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Autore: Krixi19    03/07/2012    11 recensioni
Katie non sapeva dire quando era cominciato tutto quanto, né sapeva dire esattamente come. Sapeva solo che adesso si ritrovava coinvolta in una cosa che era più grande di lei, in un circolo da cui non riusciva ad uscire. Stretta ogni notte da braccia uguali ma diverse, baciata da labbra identiche ma dal differente sapore, Katie era posseduta da un amore tormentato, malsano, struggente.
Per uscirne, avrebbe dovuto sceglierne uno.

Una donna e due amori corrisposti.
Può una persona amare due persone contemporaneamente?
[Fred/Katie/George; ma forse è più corretto: Fred/Katie + George/Katie]
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Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
[Questa storia si è classificata seconda e ha vinto il "Premio della Giuria" al contest "A is for Angst" indetto da MmeBovary sul forum di EFP, sez. Harry Potter]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Katie, Bell
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Pairing: Depraved Desire - Fred/Katie/George [oppure Fred/Katie + George/Katie]

Avvertimenti: Oneshot

Consiglio di leggerla ascoltando questa canzone: Snow Patrol – New York; oppure, se preferite, Zola Jesus - Skin; o ancora, Zola Jesus – Lick the Palm of the Burning Handshake. Tutte e tre queste canzoni mi hanno fatto da playlist (quella degli Snow Patrol in particolar modo).

 

 

[Questa storia si è classificata seconda al contest "A is for Angst" di MmeBovary e ha vinto anche il premio speciale giuria. Alla fine della storia troverete i giudizi.

 

 

A Fri,

perché se non fosse stato per lei,

per la sua fiducia in me

e per il suo entusiasmo per ogni mia malsana idea,

questo scritto non sarebbe nemmeno mai uscito dalla mia testa.

 

E anche a Cat,

che crede così tanto in me,

nelle mie capacità e nei miei scritti,

che chissà, forse finirò per crederci.

Forse.

Molto forse.

 

 

Torment

 

 

 

Noi possiamo amare in realtà solo col tormento

e solo per mezzo del tormento1

 

 

 

Ci sono relazioni che portano gioia, felicità, serenità.

Altre portano dolore, sofferenza, angoscia.

E ci sono relazioni che portano tutto questo, tutto assieme, e molto di più, nel bene e nel male.

Katie non sapeva dire quando era cominciato tutto quanto, né sapeva dire esattamente come. Sapeva solo che adesso si ritrovava coinvolta in una cosa che era più grande di lei, in un circolo da cui non riusciva ad uscire. Stretta ogni notte da braccia uguali ma diverse, baciata da labbra identiche ma dal differente sapore, Katie era posseduta da un amore tormentato, malsano, struggente.

Per uscirne, avrebbe dovuto sceglierne uno.

Ma come?

Come si può scegliere?

Come, se la sola idea di lasciarne uno ti provoca una voragine al petto, talmente profonda da poter sprofondarci?

Come, se non poteva fare a meno di nessuno dei due?

Come, se ormai non voleva?

 

 

«Fred, faremo tardi a lezione» gli sussurrò lei, senza tuttavia sottrarsi ai baci che lui continuava a depositarle sulle labbra.

«È un rischio che sono disposto a correre» rispose lui, sorridendole malizioso, per poi riprendere a baciarla, con più foga, approfondendo sempre di più un bacio senza fine.

 

Era stato davvero quello il loro primo bacio? Così... avventato, irrazionale, ardente.

Ma Fred era esattamente così, come il loro primo bacio, dato di nascosto negli spogliatoi di Quidditch, dopo un allenamento mattutino.

Avventato, irrazionale, ardente.

Invece, con George era stato diverso. Quello con George era stato dolce, delicato, premuroso.

E salato.

 

«Grazie» disse lei, tirando leggermente su con il naso.

George inclinò la testa di lato, come per osservarla meglio.

«E di cosa?»

«Per avermi ascoltata» rispose Katie. Si asciugò l’ennesima lacrima sfuggitale dalle ciglia.

«L’ho fatto volentieri» disse lui, il sorriso gentile ad increspargli le labbra.

«Tu... ci sei sempre, quando ho bisogno di te».

