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Autore: Shari Deschain    03/07/2012    5 recensioni
Il Dottore ama mostrarle l'universo almeno quanto Rose ama scoprirlo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 9, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pairing/Characters: Nine/Rose
Rating: G
Warnings: Fluff, Missing Moment
Word Count: 656 (FDP)
N/A: Scritta per 500themes_ita, prompt #307. Campi di polvere.
─ Grazie mille a Fiery per averla letta e betata in anteprima ♥





Angeli di polvere





Quel giorno si trovano su un pianeta – l'unico pianeta di una minuscola galassia di cui Rose ha già dimenticato il nome – fatto completamente di polvere.
Non c'è nient'altro, solo immensi, sterminati campi di polvere e, in alcuni punti, colline o addirittura montagne così alte che lo sguardo di Rose non riesce a scorgerne la cima.
È uno strano posto.
Non ci sono creature viventi, non ci sono piante, non ci sono nemmeno stelle da guardare alzando il volto al cielo. C'è solo la polvere, morbida e piacevole da toccare, diversa da qualsiasi cosa abbia mai visto prima; di sicuro non è come la sabbia: è molto più fine e leggera, quasi intangibile. Come cipria. O come un sogno.
Rose si diverte a correrci sopra, affondando fino alle caviglie, a rotolarcisi in mezzo e a farci angeli di neve (be', angeli di polvere in questo caso), pensando, con un sorriso sulle labbra, a sua madre e a quanto odierebbe una cosa del genere, lei che vive con lo spolverino infilato nella tasca posteriore dei jeans.
A Rose, invece, quel pianeta piace molto. Anche se è tutto grigio. Anche se è vuoto. Anzi, forse è proprio per questo che le piace tanto: ha un intero pianeta a sua disposizione. Nessuno con cui dividerlo se non il Dottore, che se ne sta appoggiato alla porta della TARDIS, ed osserva con attenzione ogni suo movimento, sul volto un'aria estremamente divertita e soddisfatta.
Il Dottore ama mostrarle l'universo almeno quanto Rose ama scoprirlo.
Sembra quasi che ne abbia fatto una sfida personale, di riuscire a lasciarla senza fiato ad ogni atterraggio (di fortuna o meno che sia).
A volte le riempie gli occhi con così tante meraviglie che lei fa fatica a processarle e ad immagazzinarle, prima che lui la trascini in un nuovo, bellissimo viaggio.
«Sembra una corsa contro il tempo», gli dice spesso, sempre ridendo, e si stupisce nel non vederlo ridere a sua volta.
Rose sa che il Dottore vorrebbe dirle che è lei quella che deve correre contro il tempo, perché è lei quella a cui, prima o poi, verrà a mancare, ma non se ne preoccupa più di tanto. Ha diciannove anni, dopotutto, e a diciannove anni di tempo se ne ha abbastanza per fare qualsiasi cosa, forse addirittura per esplorare l'intero universo, pensa.
E il Dottore sembra a sua volta sapere quello che lei sta pensando, eppure non affronta mai l'argomento. Si limita a vagabondare con lei tra le stelle, regalandole pianeti e ricordi indimenticabili, ritenendolo forse abbastanza.
Ma non è abbastanza per Rose, e per provarlo la ragazza si alza, scuote via la polvere dai suoi capelli biondi e corre verso di lui, che sorride un po' di più nel vedersela venire incontro e un po' di meno quando realizza che lei non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Si scontrano e finiscono entrambi per terra, così pesantemente da sollevare una gran nuvola grigia tutto intorno. Il Dottore, con la testa affondata fino alle orecchie nella polvere, prova a rimettersi in piedi, ma Rose lo tiene stretto per la giacca di pelle e gli impedisce di muoversi, e allora iniziano a ridere e a tossire allo stesso tempo, mentre lottano l'uno contro l'altra. In meno di una manciata di minuti sono tutti e due ricoperti di polvere dalla testa fino alle scarpe, e i loro vestiti iniziano a prudere in modo fastidioso, ma le risate che continuano a riecheggiare imperterrite tra le valli desolate dimostrano che a nessuno dei due importa molto.
Rose ama farlo ridere almeno quanto il Dottore ama mostrarle l'universo.
A volte ha la sensazione che lui non sia molto abituato a ridere, che da solo non sarebbe capace di trovare un motivo per farlo, ma non glielo dice perché non vuole offenderlo.
Dal canto suo, il Dottore, sapendo fin troppo bene che è davvero così, non si fa alcuna remora a prenderla per mano e ringraziarla con la risata e con lo sguardo, mentre la polvere di stelle continua a turbinare indifferente intorno a loro.


   
 
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