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Autore: sku    17/01/2007    5 recensioni
Un serial killer minaccia Washington D.C. e viene richiesto l'aiuto della squadra del BAU dell'FBI e di una consulenza esterna.
"Questa mattina è stato rinvenuto il corpo senza vita..."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. consulenza Tutti i personaggi di questa fanfiction appartengono a Jeff Davis© (esclusi quelli di mia invenzione) e sono usati senza fine di lucro.


“Questa mattina è stato rinvenuto il corpo senza vita e orribilmente torturato di Melissa Caroline Sullivan, la donna rapita due mesi fa e di cui non si era saputo più nulla. E’ stata trovata nel parco cittadino da un uomo che faceva jogging.
-E’ stato orribile, era coperta di sangue e le mancavano tutte le dita.- ha detto John Martin, autore del ritrovamento. Con questo sale a cinque il numero dei morti per mano del “killer del sonno”, tutte donne tra i quaranta e i cinquant’anni di età.
Fonti interne alla polizia riferiscono che l’assassino predilige questo tipo di vittime e che le tiene in ostaggio per circa due mesi, addormentandole prima di torturarle e ucciderle.
La polizia locale brancola nel buio e anche l’FBI sembra non trovare le risposte. La popolazione è in subbuglio e le vendite di armi sono aumentate del 60% dopo il terzo rapimento.” J.B. Blanc Washington Gazzette


- Non so proprio cosa mettermi! Come ci si veste per una consulenza per l’FBI? - La donna parlava ad alta voce nella stanza vuota davanti all’armadio aperto indossando un paio di mutande e una canotta rosa e dei buffissimi calzini azzurri con le dita. La sua “divisa” non poteva certo andare bene, già sembrava più giovane dei suoi 30 anni se poi andava da loro in jeans e scarpe da ginnastica, non l’avrebbero mai presa sul serio. Dopo attenta riflessione si decise per un completo coi pantaloni grigio chiaro e una camicia azzurra. Si truccò per dimostrare la sua benedetta età. Era nervosa perché non riusciva bene a capire cosa potevano volere da lei. Prese la borsa che i suoi genitori le avevano regalato per la laurea e si diresse alla porta, fermandosi davanti allo specchio per controllare il risultato finale: stava bene, sembrava competente anche se i suoi capelli cortissimi e rossi come ogni mattina non volevano stare al loro posto e rovinavano un po’ l’effetto da donna in carriera.