«È il minimo che io possa fare, Katie» ribatté lui, serio, senza lasciare dubbi a riguardo: lui c’era, ci sarebbe sempre stato, e Katie lo sapeva.

Forse fu questo a spingerla a fare il primo passo. Poggiò le labbra sulle sue, di getto, senza pensarci, senza rifletterci.

Katie poté sentirlo irrigidirsi, ma lo stupore durò solo qualche istante.

 

La prima volta che Katie aveva baciato George era stata anche la prima volta in cui avevano fatto l’amore.

George era il suo migliore amico, era sempre pronto ad ascoltarla, a sostenerla, ad appoggiarla. E lo stava facendo anche quella volta.

Fred l’aveva lasciata, così, di punto in bianco, quando le cose si erano fatte serie, gettandola nella disperazione più totale. George le era stato accanto per tutto il tempo, come solo un vero amico può fare, facendola sfogare, piangere, ridere e divertire. La stava risollevando davvero.

Erano passati un paio di mesi, forse tre, forse quattro; Katie aveva appena cominciato a riprendersi, quando aveva visto Fred baciarsi con Angelina. In mezzo al corridoio, dove chiunque avrebbe potuto vederli.

E qualcosa dentro di lei si era rotto.

Così, era corsa da George, a parlare e a sfogarsi, come faceva sempre.

Però, quella sera qualcosa era scattato.

Lei si era accorta di come George la guardava, forse se n’era accorta già da un po’.

E lui era stato così gentile, e lei aveva bisogno di dimenticare...

Così avevano fatto l’amore, mettendoci anima e corpo.

Lei aveva bisogno di George e lui aveva bisogno di lei.

E poi l’avevano rifatto, più e più volte, incapaci di stare lontani l’una dall’altro.

Katie non sapeva come Fred l’avesse presa. Non sapeva nemmeno se lo sapesse. Non aveva chiesto nulla a George, nemmeno se tra di loro ci fosse qualche problema, qualche tensione, qualche screzio. Di certo non sembrava, ma lei non lo sapeva.

Non parlavano mai di Fred, loro.

Così, era cominciata.

Era cominciata nel modo sbagliato.

Era cominciata in modo insano.

Ma era cominciata la relazione più felice ed equilibrata che lei avesse mai avuto.

 

Fino a quando Fred non era tornato.

 

«Tu... Voi... Che cosa?!»

George era sconvolto, incapace di articolare una frase di senso compiuto.

«Lui... ha detto che gli dispiace» sussurrò Katie, come se sussurrandolo avesse potuto fargli meno male. Perché lo sapeva che gli stava facendo male, solo... non poteva non farlo.

«Ha detto solo questo?» chiese lui, un sorriso amaro che non gli si addiceva sul volto.

Katie non rispose.

«Katie» scandì, deciso.

«Ha detto... ha detto che gli mancavo».

Il sorriso sulla bocca di George divenne, se possibile, ancora più amaro.

«E poi?»

Di nuovo, Katie non rispose.

George attese in silenzio.

«E poi...» Katie s’interruppe, poi sospirò: «E poi mi ha baciata».

Questa volta fu George a non rispondere.

«George... George, di’ qualcosa» lo implorò lei, quando il silenzio divenne assordante.

«Cosa vuoi che ti dica?» rispose lui, acre. «Mi sembra evidente che la tua scelta l’hai già fatta»

«George, tu non capisci...»

«No, Katie, sei tu che non capisci. Tempo un paio di mesi e sarai punto a capo».

 

Quando Fred era tornato, Katie non era riuscita a resistergli. Perché lei amava davvero Fred e essergli stata lontano, tutto quel tempo, era stata una sofferenza. Una sofferenza provocata dal sentirsi incompleti, come un vuoto accanto al cuore.

Mentre era con George, stava bene. Stava più che bene. Ma non era completa. Fred non se n’era mai andato, mai. Soprattutto quando arrivava la notte e lei rimaneva sola con sé3, a pensare e ripensare.

E pensava a Fred.

E pensava a George.

E pensava a Fred.

 

«Fred! Si può sapere dove mi stai trascinando?» esclamò Katie, senza riuscire a trattenere una risata.

«Un po’ di pazienza» rispose lui, sorridendo divertito.

