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Autore: _Any    02/07/2012    6 recensioni
Quando mi trovavo alla The Wammy's House giravano strane leggende e tutte quante avevano come protagonista uno di noi, un assassino per l'appunto. Uno di noi che gli altri temevano, uno di quelli che nessuno avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino. Persino il suo aspetto era spaventoso. Occhi rosso sangue, capaci di infondere il terrore con un solo sguardo. Malvagio, malvagio tanto da uccidere anche una ragazzina.
Devo ammettere che anche io, che mi reputo una persona alquanto razionale e non troppo timorosa, ho creduto a quelle leggende e mi sono permesso di giudicare quella persona in maniera perfida e meschina. Nessuno conosceva il suo nome, per noi era solo una lettera: B.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, L, Near
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa storia è stata ispirata al romanzo "Another Note" di Nisioisin. La maggioranza dei personaggi non mi appartiene.


No. Tu sei solo un assassino e questo quaderno è la peggior arma omicida mai apparsa sulla terra.” dissi con una freddezza glaciale.

Se fossi una persona normale, anche se avessi usato questo quaderno una sola volta mosso dalla curiosità, avresti poi guardato con sgomento e terrore ai suoi effetti e ti saresti pentito della tua azione, senza mai più usarlo.” continuai a parlare con Light Yagami. Anzi, continuai a parlare con Kira.

Per assurdo, potrei ancora capire una persona che uccide per eseguire i propri interessi. La riterrei persino normale. Tu invece sei stato soggiogato dallo Shinigami e dal potere del quaderno, e stai facendo un grosso errore nel credere di poter diventare un Dio. Tu sei solo un serial killer psicopatico. Ecco cosa sei, nulla di più.” conclusi.

Dopo qualche secondo di pesante silenzio mi rispose: “Sei tu a essere in errore, Near. Ormai io incarno la giustizia.” disse con presunzione e sufficienza.

Sì, può darsi. Nessuno è in grado di stabilire cosa sia bene e male, giusto e sbagliato. Anche se esistesse un Dio e questa fosse la sua parola, io ci penserei su e deciderei di testa mia se fosse giusta o sbagliata. Io sono come te: credo in ciò che considero giusto e ne faccio la mia giustizia.” presi una pausa.

Io ritengo che tu sia tutto fuorché un Dio, e che costringere tutti gli uomini a vivere secondo una via da te tracciata non sia sinonimo né di pace né di giustizia. Inoltre, la mia coscienza mi dice che autoproclamarsi Dio e uccidere a destra e a manca è assolutamente sbagliato. Ma come la pensano le altre persone qui presenti? Per loro cos'è giusto? Cos'è la giustizia?”.

Light Yagami abbassò lo sguardo.

Dopo molti secondi infiniti parlò di nuovo.

La tensione era palpabile.

Near, inizialmente hai creduto che il quaderno realizzato da Mikami fosse quello vero, e l'hai modificato. Mikami invece è stato indotto a prendere il quaderno falso fabbricato da voi. Ciò significa che entrambi i quaderni che voi due credevate veri erano falsi. E allora come fai a stabilire con certezza che i quaderni che si trovano qui siano veri?” disse, dandomi l'impressione di starsi arrampicando sugli specchi. “Il quaderno che ora è in mano tua e quello che Aizawa ha portato qui dal Quartier Generale Giapponese saranno veri?” disse bluffando.

Non poteva star dicendo sul serio, considerata la sua reazione.

Stava solo cercando di salvare il salvabile.

Dato che vedi Ryuk, ammettiamo pure che il tuo quaderno. Però quello di Aizawa era custodito al Quartier Generale in cui io sono stato tutto il tempo... quindi avrei potuto benissimo sostituirlo. Se così fosse, solo io saprei dove si nasconde quello vero. Se proprio vuoi sconfiggere Kira, dovresti verificare se il quaderno di Aizawa è vero oppure no, scrivendovi sopra il mio nome o quello di Mikami.”.

Ero sicuro che quel quaderno fosse vero.

Light Yagami... Kira... io non ho intenzione di ucciderti. Ormai non ha più importanza se il quaderno sia vero o no. Sin dall'inizio il mio obiettivo era catturare Kira, volevo solo riuscirci facendo luce sul caso. Anzi, ormai è come se ti avessi già catturato, e ora confischerò il quaderno di Aizawa. Per ora direi che è sufficiente. Non renderò pubblica la cattura di Kira, né l'esistenza del quaderno e sono convinto che i qui presenti manterranno il segreto. Per quanto riguarda te, Kira, mi assumerò la responsabilità di richiuderti fino alla tua morte in un posto isolato. Per quanto riguarda il quaderno, ritengo plausibile che le due regole scritte sul retro, ovvero quella dei tredici giorni e quella che prevedeva la morte per chi avesse bruciato il quaderno siano state aggiunte in un secondo tempo da te a tuo vantaggio. Ora che ti ho preso immagino che questo Shinigami possa anche rivelarmi in tutta se si trattava di una menzogna, e se quel quaderno è vero o no.”.

