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Autore: telesette    02/07/2012    1 recensioni
Mentre osservava l'orologio di casa scandire lento i minuti, Choji era tremendamente nervoso.
In teoria non ne aveva alcun motivo ( si trattava solo di una cena in compagnia dei suoi amici e della sua famiglia ), in pratica però c'era sempre quel pensiero fisso che lo assillava.
Suo padre e sua madre naturalmente ignoravano il motivo del suo turbamento ma, nell'aiutare la consorte a sistemare le vivande in giardino, Choza notò l'espressione angosciata del figlio con la coda dell'occhio...
Questa fanfiction partecipa all'evento:
"Una Ficcy... al PROMPT!"
Il prompt sorteggiato è:
"cene di famiglia"
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Sai, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A cena dagli Akimichi

Mentre osservava l'orologio di casa scandire lento i minuti, Choji era tremendamente nervoso.
In teoria non ne aveva alcun motivo ( si trattava solo di una cena in compagnia dei suoi amici e della sua famiglia ), in pratica però c'era sempre quel pensiero fisso che lo assillava.
Suo padre e sua madre naturalmente ignoravano il motivo del suo turbamento ma, nell'aiutare la consorte a sistemare le vivande in giardino, Choza notò l'espressione angosciata del figlio con la coda dell'occhio...

- Tutto bene, figliolo? - domandò l'anziano Akimichi, battendo premuroso la mano sulla spalla del suo ragazzo.

Choji lo guardò nervosamente, non sapendo cosa rispondere, tuttavia annuì in silenzio.

- Beh, potresti darci una mano allora - esclamò dunque Choza con una smorfia. - I tuoi amici saranno qui tra poco!
- Appunto - mormorò Choji sovrappensiero.
- Come? - fece il padre perplesso.
- Eh ?!? No no, niente... Vengo subito!

Sotto lo sguardo perplesso del padre, Choji si mise a correre su e giù dalla cucina con le braccia cariche di vassoi. Perfino sua madre si sorprese non poco, nel vedere il figlio così "solerte" ( per giunta senza spiluccàre come suo solito ).
Logicamente i coniugi Akimichi non potevano immaginare quanto era successo poche ore addietro, quando Choji era andato dai suoi compagni di squadra per invitarli a trascorrere la serata insieme...

***

Shikamaru non ebbe problemi ad accettare l'invito di Choji ( nonostante la scarsa manifestazione di entusiasmo con cui disse che sarebbe venuto ), mentre Ino era stata molto più incerta nella sua risposta.

- Ecco, veramente - fece lei, sfregandosi la guancia con l'indice. - Avevo un impegno con Sai questo pomeriggio... Non so se riuscirò a venire...

Choji accusò il colpo senza darlo troppo a vedere.
Da quando quel bellimbusto di Sai era entrato nelle sue grazie, Ino sembrava non avere occhi che per lui.
Ormai capitava spesso che Choji li vedesse insieme: durante una "romantica" passeggiatina a braccetto nel parco, oppure nel gustarsi insieme un bel paio di spiedini colorati, o ancora ( cosa piuttosto frequente ) quando Ino si faceva ritrarre come modella in uno dei disegni di Sai...
All'inizio Choji aveva cercato di far finta di niente, anche perché non poteva certo dire niente, ma la realtà era che vedere Ino in compagnia Sai lo faceva sentire male. Era più o meno la sensazione che provava nel contemplare il sacchetto vuoto delle sue adorate patatine ( un vero strazio! ), e quasi provava il desiderio di mettersi a piangere. La rabbia e la frustazione, ogni volta che Ino si scusava per un qualche suo impegno con Sai, e la passiva rassegnazione ed impotenza con le quali Choji non poteva far altro che risponderle...

- "Non c'è problema, figurati" - facendo grandi sforzi per mostrarsi sereno e sorridente come al solito.
- Mi dispiace - fece Ino mortificata. - Ti prometto che, se riuscirò a liberarmi per tempo, verrò sicuramente!

***

- "Campa Cavallo" - mormorò Choji rassegnato, nel disporre piatti di carta e bicchieri sul tavolo in giardino.