«Lo sai che la pazienza non è il mio forte» ribatté lei.

«Già. Nemmeno il mio» affermò Fred, prima di tirarla a sé per baciarla.

«Mi hai trascinato qui per baciarmi? Non che non apprezzi l’ambiente, ma...»

Fred sbuffò interrompendola.

«Quale ambiente? Siamo in un corridoio».

«E allora...»

«Ce la fai ad aspettare?» disse lui, leggermente spazientito.

«No» rispose subito lei.

Fred scoppiò a ridere.

«E invece dovrai, perché non hai ancora visto niente».

 

Katie non sapeva come stava George. Da quella discussione, non avevano più parlato. Lui aveva evitato in ogni modo di rimanere solo con lei, e se anche erano in compagnia, evitava di parlare più dello stretto indispensabile.

Ogni tanto lui l’aveva colta a guardarlo.

Ogni tanto lei l’aveva colto a guardarla.

Ma a parte questo, nessun contatto.

Katie non sapeva nemmeno se George avesse detto a Fred di loro. Non pensava che loro due avessero dei segreti, ma era anche vero che Fred non le aveva chiesto niente. Fred non diceva e lei non chiedeva.

Non parlavano mai di George, loro.

 

«Cosa c’è?» chiese Fred, allontanandosi dalle sue labbra. «Sei strana».

«Stavo pensando» rispose lei.

«A che cosa?»

Katie rimase in silenzio, mordendosi il labbro inferiore.

Non poteva dirglielo.

 

Mentre era con Fred, Katie era felice. Ma mentre non erano insieme, mentre non si baciavano, mentre non facevano l’amore, tornava a sentire quel vuoto accanto al cuore, quella sensazione di incompletezza.

Si era detta che era normale, si era detta che era solo perché si erano rimessi insieme da poco, si era detta che ci voleva tempo.

Ma non era così. Le cose peggioravano. Cominciava ad avvertire quel vuoto anche mentre facevano l’amore, anche mentre si baciavano, anche mentre erano insieme.

Le mancava George. Le mancava da impazzire.

Quando era sdraiata nel suo letto, tentando di prender sonno, quando era sola con sé, pensava a George.

E pensava a Fred.

E pensava a George.

 

«Mi manchi».

«Credi che basti veramente venire qui e dirmi che ti manco per rimettere tutto a posto? Per far tornare tutto come prima?» disse George, scuotendo la testa, un’espressione di stupore dipinta sul volto. Stupore e amarezza.

«No» affermò Katie, le lacrime che sembravano non volersi fermare.

«E allora...»

Katie lo interruppe: «L’ho lasciato».

George strabuzzò gli occhi.

«Tu... cosa?»

«L’ho lasciato» ripeté lei. «Per te» aggiunse. «Perché ho capito che ti amo».

George continuava a fissarla, incredulo.

Katie si avvicinò di qualche passo.

«Senti, lo so che questo non cambia le cose. Lo so che di sicuro mi avrai già dimenticata. Lo so. Solo che... mi mancavi e come potevo stare con lui, se pensavo a te? Come...»

Ma George l’aveva interrotta. L’aveva interrotta facendo quello che Katie non si aspettava avrebbe fatto. L’aveva interrotta baciandola.

Non era un bacio dolce, delicato, premuroso.

Era un bacio impulsivo, viscerale, passionale.

Poi George si era scostato leggermente.

«Lui come sta?»

 

Era stata la prima e ultima volta che George era entrato in argomento Fred.

Non parlavano mai di Fred, loro.

E così, era finita con Fred ed era ricominciata con George.

Sembrava davvero così semplice. Aveva scelto Fred, ma le mancava George. Così aveva lasciato Fred, per stare con George. Semplice. E allora perché si sentiva ancora così? Tormentata, confusa, oppressa.

Perché mentre non era inebriata dalla presenza di George, quella dannata sensazione di vuoto tornava a farsi sentire. Piano piano, e poi sempre più forte, sempre più dilaniante, sempre più logorante.

Non l’abbandonava, mai.

 

«Fred? Cosa ci fai qui?» chiese Katie, stupita di vederlo ancora in sala comune a quell’ora.