- Salve, vi presento la dottoressa Liliana Meli. E’ la nostra consulente sul caso del killer del sonno, dicono sia la migliore farmacologa disponibile.- la annunciò il direttore.
- Lo dicono solo perché affermare che un uomo è migliore di me potrebbe farli accusare di discriminazione - rispose al direttore con un sorriso poi si voltò e guardò la squadra.
- Piacere. -
- Il piacere è solo nostro, forse riuscirà ad illuminarci sulle sostanze che usa sulle vittime! Sono l'agente speciale Derek Morgan. - rispose consegnandole un fascicolo e stringendole la mano - Qui troverà tutte le analisi dei nostri laboratori ma ci sono cose che non quadrano, due volte ha usato sostanze note, ma negli ultimi tre omicidi ha somministrato sostanze sconosciute, i nostri tecnici brancolano nel buio. -
Liliana aveva già cominciato a leggere il fascicolo, corrugando le sopracciglia e mostrando sorpresa.
- Veramente non sono sostanze del tutto sconosciute, quello usato nell’ultimo delitto è un tranquillante in fase di sperimentazione alla Novalinar, l’RM 1982, non è reperibile al di fuori dei loro laboratori di ricerca. Finora è alla fase 2 della sperimentazione e ha rivelato peraltro notevoli limiti di sicurezza. - disse senza alzare gli occhi dalle carte e lasciando abbastanza sorpresi gli agenti. -Non deve essere stato facile procurarselo, anzi se non lo avessi letto coi miei occhi avrei detto che era impossibile, quei laboratori sono protetti sicuramente meglio del Pentagono! -
- Come può essere così sicura che sia la stessa sostanza? Non sono sempre segretissime queste ricerche?- chiese l’uomo alto dai capelli neri.
“ Carino l’agente, mi farei arrestare volentieri da lui… ma cosa sto pensando?! Ok, devo concentrarmi e non farmi distrarre."
- Infatti altri farmacologi o tossicologi esterni non l’avrebbero riconosciuta, per me è diverso perché lavoravo per loro fino a sei mesi fa e facevo parte del gruppo di ricerca.-
- Che cosa potrebbe implicare questo? - chiese Morgan.
- Penso che un estraneo non sarebbe mai potuto venirne in possesso, per poterla usare aveva bisogno di un discreto quantitativo da poter analizzare per essere in grado poi di sintetizzarlo, quindi dovrebbe essere un ricercatore. Un profano della materia avrebbe dovuto sottrarre una notevole quantità di campione per poterla utilizzare e alla Novalinar se ne sarebbero accorti. Comunque anche in questo caso sarebbe stato complicato per lui, dato che avrebbe avuto problemi con la dose. Troppa l’avrebbe uccisa e non è successo dato che l’ha uccisa lui, poca non avrebbe avuto effetto. Inoltre l’indice terapeutico è molto basso per il momento. -
- Cioè? - chiese la donna coi capelli scuri.
Liliana si sentiva disturbata dagli sguardi indagatori che le rivolgevano e sentiva che non si fidavano di lei del tutto, ma non riusciva a capire perché. Aveva accettato l’incarico con qualche perplessità, quando il rettore le aveva riferito la richiesta dell’FBI, lei non sapeva proprio cosa aspettarsi e come potersi rendere utile. - Cioè la differenza tra la dose tossica e la dose terapeutica è minima, è uno dei maggiori problemi del farmaco al momento. - rispose.
Scorse qualche altra pagina del rapporto dettagliato e studiando le formule si chiese ancora una volta di quale utilità poteva essere. Gli altri la guardavano con curiosità, aspettando altre informazioni e pensando a quello che aveva detto finora: il profilo sul soggetto ignoto poteva concordare con quello che lei aveva rivelato.
Infine si riscosse, chiuse il fascicolo e li guardò.
- Gli altri due sembrano solo variazioni di farmaci già esistenti, ma obsoleti e non più utilizzati perché sorpassati da nuovi più efficaci e sicuri. Tra l’altro sono variazioni abbastanza geniali che li rendono più attivi anche se più pericolosi, sembra quasi una ricerca farmaceutica… strano. Non credo che questi siano stati progettati da case farmaceutiche, anche se forse sarebbe meglio se voi tentaste di ottenere informazioni da loro, ma non credo sia un’impresa facile! Hanno sempre paura che rubino i brevetti. -
- Perché ha detto che sembra una ricerca farmaceutica? - la interruppe l’agente più anziano.
- Perché è passato dall’usare farmaci sicuri e approvati, disponibili sul mercato, a due farmaci con molta probabilità modificati da lui ma derivati da medicinali noti e infine ad un farmaco che non ha ancora passato la sperimentazione. Sembra che cerchi la molecola perfetta per i suoi scopi, che sinceramente non riesco a comprendere. Dovrebbe aver ottenuto con tutti e cinque la sedazione. Comunque capirlo è il vostro lavoro non il mio. Posso dirvi qualcos’altro? Se mi lasciate i rapporti posso studiarli e cercare di trarre altre informazioni sul suo modo di lavorare. -
- Non credo ci siano problemi. Lei ci è stata molto utile non sappiamo come ringraziarla. Se viene con me l’accompagno. - la ringraziò l’agente carino.
- E’ stato un piacere. Vi farò avere le mie conclusioni il più presto possibile, arrivederci. -
Seguì l’agente più alto. Era molto elegante in un completo nero, la camicia chiara; sembrava molto sicuro di sé e, doveva ammetterlo, le piaceva.
- … se le serve qualche informazione dai laboratori…- La guardò con fare interrogativo e lei arrossì non avendo sentito niente.
- Mi scusi, stavo riflettendo. Cosa diceva dei laboratori? -
- Che se ha bisogno di chiarimenti sui rapporti o se ha da comunicarci qualcosa questo è il mio numero. Non esiti a chiamarmi. - Lei prese il biglietto da visita e lo rigirò fra le dita osservandolo: Aaron Hotchner, così si chiamava quell’agente molto carino.
- Appena saprò qualcosa la chiamerò senz’altro, agente Hotchner. Arrivederci. - Lo salutò stringendogli la mano. Era calda e forte, una buona stretta, quella che i giornali femminili avrebbero descritto come la stretta dell’uomo da sposare: calmo, sicuro di sé e determinato. Si avviò per la strada sentendo gli occhi dell’uomo sulla sua figura che si allontanava.

