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Autore: supernova_the_fifth    29/06/2012    1 recensioni
A Groundhole non è mai successo niente di eclatante. Debhy ci vive e ne è convinta. Uno strano incontro però, potrebbe stravolgere tutte le convinzioni che la ragazza ha avuto fino ad ora. Su di lei. Sul mondo.
Dal capitolo 2
[Passò una mano a sfiorare quello che ormai era solo il flebile segno della ferita.
Il cerotto era svanito misteriosamente ma il taglio si era completamente rimarginato.
Continuava a capirci sempre meno.]
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti!! Ok questa nuova long mi ispirava da un pezzo così mi sono decisa finalmente a buttarla giù! Spero di non annoiarvi ma di regalarvi qualche piacevole minuto!! ^^ Beh, basta convenevoli: puntualizzo solo che questo capitolo lo dedico ad una pazza che con il caldo che fa in questi giorni si è messa a recensire TUTTE le mie fic! ValeAki thank you! ^^

Enjoy!!

 

 

 

 

The Groundhole Chronicles

 

 

 

Chapter 1

 

 

 

La strada poteva essere definita tranquilla. Erano passate solo una ventina di macchine e quella era un’ora di punta.

Debhy non si lamentava; dopotutto la piazza di Groundhole era il centro di vita della piccola città. Era un piccolo parco ma fungeva anche da rotonda spartitraffico, il tutto circondato da case con negozi e graziosi bar o caffé. Lei si era recata lì per leggere in santa pace e quindi l’assenza di tutta la normale frenesia degli abitanti era decisamente gradita.

Rimise al suo posto una ciocca di capelli rossi che era scivolata da dietro l’orecchio e continuò la lettura.

Era un fantasy che però non l’aveva presa molto come storia: una classica copia ormai rivista di elfi, nani e maghi. Come sempre però, ciò che la teneva completamente incollata ad ogni singolo libro era il lieve filo romantico che si intrecciava tra i protagonisti. Era più forte di lei.

Sospirò e s’immerse nuovamente nella lettura. Quella giornata però, dava proprio l’impressione di non volerla lasciar leggere in pace.

Fu distratta dal buon profumo dei croassant e del pane da poco sfornato che proveniva dal panificio dall’altro lato della strada. Dalla panchina su cui era comodamente seduta a gambe incrociate poteva vedere ogni cliente che andava e veniva da quell’invitante locale.

Per l’ennesima volta cercò un tranquillo rifugio nella romantica storia di Kijah e Dan. Cominciò a mordicchiare il pollice com’era abitudine nei momenti di tensione e voltò pagina. La voltò decisamente troppo in fretta e in malo modo tanto che riuscì a tagliarsi la punta del polpastrello con la carta.

- Diavolo! – esclamò la ragazza portando l’indice sinistro alla bocca e cominciando a succhiare per togliere il microscopico rivoletto di sangue che cominciava a colore dal taglio.

- Bisogna stare più attenti quando si maneggia la carta. E’ apparentemente innocua ma può sempre far male. –

Era stata un’anziana signora a parlare: era buffa, se buffa era un aggettivo positivo. Lunghi capelli grigi erano legati in un’elegante crocchia e qualche ciuffo ribelle scappava ad incorniciare un viso segnato dall’età ma che comunque dava un’idea di una grande freschezza d’animo, forse a causa degli occhi, due spilli marroni che però sembravano così vivi. Il vestito era sobrio, con un ricamo di rose sull’orlo e uno scialle di lino che le ricadeva sulle spalle. Aveva con se una semplice borsetta che faceva pandant con vestito e scialle.

- Posso sedermi accanto a te per un pochino? – chiese sorridendo la signora.

- Ma certamente. –

- Che ragazza gentile. Sai, una vecchia signora come me ha sempre bisogno di riposare le ossa. – ammise ridacchiando.

Anche a Debhy scappò una risata. Era un’anziana proprio simpatica.

Vide che la signora aveva cominciato a rovistare nella piccola borsetta fino ad estrarne un cerotto che porse a Debhy. Quest’ultima l’accettò di buon grado ringraziandola con un cenno di capo.

- Sarà anche vero ma lei non da decisamente l’idea di un’anziana signora costretta a letto per dolori di artrosi. – ammise Debhy mentre era intenta a fasciare la punta del dito con il medicamento. – Tutt’altro, l’impressione che ho avuto appena l’ho vista è stata di un inaspettato vitalismo. -

L’anziana donna non rispose ma si limitò a sorridere, senza però volgere lo sguardo alla ragazza. Debhy si accorse che stava osservando una delle tante aiuole del parco; l’estate era ormai agli sgoccioli e le peonie stavano cominciando ad appassire.

Debhy si ritrovò a pensare di come le dispiacesse, dopotutto fiori così belli duravano veramente poco.

Quasi non colse la frase della signora.

- Non tutto ciò che sembra è ciò che appare tesoro. -

La ragazza rimase interdetta da quella frase. Fece scorrere le dita sulle pagine del libro ancora aperto cercando di capire ciò che l’anziana signora intendeva comunicarle.

Alzò lo sguardo dal libro e con sua enorme sorpresa, l’anziana signora era sparita.

Era lievemente scioccata. Nel giro di qualche attimo quella pacata nonnina si era volatilizzata. Non credeva di poter essere così veloce nemmeno lei. Per giunta non l’aveva nemmeno sentita alzarsi ed andare via.

Si volse verso una voce alle sue spalle che in quel momento aveva cominciato a chiamarla.

- Ehi Debhy! -

Una ragazza bionda con lunghi capelli raccolti in una fluente coda le si avvicinò fino a troneggiarle davanti. Fermandosi fece fare un piccolo salto allo sbuffo del vestito lilla che indossava.

- Ciao Claire. Qualcosa non va? Hai un’aria decisamente strana. -

Per tutta risposta il cipiglio dell’amica si accentuò. – Qualcosa non va? Dovrei dirtelo io cara mia. Sono più di cinque minuti che sono al limite del parco e che ti osservo. –

- E secondo te qualcosa non va con me perché non ti ho notata prima? – A volte a Debhy irritavano gli atteggiamenti lievemente egocentrici dell’amica.

Claire fece un passo indietro  per potersi sporgere in avanti ed essere viso contro viso con la compagna.

- Quel pensiero non mi ha minimamente sfiorata. Vederti parlare animatamente col nulla però, mi ha decisamente preoccupata. -

Debhy guardò Claire strabuzzando lievemente gli occhi.

- Non fare quella faccia, carina. Eri qui. Seduta sulla panchina e parlavi animatamente col nulla. Ora, o c’è qualcosa che non va o c’è qualcosa che non va. -

La biondina continuava a riempire di domande Debhy ma lei non ascoltava più. La frase dell’amica le riempiva la testa.

- Vederti parlare animatamente col nulla però, mi ha decisamente preoccupata. -

   
 
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