«Niente di particolare» rispose lui, il suo solito sorriso strafottente sul viso. «Potrei farti la stessa domanda».

«Io... ho dimenticato delle cose» disse, accennando ai libri sul tavolo. Katie era a disagio, spostava il peso da un piede all’altro. «Beh, allora... Buonanotte» biascicò, e fece per andarsene, dimenticandosi lì le sue cose.

«Aspetta» le disse lui, afferrandole il polso.

Katie non mosse un solo muscolo; si accorse a malapena che stava trattenendo il fiato.

«Torna con me».

Semplice, diretto, sicuro. Come lo era sempre.

Lei non rispose, mille pensieri che le affollavano la mente.

Poi lo seppe. Lo seppe prima che succedesse, e non fece niente per opporvisi.

 

Quella sera aveva tradito George.

L’aveva tradito in parte consapevolmente, in parte inconsapevolmente, ma la realtà non cambiava. Lei lo aveva tradito e per questo si odiava, per questo si sentiva soffocare. L’aveva tradito perché non riusciva a stare lontana da Fred, l’aveva tradito perché aveva bisogno di Fred così come aveva bisogno di George. In modo diverso, per motivi diversi, ma aveva bisogno di entrambi. Ed era sbagliato.

Era una cosa sbagliata, irrazionale, viscerale, passionale, insana, morbosa, tormentosa.

 

«Tu, che cosa?!»

«Ti prego, George, lasciami spiegare!»

George se ne andò, sbattendo la porta, fuori di sé.

Katie cadde in ginocchio e continuò a piangere l’anima.

 

Così era finita con George ed era ricominciata con Fred.

Ma ovviamente le cose non erano come prima, non erano come la prima volta che avevano avuto una storia.

Facevano l’amore quasi con rabbia, spinti dall’impellente bisogno di completarsi, senza mai sentirsi tali. Katie continuava a sentire un vuoto dentro, un vuoto che non riusciva a colmare. Così ricercava Fred, e lo rifacevano, ricominciavano da capo, assaporandosi e saggiandosi, più e più volte, ancora e ancora.

Ma non bastava.

E forse lo sapevano tutti e due, ma non ne parlavano.

Non parlavano mai di George, loro.

 

«Ti ho vista, sai?»

Katie guardò George interrogativamente. Era la prima volta che le rivolgeva la parola spontaneamente, era la prima volta che erano di nuovo soli.

«Con Fred. Non sei felice».

Mentire a George era inutile, lo era sempre stato.

Katie scosse la testa. Quando sarebbe finito tutto il dolore?

«Scegli me».

Semplice, serio, deciso.

«George... Non è così semplice».

Lui fece un altro passo avanti, e allungò una mano verso il suo viso.

«Scegli me». Il palmo della mano di lui poggiato sulla guancia di lei.

E di nuovo Katie lo seppe prima, ma non poté far niente per opporsi.

 

E così era ricominciata con George, ma non era finita con Fred.

Katie non sapeva se Fred sapesse.

Non parlavano mai di George, loro.

E non si era mai attentata a chiedere a George se gliel’avesse detto.

Non parlavano mai di Fred, loro.

Ma probabilmente entrambi sapevano.

Sapevano tutto.

Ormai, erano tutti nella stessa situazione: imprigionati in una spirale infinita di dolore, estasi, passione, tormento, amore.

 

 

 

Con te non posso vivere né senza di te2

 

 

 


 

Note:

1Fëdor Dostoevskij, Il sogno di un uomo ridicolo, 1877

2Marziale, Epigrammi

3 “Quando arriva la notte \ e resto sola con me \ la testa parte e va in giro \ in cerca dei suoi perché”: strofa della canzone “La notte” di Arisa

 

I flashback sono in ordine cronologico, ma sono vaghi, quindi il lettore è davvero libero di pensare e immaginare quello che vuole.
La mia playlist per questa shot (in ordine sparso): Snow Patrol – New York; Zola Jesus - Skin; Zola Jesus – Lick the Palm of the Burning Handshake

E ora veniamo alle vere note. L’idea di un triangolo malsano mi è venuta un po’ di tempo fa. Poi, ieri notte, non so come né so perché, ho sentito il bisogno di scriverla, un bisogno talmente forte che sono rimasta in piedi fino alle sette del mattino, scrivendo e scrivendo.
Questo per dire che non sono responsabile del risultato. O meglio, sì, lo sono, ho scritto tutto io, ma ero spinta da qualcosa di più forte, quindi se non vi piace... sappiate che semplicemente non potevo non scriverla e si è scritta praticamente da sola.

