Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: PinFloi    16/01/2007    0 recensioni
Ghoro Averna entrò nel mondo della Vera Magia a trent'otto anni. Al tempo, suo figlio Eros Averna era solo un piccolo bambino.
La Nera Fratellanza richiedeva enormi sacrifici ai suoi adepti: enormi sfide. Ghoro era nato per quello. Abbandonò ogni contatto con il mondo in superficie, e scomparì tra le ombre...
Eros crebbe.
Cosa fece?
Leggetelo, e scopritelo.
Genere: Generale, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Inizio Della Magia Nera: Capitolo Due

19 Gennaio 1986 – Merlino

 

Un muro di fine nebbia e cristalli di delirio cominciò a diradarsi.

La mente di Ghoro prese a funzionare come sempre, i suoi arti ripresero a muoversi con calma. Si leccò le labbra e sentì che erano umide: sangue, probabilmente. Cercò di alzare una mano verso le proprie labbra per accertarsene ma sentì con costernazione che non avrebbe proprio potuto: era legata.

Rinsavì velocemente dal torpore e vide il suo petto, macchiato da piccoli getti di sangue, aperto.

Aperto. Come una scatola con uno squarcio in mezzo e il suo contenuto a cielo aperto…

Cosa pensare?

Come pensare?

Non ci si potrebbe neanche riuscire, in un momento del genere.

I suoi organi erano tutti li: in bella mostra.

Ma peggio ancora… un uomo incappucciato stava chino sopra di lui, curvo come un vecchio con la gobba, e teneva una medaglia d’oro in mano, fatta di una forma strana. Terrore. Sarebbe morto di paura, poiché dimenarsi era impossibile, così come muovere la bocca per parlare sembrava diventato qualcosa di impraticabile.

Sentì le vene del collo irrigidirsi ad ogni tentativo di emettere parole o suoni: soffi di puro odio dai polmoni che si fermavano stranamente nel percorso verso la bocca. Era palese. Magia.

<< Ciao Ghoro… buon risveglio >> disse una voce familiare.

“Merlino… Merlino!”.

<< Si, sono io >> disse ancora lo stregone.

<< Ti starai domandando perché stiamo osservando così intensamente il tuo stomaco ed il suo… interessante contenuto… credo >> aggiunse. Dei passi echeggiarono lungo il luogo dove si trovavano. Ghoro sentì che Merlino si era avvicinato alla sua destra. Sentì una bieca risata da quella parte.

<< Non è utile dimenarsi >> disse Merlino.

<< Le catene che ti tengono legato sono, per te, un ostacolo micidiale >> continuò << per cui dimenarsi vorrebbe dire sprecare parecchie delle nuove energie che ti stanno ritornando dopo lo shock fisico, cosa che non ti gioverà affatto, credimi >>.  Ghoro spalancò gli occhi inorridito: la figura incappucciata aveva inserito una mano all’interno del suo corpo, e stava compiendo chissà quale rito o abominio. Svenne quasi dal disgusto e si dimenò ancora più forte. Merlino sospirò affranto: i suoi passi si spostarono verso la sinistra di Ghoro, dopo aver fatto il giro del lettino.

<< A quanto pare mi ascolti poco, eppure dovresti… >> disse con voce calma.

“Perché mai?! Per farmi uccidere da un mago?!” pensò inevitabilmente Ghoro. Merlino sorrise.

<< Dovresti… fidati, se te lo dico io…  perché non dovresti fidarti, screanzato?! >> buttò giù con tono ironico. Gli occhi di Ghoro sembravano dire “Perché non sono ancora del tutto impazzito, screanzato te e l’infame che mi sta vivisezionando lo stomaco!”. Merlino scoppiò a ridere.

<< Forse non hai ancora capito… >> disse << … qui io tengo in mano il potere di molte vite: la tua compresa… tu puoi solo fidarti, perché l’unico modo che hai per riuscire a trovare dentro di te la vera magia, il flusso estatico che ti condusse prima della tua nascita dal nostro Dio, è ascoltarmi… non è forse per questo che sei venuto qui? >> concluse ficcando anche lui una mano dentro lo stomaco di Ghoro.

Forse se non avrebbe avuto due mani ficcate dentro lo stomaco, Ghoro avrebbe anche risposto a quell’affermazione. Forse avrebbe pronunciato delle parole talmente forti e decise da far tremare di paura lo stesso Merlino, e si sarebbe salvato, fuggendo fuori da quell’inferno. Forse.

Ma se la fece addosso, e per un momento la paura fu talmente forte che tutto divenne un semplice vorticoso tornado di oscurità. Due ali si spiegarono nella sua mente: un rapace spirito entrò nel suo corpo…

Si mise a sedere di scatto e rimase qualche secondo, fermo immobile, ad osservarsi lo stomaco. Lo toccò più volte.

Non c’era più traccia di Merlino, vicino a lui, ne del vecchio pazzo con la medaglia d’oro. C’era solamente lui, solo, in una stanza buia, disteso su un semplice materasso poggiato a terra.

Aveva sognato.

Aveva evidentemente sognato.

Si era immaginato tutto, per filo e per segno.

La stanza sudicia e le catene di ferro… il vecchio col cappuccio… le risate di Merlino… le due mani dentro il suo stomaco…

Lo toccò ancora, incapace di credere che si fosse trattato di un sogno: intatto.

