Non riesco a riconoscere ciò che è mio. Perché non c’è più un MIO, io non ci sono più. Non mi riconosco. Chi è questa persona che piange, sola nel letto? Non lo so, dentro di lei c’è solo un vago ricordo della persona che era. Di quella che era prima, non è rimasta nemmeno un briciolo di felicità, tranquillità e armonia. Quando dicono: piangi, è purificatorio. Non è vero, quando si piange, ogni singola cellula del tuo corpo inizia a bruciare e il tuo cuore non resiste ai battiti troppo forti. Il cuore fa male, tanto. Un dolore intenso che cresce con la tua malinconia. In quel momento, quel preciso momento in cui ti ricordi il motivo per cui stai piangendo, il cuore scoppia. Il mio è appena scoppiato e fa male. Troppo. Tanto. Un dolore insopportabile. Intenso, che non lascia vie per far passare un filo d’aria. E quando il cuore scoppia, si muore. E io sono morta. È questo quello che ha segnato la mia giornata con qualcosa di negativo. È quello che cercavo di spiegarti quella notte. Quella “cosa” negativa che sentivo dentro, era questo. Io e il mio equlibro mentale non riusciamo a sopportare tale sofferenza scaturita da uno sbaglio MIO e solo MIO. Non riesco a capire perché LORO non sono più gli stessi con me. Perché me ne sono andata? Perché non ho chiesto scusa? Perché li ho delusi? Non lo so. Io sto male, e nessuno se ne accorge. Lasciatemi in pace, perché non c’è niente di più pacifico di soffrire da soli. Io voglio, quasi desidero soffrire da sola. SOLA. Senza nessuno intorno che cerca di consolarmi e di aiutarmi, le mie emozioni sono troppe e complicate e nessuno (ne sono certa) riuscirà a capirle. Quindi non cercare di capirle, perché lo fai nel modo sbagliato. In quanto al resto, lo so che è difficile, ma cerca di lasciarmi da sola. Verrò io quando sarò e quando MI ritroverò. Diglielo a tutti, perché se no sembra che sono solo una ragazzina a cui non si può dire di no. Non venire, però, a parlarne con me. Io sono più brava a scrivere che a parlare…