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Autore: Neko no Yume    01/07/2012    2 recensioni
-Magari è una ragazza un po' infantile, timida e bisognosa di affetto-, fantasticò diretto a nessuno in particolare -Con due grandi occhioni azzurri e le trecce-.
-O magari è un donnone baffuto col monociglio che trova consolazione nelle fantasie floreali per sentirsi più femminile-.
-Leo, così mi ammazzi l'atmosfera-.
-Ve la ammazzo io l'atmosfera, e non solo quella, se non tornate immediatamente a lavoro-, berciò il Nightray esasperato.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice, Oz Vessalius, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Ripetetemelo ancora una volta, cosa ci facciamo qui?-, esalò sofferente un Elliot Nightray che decisamente non ne poteva più di ripescare bambini mezzi affogati e montare lettini a vecchie signore rugose.
-Ma è ovvio, mettiamo soldi da parte per quel viaggetto al mare!-, rispose in un trillo Oz Bezarius, la mente di quella geniale trovata, suffragato immediatamente da vigorosi cenni del capo dell'altra mente, Leo Baskerville.  
-E questi soldi dobbiamo per forza procurarceli facendo i bagnini in una piscina?-.  
-Io in realtà volevo rapinare una banca-.  
-Leo! Questo non è...-, la ramanzina di Elliot fu interrotta da un fragoroso spruzzo d'acqua che gli fradiciò le spalle, scatenando una serie di insulti da scaricatore di porto contro il bambino che si era appena tuffato, contravvenendo al regolamento già calpestato da parecchi bagnanti, e che ora sguazzava felice senza curarsi del bagnino chiassoso vicino a lui.  
-Ahah, sembri un pulcino bagnato-, ridacchiò Oz, per poi girarsi a fare l'occhiolino a una ragazza un bikini.  
-Bagnato e collerico-, rincarò Leo -Sei sicuro di avere la pressione in regola? Sei tutto rosso-.
-Siete voi due che me la fate alzare, la pressione!-.
-Questo significa che hai un debole per uno di noi due?-, cinguettarono assieme -Che marpione, Elli!-.
L'altro stava per sfoderare di nuovo il suo arsenale di ingiurie, ma il loro superiore gli fece cenno di venire a dargli una mano con un ombrellone difettoso e il ragazzò dovette limitarsi a una fugace occhiataccia.  
-Credo che andrò a bere un sorso di birra, tanto la barista mi adora-, decretò il Baskerville con leggerezza, avviandosi verso il chioschetto presieduto da una prosperosa ragazza dai capelli tinti di rosa e un sorriso malizoso stampato sulle labbra.
Il Bezarius si ritrovò improvvisamente solo e si avvicinò al bordo della piscina per rinfrescarsi i piedi che stavano cuocendo nelle infradito.
Abbassò lo sguardo sullo specchio d'acqua e si accorse di aver pestato un elastico per capelli.
Era piuttosto grande, largo e vaporoso, di un colore tra il blu e il nero con una fantasia a pois.
Il ragazzo si chinò a raccoglierlo e se lo rigirò tra le mani, notando in quel momento che attacate al tessuto c'erano due mollette, una rossa e una a fiori dai colori pastello e i contorni confusi.
Oz si guardò intorno alla ricerca di qualcuno dai capelli abbastanza lunghi e un'età adatta a delle mollettine, ma la piscina sembrava essere popolata solo da uomini, bambini rapati quasi a zero e signore oltre la cinquantina. La bella ragazza in bikini con cui aveva provato a flirtare prima era sparita.
-Beh, lo porto in Reception~-, si decise.
Quella che il personale chiamava Reception era in realtà un banchetto di fortuna con un tetto in lamiera dipinta sotto il quale lavorava una ragazza apatica e dai capelli e gli occhi di un' insolita sfumatura azzurrina.
Ovviamente la stressata receptionist non poteva vedere il Bezarius.
E altrettanto ovviamente lui non se ne rendeva minimamente conto.
-Piccola Echooo, ho un lavoretto per te!-.
-È solo Echo-.
Alcuni bagnanti uscirono dall'acqua in preda a improvvisi brividi di freddo, cercando riparo negli asciugamani.
