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Autore: Will P    30/06/2012    6 recensioni
"«Come hai fatto?» chiede Jane, sospettosa. Per quanto la visuale sia… interessante, il video ha tutta l’aria di essere quello delle telecamere a circuito chiuso della base e l’ultima cosa di cui ha bisogno è che Coulson faccia staccare la corrente al suo laboratorio. Di nuovo." [Darcy & Jane]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: BUGIE E SPORCHE MENZOGNE!
Note: Per il prompt "My ovaries will never be the same" di Nemo alla Notte Bianca #5 @ maridichallenge, mentre il titolo è ispirato da questa eloquente immagine. La sezione potrebbe non essere quella più adatta a postare ma #idowhatiwant 8D



Boom! (Pregnant.)

Jane si riscuote dai propri pensieri per il silenzio.

Una delle costanti del suo nuovo laboratorio alla SHIELD è il rumore perpetuo: se non sono le esplosioni dal laboratorio di Bruce al piano di sotto, se non è il brusio della gente che passeggia di fronte alla sua porta, c’è sempre Darcy con il suo iPod a volume troppo alto o i video che guarda quando non ha nemmeno voglia di fingere di lavorare o le sue chiacchiere ininterrotte.

È un sottofondo cui si è abituata e che, incredibilmente, concilia la ricerca, così Darcy ha qualcuno cui raccontare quanto odi i commessi di Starbucks e Jane riesce a concentrarsi al meglio (e si accorge sempre di quando Darcy dice qualcosa di attinente al lavoro perché assume un tono di voce tutto serio e adulto. È adorabile).

Ora, però, tutto tace.

Bruce non c’è, l’ha rapito Stark per andare a “fare scienza vera, falliti!” e non torneranno prima di diverse ore o, possibilmente, giorni; i corridoi sono vuoti, forse perché è ora di pranzo o per motivi più seri cui Jane preferisce non pensare se non è strettamente necessario; nel laboratorio, a parte l’impercettibile ronzare dei computer al lavoro, non si sente volare una mosca.

Si volta dalla lavagna, perplessa, perché se Darcy se ne fosse andata le avrebbe almeno fatto un cenno, e invece no, è seduta per terra esattamente dove l’aveva lasciata, gli occhi fissi sullo schermo del portatile con un’intensità e una concentrazione che le ha visto addosso poche volte (e di solito in relazione a qualche solitario, o il Nyan Cat. Che brutta settimana era stata, quella).

«Darc-»

Darcy alza drammaticamente una mano per interromperla, senza staccare gli occhi dal monitor, ed è la mancanza di commenti più di ogni altra cosa ad incuriosirla.

Si avvicina piano, come con un animaletto selvatico che non vuoi spaventare, ma Darcy è così assorta che non si accorgerebbe nemmeno se Jane le tirasse un pennarello in testa. (È successo una volta sola, ed era meritato.) Le si accovaccia accanto e Darcy sposta un po’ il computer per farle vedere meglio. Jane getta un’occhiata allo schermo e rischia di cadere per terra.

È… vorrebbe dire che non si aspettava una cosa del genere da Darcy, ma sarebbe una sporca bugia.

«Come hai fatto?» chiede, sospettosa. Per quanto la visuale sia… interessante, il video ha tutta l’aria di essere quello delle telecamere a circuito chiuso della base e l’ultima cosa di cui ha bisogno è che Coulson faccia staccare la corrente al suo laboratorio. Di nuovo.

(La settimana del Nyan Cat era stata davvero brutta. Per tutti.)

«Clint,» risponde enigmaticamente Darcy. Oh, se c’è Barton di mezzo Jane non ha nessuna intenzione di impicciarsi.

…è che sono così ipnotici.

«Sono così ipnotici,» esclama, e Darcy fa un verso concorde mentre inclina il capo a destra per seguire i movimenti del fondoschiena di Steve mentre si allena con Natasha. È Steve che si allena, non il fondoschiena. Il fondoschiena è troppo impegnato ad essere perfetto per fare altro.

Sullo schermo, Steve cerca di far perdere l’equilibrio a Natasha e la donna schiva, salta e lo atterra con un colpo di cosce che sembra la cosa più semplice del mondo.

Jane prova un improvviso moto d’invidia e non sa se sia per le doti atletiche di Natasha o per la sua attuale posizione.

Steve resta qualche secondo ad occhi sgranati poi scoppia a ridere, un po’ rosso in viso, e quando Natasha rotola via lui si rialza e le tende una mano. Natasha inarca un sopracciglio divertita ma ricambia la stretta, prima di voltarsi verso qualcosa fuori dall’occhio della telecamera ed annuire brevemente.

Natasha scende dal tappeto e compare Thor.

Jane fa un verso inconsulto per cui sarà presa in giro a vita.

Sul momento non le importa nemmeno, però, perché c’è Thor ed è in tuta. In pantaloni di tuta, cioè, perché nessuno è mai riuscito a convincerlo del tutto che qui su Midgard esiste una cosa che si chiama “abbigliamento appropriato per ogni occasione”, ma basta e avanza per mandarle in tilt qualche sinapsi.

Thor dice qualcosa e Steve sorride e si toglie la maglia.

«Le mie ovaie,» annuncia Darcy, premendo un tasto che fa illuminare la spia rossa REC sullo schermo «non saranno mai più come prima.»

Jane annuisce senza aver capito una parola.

   
 
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