Di solito non faccio NdA lunghe, preferisco che il lettore colga da sé certe cose, ma questa volta una cosa vorrei specificarla. Ma siete liberi di saltare.
Ho voluto lasciare vago il rapporto tra Fred e George in questa situazione, o meglio, sulla questione Katie. Il lettore è libero di immaginare quello che vuole, può pensare che abbiano litigato, che si siano affrontati, che si siano allontanati, oppure l’esatto opposto. Mi piace dare questa libertà, trovo che il vago dica molto di più, in questi casi.
Per quel che riguarda la mia opinione: sì, si sono affrontati, ma no, non hanno litigato. Il loro rapporto è qualcosa di unico, straordinario, non verranno mai divisi; loro si capiscono, è questo il punto. George sa esattamente cosa passa nella mente di Fred, sa che alla fine si è innamorato, e Fred sa esattamente cosa passa nella mente di George, sa che ama Katie. Quindi, lo sanno. Magari non ne parlano, magari ne hanno parlato solo una volta, magari invece ogni tanto ne hanno discusso, ma sanno. Però, tutta questa situazione, essere innamorati della stessa donna, non cambia il fatto che siano l’uno la metà dell’altro. In realtà, penso che quando Katie ha tradito George con Fred, i due si siano affrontati. Però non saprei, bisognerebbe chiedere a loro.
Ho disseminato la storia di indizi, riguardo questa mia visione (George che chiede a Katie “come sta lui”, Katie che non sa se tra loro ci sono dei problemi perché li vede uniti come prima, e altre cosine).
Però, ripeto, ho lasciato il vago apposta, ognuno può interpretarla come vuole.
Alla fine, non ci è dato sapere cosa sia successo tra Fred e George.

 

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

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2° classificata: Torment 
Di Krixi19 

 

Premio della giuria (alla mia personale favorita) 

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12/15 punti per la grammatica, la punteggiatura e l’ortografia. 
Non ho notato molti errori in questo campo. Alla prima lettura, in realtà, ero talmente presa dalle vicende che non ne ho notato nessuno. Poi mi sono messa a spulciare i dettagli e ho trovato qualche svista. [Avendo corretto gli errori segnalatimi, ho tagliato questa parte, troverete comunque il giudizio completo qui: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10406707&p=6 ]

 

9.5/10 punti per lo stile, il lessico e la leggibilità. 
La storia si legge molto bene, la narrazione è fluida, scorre veloce e leggiadra, priva di intoppi. Seguendo lo svolgimento delle vicende sembra naturale fare come Katie e passare da un Weasley all’altro. La storia si muove, altalenante, tra le due diverse passioni, con eleganza, sfumando George su Fred, Fred su George, ma lasciandoli essere due personaggi distinti. Katie non ne esce in maniera negativa, come ci si potrebbe aspettare da una storia in cui la protagonista si innamora di due ragazzi. Riesci a trasmettere tutto il suo dolore, il tormento che la lacera nel non riuscire a fare a meno di uno dei due quando è con l’altro e alla fine non si può evitare di provare una gran pena per la povera ragazza. Sei a brava a trasmettere le emozioni dei personaggi in poche semplici parole, a distinguere quello che Katie prova per Fred e quello che prova per George. Riesci splendidamente a far scorrere la vicenda lungo molti mesi facendo sembrare che passino poche ore, senza essere pesante. Le ripetizioni che usi, il riportare strutture che usi per un gemello anche per l’altro, e simili scelte stilistiche mi sono piaciute. Non ti ho dato punteggio pieno solo perché trovo che il modo in cui gestisci i dialoghi a volte sia confuso. Come in quel “«Katie.» Deciso.” che ho segnalato prima, a volte le tue frasi spesso avrebbero più senso con un verbo in più, tipo “disse” o “rispose”. 