-Ho trovato un oggetto dall'aria piuttosto smarrita-, continuò lui imperterrito -Vanno consegnati a te, no?-.
Per un attimo la ragazza soppesò l'idea di chiedergli come un oggetto potesse avese un'aria smarrita, poi ci rinunciò e si limitò a degnarlo di un silenzioso cenno d'assenso.
L'altro le rivolse un sorriso smagliante e allungò la mano verso di lei, posando l'elastico sul tavolo.  
La receptionist lo soppesò con lo sguardo e alla fine lo ripose in un cassetto assieme a un paio di occhialetti e un sandalo sinistro.
Nessuno riusciva ancora a raccapezzarsi su come qualcuno potesse dimenticare un sandalo sinistro e ormai su quella scarpa circolavano le leggende più disparate e inquietanti.
-Grazie, piccola Echo-, mormorò il bagnino in tono mellifluo, la schiena già girata per dileguarsi prima di essere incenerito all'istante.
Al bordo della vasca lo aspettavano di nuovo i due colleghi più o meno forzati, intenti a discutere fittamente di un qualche cd di musica classica che Leo aveva comprato il giorno prima e sul quale aveva da ridire dal primo all'ultimo secondo di registrazione.
-È un grande pianista, quel punto è di difficile esecuzione per chiunque!-, sbottò Elliot piccato.
-Sciocchezze, io lo saprei suonare a occhi chiusi-, rispose l'altro, pulendosi gli occhiali sulla maglietta con aria serafica.
-Tch, dimostramelo-.
-Alle sette a casa mia?-.
-E va bene, ma ordina thailandese anche questa volta e ti ammazzo-.
I due si scambiarono un sorriso sghembo, prima di accorgersi della presenza di Oz e scostarsi bruscamente l'uno dall'altro.
Lui si limitò a ridacchiare sommessamente, senza riuscire a capire come facessero a non essersi ancora resi conto di essere la coppia più discussa della piscina.
Lottie gestiva addirittura un giro di scommesse su chi dei due avrebbe fatto la prima mossa.
-Beh, ormai è orario di chiusura-, glissò Leo, dando un'occhiata all'orologio appeso al muretto del bar.
-Già, io andrei-, concordò miracolosamente Elliot -Se vedo un altro bambino lo strozzo con la corda dei galleggianti-.
 Prima che il Nightray potesse mettere in atto le sue minacce, gli altri due lo trascinarono verso l'uscita e da lì al parcheggio.
-Allora ci vediamo domani!-, salutò il Bezarius, per poi infilarsi il casco e salire sullo scooter scassato che era riuscito a estorcere al padre.
 
L'indomani mattina le facce degli impiegati della piscina si dipinsero di incredulità nel vedere arrivare Oz puntuale a lavoro, persino di qualche minuto in anticipo, invece del solito ritardo abbondante.
Tuttavia, invece di dirigersi verso la vasca, il ragazzo virò in direzione della Reception e si appoggiò al bancone accanto alla barista, intenta a punzecchiare chiunque passasse di là.
-Piccola Echo~-, esordì il bagnino, sfoderando il suo sorriso più suadente -Potresti farmi un favore?-.
-No-.
-Si tratterebbe di lasciarmi stare in Reception al tuo posto per oggi-, proseguì lui imperterrito.
-Ripeto, no-.
-Eddai, ti prego! Voglio vedere chi viene a reclamare l'elastico, sono curioso-.
-Che elastico?-.
La voce di Elliot li raggiunse alle spalle, seguita da uno dei suoi sguardi più azzurri e indagatori, di quelli che riservava alle ragazzine che facevano le civette con Leo.
-E bravo Oz, rubare gli effetti personali di qualche ingenua bagnante solo per adescarla il giorno dopo-, aggiunse quest'ultimo.
Lottie si sporse in avanti sul bancone e rivolse un'occhiata languida a Echo, una mano tesa a cercare la sua tra le scartoffie.
-E dai, Zwei-, cinguettò -Lascialo fare e vieni ad aiutarmi col bar-.
L'altra si irrigidì visibilmente nel sentirsi chiamare così e scostò bruscamente le sue dita.