Già altre volte Ino aveva detto così e, per un motivo o per l'altro, ogni volta Choji vedeva solo il suo posto tristemente vuoto...
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
Choji udì la voce di suo padre salutare cordialmente sia Ino che Shikamaru e, aprendo il volto ad un sorriso di giùbilo, si fiondò sparato nell'ingresso per accoglierli entrambi.

- Benvenuti - esclamò la signora Akimichi, facendo mostra di un largo sorriso luminoso sul volto roseo e paffuto. - E' già tutto pronto per andare a tavola!
- Grazie, signora - fece Ino, con un forte rossore sulle guance. - Spero di non crearle imbarazzo se...
- Ma quale imbarazzo, figurati - intervenne dunque Choji, sfrecciando davanti ai genitori sotto lo sguardo sbigottito di questi ultimi. - Sono contento che ce l'abbiate fatta a venire tutti e due!
- Ecco, veramente... Il fatto è che non siamo due ma... ehm, tre! 

Shikamaru si fece dunque avanti, il capo chino e l'espressione a dir poco contrariata, per permettere a Ino di introdurre sulla soglia l'ospite aggiunto...
Il cuore di Choji mancò un battito, gli occhi sbarrati e l'espressione congelata sul volto, come questi si ritrovò davanti il volto pallido e il sorriso stampato di Sai. Per un attimo il giovane Akimichi pensò che si trattasse di uno scherzo ma, come Shikamaru gli mise la mano sulla spalla nel passargli accanto, di colpo realizzò che era tutto tragicamente vero.
Ino si scusò ripetutamente con i signori Akimichi, per aver aggiunto un ospite in più alla loro cena senza prima consultarli. Tuttavia Choza e la moglie, comprensivi come sempre, si affrettarono a tranquillizzarla.

- Oh, ci mancherebbe - disse Choza, battendosi il ventre prominente con una smorfia. - Non sarà certo un problema avere uno o due commensali in più... Anzi, più si è meglio è! Non sei d'accordo, cara?
- Certamente, caro - annuì la moglie con un cenno del capo.

E mentre Choza e consorte fecero accomodare Ino e Sai, andando verso la tavola apparecchiata in giardino, Shikamaru fu l'unico a rendersi conto che Choji era ancora fermo e immobile davanti all'ingresso come una statua di sale.
Il Nara sbatté le palpebre un paio di volte, prima di passare la mano davanti agli occhi sbarrati dell'amico, ma ci mise poco a rendersi conto della situazione.

- Tr... Tr... - balbettò Choji, cercando di articolare il suono della voce.
- Non guardare me - fece Shikamaru, socchiudendo gli occhi e accendendo una sigaretta. - Non è stata una mia idea!
- Tr... Tr... Tre... TRE ?!?

Prima che se ne rendesse conto, Shikamaru si ritrovò afferrato per il bavero e sballottato violentemente da un Choji ormai sull'orlo di una crisi di nervi. Fortunatamente l'Akimichi recuperò la lucidità in pochi secondi, giusto in tempo per evitare che l'amico finisse soffocato, e fu un bene che sua madre fosse rientrata a chiamarlo senza accorgersi di nulla.

- Allora - esclamò la donna, rivolgendosi a entrambi. - Venite?

Shikamaru era ancora leggermente paonazzo in volto, a malapena sorretto dalle mani di Choji, tuttavia entrambi annuirono come se niente fosse.

***

Come tradizione della famiglia Akimichi, la cena si presentò come una cosa all'insegna della semplicità, del buon gusto e dell'abbondanza. Il tavolo che Choza e sua moglie avevano preparato in giardino era grande abbastanza da accogliere un esercito ( per non parlare delle cibarie! ), cosicché la presenza imprevista di Sai non costituiva affatto un problema. Il giovane ospite sembrava a suo agio, seduto tra Ino e Shikamaru, tuttavia la sua presenza aveva un che di "plastico" e "artificiale"... Già altre volte gli Akimichi avevano mangiato in compagnia degli amici Nara e Yamanaka, mentre quello strano ragazzo sembrava quasi una sagoma di polistirolo con un volto sorridente disegnato sopra. All'inizio nessuno sembrò farci caso ma, verso la metà degli antipasti ( circa venti o trenta portate dopo! ), la signora Akimichi non poté fare a meno di notare quanto fosse pallido il giovane Sai.