Tutto era stato troppo vivo e reale, tutto troppo violento e freddo, per essere stato solo un sogno.

Fu spalancata una porta ed entrarono due uomini giganti. Uno di loro era sicuramente Oppugno, il simpatico “portinaio” che aveva accolto Ghoro il giorno precedente. Non lo salutò, ne mostrò alcun segno della gentilezza che aveva usato nei suoi confronti.

Freddi come la morte, i due energumeni lo alzarono di peso e lo portarono fuori dalla stanza.

“Dove…?” pensò, tremante di paura pura, Ghoro.

<< Zitto >> disse uno dei due.

Anche loro, potevano leggergli il pensiero.

Lo portarono sempre più in basso, seguendo scale strette dai pioli squadrati…

 

===========================

 

La nuova stanza era una sorpresa allarmante: bianca, luridamente bianca, come apparentemente sporca, dilaniata nel suo interno. Però comunque lo abbagliava poiché i suoi occhi si erano abituati ormai a vedere la luce fioca e oscura delle stanze dei corridoi precedenti. Da quanto era li?

<< Da ieri sera >> disse una voce da dietro le sue spalle. Ghoro si voltò alzando i pugni. Merlino sorrise.

<< Hai gia provato ad usarli una volta, con me… prova ancora: magari la seconda potrebbero servirti, no? >> concluse arrogantemente, passandogli accanto ed andandosi a sedere su di una sedia. Ghoro notò con costernazione che prima non c’era. “Cosa?!”.

<< La… sedia… cos…? >> sussurrò tra se e se.

<< Non noti altre differenze? >> chiese Merlino beffardo. Ghoro si osservò intorno ed emise un’esclamazione. Non poteva crederci.

Sulle pareti si dipingevano boschi incantati di alberi dai folti rami. Sentieri stretti tra la pura vegetazione. Uno scoiattolo di passaggio si fermò un secondo ad osservare un punto imprecisato alla sua sinistra. Linee curve e sinuose s’arrampicavano come ragnatele seguendo la direzione del suo sguardo. Dinanzi a lui nacque una foresta. Alfine le ombre che prima lasciavano intuire il punto di congiunzione tra parete e parete erano spartite, lasciando intendere che fossero semplicemente evaporate.

Ma non passarono due secondi che gia il paesaggio aveva cominciato ad appiattirsi ed ad estendersi. I tronchi scricchiolavano, le foglie sibilavano sinistramente rimbombando acutamente per l’aria, il cielo cambiava furentemente tonalità e le sue nuvole diventavano oscuri ghigni che cadevano a terra sino a rompersi in mille pezzi. Un fiume di lava sostituì rumorosamente il piccolo sentiero. Inferno.

Altri due secondi ed il fiume prese a contorcersi in spasmodici palpiti e gocce infuocate divamparono in alto, su nel cielo. Un drago di fuoco prese vita e scese in picchiata lasciando una scia di fuoco trai tronchi marci degli alberi decaduti… prendendo in pieno Ghoro…

<< Siamo qui per discutere >> disse una voce calma. Ghoro smise immediatamente di urlare. Notò che non stava bruciando e che non c’erano ne alberi, ne spruzzi di lava infuocata: solo calme, sporche pareti bianche. Notò poi che era a terra, sudato.

Di nuovo palesemente scontato: magia.

Come il sogno che aveva fatto qualche ora prima: nessuno aveva veramente “ispezionato” il suo stomaco… nessuno aveva veramente scavato all’interno del suo corpo…

Ma ne era davvero sicuro? Come poteva esserlo dopo tutto quello che gli stava succedendo?

<< I tuoi stupidi pensieri impauriti mi assordano, stai in silenzio! >> gli ordinò Merlino sedendosi in una posizione che fosse per lui più comoda. Lanciò a Ghoro uno sguardo malizioso.

<< I sogni spesso si rivelano essere per quello che in verità sono: pura vita e puro reale >> affermò semplicemente, sorridendo ancora di più alla vista dell’espressione mortificata di Ghoro.

<< Non dirlo >> sussurrò questo tastandosi ancora lo stomaco rivivendo quello che aveva sognato quella notte…

<< Non hai sognato >>.

Ghoro impallidì e non poté non credere alle sue parole.

Perché in fondo… quel pazzo era la sua unica fonte di verità, in quel luogo.

Una risata lugubre echeggiò nella piccola stanza.

Ghoro si sentì sperduto e indifeso, in balia di una tempesta troppo sciagurata per lui e troppo violenta. Non avrebbe potuto fare nulla, al momento.

<< Esatto Ghoro >> gli intimò Merlino puntandogli un dito contro.

<< Portatelo via >> concluse battendo le mani.

Ghoro fu trascinato via nell’ombra.

Cadde improvvisamente sopra il letto dove si era svegliato poco prima, come se fosse piombato dal soffitto, trovandosi ad un tratto immerso nell’oscurità. Una voce rude lo salutò da un angolo oscuro.

<< A quanto pare vedo che ho compagnia… >> disse. Ghoro si voltò da quella parte.

<< Chi sei? >> chiese istintivamente. Una mano emerse dal buio.

<< Mi chiamo Robert Sigfrid, ed il mio nome da fratello è ancora da decidere >>. Ghoro la strinse.

 

=========================

Grazie a Black Wolf per la sua recensione al primo capitolo....:) PinFloi

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: PinFloi