Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Segui la storia  |       
Autore: Yaeko Nishiara    02/07/2012    4 recensioni
"Dopo aver pensato a lungo decisi che era arrivato il momento per me di scovarlo. Non ero d'accordo nell'essere la preda in questo gioco. Dovevo riuscire a studiarlo anche io, e per farlo dovevo prima trovarlo."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La testa mi martellava terribilmente, i capelli mi si erano appiccicati al volto per l’eccessiva sudorazione e sentivo freddo nonostante il mio corpo fosse bollente.
Aprii incerta gli occhi che vennero feriti dalla luce troppo intensa. Gemetti per il dolore e li richiusi immediatamente, una mano fresca mi si poggiò sulla fronte portandomi un po’ di sollievo.
Non mi chiesi neppure di chi fosse quella mano, mi limitai a giacere li senza aprire gli occhi e respirando sommessamente.
Penso passarono alcuni minuti, la mano si spostò lasciando la mia fronte. Stavo per chiedere alla persona che mi stava accanto di rimettere la mano al suo posto – poiché questo mi calmava - ma un paio di labbra si poggiarono sulle mie lasciandomi di stucco.
Un calore intenso mi pervase, diverso da quello della febbre, o di un colpo di sole. Era un calore dolce che mi sciolse ma allo stesso tempo riuscì a farmi tremare mandando una scossa su dritto per la spina dorsale. Spalancai gli occhi, appena in tempo per vedere Ji Yong staccarsi da me e allontanarsi verso una porta.
Una microscopica parte del mio cervello registrò che mi trovavo in una stanza dalle pareti verde chiaro e che oltre al letto in cui mi trovavo ce ne erano altri tre, vuoti e perfettamente rifatti. Probabilmente la stanza di un ospedale.
Ma questo non è importante. Se fossimo stati in un cartone animato a questo punto probabilmente mi sarebbe uscito il vapore dalle orecchie per l’imbarazzo.
Non ci pensai due volte e mi tirai su dal letto, mentre Ji Yong usciva dalla porta con un sorriso palesemente stampato in faccia.

DEFICIENTE!                   
                                                    

Stavo per urlargli contro in tutte le lingue conosciute, ma un giramento di testa mi costrinse a sdraiarmi nuovamente. Iniziai a martoriarmi il labbro inferiore con le labbra. Spazzolai dalla mia mente tutti i pensieri, come fosse una lavagna, e mi preparai ad appuntarne di nuovi in modo da poter analizzare la situazione lucidamente. Non dovevo farmi trasportare. Anche se..

Mi ha appena baciato.

Spolverai via ancora una volta quel pensiero e iniziai a segnare i punti salienti di quella situazione per poi svilupparne un ragionamento sensato.

Allora. Mi ha baciato. Perché? È tutto iniziato come un gioco. Nessuno ha fatto una tregua. Che faccia parte di una specie di “piano” per abbattermi?

Sospiro.

Se è così non devo assolutamente dargliela vinta.

Decisi che la cosa migliore da fare era fare finta di nulla, anche se la sensazione delle sue labbra poggiate sulle mie non aveva la minima intenzione di andarsene.
Avevo appena fatto la mia decisione quando una dottoressa di giovane età entrò nella stanza. Aveva una postura dritta, il busto stretto e una figura graziosa. Mi guardò con i suoi occhi azzurri e mi sorrise per tranquillizzarmi, sorriso che ricambiai subito.
-Come ti senti?
Mi chiese in inglese. La situazione in un certo senso era divertente. Era evidente che pensava non parlassi italiano perché mi avevano portato li tre ragazzi stranieri. Le risposi educatamente in italiano.
-Bene. Solo.. Mi fa un poco male la testa.
E sinceramente non sapevo spiegarmi se il mio mal di testa fosse dovuto al fatto che avevo perso i sensi o ai troppi pensieri che mi stavano confondendo ancora di più le idee.
La dottoressa si portò una mano alla bocca nascondendo una risatina silenziosa, probabilmente per il fraintendimento poi annuì e mi fece mettere seduta sul letto.
La testa mi girava in maniera allucinante, mi salì la nausea ed i conati di vomito. Bloccai saldamente le mani alla base del letto per paura di crollare da un momento all’altro. La dottoressa se ne accorse e mi massaggiò la schiena con una mano per calmarmi. Aspettammo in silenzio e dopo alcuni istanti mi abituai a quella posizione ed il senso di disagio svanì.
Con mosse delicate e decise, in poco tempo, mi misurò la pressione, la temperatura corporea e i battiti cardiaci, infine, dopo avermi rimesso apposto la mantellina da malato che copriva il mio corpo nudo – fatta eccezione per l’intimo – iniziò a scrivere su una tavoletta di plastica rigida.
Mentre era intenta a scrivere chissà cosa su quel pezzo di plastica, approfittai per guardarmi finalmente intorno.
La stanza era di medie dimensioni, non troppo grande, ma sufficiente per contenere comodamente quattro letti e le apparecchiature necessarie per ogni paziente. Inoltre accanto ogni letto c’era un comodino e una sedia di legno messa a disposizione per gli eventuali visitatori. Le pareti erano verde chiaro, dello stesso colore della mia mantellina che non distaccava poi tanto dal color crema delle lenzuola del letto. Stavo osservando la televisione accesa dall’altro capo della stanza, senza badarci veramente troppa attenzione, quando la dottoressa parlò.
-Ha contratto una forma influenzale virale abbastanza forte, aggravata sicuramente dal caldo. È svenuta ieri mattina ed ha passato la notte in osservazione. Alla reception si sono occupati di avvertire i suoi famigliari, ma è meglio che li chiami lei appena possibile.
-Quindi adesso posso andarmene?
-Si, certamente.
La ringraziai e lei si avviò verso l’uscita. Mi tornò in mente una cosa. I miei vestiti erano perfettamente ripiegati sulla sedia di fronte a me - quella destinata agli ospiti – ma mancava il mio zainetto.
-Aspetti!
Sussultò e si voltò. Le rivolsi uno sguardo di scuse.
-Scusi.. Il mio zainetto?
-L’hanno tenuto i suoi amici.
Detto ciò uscì definitivamente dalla stanza lasciandomi il tempo e l’intimità per cambiarmi.

Se ne combinano un’altra delle loro questa volta finisce male…
 
Vabbè, ma tanto non c’è niente di che nello zaino se non…..

Sbiancai.

Scattai giù dal letto e barcollando mi poggiai alla sedia.
Nel minor tempo possibile nelle mie condizioni mi vestii e mi scaraventai letteralmente fuori dalla stanza finendo addosso ad un ragazzo e trascinandolo rovinosamente a terra con me.
-Scusa!!

____________________________________________
 

Questo capitolo è veramente troppo corto, ma penso sia intenso abbastanza (?) quindi non odiatemi! ç____ç 
Spero vi piaccia e mi raccomendo RECENSITE!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: Yaeko Nishiara