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Autore: Niniel Virgo    30/06/2012    4 recensioni
Sono passati alcuni anni da quando Rose è stata internata nel manicomio. Lei sembra non ricordare quasi nulla del suo passato, ed è cambiata radicalmente.
Ma la storia non è ancora finita. Alice è tornata, e la sua vendetta non può più aspettare.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'We are all mad here.'
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Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane.
Samuel Beckett.






 
Una crepa. Due crepe. Tre crepe.
Il gocciolio insistente della pioggia produce un rumore continuo, abbastanza fastidioso per i più, ma non per loro.
Quattro crepe. Cinque crepe. Sei crepe.
Una voce bisbiglia insistentemente cose senza senso, in una lingua che non si è mai sentita in tutto il mondo.
Sette crepe. Otto crepe. Nove crepe.
Gli occhi di Rose si muovono febbrilmente. Seduta sul proprio letto nel manicomio, le gambe magre strette al petto, risulta più piccola di quanto non sia in realtà.
Non fa caso ai rumori, né dentro né fuori dall'edificio. E' come se fosse rinchiusa in una bolla, completamente estraniata dal resto del mondo. Ma quando mai non è stato così, in tutta la sua miserabile vita?
Rose Stevens ha vent'anni. Non ricorda da quanto tempo è rinchiusa lì, ma dev'essere molto, perché non ricorda quasi niente del resto della sua vita. Ha solo alcuni brandelli di memoria che ogni tanto le riempiono la mente, come dei flash. Arrivano veloci, e scappano altrettanto in fretta. Rose li detesta, perché sono orribili. Sanno tutti di disperazione. Non vuole ricordare, cerca di evitarlo. Però..c'è un però, sì. Una cosa che ricorda perfettamente c'è. 
Lei.
Ricorda alla perfezione tutto quello che hanno fatto assieme. Le avventure passate, i mostri combattuti, e anche la morte di lei, di Alice. Chiunque si aspetterebbe che i sensi di colpa la stiano distruggendo, quello che prova è invece solo rabbia. Rabbia per averle dato una morte rapida e non più dolorosa, come si merita. Perché è tutta colpa sua se ora è finita lì, tra quelle quattro mura troppo bianche e spesse, in quella stanza fredda che è ormai la sua prigione.
Rose Stevens è dimagrita, non perché lo abbia voluto, bensì perché il cibo che le viene dato è poco e di dubbia provenienza. E' così magra ormai, da potersi contare le costole ben sporgenti. Ma a chi importa? Non di certo alle infermiere o al suo psicologo. Finché i suoi genitori pagano per tenerla lì dentro, lei sarà sempre teoricamente in salute.
La porta della sua cella si apre. Una donna con un camice bianco entra svelta, senza nemmeno guardarla. Come se fosse un fantasma e non fosse lì. Forse lo sono davvero, si dice Rose. Forse sono davvero diventata un fantasma.
La donnina porta con sé un carrello. Rose riconosce le proprie medicine e si lascia scappare un mezzo sospiro, l'unico atto che fa capire che è ancora viva, insieme agli occhi scattanti e fin troppo vigili che non fanno che analizzare la stanza, anche se ormai la conosce a memoria.
Ora, la ragazza sa che l'infermiera se ne andrà senza dire niente, come sempre. In quel manicomio i pazienti non sono altro che parassiti, che non si meritano nemmeno un'occhiata. Dove sono i dottori a cui importa dei malati? In quell'istituto non ne ha ancora visti. E' stata sotto decine di medici, ma nessuno si è mai interessato a lei. Basta che arrivino i soldi, per loro.
Inaspettatamente, la donna sta ferma, e per la prima volta dopo anni qualcuno la guarda sul serio. Rose la guarda di rimando, improvvisamente curiosa. Un risveglio di emozioni improvviso, dopo anni nella più totale apatia.
«Signorina Stevens, è mio compito renderle noto che ben presto avrà due nuove compagne di stanza». Qui Rose si lascia sfuggire una smorfia. Cella sarebbe un nome ben più adatto. «Una delle due ragazze è già arrivata, sarà qui a momenti».
L'infermiera s'inchina velocemente senza un motivo preciso ed esce frettolosamente, come se stare nella sua stessa stanza potesse procurarle qualche malattia incurabile. Rose sprofonda ancora di più nel suo angolino. Le ultime compagne di stanza erano una cleptomane e una piromane, non era stata una convivenza facile la loro..e quelle nuove, chissà come saranno? Spera che non siano rumorose, le sue orecchie sono ormai abituate al silenzio e i rumori forti la infastidiscono.
La porta si riapre di nuovo, e Rose non può fare a meno che rimanere paralizzata dalla paura quando sente quella voce, di colei che ancora riempie la sua notte di incubi.
«Ciao Rosie.»
Alice Liddell le sorride, ma non è un sorriso normale: è quello di un gatto che tra poco catturerà la propria preda, dopo anni di attesa.
Dieci crepe.





L'angolo delle Meraviglie di Niniel.


Ta-dàààààn! Ce l'ho fatta! Sì sì, uccidetemi pure dato che sono in ritardo clamoroso ...Okay, niente. Piccolo inizio per la seconda parte di Rose, dato che qualcuno (Riferimento a Eredian per niente casuale :'D) che continua a chiedermelo xD
Boh..niente da dire :'D spero vi piaccia e basta!
Baci, Niniel.
   
 
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