-Non usare quella parola-, sentenziò glaciale.
-Perché? È il tuo nome d'arte a teatro e a me piace tanto!-.
-Fai teatro?-, esclamarono costernati i tre bagnini all'unisono.
La receptionist avvampò sotto la carnagione diafana, la prima reazione emotiva che in piscina le avessero mai visto fare, per poi alzarsi di scatto e avviarsi verso il bar, senza aver prima fulminato una Lottie in preda alla ridarella.
Oz fu il primo a riprendersi dalla sorpresa e si affrettò a prendere posto dietro il banco, tirando fuori dal cassetto l'elastico e sventolandolo davanti agli altri.
-Secondo voi a chi potrebbe appartenere?-, chiese incuriosito.
-Sarà una bambina sbadata che stava facendo i tuffi-, lo liquidò Elliot con uno sbuffo.
-Però l'espediente di fissarci le mollettine per non perderle è piuttosto ingegnoso per una bambina...-, soppesò Leo.
-Ma una molletta ha un disegno a fiori, non è molto maturo-.
-Parla Mister Mutande coi gattini-.
-Gattini?-.
-Baskerville!-.
Il Bezarius sospirò, prendendo nota di informare Lottie di quel dettaglio, mentre le dita giocherellavano con la stoffa dell'elastico.
-Magari è una ragazza un po' infantile, timida e bisognosa di affetto-, fantasticò diretto a nessuno in particolare -Con due grandi occhioni azzurri e le trecce-.
-O magari è un donnone baffuto col monociglio che trova consolazione nelle fantasie floreali per sentirsi più femminile-.
-Leo, così mi ammazzi l'atmosfera-.
-Ve la ammazzo io l'atmosfera, e non solo quella, se non tornate immediatamente a lavoro-, berciò il Nightray esasperato.
-Forse è meglio che la proprietaria resti nell'anonimato-, proseguì Leo ignorandolo -Così per te lei e la sua chioma fluente rimarranno per sempre avvolte in un alone di mistero e bellezza-.
Elliot trasecolò.
Oz pensò che preferiva una chioma fluente reale a una idealizzata, magari anche con un petto prosperoso in allegato.
-Hey, quello è il mio elastico!-.
I tre si voltarono verso la fonte di quella voce, interrompendo fantasticherie e insulti e restando col fiato sospeso.
Davanti a loro si stagliava una ragazzina dall'aria piuttosto contrariata, le mani posate sui fianchi fasciati da un pareo chiaro, uno sguardo ametista che trasudava irritazione e soprattutto una lunga e scura chioma fluente.
Decisamente meglio delle loro ipotesi, se si escludevano i lampi omicidi che le saettavano dagli occhi.
Oz si voltò verso gli altri, ma i due si erano dileguati verso la vasca, quindi tornò a osservare la ragazza e abbozzò un sorriso.
-L'ho trovato ieri vicino al bordo-, azzardò -Era orario di chiusura, quindi l'ho messo tra gli oggetti smarriti-.
Allargò il sorriso e le porse l'elastico, che lei si affrettò a riporre con cura nella borsa di paglia.
-Uhm, grazie-, borbottò, le labbra finalmente incurvate verso l'alto.
-Dovere!-, affermò lui con decisione -Comunque, mi chiamo Oz e, modestamente, sono il bagnino più competente e prestante di questo posto. Per qualsiasi cosa a sua disposizione, signorina...?-.
-Alice-, rispose la ragazza, per poi porgergli la borsa -Su, fammi strada verso il mio ombrellone allora!-.
Il Bezarius rimase immobile per un attimo, frastornato, ma si riscosse quasi subito e la guidò verso un ombrellone con una risatina incredula.
Prima di andarsene, si voltò nuovamente verso di lei.
-Perché i fiori?-.
-Sono un ricordo di quando ero piccola, a mia madre fa piacere che la indossi ancora-.
Oz si esibì in un sommesso verso di tenerezza e Alice gli rifilò una gomitata nelle costole, poi si liberò di scarpe e vestiti, lo prese per mano e lo buttò in acqua, seguendolo immediatamente con una risata allegra.
-Evvai, altre scommesse!-, esultò Lottie dal bar.
  
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