- Povero ragazzo - esclamò la donna costernata. - Bisognerebbe proprio fare un discorsetto con l'Hokage, è semplicemente vergognoso che non vi diano abbastanza da mangiare... Sembri così deperito!

Sia Ino che Shikamaru guardarono Sai con un sussulto, preoccupati di cosa questi avrebbe potuto rispondere nella sua ingenuità, ma il giovane si limitò a mettere in pratica i consigli di pag. 64 del suo manuale: "Tenetevi sempre sul vago e assecondate il vostro ospite con la maggiore delicatezza possibile; nel contempo cercate di avviare la conversazione con qualche frase di circostanza"...

- Se lo dite voi, signora - rispose Sai tranquillo. - Comunque devo farle i miei complimenti, non ho mai assaggiato niente di più squisito!
- Oooh - fece la signora Akimichi, arrossendo imbarazzata. - Che simpatico adulatore...
- Non fare complimenti, ragazzo - intervenne dunque Choza, porgendo a Sai il trentunesimo vassoio degli antipasti. - Serviti pure a volontà!

Ino e Shikamaru sospirarono di sollievo.
Malgrado la rigidità quasi inespressiva sul suo volto, Sai sembrava perfettamente in grado di gestire la situazione... Peccato che di fronte a lui, accanto ai coniugi Akimichi, il volto di Choji si faceva sempre più scuro e irritato.
Durante la cena, Ino si lasciò andare ad atteggiamenti fin troppo "amichevoli" con Sai: occhiate lànguide e sorrisi luminosi, carezze civettuole sulla mano, perfino il "Rito dell'Imbocco" su ogni portata... Verso la metà dei primi, fu proprio l'indiscrezione di Choza a spostare la tranquilla brezza della cena verso un pericoloso vento di tempesta.

- Ditemi, ragazzi - esclamò l'Akimichi, inforcando un bel mucchio di ravioloni ripieni. - Mi sembra di capire che andate molto d'accordo, ho ragione?
- Beh... Diciamo di sì - rispose Shikamaru in tono discorsivo, guardando con la coda dell'occhio la densa nuvola di fumo nero che scaturiva dalla fronte di Choji.
- A dire la verità, Sai è in squadra assieme a Sakura e Naruto - spiegò Ino. - Però è anche vero che abbiamo legato molto ultimamente!
- Capisco - osservò Choza con un sorriso. - Per caso è il tuo fidanzato?

CRACK !!!

Choza non aveva ancora finito di pronunciare quella parola che, con un rumore agghiacciante, Choji rafforzò istintivamente la stretta delle dita sulla forchetta di metallo fino a spezzarla completamente. Il signor Akimichi parve stupito dell'inconveniente ma, lungi dall'immaginare lo stato d'animo del figlio, non ci badò più di tanto.
Shikamaru invece, preoccupato dalla luce sinistra negli occhi del robusto compagno, avrebbe giurato che qualcosa di tremendo sarebbe accaduto di lì a poco. Finora Choji non aveva detto neanche una parola, limitandosi a mangiare in silenzio, ma non ci voleva certo un genio per indovinare quanto quella situazione gli facesse girare non poco le scatole.
Il tempo di andare e tornare dalla cucina, con una forchetta nuova, Choji sembrava essersi sufficientemente calmato. Suo padre aveva rallegrato la conversazione con un paio di barzellette divertenti, mentre al giovane Sai ritornarono alla mente i precetti di pag. 79 del suo manuale: "Quando la conversazione si sposta sul ridere, cercate di cogliere l'ironia e il sarcasmo del vostro ospite; mostrate dunque la vostra sagacia e prontezza di spirito, nel formulare battute ed aneddoti adatti alla circostanza"...

- Choji - esclamò Sai, volgendo gli occhi socchiusi nella direzione di quest'ultimo. - Conosci la storiella del ninja smilzo e dello shinobi gra...

Shikamaru sputò di colpo quello che stava bevendo, riuscendo così a "coprire" la voce di Sai, e così fece voltare tutti i commensali nella sua direzione. Fortuna che il suo QI non faticò nel trovare in fretta una soluzione.

