremavamo sotto le coperte per paura di essere beccati, ahah!, nessuno saprebbe mai di come mi baciavi di nascosto nei corridoi di X Factor, nessuno saprebbe mai quando ti ho detto ti amo la prima volta, che ero terrorizzato, nessuno saprebbe-"

Louis adesso sta singhiozzando.

"-che ti ho amato, dalla prima volta che ti ho visto, dalla prima volta che ho visto riflesso su quello specchio il sorriso di quel ragazzino dai capelli improponibili...sarebbe una bella storia, ma non potremmo mai raccontarla a nessuno".

Harry vorrebbe stringere tra le braccia il proprio ragazzo, ma ha troppa paura di scoppiare a piangere anche lui.

"Viviamo in una gabbia dorata, Louis, ma è pur sempre una gabbia", afferma e allunga una mano a toccargli il gomito.

"E nonostante questo siamo i ragazzi più fortunati del mondo", continua, accarezzandogli il braccio. Si sente in colpa per aver ridotto Louis in quello stato, per avergli spiattellato in faccia tutto quello che non voleva sentirsi dire. Eppure sa che non è colpa sua, sa che devono portare avanti la loro messinscena, e non che Harry sia pronto a fare altrimenti.

"Quindi non ci resta che continuare questa farsa...finchè dura", conclude, attirando finalmente Louis a sè.

Louis è arrendevole fra le sue braccia, un groviglio di membra ossute e fragilità.

"Non parlarmi mai più di quando ci lasceremo, mai più", farfuglia.

Harry sorride fra i suoi capelli.

"Perdonami, Boo, perdonami".




  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Idra_31