Eh? Beh, per me è ok...” disse una strana creatura sullo sfondo.

E anche se non riuscissi a capire se le regole sono vere e se il quaderno è autentico, mi limiterò a metterlo al sicuro in modo che non capiti mai più in mano a nessuno. Al momento la sola cosa che conta è catturare te.” conclusi con decisione.

Beh, se vuoi capire se il quaderno è vero o falso, perché non provi a dargli un'occhiata?” chiese Light Yagami passeggiando per la stanza a piccoli passi. “Secondo te è vero o falso?”.

Improvvisamente dal suo orologio uscì un piccolo sportellino contenente un foglio e immediatamente cominciò a scriverci.

Ha un foglio nascosto!” gridò Rester.

Improvvisamente un colpo di pistola.

Tota Matsuda, un membro del Quartier Generale aveva sparato a Kira.

Matsuda, a chi cazzo spari, idiota?!” urlò Yagami. “Se proprio devi sparare a qualcuno spara agli altri! Ti sei bevuto il cervello?”.

Il colpo aveva preso Light sulla spalla, ma solo di striscio.

Proprio tu Matsuda! Pensavo che almeno tu mi capissi! Kira è la giustizia! C'è bisogno di lui! Spara! Spara a Near! A tutta l'SPK! E poi anche ad Aizawa e agli altri!” “Perché?! Il sovrintendente... il direttore... il direttore Yagami era tuo padre!” rispose il giovanissimo agente. “Tuo padre per cosa è morto allora?!” “Mio padre? Vuoi dire Soichiro Yagami? Hai ragione, Matsuda, le persone inquadrate e tutte d'un pezzo come lui alla fine ci rimettono sempre. Ti sta bene un mondo in cui quelli come lui fanno la figura dei poveri illusi?”.

Light aveva cominciato ad ansimare.

Tu l'hai fatto morire e ora cambi discorso con la storia che lui avrebbe fatto la figura del fesso?” “Mio padre è morto per gettare le basi di un mondo in cui quelli come lui non facciano la figura degli imbecilli. Se ti sto dicendo di ammazzare questa gente, è anche per far sì che lui non sia morto invano. Lo capisci?!” e di nuovo cercò di uccidermi.

Con il dito sporco di sangue continuò a scrivere il mio nome.

Un altro colpo riempì l'aria, risuonò più forte, più deciso.

Io lo ammazzo! Bisogna eliminarlo!” gridò Matsuda puntando la pistola alla giugulare di Kira. Prontamente altri tre agenti lo fermarono prima che fosse troppo tardi.

Mikami!” Yagami chiamò la sua pedina. “Che diavolo stai facendo?! Aiutami, presto! Ammazzali! È questo il tuo compito, no?! Che stai combinando?!” “E come faccio? In queste condizioni? Con un quaderno falso? Tu non sei affatto un Dio! Perché mi tocca tutto questo?! Che ci faccio io in questa situazione?! È colpa tua! Tu non sei un Dio! Tu sei feccia!”.

Kira aveva perso anche l'ultimo alleato.

Visto che si era ingegnato tanto per nasconderlo nell'orologio immagino che non ne abbia altri. Arrestiamo Light Yagami con l'accusa di essere il serial killer conosciuto come Kira.” ordinai.

Fermi! Non avvicinatevi!” urlò Yagami cominciando a trascinarsi a terra. “Misa... che diavolo sta facendo Misa?” “Misa Amane è al Teito Hotel.” risposi. “In un Hotel?! Che diavolo combina in un momento del genere quella cretina?! Takada... che fine hai fatto Takada?! Ammazzali! Scrivi i loro nomi!” “Kiyomi Takada è morta.” risposi di nuovo. “È morta? Ma chi... chi è stato?! Qualcuno li uccida!”.

Improvvisamente Light Yagami si fermò ai piedi dello Shinigami.

Ma certo, Ryuk scrivi tu i nomi di questa gente sul tuo quaderno! Mi rimani solo tu! Usa il quaderno!” “E sia. Usiamolo.” rispose dopo molto tempo quella creatura. “Ben ti sta Near! Avresti dovuto uccidermi subito! Ora che Ryuk ha detto che scriverà i vostri nomi nessuno potrà più fermarlo! È troppo tardi ormai, morirete tutti!” gridò Kira.

No Light. Sarai tu a morire.” disse con estrema calma la creatura.