- "Lo shinobi gracile", vuoi dire - esclamò il Nara, tossendo ripetutamente. - In effetti è una storiella vecchia, forse è meglio che ne racconti un'altra!
- Se lo dici tu - annuì Sai senza fare un piega.
- Sai - intervenne dunque Ino, stringendolo affettuosamente per il braccio. - Perché non lasci al signor Akimichi il ruolo di intrattenitore?
- Ah, non lo adulate troppo - intervenne la signora Akimichi. - Mio marito è un tale chiacchierone... Se lo lasciate raccontare, non la smetterà più!
- Ah beh, se la metti così allora - sbuffò Choza seccato. - Avanti Choji, racconta qualcosa tu, figliolo!

La mano di Choji fremette vistosamente, specie non appena Ino si strinse ancora di più al braccio di Sai, tuttavia il ragazzo fece un grosso sforzo per controllarsi e rimanere calmo. L'unica cosa "divertente" cui era capace di pensare in quel momento aveva come oggetto tre elementi: La Tecnica dell'Espansione, una mano gigante e una gustosissima Marmellata di Sai spiaccicata al suolo...
Era insopportabile, semplicemente insopportabile.
Cosa diavolo poteva trovarci Ino in un individuo simile?
Choji non riusciva assolutamente a concepire la presenza di quel pagliaccio, così come non gli andava giù che stesse così vicino alla sua bionda compagna. Tuttavia non poteva nemmeno dire nulla al riguardo: Ino era solo la sua compagna di squadra, non la sua fidanzata; Choji non poteva certo mettersi a fare scenate di gelosia, dal momento che non sussisteva niente più di una buona amicizia tra loro; e se anche Ino avesse inteso fidanzarsi ufficialmente con Sai, Choji non avrebbe potuto fare altro che accettarlo in silenzio.
Il punto era che adesso Sai era ospite in casa sua e alla sua stessa tavola, seduto di fronte a lui e proprio di fianco a Ino. Per l'animo di Choji, tutto questo era impossibile da sopportare. Ciononostante doveva fingersi sereno e cordiale, quando in realtà desiderava allungare le proprie braccia per schiacciare quel bel tomo come se fosse un insetto.

- Andiamo, Choji - esclamò il padre accigliato. - E' tutta la sera che sei silenzioso, imbronciato... Tirati su, che diamine, di solito sei sempre così allegro!
- C'è qualcosa che non va, Choji ? - domandò Ino preoccupata.

Choji trasse un profondo respiro, prima di rispondere con voce bassa e il più possibile controllata.

- Va tutto... magnificamente - disse, ingurgitando in un solo boccone tutto il contenuto del piatto.

In quella un suono simile a quello di una sirena impazzita riecheggiò per tutto il giardino.

- Oh, povera me - esclamò la signora Akimichi. - Ho dimenticato di regolare il timer del forno, speriamo che non si sia bruciato tutto!

Sai corse col pensiero a pag. 45 del suo manuale: "Tranquillizzate il vostro ospite, per non mortificare la sua gentilezza con dettagli trascurabili e di poco conto, e non dimenticate di elogiare sempre i suoi sforzi in qualsiasi circostanza"...

- Non si preoccupi, signora - esclamò Sai. - Sono sicuro che sarà tutto ottimo!

Sia Choza che la moglie sbatterono le palpebre, guardandolo con aria perplessa, mentre Ino e Shikamaru si nascosero il volto con le mani. Il suono del timer si fece sempre più forte, facendo accorrere la signora Akimichi come una scheggia, ma per fortuna i secondi di carne erano cotti e croccanti al punto giusto.
Ancora una volta lo sproloquiare di Sai era stato visto benevolmente dalla fortuna.
Il tempo di servire in tavola i vassoi ricolmi e la cena proseguì, apparentemente all'insegna della totale cordialità fra i presenti. A giudicare dal colorito rosso sul volto e sulle guance, il buon vecchio Choza lasciava intendere di risentire gli effetti del trentacinquesimo boccale di saké; ecco perché difatti, ponendo allegramente una mano sulle spalle del figlio e cingendo la moglie con l'altro braccio, cominciò ad intonare una allegra filastrocca popolare...

Il buon Kage avea creato
per i genin un grosso prato
prese il rotolo speciale
e poi disse: "Minchia, che male"...

E tra kunai birbantelli
gli shinobi cresciutelli
tutti chunin diplomati
diventarono sfaticati...