14/15 punti per la caratterizzazione dei personaggi. 
Katie è un personaggio cui la Rowling lascia poco spazio e apprezzo che tu abbia scelto di darle una parte tutta sua nella vita dei gemelli Weasley. L’hai resa una protagonista eccelsa, un personaggio catturato in una situazione estrema, eppure sempre vero e verosimile. Era difficile pensare di creare un personaggio commovente che fosse una ragazza che non sa scegliere tra due uomini: normalmente sarebbe da odiare, invece tu l’hai resa adorabilmente umana. Non sa decidere tra Fred e George perché quando si trova con uno anela l’altro. Questo la dice lunga anche sui personaggi dei gemelli. Li hai resi simili, ma non intercambiabili. Si capisce che uno ha più sensibilità dell’altro, ma che non è “migliore” perché l’altro ha caratteristiche che compensano per i propri difetti. Il rapporto tra i due, che non descrivi ma fai sottintendere, è profondo e complesso come deve essere per questa storia. Non dici mai se i due parlino di Katie, ma non dici nemmeno che i due litighino e, comunque, sembra scontato che quando Katie sta pubblicamente con uno l’altro debba venirlo a sapere. Insomma, tra i due sembra esserci qualche tacito accordo che solo in un rapporto profondo come il loro può avere senso. 
Non ti dilunghi mai sulle emozioni dei tuoi personaggi, eppure ne sai mostrare tante sfaccettature. Solo a tratti ho trovato che i personaggi fossero un po’ troppo “vaghi”, inafferrabili, quasi, come se sfuggissero alla comprensione del lettore. Ad ogni modo, complimenti. 

9/10 punti per l’originalità. 
Non avevo mai letto niente del genere. Katie è un personaggio poco usato e l’idea di farla innamorare di entrambi i gemelli mi sembra contorta e perversa come deve essere la mente di una brava fanfic writer che si voglia buttare sull’Angst. I modi in cui fai finire Katie con uno e poi con l’altro e poi, inevitabilmente, di nuovo con uno e di nuovo con l’altro hanno sempre senso e dimostrano buone capacità creative. Tuttavia per il punteggio pieno avrei voluto vedere un finale creativo. Lasci la storia in sospeso (che tortura!) senza farci sapere come possa procedere, come se non fossi in grado di concluderla. 


5/5 punti per il gradimento personale. 
Ho adorato questa storia. La leggevo e mi sentivo struggere per la povera Katie, catturata in questa situazione impossibile in cui ama due persone come se fossero una e non può scegliere con chi stare. Il modo in cui hai descritto le vicende è fluido, chiaro, e triste in una maniera disarmante. Sembra di leggere una favola triste. Mi sarei aspettata un finale diverso, qualche parola sulla morte di Fred, ma evidentemente tu avevi in mente altro e va bene così. Hai creato una storia d’amore e di dolore struggente. Complimenti. 


12.5/15 punti per il trattamento del genere Angst e l'aderenza al contest. 
Il tormento interiore c’è. Katie è spaccata in due da un amore bifocale che non riesce a reintegrare in una passione sola, ma sembra aver trovato un palliativo temporaneo nel passare da un ragazzo all’altro. Ma non ti dà punteggio pieno perché, a mio parere, il dolore è talmente delicato, soffuso, e sfumato d’amore da perdere in drammaticità. Manca il peso dell’angoscia, manca il peso della perdita, che forse avresti potuto aggiungere analizzando la reazione di Katie alla morte di Fred o facendola semplicemente arrivare ad una decisione (per quanto impossibile). Non so se riesco a spiegarmi a dovere, ma non posso darti 15 punti perché, per quanto questa storia mi sia sembrata drammatica, mi è sembrata anche molto delicata, molto sfumata, come se il romanticismo appannasse un po’ il drammatico che ho visto, invece, in altre storie. In fondo, Katie ama ed è amata, quindi l’unica sofferenza viene dal non sapere chi ama di più tra i due gemelli o, meglio, dal capire che li ama entrambi in una maniera da non poter rinunciare a nessuno dei due. Ripeto che adoro questa storia, ma se mi sento di darti tutti i punti per il gradimento personale, non me la sento di darti tutti i punti in questa sezione. 

Totale: 62/70 

   
 
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