Kira si arrestò. Sembrava incredulo.

Sembra proprio che tu abbia perso, Light. Grazie a te me la sono spassata parecchio.” “Io... moriro?! Sto per morire?!” “Proprio così, tra 40 secondi. Ormai è stabilito.” “No! Non voglio morire e nemmeno finire in carcere! Fa' qualcosa! Deve pur esserci un modo, no?!” cominciò a urlare a squarciagola. “La morte di una persona il cui nome viene scritto sul Death Note non può essere cancellata per nulla al mondo. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Addio, Light Yagami.”.

In quel momento Yagami apparve come un semplice essere umano. Non era più Kira, era una persona che aveva paura della propria morte, che voleva sfuggirvi.

Ma dopo quei lunghissimi 40 secondi il suo cuore smise di battere e morì.


Ero piuttosto confuso.

In qualche modo ero stato portato via da quell'appartamento ed ero stato rinchiuso in una cella.

Ci volle un po' di tempo per vedere di nuovo chiaramente cosa stava accadendo.

Ero stato sconfitto, di nuovo.

L aveva vinto.

Non aveva più senso nulla, allora.

Non avrei di certo potuto dimenticare, ma che altro avrei potuto fare? Era troppo tardi oramai.

Non capivo il perché di quella sconfitta... come aveva potuto una come Naomi Misora capire tutto?

Rimasi in silenzio.

Avevo ancora le sembianze del mio rivale.

Cominciai a esaminare mentalmente ogni cosa successa fino a quel momento. Dove avevo sbagliato?

Improvvisamente ricordai.

La capoeira, Rue Ryuzaki non poteva sapere che Naomi ne era esperta.

Che errore stupido.” mormorai quasi disgustato.

Io, colui che avrebbe dovuto superare L avevo commesso una leggerezza simile?

Sentii un rumore, un uomo si alzò dalla branda sopra di me.

Oh, ma guarda, un nuovo inquilino.” disse appena sceso dalla scaletta.

Lo guardai un secondo negli occhi.

Jason Moore, ancora 25 anni di vita.

Era un omaccione corpulento, dalla pelle abbronzata. Aveva i capelli rasati da un po' di tempo: era già iniziata la ricrescita.

Tu perché sei dentro?” mi chiese con aria comprensiva. Senza neanche guardarlo risposi in un sussurro: “Ho cercato di battere L.”.

Jason parve perplesso: “Eh? In che senso...?” ovviamente non capiva.

Mi alzai dalla branda.

Non riuscivo a perdere l'abitudine di camminare curvo, notai.

Io sono il serial killer delle wara ningyo.” dissi con un leggero compiacimento in quella frase.

Guardai il mio interlocutore. Aprì la bocca, come per prendere aria, ma poi non disse nulla.

Trascorsi in quella cella più di un anno.

Dopo poco tempo mi abituai alla noia di quel posto, alle chiacchiere frivole di Jason.

Mi parlava sempre di sua moglie Melissa e di quanto l'amava, di come si sarebbe fatto perdonare per aver ucciso quelle persone e per essere stato costretto ad abbandonarla...

A dicembre del 2003 stavamo ripetendo sempre gli stessi dialoghi, cercava disperatamente di farmi raccontare il mio passato, ma io non rispondevo.

Dai! Non ho neanche ben capito come ti chiami e ancora non parli!” disse amichevolmente dandomi una botta sulla spalla.

Lo guardai con uno sguardo minaccioso mostrandogli i miei occhi rosso sangue.

Come se fosse stato intimorito si fece indietro.

Improvvisamente boccheggiò.

Improvvisamente la sua durata vitale sparì, emise un grido soffocato e si accasciò al suolo.

Rimasi qualche attimo come imbambolato.

Cosa?

Aveva ancora 25 anni da vivere, come era mai possibile una cosa simile?

Non avevo mai sbagliato una lettura, non era possibile una cosa simile. Eppure adesso compariva solo il nome sulla sua testa.

Non c'era dubbio: era morto.

Oh, eccone un altro che se ne va.” mormorò qualcuno.

Un altro? È successo a degli altri?” chiesi. “Oh, sì. È opera di Kira, non ci possiamo fare niente. Si dice in giro che può anche spingere le persone a suicidarsi.” mi rispose un detenuto della cella accanto. “Come fai a non sapere chi è Kira?” mi chiese qualcun altro.

In effetti avevo sentito parlare di Kira. Un assassino capace di uccidere a distanza, uccideva tutti i criminali peggiori del pianeta.

L era sceso in campo di persona pur di catturarlo.

E come avrebbe potuto il mio rivale rifiutare un caso del genere? Un caso divertente, intrigante e misterioso.