Hotchner la guardava con insistenza, “ E’ così giovane” aveva pensato appena era arrivata, “come può esserci utile, ci sarà solo di intralcio!” Si era dovuto ricredere, era capace, preparata e non si era fatta impressionare dal clima di sfiducia che si era creato al suo arrivo. Erano stati molto scortesi ma erano tutti coi nervi a fior di pelle. Erano stati chiamati dopo il terzo caso ed ora erano già a cinque morti, il caso si era rivelato molto intricato e l'assassino non lasciava prove utili… Erano rimasti bloccati in un vicolo cieco, ma quelle nuove informazioni forse avevano rischiarato la strada…
Mentre aspettava che l’ascensore lo portasse al suo piano si distrasse pensando alla ragazza, era molto carina coi capelli così corti, aveva un viso simpatico e aperto e aveva qualcosa di strano ma solo quando l’aveva accompagnata all’uscita aveva capito che quella sensazione era dovuta al fatto che aveva un occhio verde e uno blu! Era rimasto stupito, non aveva mai visto nessuno con gli occhi di colore diverso, ma stava bene, le si addicevano; aveva capito subito di trovarsi davanti una persona particolare. L’ascensore arrivò al piano e le porte si aprirono e tornò al pensare al suo lavoro.

Liliana arrivò all’università e si diresse veloce verso l’ufficio che divideva con Mary, l’altra assistente; aprì la porta e l’odore di reagenti chimici la investì, alcuni lo trovavano estremamente sgradevole ma non lei, era come l’odore di casa, la faceva sentire protetta e al sicuro. Aprì un piccolo armadio e prese da un appendino dei jeans e una maglietta consumata e dopo aver chiuso la porta a chiave si cambiò, si tolse il trucco e infilò il camice. Mise i rapporti nel cassetto più sicuro, mise la chiave in tasca e uscì chiudendo anche la porta dell’ufficio. I rapporti e l’FBI dovevano aspettare, in laboratorio c’erano cose più importanti per il momento.


Era stata una giornata faticosa, ma non era molto tardi quando arrivò a casa, fece una doccia e decise che quella era una sera da cornflakes. Mentre mangiava leggeva i rapporti, ma sembrava che non ci fosse niente di nuovo anche se aveva la sensazione di non notare qualcosa di cui avrebbe dovuto accorgersi subito. Continuava a riguardare le stesse pagine, poi cercò i referti delle autopsie, ma mancavano. - Dannazione! Non me li hanno dati, anche se era prevedibile. Non sono un medico non ci capirei niente.. ma devo essere sicura di una cosa!- Così corse all’ingresso e cercò nella tasca della giacca il biglietto da visita, fece il numero di cellulare e attese.
- Hotchner. –
- Salve, sono Liliana Meli, si ricorda? Avrei bisogno di un favore, mi scusi per l’ora ma vorrei vedere i referti dell’autopsia, devo controllare una cosa! Lo so che sembra strano, ma devo controllare assolutamente. - Aveva parlato tutto di un fiato, convinta che non l’avrebbe presa sul serio, non gli aveva dato spiegazioni, ma era presto non poteva rischiare.
– Si può fare, però dovrebbe aspettare domani mattina, la aspetto per le 9, va bene? –
- Benissimo, grazie mille, mi scusi ancora. Buona notte. –
- Buona notte a lei. –
Ma Liliana non aveva sonno, accese il computer e si collegò alla rete ma le sue ricerche sulle sperimentazioni di sedativi non diedero risultati, come si era aspettata. Sbadigliò, era stata una lunga giornata. Spense tutto, chiuse i rapporti nella piccola cassaforte e s’infilò a letto.

“ Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell’attrazione.”
Algernon Charles Swinburne


questa è la mia prima fanfiction in assoluto, per piacere siate clementi!!!
  
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