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Autore: WhiteLight Girl    29/06/2012    3 recensioni
Seguito di "Tu sei tornato"
Ruki Makino si limitava a guardare la pioggia cadere copiosa sull’asfalto e sui rami ancora spogli. Non aveva aspettative, non era impaziente di vedere fiorire né i ciliegi né nessun altro fiore, e non sperava che da un momento all’altro la luce del sole baciasse la sua pelle. Non la uccideva l’attesa di sentire il canto degli uccellini che tubano tra le piccole pozze di rugiada, né dell’aria tiepida che la nuova stagione avrebbe portato.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama | Coppie: Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALLA FINE ARRIVA LA PRIMAVERA


Quell’anno la primavera era in ritardo.
Gli ottimisti, probabilmente, si ripetevano che sarebbe bastato andare a dormire e al loro risveglio avrebbero trovato il sole fare capolino tra le nubi, i più superstiziosi affidavano le loro preghiere a Teru Bonzu.
Ruki Makino si limitava a guardare la pioggia cadere copiosa sull’asfalto e sui rami ancora spogli. Non aveva aspettative, non era impaziente di vedere fiorire né i ciliegi né nessun altro fiore, e non sperava che da un momento all’altro la luce del sole baciasse la sua pelle. Non la uccideva l’attesa di sentire il canto degli uccellini che tubano tra le piccole pozze di rugiada, né dell’aria tiepida che la nuova stagione avrebbe portato.
La pioggia le piaceva, l’aveva scoperto da poco.
A volte sembrava potesse lavare via i pensieri dalla mente e lo sporco dal corpo. Era come una doccia fredda da fare all’aperto e con tutti i vestiti.
Tra pochi mesi Ruki avrebbe compiuto diciannove anni, ma non ne era emozionata quanto probabilmente lo sarebbe stato qualcun altro.
Era un periodo piatto, probabilmente il più lungo senza bioemersioni in città.
C’erano state solo un paio di bioemersioni, dopo l’ultima visita di Ryou, appena prima di Natale. Il Leggendario Digimon Tamer aveva continuato a farsi vivo saltuariamente negli ultimi anni, passando un paio di settimane sulla terra ogni circa quattro mesi a Digiworld.
Per fortuna, quel giorno, non c’era molto vento a scompigliare i capelli di Ruki.
Nell’ultima settimana aveva tenuto d’occhio il suo Digivice costantemente, ma non dava il segnale di nessun Digimon che non conoscesse di persona.
Renamon atterrò a pochi metri da lei, infilandosi nel nascondiglio di Guilmon affianco alla sua Tamer. Aveva la pelliccia bagnata ed un leggero strato di fango sotto le zampe. «Tutto bene?» le domandò.
Ruki annuì.
«Dovesti andare a casa, tua nonna sarà preoccupata»
«Aspetterò che spiova un po’» affermò la ragazza rassegnata ripensando alle parole della nonna di quella mattina; Prima o poi arriverà, questa primavera. Alla fine la primavera arriva sempre. Ruki non ci contava più troppo.
«potresti andare ad avvertirla che farò un po’ tardi? Ho il cellulare scarico»
Renamon annuì, scomparendo immediatamente tra le fronde.
Ruki rimase ancora una volta da sola con i suoi pensieri. Passarono i minuti, ma la pioggia sembrava incessante.
Alla fine smise anche di guardare fuori, tenendo lo sguardo fisso verso l’angolo più buio della camera, restando in piedi sull’uscio e con la schiena appoggiata allo stipite, con le guancie gonfie di aria ed il broncio.
Si perse nei suoi pensieri, tanto da non notare la figura che si avvicinava al nascondiglio sotto la pioggia scrosciante.
«Aspetti qualcuno?», le domandò Ryou fermandosi a pochi metri.
Ruki non rispose subito. Durante i loro precedenti incontri, le volte che era tornato dopo la sua quasi dichiarazione, la domanda era sempre stata “Mi stai ancora aspettando?”.
Non poteva fare a meno di chiedersi perché questa volta l’avesse posta in questo modo.
Gli sorrise, decidendo di cambiare argomento «Speravo che spiovesse»
Ryou la raggiunse, infilandosi nel nascondiglio affianco a lei.
Ultimamente non c’erano più saluti tra loro, non si salutavano dopo essersi visti dopo tanto tempo, né quando sapevano che sarebbero passati mesi prima del loro prossimo incontro.
Forse qualcuno pensava che fosse stupido, ma ormai il loro tipico saluto erano quella domanda, e la risposta positiva che ne seguiva.
«Non hai freddo?» le domandò Ryou.
«Tu piuttosto? Sei fradicio» ribatté Ruki pronta.
Lui scosse la testa, sfilandosi la giacca di jeans e strizzandola sul pavimento «Allora, mi stai ancora aspettando?»
Ruki sorrise imbarazzata «Si» poi cambiò argomento «Da quanto sei qui? Intendo qui nel mondo reale»
«Un paio di giorni» rispose il ragazzo «Siamo bioemersi appena fuori città»
Fuori dalla portata dello scanner del Digivice, quindi. Ecco perché non l’avevano saputo prima.
Ryou afferrò la ragazza per le spalle, costringendola a guardarlo «Eih, Ruki?»
«Cosa?» domandò lei sottovoce.
«Ora puoi smettere di aspettare» le disse sorridendo.
Ruki lo guardò confusa per qualche istante. Quando elaborò ciò che il ragazzo le aveva detto sgranò gli occhi e sorrise. «Davvero?» domandò incredula.
Ryou annuì, chinandosi e baciandola con dolcezza sulla bocca. Ruki sorrise contro le sue labbra, prima di pensare che la nonna avrebbe aspettato parecchio prima di vederla tornare a casa, quella sera.
E per quanto non le importasse l’arrivo della primavera nell’aria e nei fiori, sentiva che alla fine era arrivata almeno dentro di lei.
Il suo animo sarebbe stato riscaldato dai baci di Ryou, e le sue braccia umide di pioggia dalle sue carezze.
E non poteva fare a meno di pensare a ciò che diceva quel vecchio gufo.
A primavera tutti si rincitrulliscono.
   
 
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