Da quel giorno in poi vidi morire sempre più detenuti senza che io potessi prevederlo, così chiesi alla guardia incaricata di portare il cibo di poter prendere qualcosa dalla roba che mi avevano consfiscato: un quaderno nero.

La guardia rimase perplessa.

È totalmente bianco. Se volete potete anche controllare.” dissi con un tono di voce quasi minaccioso.

Dopo poco mi fu portato.

...

Immagino che tu abbia capito, mio caro lettore, come ho usato quel quaderno.

Quel quaderno ce l'hai al momento tra le mani.

Come decisi a 15 anni, quel quaderno non avrebbe contenuto errori e sarebbe servito a qualcosa di importante.

Concludo qui il mio racconto, mio caro lettore.

Probabilmente sto per affrontare la stessa fine di Jason, ma dopotutto è la stessa che ho donato a molte persone.

E alla fine ho dato un senso alla mia esistenza.



E così, voltai pagina sapendo che era tutto finito.

Con mia sorpresa, invece, dietro l'ultima pagina vi erano dei foglietti. Sembravano essere appunti.

Uno di questi recitava:


Il carcerato numero 013 è stato ritrovato morto nella sua cella in data 21 gennaio 2004.

Tra le mani aveva una penna e sul tavolo della cella vi era un quaderno nero scritto.

Il carcerato ha fatto in tempo a firmare lo scritto prima di morire.

Sul suo volto ho notato un sorriso quasi di soddisfazione.



Il caso Kira era terminato da tempo, ma ovviamente non lo avevo reso pubblico.

Si sarebbero creati solo scompigli e qualcuno avrebbe cercato di rimpiazzarlo. Ma chi sarebbe mai potuto essere al livello di Light Yagami?

Se qualcuno lo avesse rimpiazzato sarebbe stato solo un mitomane, niente di più.

Ora il mio compito era quello di eliminare tutte le tracce della conclusione del caso e anche della morte di L.

Come se Kira non fosse mai esistito.

Near, l'appartamento identificato è questo.” mi distolse dai miei pensieri la voce di Halle Lidner. “Arrivo.” mormorai appena, alzandomi dal sedile dell'auto in cui mi trovavo, appoggiando una delle mie marionette da dito sul sedile accanto a me.

Quell'appartamentino in periferia, piccolo e mal tenuto, era stato identificato come l'abitazione temporanea di Mello.

Salii le scalette che portavano all'ingresso e attesi che Gevanni riuscisse ad aprire la porta.

Dopo pochi minuti potei entrare.

La stanza era quasi vuota, Rester iniziò la perquisizione.

Cominciai a passeggiare nei vari ambienti della casa.

Spinsi una porta e trovai la camera da letto. Era estremamente semplice: aveva solo due letti singoli e un comodino con un cassetto. Quasi di istinto lo aprii.

Rimasi immobile.

Dentro c'era un quaderno nero.

Somigliava troppo a quello di Beyond, anche per la dimensione.

Dopo qualche secondo di paralisi lo aprii e lessi alcune righe.


Questo quaderno è il mio testamento. Un messaggio in punto di morte di qualcuno che non sono io, rivolto a un luogo che non è questo mondo. Il caso più probabile è che sia quel testone di Near a scoprire per primo questo quaderno. Se così fosse non ti sto dicendo di farlo a pezzi e darlo alle fiamme. Se dovessi renderti conto che io ero al corrente di cose su L a te sconosciute, beh... è un grande piacere darti questo dolore.


Ecco chi aveva lasciato quella macchia di inchiostro anni prima. Non poteva essere che lui. Sfogliai le pagine, sì. Conosceva dettagli dei pensieri di Beyond che L non gli avrebbe raccontato, conosceva la storia da entrambi i punti di vista.

Sentii un profondo senso di vuoto e di smarrimento.

Nonostante fosse morto mi sembrava che stesse parlando in quel momento con me.

Rilessi ancora.

È un grande piacere darti questo dolore.


Mi spiace, Mello.” mormorai.

Hai perso di nuovo.

___________________________

Authoress' words

E dopo 500.000.000 di anni che non mi si vede... ecco l'attesissimo (ma anche no) ultimo capitolo!

Wow, mi sembra così irreale che sia finita davvero!  Beh, immagino che il 92,3% di voi se ne sia dimenticato, ma finalmente ho dato la soluzione all'enigma della macchia d'inchiostro.

Spero di non aver deluso nessuno di voi con questa mia storia (mia solo in parte però. u.u Mica ho tutta questa fantasia!).

So benissimo che 33 capitoli son tanti, infatti ne volevo fare di meno, ma non ce l'ho proprio fatta, infatti non credo di aver allungato il brodo.

Grazie di cuore a chi è giunto fin qui!

   
 
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