"Uno shuriken tira l'altro"
disse il jonin capo-squadra
"Ma se il ninja non è scaltro
la kunoichi del cor gli è ladra!"

Tutti i commensali applaudirono l'esibizione, unendosi oltretutto al coro della strofa finale, e subito dopo seguì una sfilza di canti e nenie tradizionali. L'allegria mista ai cibi e alle bevande era un'atmosfera quasi ipnotica, tanto per gli Akimichi che per i loro ospiti, e la risata di cuore del buon Choza riuscì a strappare una sincera lacrima di commozione anche all'impassibile Sai.
La cena proseguì dunque in un crescendo di: canzoni, brindisi e citazioni varie...
Choji era ancora un po' amareggiato ma, nell'incrociare il sorriso luminoso di Ino durante i ripetuti brindisi, non poté fare a meno di sorridere a sua volta. Il momento dei dolci fu veramente un gran finale, la signora Akimichi aveva superato sé stessa: torta di tripla crema e cioccolato, créme caramel, torta-gelato, crostata ai frutti di bosco, banana split, bomba al cioccolato bianco e doppia farcitura alla vaniglia...
Nessuno ebbe la forza di alzarsi da tavola, prima di una buona mezz'oretta di recupero digestivo.

- Veramente delizioso - mormorò Shikamaru, assaporando un'ultima cucchiaiata di sciroppo al cioccolato.
- Tutto tuo padre - scherzò Choza. - Anche Shikaku non sa resistere alla cioccolata...
- Senti chi parla - esclamò la consorte, battendo un leggero colpetto sulla testa cespugliosa del marito.
- Complimenti, signora Akimichi - disse allora Ino, strofinandosi l'angolo della bocca col tovagliolo.

Sai strinse gli occhi, cercando di rammentare la nota a pag. 27 del manuale: "Alla fine di ogni bella serata è consigliabile una frase o un sincero segno di apprezzamento, onde mostrare gratitudine per l'ospitalità ricevuta"...

- Credo che sia stata una serata stupenda - esclamò Sai, mostrando con fierezza il suo sorriso da bambola di cera. - Forse la migliore della mia vita, e ve ne sono molto grato!
- Pre... Prego - balbettò Choza, sgranando tanto d'occhi.

La signora Akimichi, intenta a sparecchiare, si chinò all'orecchio di Shikamaru per domandargli qualcosa sottovoce.

- Ma siamo sicuri che il vostro amico sia "umano" ?!?
- In un certo senso - mormorò Shikamaru in risposta. - La sua massa organica svolge la stessa funzione biologica della cosiddetta razza umana... Ha qualche difficoltà a relazionare ma, rispetto a quando lo abbiamo conosciuto, ha già fatto qualche progresso notevole!
- Oh, certo... Capisco!

E dentro di sé probabilmente, la donna non osava neppure immaginare come potesse essere quel ragazzo "prima" dei suoi... progressi notevoli.
Temendo seriamente che Sai facesse qualche altro numero dei suoi, Shikamaru suggerì a Ino che forse era il caso di andare via. La ragazza annuì, anche perché non se la sentiva di abusare oltre dell'ospitalità degli Akimichi, tuttavia prima di avviarsi alla porta si avvicinò a Choji.

- Choji - esclamò. - Ti prego di scusarmi, non volevo metterti a disagio proprio stasera!
- Co... Come ?!?
- Il fatto è che, chiacchierando con Sai, mi è scappato di dirgli della cena e allora... Beh, a quel punto, mi è sembrato naturale invitarlo; so che avrei dovuto parlarne prima con te e con la tua famiglia, ma è successo tutto per caso, mi dispiace!
- No... Non c'è problema, davvero - mentì Choji, più che altro per non mortificare Ino. - Hai sentito mio padre, no? Più si è meglio è!

Ino sorrise.

- Grazie Choji, sei un tesoro - sussurrò lei, baciandolo affettuosamente sulla fronte.

Subito Choji diventò rosso in volto, proprio come il terzo tonico segreto degli Akimichi, tuttavia Ino non sembrò farci caso.

- Per farmi perdonare, la prossima volta tu e Shikamaru siete invitati a casa mia - proseguì dunque Ino, strizzando l'occhio con aria complice. - Solo noi tre, promesso!

FINE

***

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