Libri > Il Bacio dell’angelo Caduto
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Autore: _Arya    01/07/2012    6 recensioni
[“Il Bacio dell’angelo Caduto” (Hush Hush) di Becca Fitzpatrick]
In quel mondo segreto a voi mortali, ho udito i deboli bisbigli di Angeli rinnegare il Paradiso.
Ho osservato Angeli con occhi in fiamme. Il fuoco della determinazione e del rifiuto alla sottomissione, trepidava, bruciava e riscaldava il loro sguardo.
In quel luogo inaccessibile a voi mortali, ho visto Angeli ribellarsi al loro Padre ed infine cadere.
Tra di loro c’ero anche io.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Patch Cipriano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ali Spezzate






Ricordo una spiaggia. Era notte fonda. Il cielo era punteggiato da milioni di stelle. Le loro luci, piccoli puntini luminosi ammassati gli uni vicino agli altri, si riflettevano sul liscio specchio d’acqua sotto di loro. Osservavo una luna maestosa e argentea all’orizzonte. Era piena. Fiera e unica guardiana della notte.
Una sensazione di solitudine e di nostalgia, di perdita e di smarrimento, alleggiava in me. Mi sentivo così strano, come se fossi troppo lontano da casa ed esiliato in un luogo sconosciuto e troppo inadatto a me. La testa…in essa sentivo uno strano ronzio. Le tempie mi pulsavano. Benché tutto era quieto e silenzioso, c’era qualcosa dentro di lei che faceva rumore. Uno strano ricordo forse.
Ogni mio pensiero era annebbiato nonostante davanti a me tutto era nitido e aveva una forma propria.
Sentivo l’acqua calda e salata dell’oceano infrangersi sulle mie caviglie, alternarsi ad uno strato di terra bagnata, fredda. Ovunque volgessi il mio sguardo, torreggiavano grandi ombre oscure. Le montagne facevano da unica grande muraglia in quel posto a me sconosciuto, mentre tutto in quell’angolo di mondo aveva la dolce fragranza dell’oceano, di sale, di libertà.
Camminavo.
Ero solo.
Un passo dopo l’altro, continuavo a lasciare le mie orme sulla sabbia umida e poco dopo sentivo la spuma delle onde bagnarli, cancellando quelle tracce del mio passaggio.
La mia pelle nuda era sfiorata dalle brezze marine profumate di salsedine.
Camminavo.
Ero immerso nei miei pensieri più oscuri, tentando di riportare alla mente qualcosa che sapevo essere di vitale importanza per la mia sopravvivenza, quando, dal nulla, una strana energia poco distante da me, mi colpì, chiamandomi a sé.
La sentivo, la percepivo. Vibrava di luminosità e di forza e la sua essenza emanava fierezza e potere. Quell’energia pulsante di vita era stata quel rombo di tuono in una giornata di sole, una ventata fredda in una giornata estiva.
Quell’energia nobile era come un faro in mezzo al mare in tempesta. Sentivo mi stesse guidando, conducendo, portando in salvo. Da cosa, non lo ricordavo.
Più mi avvicinavo più sentivo quella luce tremendamente familiare.
Preso da una grande urgenza di svelare la fonte di quell’immenso bagliore, iniziai a correre nella sua direzione.
D’un tratto mi sentì stanco, pesante, troppo pesante.
Mancava qualcosa che aveva sempre fatto parte di me.
Mancava qualcosa che avevo perduto, che avevo perduto forse per sempre. Per l’eternità.
Erano brividi quelli che cosparsero la mia pelle. Brividi di paura.
Lottando con ogni mia ultima forza, pregando che quell’energia così familiare non svanisse, continuai a correre.
Pregare, però, non mi era più permesso.
Inquietudine, paura, rimorso, furono le emozioni che cercarono di fermarmi, di bloccarmi. Che cercarono di proteggermi dal ricordo, ma era troppo tardi.
Alla fine la vidi.
Dinnanzi a me si trovava la fonte di quell’energia che mi aveva abbracciato e catturato da quel mistero adesso svelato.
Una figura vestita di abiti candidi, che sembravano catturare e imprigionare in loro tutta la luce proveniente dagli astri e dalla stessa guardiana notturna, fluttuava sopra l’acqua.
Era una figura alta, di grazia ed eleganza era piana. Il suo corpo era irradiato da una luce gloriosa.
Tutto, ogni cosa di quel posto, sembra inchinarsi ad essa.
Con ogni creatura anche io, colpito e affascinato, nel profondo di me stesso sentivo nascere il rispetto e devozione per lei.
I miei occhi non si distaccarono da quella silenziosa creatura fino a quando non catturarono un tremendo particolare.
I miei occhi misero a fuoco qualcosa che per loro, che per me, era sempre stata scontata, naturale. Qualcosa che aveva fatto sempre parte di me, che faceva parte di noi.
Due grandi ali piumate e bianche, pure e immacolate, si estendevano fiere dietro la schiena di quella figura regale.
Quando essa si volse, puntandomi i suoi occhi accusatori sul mio volto, uno squarcio luminoso nella mia mente diradò la nebbia che vi aleggiava.
Le gambe mi tremarono. Crollai. Ricordai.
Ogni cosa mi tornò alla mente, ogni episodio, ogni parola e quella scelta.
La scelta di perdere le ali, di diventare un angelo caduto.
Era questo che ero divento: un angelo caduto, scacciato dal Paradiso.
Pervaso dalla nostalgia da casa e consapevole di ciò che era accaduto, di ciò che ero ormai diventato, mi ritrovavo a dover fare i conti con quella scelta, da solo.



 
 


 
 
Note Autrice



Non so quanti di voi abbiano letto questo libro, ma sicuramente lo consiglio a chiunque adori una storia d’amore tra una ragazza sicura di sé e testarda e di un “ragazzo” oscuro e di eterna bellezza, con la battuta sempre pronta e pericoloso.
Aggiungiamoci mistero e azione, tradimenti e competizione, una verità alla fine svelata, senza dimenticare i battibecchi tra Nora e Patch e si avrà come risultato finale “Il Bacio dell’angelo Caduto” di Becca Fitzpatrick.
“Ali Spezzate” svela la vera natura di Patch, protagonista (e che protagonista!) maschile della saga di Hush Hush.
Ambientata dopo la famosa Caduta e l’esilio degli angeli dal Paradiso, nella one-shot ho cercato di dar voce ai pensieri, al turbamento, allo smarrimento e ai ricordi di Patch dopo essere caduto.
Premetto che è la prima one-shot che scrivo su questi personaggi, quindi non ho idea se IC possa andare bene, soprattutto perché il protagonista qui è Patch e si parla di uno dei suoi primi ricordi sulla Terra.

Spero che comunque l’abbiate apprezzata,

Lilydh

  
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