My blood. My steel.

[01x09 – Jeor &Jorah – Eddard&Jon] Sulla Barriera, dopo essere stato attaccato da quello che un tempo è stato un suo uomo, il Vecchio Orso riflette sul passato e su suo figlio Jorah, sul presente e su Jon Snow, su padri, figli, e spade.


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Siede nel suo scranno vicino al fuoco, le spalle piegate dall’età e dalla stanchezza, il viso segnato da rughe di preoccupazione, niente a che vedere con il Lord Comandante Mormont che marcia impetuoso davanti ai suoi Guardiani, ora più che mai Jeor si sente stanco, un vecchio orso pronto al meritato riposo nella sua tana mentre l’inverno si avvicina. Non vorrebbe altro che quel fuoco che gli scalda le ossa fosse quello della Grande Sala dell’Isola dell’Orso dove, seduto accanto a sua sorella Maege, potrebbe cullare un nipotino guardando i bambini azzuffarsi sul tappeto di pelliccia, godersi in pace gli ultimi anni di vita, fare il nonno, fare il padre …

Scuote la grande testa, ormai quasi calva, stringendo la presa sulla spada che tiene posata in grembo. Quella spada che non sembra più neanche la sua ora che un lupo bianco fa capolino là dove per cinque secoli ha capeggiato un grande orso. Lungo Artiglio, un nome adatto per un lupo quanto per un orso.

E’ vivo per miracolo, perché un ragazzo bastardo e il suo lupo fantasma hanno fatto a pezzi e bruciato uno dei suoi uomini tornato dalla morte per ammazzarlo.

Assurdo. Scuote di nuovo il capo, sospirando. Troppo vecchio, troppo stanco per affrontare tutto questo. Jon Snow deve imparare, deve prendere il comando, lui non può resistere a lungo, non con l’inverno alle porte, non con antiche leggende che tornano a camminare.

Jon Snow, un moccioso sì e no dell’età dei nipoti di sua sorella, dei nipoti che lui avrebbe potuto avere se solo …

“Stupida, vuota, maledetta ragazza” borbotta a mezza voce “e maledetto l’amore cieco del mio idiotissimo figlio…”

Ha ormai smesso di sperare, di sperare di poter riabbracciare suo figlio, dargli una lavata di capo, e abbraccialo. Non sa nemmeno più dove sia, da anni ormai. Ricorda ancora quella mattina, quando uno degli uomini di sua sorella era comparso alla sua porta con una lettera in una mano e la spada nell’altra, la mattina in cui il mondo era sembrato crollargli addosso.

Drizza le spalle, alza il capo, si erge dallo scranno e torna ad essere il Lord Comandante. Chiama a gran voce la guardia fuori dalla sua porta e manda a chiamare Jon Snow.

Deve farlo ora che ha preso la decisione, sa che è la cosa giusta, ma se rimane ancora a pensarci verrà sopraffatto dal dolore, che è l’ultima cosa di cui ha bisogno.
Non vuole dare la spada della sua famiglia a quel ragazzo, non lo vuole davvero, vuole vederla pendere con onore al fianco di suo figlio. Sa anche che il ragazzo non la vuole, quella spada, vorrebbe la spada di suo padre, quella che un giorno sarà del primogenito Stark, non di un bastardo.

E allora perché farlo?

Non vuole pensare a Snow come a un ritrovato figlio e non vuole che il ragazzo veda in lui un nuovo padre, vuole solo ringraziarlo, mettergli in mano una buona lama e liberarsi di quella maledettissima spada che non fa altro che ricordargli Jorah e il suo disonore come una spina nel fianco.

La porta si apre e la faccia infreddolita di Jon Snow fa capolino accompagnata da una folata di vento gelido.

“Aemon quando pensa che sarai in grado di usare quella mano?”


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Non avrei mai pensato di scrivere una ff su Old Bear, ma leggendo “A Game of Thrones” sono arrivata al capitolo in cui Jon riceve la spada e mi ha molto colpita il fatto che Jon quella spada non la voglia, ma che sogni invece Ice, la spada di suo padre. Mi è dispiaciuto per Mormont fino a quando sono andata a rivedermi l’episodio e quando ho visto il primo piano del comandante con quell’aria affranta mi ha colpito il pensiero che probabilmente anche lui avrebbe preferito che la spada andasse al figlio legittimo e non a un bastardo che in fondo gli rappresenta ben poco. Per cui è venuta fuori questa cosa che vi ringrazio per aver letto!